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Vacanze romane: Harmony Collezione
Vacanze romane: Harmony Collezione
Vacanze romane: Harmony Collezione
E-book162 pagine2 ore

Vacanze romane: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Il risveglio dal sogno di una notte può essere più dolce della notte stessa. Se la magia, al sorgere del sole, invece di dissolversi resta a scaldare il cuore.
La confusione dei festeggiamenti per il matrimonio della sorella, un perfetto latin lover che le fa la corte, per la giovane e inesperta Caroline Leighton - Callie per gli amici - è sin troppo facile cedere alle lusinghe di Paolo Rainero, fratello dello sposo. Nove anni dopo, il ricordo di quella splendida avventura è ancora vivo nel cuore della donna, così come la delusione per il successivo abbandono. Ma la necessità di un viaggio a Roma, proprio a casa dei Rainero, potrebbe essere il modo perfetto per risolvere definitivamente le questioni in sospeso tra lei e Paolo.
LinguaItaliano
Data di uscita10 ago 2020
ISBN9788830518353
Vacanze romane: Harmony Collezione
Autore

Catherine Spencer

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Vacanze romane - Catherine Spencer

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Italian’s Convenient Wife

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2005 Spencer Books Limited

    Traduzione di Caterina Mortillaro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-835-3

    1

    Callie aveva diciotto anni l’ultima volta che quella profonda voce mediterranea l’aveva affascinata fino a farle dimenticare tutto ciò che sua madre le aveva insegnato sull’opportunità di conservarsi per l’uomo giusto. Per colui che l’avrebbe portata all’altare e avrebbe saputo apprezzare il significato dell’abito bianco che lei avrebbe indossato. Per colui che sarebbe stato grato del dono della verginità che lei gli avrebbe fatto la prima notte di nozze.

    Diciotto anni...

    Nove anni e un secolo prima.

    Eppure, anche se la telefonata l’aveva svegliata dal sonno alle quattro del mattino, aveva riconosciuto subito quella voce. E aveva sentito il cuore che le si stringeva in una morsa, come se un pugno di ferro lo avesse schiacciato senza pietà.

    «Sono Paolo Rainero. Il fratello di Ermanno. Il cognato di tua sorella...» aveva aggiunto poi, come se ci fosse stato bisogno di ulteriori spiegazioni.

    Il mio primo amore. Il mio primo amante. E l’unico.

    Callie si schiarì la voce e deglutì. «Buongiorno» disse, desiderando che il suo italiano fosse altrettanto fluido dell’inglese che lui parlava alla perfezione con una leggera intonazione esotica. «Che sorpresa sentirti dopo tutto questo tempo. Come stai?»

    Lui aspettò alcuni secondi prima di rispondere, e in quel breve ma significativo silenzio tutte le speranze che si trovasse negli Stati Uniti e volesse rivederla svanirono. Un senso di apprensione le si insinuò nella mente, provocandole uno spiacevole sudore freddo, e si rese conto all’improvviso che lui non aveva nessuna buona notizia da darle.

    Come per allontanare l’inevitabile colpo che stava per ricevere, si sforzò di continuare con un tono allegro. «Da dove chiami?» chiese.

    «Da Roma...»

    «Strano. Si direbbe che sei a pochi passi. Non sembra proprio che chiami dall’altra parte dell’oceano. È incredibile come...»

    Lui capì che quelle frasi futili nascondevano un penoso tentativo di rimandare l’inevitabile. «Caroline» la interruppe con più decisione. «Mi dispiace, ma ho delle brutte notizie da darti.»

    I bambini! È successo qualcosa ai bambini!

    La bocca le si seccò e il cuore cominciò a batterle all’impazzata. «Quanto brutte?» chiese con la voce che le tremava.

    «Molto. C’è stato un incidente sullo yacht. Un’esplosione in mare.» Fece una pausa che sembrò durare un’eternità. «Ermanno e Vanessa erano a bordo.»

    «Con i bambini?» riuscì a chiedere lei.

    «No. Con quattro ospiti e sei marinai. I bambini erano rimasti con i miei genitori.»

    Un senso di sollievo si fece strada nel dolore. «Non lasciarmi in sospeso, ti prego. Quanto è grave mia sorella?»

    «Sono addolorato di doverti dire che non ci sono superstiti.»

    Le sembrò che la stanza piombasse di colpo nell’oscurità. «Nessuno?»

    «Nessuno.»

    La sua bella, generosa, dolce sorella era morta? Il suo corpo era esploso in mille pezzi irriconoscibili?

    Callie serrò gli occhi per scacciare le orribili immagini che le affollavano la mente. Stringeva così forte il telefono che le nocche erano sbiancate. «Come fate a esserne certi?» chiese con un filo di voce.

