Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

La chiave essenziale: per risolvere i problemi dell'esistenza
La chiave essenziale: per risolvere i problemi dell'esistenza
La chiave essenziale: per risolvere i problemi dell'esistenza
E-book320 pagine4 ore

La chiave essenziale: per risolvere i problemi dell'esistenza

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Ogni essere umano che scende a incarnarsi sulla terra porta in sé i germi dei due mondi, inferiore e superiore. Ecco perché si può dire che egli è al contempo una divinità e un animale. Sì, è l'incontro di queste due nature, divina e animale, a fare di lui un uomo. Egli non può separarsi né dall'una né dall'altra, ma deve lavorare con esse in modo da adattarle.
Il giorno in cui farete chiarezza su tale questione, possederete la chiave che permette di risolvere tutti i problemi dell'esistenza. E per avere una visione chiara, cominciate a studiarvi in modo da sapere in ogni momento della giornata se quella che si sta manifestando è la vostra natura inferiore o la vostra natura superiore. Non dovete lasciar passare nulla attraverso di voi senza cercare di identificarlo. Il fatto che riusciate poi a procedere sul giusto cammino e a trovare il comportamento migliore è un'altra questione, poiché non ci si può trasformare tanto velocemente. L'essenziale è discernere, prima di agire, quale delle due nature vi sta ispirando. Per prima cosa occorre capire cosa è bene fare, e in seguito verificare se è realmente ciò che si è fatto.   
Omraam Mikhaël Aïvanhov
LinguaItaliano
Data di uscita30 apr 2021
ISBN9791220298766
La chiave essenziale: per risolvere i problemi dell'esistenza

Leggi altro di Omraam Mikhaël Aïvanhov

Correlato a La chiave essenziale

Ebook correlati

Corpo, mente e spirito per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su La chiave essenziale

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    La chiave essenziale - Omraam Mikhaël Aïvanhov

    Omraam Mikhaël Aïvanhov

    La chiave essenziale

    per risolvere i problemi dell'esistenza

    UUID: 4eaed596-d792-4f6d-976f-f304ef2334e9

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    - ​Prefazione -

    Cap. I - La personalità, manifestazione inferiore dell’individualità

    Cap. II - L'uomo tra personalità e individualità. Jnana yoga

    Cap. III - Prendere e dare (il sole, la luna e la terra)

    Cap. IV - Seguire la via dell'individualità – Il male è limitato, ma il bene è senza limiti

    Cap. V - L'individualità conduce alla vera felicità

    Cap. VI - Non si può cambiare la natura della personalità. Il senso iniziatico della fermentazione

    Cap. VII - La personalità vuole vivere la propria vita, l'individualità vuole realizzare i progetti del Signore

    Cap. VIII - L'immagine dell'albero. L'individualità deve divorare la personalità 1

    Cap. IX - I due metodi di lavoro sulla personalità

    Cap. X - È la personalità che impedisce al Cielo di manifestarsi in noi

    Cap. XI - Identificarsi con l'individualità

    Cap. XII - Il significato del sacrificio nelle religioni

    Cap. XIII - L'individualità rimedia agli squilibri della personalità

    Cap. XIV - «Date a Cesare quel che è di Cesare!»

    Cap. XV - La personalità non è che il supporto dell'individualità. Accettare la nuova filosofia

    Cap. XVI - L'individualità deve divorare la personalità 2

    Cap. XVII - Trovare alleati per combattere la personalità

    Cap. XVIII - Più si scende nella materia, più ci si limita

    Cap. XIX - Addomesticare gli animali interiori

    Cap. XX - Natura naturale e natura antinaturale

    Cap. XXI - Mettere la sessualità al servizio della natura superiore

    Cap. XXII - Il lavoro per la fratellanza universale

    – Catalogo Prosveta –

    Ebooks

    Collana Opera Omnia

    Collana Izvor

    Collana Brochures

    immagine 1

    Il Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov (1900-1986), filosofo e pedagogo bulgaro, si trasferì in Francia nel 1937. Benché la sua opera affronti i molteplici aspetti della Scienza iniziatica, egli precisa: Gli interrogativi che ci poniamo saranno sempre gli stessi: come comprendere chi siamo, come scoprire il senso della nostra esistenza e superare gli ostacoli che si trovano sul nostro cammino. Non chiedetemi, allora, di parlarvi di altre cose; io tornerò sempre su questi stessi argomenti: il nostro sviluppo, le nostre difficoltà, il cammino da seguire e i metodi che ci permetteranno di percorrerlo."

    Omraam Mikhaël Aïvanhov

    La chiave essenziale

    per risolvere i problemi dell'esistenza

    Collana Omnia n. 11

    immagine 1

    Edizioni Prosveta

    Il lettore comprenderà meglio certi aspetti dei testi pubblicati in questo volume se terrà presente che il Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov ha trasmesso il suo Insegnamento solo oralmente. I curatori e l’editore hanno inteso rispettare il più possibile l’atmosfera e lo stile delle sue conferenze.

    Edizione digitale del libro: La chiave essenziale per risolvere i problemi dell'esistenza, Prosveta Edizioni, ISBN 978-8895737430

    Edizione originale in francese: La clef essentielle pour résoudre les problèmes de l'existence, ©Copyright 1986 Éditions Prosveta S.A., France, ISBN: 2-85566-321-1

    ©️Copyright. I diritti d’autore sono riservati alla Prosveta S.A. per tutti i paesi. Qualsiasi riproduzione, traduzione, adattamento, rappresentazione o edizione non potranno essere fatti senza l’autorizzazione degli autori e degli editori. Parimenti non potranno essere eseguite copie private, riproduzioni audiovisive o con l’ausilio di qualsiasi altra tecnica senza l’autorizzazione degli autori e degli editori (Legge dell’11 marzo 1957). Éditions Prosveta S.A. – ZI du Capitou – 1277 avenue Lachenaud – 83600 Fréjus (France)

    - ​Prefazione -

    «Cambiare la situazione»... «Cambiare l'ordine delle cose»... «Cambiare il mondo»... «Cambiare la vita»... In tutti i campi non si parla d'altro che di cambiamenti, si vuole il cambiamento. In realtà, però, nulla cambia, o ben poco! E ciò che cambia non costituisce necessariamente un progresso. Perché?

    In quanto essere cosciente, l'essere umano è rivolto verso il mondo esterno, pensando – non senza ragione – di poterlo trasformare. Ma quelle trasformazioni tanto auspicate non sono forse il riflesso del suo mondo interiore? Ora, diventare coscienti del proprio mondo interiore, come di uno spazio altrettanto vasto e complesso del mondo esterno, richiede un lungo e difficile apprendistato per il quale è necessaria la luce della Scienza iniziatica.

    Certo, la psicanalisi ha aperto una grande finestra sull'esistenza ribollente di quel mondo interiore, insistendo sull'intrusione delle pulsioni inconsce nella vita cosciente. Tuttavia, poco avvezzi a farvi attenzione, la maggior parte delle persone rimane sorpresa, stupita dai propri sogni, dalle proprie improvvise emozioni, dalle proprie imprevedibili variazioni d'umore, dalle proprie idee fisse che colorano e cristallizzano in modo effimero la trama della loro vita psichica. Inoltre, spesso sviluppano un sentimento d'impotenza e d'irresponsabilità nei confronti di ciò che riaffiora dalle profondità di se stesse, del proprio inconscio, sotto forma di energie incontrollabili o di immagini ossessive.