    «L’esplosione è stata vista a miglia di distanza. Le altre imbarcazioni che si trovavano nella zona sono accorse in aiuto. Le pattuglie di salvataggio sono subito entrate in azione, ma i loro sforzi sono stati inutili. Era chiaro che nessuno poteva essere sopravvissuto a una simile esplosione.»

    «E se fossero stati sbalzati in acqua e avessero cercato di raggiungere la riva? Non è possibile che le ricerche siano state interrotte troppo presto? Vanessa nuota molto bene. Forse...»

    «Impossibile. Il disastro è stato troppo grande, le prove troppo evidenti per lasciare adito ad altre interpretazioni.»

    Lui non le aveva mai parlato con tanta gentilezza, con tanta compassione. Sentirlo così dolce, adesso, la stava uccidendo. Le sfuggì un lamento così profondo e primitivo che a stento si rese conto di essere stata lei a emetterlo.

    La voce di Paolo lacerò la nebbia scura che l’aveva avvolta. «C’è qualcuno lì con te?» le chiese.

    Che razza di domanda era? E che diritto aveva proprio lui di fargliela? «Non è ancora l’alba e sono a letto. Da sola» rispose secca.

    La voce di lui l’accarezzò. «Non dovresti essere sola in un momento come questo. Sei sotto shock, come tutti noi, del resto. Non c’è nessuno che tu possa chiamare, che possa aiutarti a superare queste poche ore prima che i preparativi per il viaggio siano ultimati?»

    «Viaggio?»

    «Fino a Roma, per i funerali che avranno luogo tra qualche giorno. Naturalmente vorrai prendervi parte.»

    Certo che voleva prendervi parte! Eppure non poté fare a meno di notare in lui il tono dell’uomo che non era abituato a essere contraddetto. Alcuni tratti del carattere non cambiano mai.

    «Ci sarò. Come l’hanno presa i bambini?»

    «Non bene. Sono abbastanza grandi per capire che cos’è la morte. Sanno che non rivedranno mai più i loro genitori. Laura piange spesso e, anche se cerca di mostrarsi coraggioso, so che anche Clemente piange di nascosto.»

    Per un momento Callie mise da parte il proprio dolore per considerare il loro. «Ti prego, rassicurali del mio amore e di’ che la loro... la loro zia Callie verrà presto a trovarli.»

    «Certo. Per ciò che può valere in questo momento.»

    A quelle parole, una collera intensa l’assalì. «Stai mettendo in dubbio la mia sincerità?»

    «Affatto» replicò lui con calma. «La mia era solo una constatazione. I gemelli sanno di avere una zia in America, ma non ti conoscono. Per loro sei un nome, una fotografia, una persona che non dimentica mai di mandare auguri affettuosi per Natale e per il loro compleanno, o cartoline dai posti interessanti che visita. Ma hai trovato il tempo di venire a vederli solo una volta, quando erano troppo piccoli per ricordarsi di te. Per il resto, hai aspettato che i loro genitori li portassero in America per venire a trovarti. E quante volte è successo? Due o tre in otto anni?»

    L’uomo emise un sospiro di rammarico. «La triste verità è che tu e i bambini siete quasi estranei. Sai come si dice, lontano dagli occhi, lontano dal cuore.»

    Lui poteva anche pensarla così, ma Callie sapeva che le cose stavano in un altro modo. Non era passato giorno senza che avesse pensato a quei due adorabili bambini. Aveva passato ore a sfogliare album di foto che ritraevano ogni stadio della loro vita, da quando avevano solo poche ore fino a oggi. I loro ritratti incorniciati riempivano le pareti della sua casa e occupavano il posto d’onore sul comodino accanto al letto e sulla scrivania in ufficio. Avrebbe potuto riconoscerli tra mille altri bambini con gli stessi capelli bruni e gli occhi scuri, perché conosceva ogni tratto, ogni espressione, ogni piccolo dettaglio che li rendeva unici.

    Estranei! Nemmeno per sogno!

    «Comunque, sono la loro zia e adesso possono contare su di me. Partirò domani stesso e, a meno di qualche imprevisto contrattempo, sarò con loro il giorno seguente.»

    «Allora ti manderò i dati del tuo volo più tardi.»

    «Non disturbarti» replicò lei con freddezza. «Posso permettermi il costo del viaggio e me ne occuperò personalmente.»

    «Non lo farai. Questo non c’entra niente con il denaro. Si tratta della famiglia che provvede ai suoi membri. E in qualsiasi modo tu possa considerare la cosa, siamo strettamente legati dal matrimonio di tua sorella con mio fratello.»