    Così, l'apporto della psicanalisi consiste nell'aver cercato di descrivere l'irruzione dell'inconscio nella coscienza, spiegando perché il soggetto s'ingegna a rimuovere certe manifestazioni nei confronti delle quali prova un senso di vergogna e di non appartenenza. E quali sono quelle manifestazioni? Narcisismo infantile che vuole monopolizzare l'attenzione e l'amore degli altri, orgoglio smisurato che pretende di negare Dio o di rivaleggiare con Lui, crudeltà sterminatrice che immagina di poter far scomparire ogni esistenza non sottomessa alle proprie leggi. Sotto la pressione dell'educazione e delle esigenze sociali, la coscienza instaura – così ci dicono gli psicanalisti – tutto un sistema di difese che censura e rimuove quelle spinte istintive, pulsioni primarie del nostro egocentrismo, e reagisce con tanta più forza quanto più rifiuta di riconoscersi in quelle manifestazioni, per quanto indesiderabili e riprovevoli vengano giudicate dall'ambiente sociale.

    Ma ciò che la psicanalisi omette di descrivere [1] sono le altre manifestazioni del nostro inconscio, quelle manifestazioni benefiche e luminose che noi lasciamo esprimere o che purtroppo ci accade anche di rimuovere, a seconda delle circostanze. Impulsi generosi, slanci irresistibili di speranza che ci spingono a voler aiutare gli altri, aspirazioni all'armonia, gioia sottile nata dal contatto con il mondo dell'anima e dello spirito, zampillio della luce creatrice, intuizione dell'unità indistruttibile degli esseri, senso di immortalità, di eternità... a tratti vengono a sfiorare la coscienza. Ma nonostante il bisogno di riconoscersi in quel subitaneo ampliamento del suo campo di percezioni e sensazioni, la coscienza non può trattenerli.

    Semplice specchio del cielo e dell'inferno, la nostra coscienza da sola è impotente a creare o a plasmare sia l'uno che l'altro. Si tratta dunque di due nature che sono in noi, ed è il nostro modo di vivere quotidiano – spiega Omraam Mikhaël Aïvanhov – a metterci in contatto con l'una o con l'altra, e a provocare quelle esperienze soggettive di luce, generosità, bellezza, equilibrio, oppure quelle di disordine, violenza, terrore, crudeltà.

    La messa in luce della dualità dell'inconscio ci porta a distinguere nell'uomo una natura inferiore e una natura superiore; tale distinzione è di un'importanza capitale per la psicologia, la pedagogia e la comprensione dei problemi sociali. I termini inferiore e superiore indicano chiaramente il posto che dobbiamo assegnare a ciascuna delle due nature. L'acquisizione della verticalità – posizionando la testa al di sopra del ventre e del sesso – è stata per l'essere umano una conquista fisiologica; ora, però, gli rimane da conquistare la sua verticalità spirituale. Si tratta dunque di identificare e poi di controllare le manifestazioni delle sue pulsioni egocentriche che lo spingono alla ricerca di soddisfacimenti grossolani, nocivi per lui e per l'ambiente circostante, e dare invece libero sfogo alle sue ispirazioni luminose e vaste che gli aprono l'intelligenza e il cuore, gli fanno scoprire il bene comune come lo sfondo sul quale le sue azioni devono inscriversi.

    Le due nature, inferiore e superiore, vengono chiamate dal Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov anche personalità e individualità. La personalità, egocentrica ed esigente fino alla crudeltà, versatile, e dunque poco affidabile, modifica il linguaggio e la condotta a seconda dei propri interessi, e si serve degli esseri e delle cose unicamente per la propria soddisfazione. Nell'antica Roma, il termine latino persona – sul quale è formato il vocabolo personalità – designava la maschera teatrale che è gioco, molteplicità, menzogna. L'individualità [2] invece, rimanda al carattere indivisibile dell'essere umano, alla sua essenza pura e semplice, ciò senza il quale egli non può essere: il suo spirito.

    Personalità e individualità hanno la stessa struttura trinitaria, il che significa che ciascuna di esse si suddivide in tre categorie di manifestazioni corrispondenti alla struttura dell'essere umano: pensiero (intelletto), sentimento (cuore), azione (volontà). [3] Nella gamma inferiore, l'intelletto è la sede dei pensieri tortuosi, malevoli e delle opinioni erronee; il cuore è la sede dei sentimenti di possessività, di odio e di vendetta; e la volontà, che realizza i progetti dell'intelletto e del cuore, si rende colpevole di azioni violente e distruttive. Nella gamma superiore, l'intelletto superiore (la ragione) è la sede del pensiero giusto che scopre le grandi leggi dell'esistenza e illumina la via per il bene di tutti. Il cuore superiore (l'anima) è la sede dei sentimenti d'amore, di abnegazione e di sacrificio per le altre creature, e anche di adorazione e di lode verso il Creatore. Infine la volontà superiore (lo spirito) ispira atti liberatori e creatori. Strappando l'essere umano dagli ostacoli della personalità, lo spirito lo vivifica e rianima in lui il sentimento di comune appartenenza alla Divinità.

    Questa ininterrotta circolazione tra la sua natura inferiore e la sua natura superiore dà all'essere umano il pieno possesso delle sue facoltà, e solo allora si può dire che si è verificato in lui l'unico vero cambiamento.

    «Nel nostro sé terreno – dice Omraam Mikhaël Aïvanhov – noi siamo una trinità che pensa, sente e agisce, ma questa trinità è ancora solo un riflesso decisamente inferiore rispetto all'altra trinità, la Trinità celeste, la quale attende il momento in cui potremo unirci a essa, poiché anche quella Trinità fa parte di noi... Tutte le esperienze che facciamo nella nostra vita, siano esse felici o infelici, hanno come unico scopo l'incontro del nostro sé umano con il nostro Sé divino. Nel momento in cui queste due parti, inferiore e superiore, riescono a fondersi tra loro, il Cielo e la terra si uniscono in noi per creare l'abbondanza e la gioia. Il simbolo di tale metamorfosi è il sole: con l'intelletto libero da ogni preconcetto, l'uomo illumina; con il suo cuore purificato, egli dà calore; e con la sua volontà liberata, egli vivifica e crea».

    Il sole, centro del nostro sistema planetario, è all'origine di ogni vita sulla terra; da miliardi di anni, grazie alle trasformazioni da lui continuamente operate nella scala degli esseri viventi, li sospinge verso un'organizzazione d'una complessità e d'una ricchezza sempre crescenti. Simile al sole, la nostra individualità rende fertile la nostra terra (la personalità), e questa fusione tra il sole e la terra in noi diventa prodigiosamente creatrice.

    Il tema di questo rapporto personalità-individualità è dunque inesauribile. Ostinandosi a cercare il sapere, l'amore, la pace e il successo nelle limitazioni, nei disordini e nelle contraddizioni della personalità, gli esseri umani vivono solo con la metà di se stessi. Certo, proprio a causa del rapporto esistente tra l'alto e il basso, raccolgono qualche influsso benefico. Ma quante delusioni ancora finché non si sforzeranno di issarsi fino alla sommità del proprio essere per catturare le correnti celesti con le quali impregneranno poi tutta la propria condotta!

    E se ora introduciamo la chiave personalità-individualità nella serratura della porta che dà sul mondo politico, quante scoperte! Ogni oratore tiene il discorso dell'individualità: il bene di tutti, la felicità condivisa, il lavoro liberatore, il pacifismo, i diritti dell'uomo, i diritti dell'infanzia, la liberazione dei popoli oppressi, l'aiuto ai più svantaggiati... Ma la realtà è che il più delle volte ciascuno coltiva un comportamento ispirato dalla personalità: agiamo prima nel nostro interesse, facciamo il gioco delle lobby più potenti e più ricche, raggiriamo gli ambiziosi convincendoli del nostro sostegno e del nostro aiuto, aduliamo i subalterni perché eseguano i nostri lavori più gravosi, armiamoci a oltranza e attacchiamo!...

    Questo divario tra il discorso e il comportamento è l'astuzia ideologica per eccellenza della politica, che mantiene ogni cittadino nell'impotenza e nell'incapacità di realizzare qualsiasi vero cambiamento.