    Oh, sì, pensò lei, reprimendo una risatina isterica. Lo siamo molto più di quanto tu possa immaginare!

    «Quello che conta» aggiunse lui, «è che abbiamo due nipoti in comune e dobbiamo fare fronte comune per il loro bene.»

    Come suonava disgustosamente pomposo! Che tono da moralista aveva! Se non lo avesse conosciuto fin troppo bene, Caroline avrebbe potuto pensare che fosse tanto rispettabile e responsabile quanto voleva far credere.

    «Non potrei essere più d’accordo. Non ho pensato neppure per un attimo di voltare le spalle ai gemelli proprio adesso che hanno bisogno di tutto il sostegno possibile. Sarò a Roma non più tardi di martedì.»

    «E mi permetterai di organizzare il tuo viaggio?» chiese lui.

    Perché no? Non c’era posto per l’orgoglio in quel momento. Callie aveva già abbastanza difficoltà nel cercare di non crollare. Non poteva permettersi di sprecare energie preziose per discutere con Paolo Rainero sulla futile questione di chi dovesse pagare il prezzo del biglietto. «Se insisti.»

    «Eccellente! Grazie per aver accettato il mio punto di vista.»

    Non mi ringrazierai per molto, pensò lei. Non quando scoprirai che al mio ritorno a casa porterò i bambini con me!

    Fuori dal palazzo del diciottesimo secolo, il cui piano superiore era interamente occupato dall’appartamento dei suoi genitori, il traffico di Roma scorreva rumoroso come ogni giorno. Tra le pareti rivestite di cuoio dello studio di suo padre, però, regnava un silenzio di lutto. Dopo avere concluso la telefonata, Paolo uscì dalla stanza e si avviò verso il grande soggiorno dove lo aspettavano i suoi genitori.

    Sua madre era invecchiata di dieci anni negli ultimi due giorni. Il pianto e la mancanza di sonno le avevano lasciato dei segni profondi intorno ai begli occhi. La bocca aveva un tremito incontrollabile e tra i capelli neri si scorgevano molte più ciocche bianche. Stringeva in modo convulso la mano del marito, come se fosse la sua sola ancora di salvezza.

    «Allora? Come ha preso la notizia? Verrà per il funerale?» Colto, ricco, influente e rispettato nel mondo dell’alta finanza, Salvatore Rainero non era uomo da arrendersi facilmente. Ma Paolo riconosceva i segni della sconfitta nel tono di voce del padre e nel modo in cui teneva curve le ampie spalle.

    «Ci sarà» rispose il giovane, abbattuto anche lui dallo sconforto. «In quanto alla sua reazione, era sconvolta, come tutti noi.»

    «Ha detto qualcosa dei bambini?» chiese la madre, asciugandosi gli occhi con un fazzolettino di lino.

    «Sì, ma niente di cui preoccuparsi. Mi ha chiesto di assicurare loro tutto il suo affetto. Del resto non c’è stato modo di parlarne. Non si aspettava la mia telefonata e, con ogni probabilità, non era nelle migliori condizioni mentali. È possibile che ci pensi nei prossimi giorni. E, anche se non dovesse farlo, quando leggerà il testamento non potremo fare nulla per nasconderle la verità.»

    «E chi può dire come reagirà?» esclamò la madre con tono angosciato.

    «Che reagisca come vuole, Lidia» replicò il signor Rainero. «Stai certa che non creerà problemi con i nostri nipoti perché non glielo permetterò. Rinunciando ad assumersi un ruolo attivo nella loro vita durante gli ultimi otto anni, si è preclusa il diritto di interferire nel loro futuro. Hai avuto problemi nel convincerla a viaggiare a nostre spese?» aggiunse, rivolto al figlio.

    «Non molti.»

    «Bene!» Uno sguardo di trionfo passò negli occhi dell’anziano. «Allora può essere comprata.»

    «Questo è crudele!» obiettò la moglie. «Caroline è troppo addolorata per la morte della sorella per preoccuparsi di questioni di denaro.»

    «Sono d’accordo» Paolo si sentì in dovere di precisare. «Quella povera ragazza era così sconvolta dalla notizia che avrei potuto persuaderla a fare qualsiasi cosa. Una volta che avrà superato lo shock iniziale di questa tragedia, potrebbe non essere disposta ad accettare la nostra offerta. Ci siamo incontrati per poco tempo nove anni fa, ma ricordo che era molto orgogliosa e indipendente.»

    «Vi sbagliate tutti e due» esclamò Salvatore Rainero, alzandosi dal divano e percorrendo la stanza

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