    «L'uomo è un lupo per l'uomo» – secondo il motto di Hobbes, da allora ripreso con tanta costanza e tanto successo! E perché? Perché il più delle volte i suoi pensieri, i suoi sentimenti e le sue azioni gli sono ispirati dalla sua natura inferiore. Tutti i conflitti hanno origine dalle passioni esacerbate di personalità egocentriche. Si può così intravedere l'importanza che in ogni paese potrebbe assumere l'educare i cittadini all'universalità. Ogni uomo di Stato, ogni dirigente politico – ma anche ogni individuo investito di una qualsiasi responsabilità – non può misurare a sufficienza la necessità di ampliare il proprio campo di coscienza alla scala dell'intera umanità, affinché le sue decisioni tengano conto anche dell'interesse degli altri. Così, tutte le sue tendenze profonde, armonizzate, purificate e dominate dalla potenza della sua natura superiore porteranno coesione e pace a coloro che egli è incaricato di servire. Ma, dirigente o meno, ogni essere umano deve intraprendere questo lavoro nella propria sfera intima, e nessuno può farlo al suo posto, poiché il suo mondo interiore appartiene a lui solo, ed è lì, in primo luogo, che egli deve conquistare il potere supremo.

    Il concetto che noi dobbiamo issarci fino alla sommità del nostro essere (la natura superiore) per preservare l'integrità degli individui e della collettività, illumina in modo singolare anche il campo pedagogico.

    Alcuni antropologi affermano che la coesione delle società primitive e tradizionali risiedevano nei riti iniziatici di passaggio, che permettevano al bambino di entrare nella comunità degli adulti; ebbene, queste tradizioni sono andate perdute nelle nostre società industriali avanzate. Così, l'atto di diventare adulti degli adolescenti non si verifica mai senza una crisi acuta, senza rivolte, senza atti di aggressione più o meno violenti contro la società e a volte contro loro stessi.

    Ovviamente non si tratta di introdurre simili tradizioni nelle nostre società con il pretesto di dar loro una struttura. Questi riti di passaggio, vere cerimonie magiche che sopravvivono ancora in certi paesi africani, per esempio, sono accompagnati da prove durissime (separazione dalla famiglia, esposizione ai pericoli, scarificazioni) e sono totalmente estranei alle nostre mentalità. I nostri contemporanei hanno bisogno di interiorizzare la ragion d'essere delle cose. Ma deve sopravvivere l'essenziale: il senso iniziatico del passaggio. Ora, il passaggio dall'infanzia all'età adulta non è altro che il passaggio dalla personalità all'individualità. Se il narcisismo del bambino è scontato, dato che è il punto di partenza dello sviluppo del bambino, l'atto di diventare adulto necessita del superamento dell'egocentrismo.

    Il bisogno di superare se stessi, proprio dell'adolescenza, non viene mai compreso dall'adulto che ancora si dibatte nelle contraddizioni della sua natura inferiore. Non avendo egli superato lo stadio infantile, non può fare altro che lasciare l'adolescente vivere quel periodo come un passaggio critico, attraversato, nel migliore dei casi, da sogni irrealizzabili, ma in cui il più delle volte si ammassa un profondo risentimento verso la società rifiutata, alla quale, bene o male, dovrà comunque finire per adattarsi, poiché non gli viene proposto niente di meglio.

    Questo passaggio critico si accompagna anche a un senso di morte, più o meno acuto. Ebbene, si tratta di una legge della vita interiore: noi dobbiamo morire per vivere, dobbiamo morire alla personalità che limita e imprigiona, per vivere nell'individualità che libera. Ecco il senso profondo dell'Iniziazione. Ma come potrà l'adulto aiutare l'adolescente se egli stesso non ha ancora iniziato questa metamorfosi interiore che è l'unico fattore di cambiamento, di progresso e di perfezionamento? Per gli esseri umani la libertà all'esterno è possibile solo se prima essi si liberano di ciò che li asservisce interiormente. Potranno esserci pace e reciproca comprensione solo se prima essi pacificano se stessi, e tale pacificazione comincia con la presa di coscienza dei molteplici disordini che essi continuamente alimentano dentro di sé.

    Ecco perché la comprensione delle nostre due nature, personalità e individualità, può solo condurre l'umanità ai veri cambiamenti. Essa orienta il proprio capitale in ambito del sapere, della tecnica, dei beni e dei servizi, verso una soluzione dei problemi su scala planetaria e incentrata sulle necessità di tutti e non solo di alcuni; ispira un amore che supera l'egocentrismo delle famiglie e degli Stati, e che coglie in ogni essere la scintilla immortale della Divinità. Inutile cercare altrove una soluzione ai conflitti che insanguinano il pianeta. Chi si eleva fino alla supercoscienza – che è la coscienza dell'individualità – sperimenta l'unità di tutti gli esseri; e dato che egli, per primo, avverte dentro di sé il male che sta infliggendo agli altri, qualcosa lo ferma: non può più continuare in quella direzione, non può più compiere il male.

    Finché si conserva e si propaga la filosofia della personalità, che prende come punto di riferimento il corpo fisico, ossia la materia, si perde la coscienza dell'unità, e perdendo la coscienza dell'unità si crede di poter risolvere i problemi trattando gli umani come pezzi di carne da accumulare dove si vuole, da smembrare, torturare e massacrare. Forse allora si è soddisfatti di vedere risolti alcuni problemi di frontiere o di stretto controllo su risorse vitali, ma ciò avviene solo in apparenza e momentaneamente. Così, il cambiamento ottenuto serve solo a mantenere il ciclo infernale della violenza. Dunque nulla cambia, tutto si ripete all'infinito.

    Tuttavia, per il Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov non si tratta di consigliare un qualunque disarmo unilaterale, un pacifismo ingenuo. Occorre che questo lavoro su di sé, che darà l'impulso e la supremazia all'individualità, diventi un'impresa comune a tutta l'umanità. Se in ogni paese si formasse un'élite di persone contagiate da tali idee, questa porterebbe dei cambiamenti che si ripercuoterebbero in tutti gli strati della società per il massimo bene di ognuno.

    Omraam Mikhaël Aïvanhov depone nelle nostre mani una chiave che permette di aprire tutte le porte, di risolvere tutti i problemi, i nostri e quelli della società. Tuttavia non si deve abusarne: se nulla è più esaltante del lavoro su se stessi, è anche vero che nulla è più lungo e più difficile. Ci sarà forse sufficiente una sola esistenza per riuscire ad armonizzare le nostre due nature... perché la nostra personalità – che, in quanto parte integrante della nostra psiche, ha il suo ruolo da svolgere – sia in grado di manifestare la luce e le ricchezze della nostra individualità?

    Il lettore non può che essere toccato, rapito dalle spiegazioni, gli esempi e le immagini che abbondano in quest'opera, accerchiando da ogni lato il dramma della nostra esistenza. Come allo spettacolo di due squadre sportive in competizione, occorre seguire ogni giocatore senza perdere di vista la configurazione d'insieme del gioco. Così i vari capitoli del libro ci aiutano ad assimilare le regole di questo torneo in cui entrano in lizza le diverse istanze della nostra natura inferiore, e ci mostrano come si decide la vittoria definitiva della natura superiore che è in noi la vera creatrice del cambiamento. Le ripetizioni fanno parte del gioco: riflettono quei momenti di suspense che nelle grandi competizioni tengono gli spettatori col fiato sospeso. Le posizioni dei giocatori sono quasi identiche, ma l'esito finale varia... varia all'infinito.

    Così, la vita, questa grande improvvisatrice, non smette mai di spronarci presentandoci ogni giorno nuovi problemi. Quei problemi, al contempo simili e diversi, li dobbiamo risolvere con intelligenza e amore se ci sta a cuore che si realizzi l'unico vero cambiamento: la fratellanza universale.

    Agnès Lejbowicz, Prof. Aggregata dell'Università, 17 luglio 1983

    Note

    [1] Freud descrive i livelli di manifestazione dell'energia psichica. Nella prima topica li chiama: inconscio, preconscio e coscienza. Nella seconda topica li chiama: Io, Es e Super Io. Ma in nessuna delle due assegna un luogo proprio alla tendenza quando questa giunge a sublimare se stessa.

    [2] Jung ha utilizzato l'espressione principio di individuazione per designare il processo finale d'integrazione di tutte le tendenze psichiche relative all'individuo. Tuttavia, se, sotto una certa angolazione, l'individualità può essere considerata il vero Sé, Omraam Mikhaël Aïvanhov insiste piuttosto sul fatto che la nostra vita psichica si presenta come una dialettica permanente e ininterrotta tra la personalità e l'individualità, poiché questi due poli del nostro inconscio ci influenzano costantemente in base alla natura che è propria di ciascuno di essi.

    [3] Lo psicologo Jean Piaget sottolinea il fatto che «i progetti di vita degli adolescenti sono al contempo pieni di sentimenti generosi, di progetti altruistici o di fervore mistico, oltre che inquietanti per la megalomania e l'egocentrismo coscienti. Dedicatosi a un'inchiesta discreta e anonima incentrata sulle fantasticherie serali degli alunni di quindici anni, un maestro francese ha scoperto, tra i ragazzi più timidi e più seri, dei futuri marescialli di Francia o presidenti della Repubblica, grandi uomini di ogni genere, fra i quali alcuni vedevano già la propria statua nelle piazze di Parigi. In breve, degli individui che, se avessero pensato a voce alta sarebbero stati sospettati di paranoia. La lettura dei diari degli adolescenti mostra la stessa costante mescolanza di devozione verso l'umanità e di egocentrismo acuto: sia che si tratti di soggetti incompresi o di soggetti ansiosi convinti del proprio fallimento e che mettono teoricamente in questione il valore stesso della vita, sia che si tratti di spiriti attivi convinti del proprio genio, il fenomeno è lo stesso in negativo o in positivo». Da: Six études de psychologie, Ed. Gonthier, 1964, p. 82.

    Cap. I - La personalità, manifestazione inferiore dell’individualità

    Domanda: «Maestro, un giorno Lei ha detto che la personalità non è di natura divina. Come lo si spiega, dato che non esiste niente al di fuori di Dio?».

    Mi fate una domanda molto importante ma anche molto difficile da affrontare. In realtà il termine divino può essere inteso in due modi diversi. Quando dico che la personalità non è di natura divina, voglio dire che non possiede le qualità della Divinità: la luce, la stabilità, l’eternità. In questo senso è l’individualità che è di natura divina, ma la personalità e l’individualità fanno parte di un'unica e medesima realtà.

    Guardate cosa dicono i Libri sacri riguardo al bene e al male. In certi libri antichi dell’India, per esempio, si trovano alcuni passaggi come (è Dio stesso che parla): «Sono Io che sono il bene e il male. Sono Io che ho fatto tutte le cose... ». Dunque l'autore delle guerre, delle devastazioni e di tutto ciò che per noi è male è la Divinità. Si rimane stupiti nel leggere cose simili, ma è così: dato che nulla esiste al di fuori di Dio, anche il male, o ciò che noi percepiamo come male, fa parte di Dio. E allo stesso tempo, in altri passaggi Dio dichiara: «Io non posso tollerare il male, Io sono irriducibile, Io punisco i malvagi...». Per comprendere questa contraddizione, occorre una grande luce. Come può Dio creare il male e al contempo lottare contro di esso per vincerlo e annientarlo? Ciò tocca la questione della personalità. La personalità è un progetto di Dio stesso.

    Un giorno vi ho detto: è possibile che Dio abbia voluto creare gli uomini per avere uno svago. Forse si annoiava e ha voluto divertirsi... Ora guarda e ride, ride nel vedere tutto ciò che avviene tra loro. Ma in realtà, esiste solo Lui, sempre Lui.

    Studiamo ora come si è formata la nostra natura inferiore, la personalità. L’origine della personalità è nello spirito: è lo spirito che l'ha emanata, che l'ha secreta. All’origine c'è lo spirito, e quando lo spirito ha voluto manifestarsi, ha dovuto modellarsi alcuni veicoli adatti alle regioni sempre più dense della

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1