Il mondo in bilico: A dieci metri dalla vita
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Anteprima del libro
Il mondo in bilico - Orlandi Giuseppe
633/1941.
In ricordo di Lei
In ricordo di Lei
Francesco Marini è un giovane ricercatore dell’A.I.W. (Ente atomico italiano nel mondo), da poco assunto con contratto a termine, svolge il suo lavoro scientifico tra le montagne dell’Abruzzo. Ogni mattina si reca in auto presso la sede nella quale ha il comando ed è il diretto responsabile di un progetto particolarmente delicato e difficile; specie per un ragazzo, per quanto intraprendente e acuto intellettivamente, non è facile rimanere distaccato e indifferente alla missione nella quale è impegnato e, la quale, è classificata con il codice Rosso/1: ossia massima pericolosità e dalle imminenti e drammatiche consequenzialità.
Riavvolgere il nastro della storia, mai come in questa circostanza risulta fondamentale. Chi è Francesco e perché è stato scelto per indagare un evento misterioroso dai risvolti prevedibilmente nefasti? Francesco, almeno così risulta, dai curricula esaminati dai vertici militari italiani e dai principali esperti del settore del pianeta, pare essere tra i massimi conoscitori, o meglio è l’unico studioso al mondo, della energia solare propulsiva e dinamica. In parole semplici Francesco ha elaborato uno studio, al momento puramente teorico, che rende possibile immagazinare energia solare, anche in condizioni avverse (maltempo e notturne) e trasformarla in energia intelligente di tipo meccanico. In presenza di strati acquosi, un sofisticato e complesso motore, può generare immediatamente una propulsione dinamica paragonabile ad una esplosione nucleare, talmente dirompente da distanziare un ipotetico corpo solido dal livello di pericolo di almeno dieci metri. Francesco, quindi, non è un semplice ricercatore in energie alternative: unico ricercatore al mondo ha studiato e realizzato, al livello empirico, un motere in grado di percepire l’energia solare e trasformarla in energia propulsiva, solo quando i sensori di prossimità insatallati sul telaio inferiore del dispositivo colgono la presenza di acqua in rapida e pericolosa risalita. Il motore, in poche parole, si attiva solo se è presente acqua nell’area sottostante: energia idrosolare propulsiva è la specializzazione accademica di Francesco e mai, come adesso e in questo momento della storia dell’umanità, i suoi studi sembrano essere determinanti, per cercare di separare il nulla e la fine di tutto dalla vita e dagli amori. La speranza, che tutti pongono in Francesco, è di continuare ancora questo fantastico viaggio nella vita della terra, soprattutto quando i viaggiatori siamo noi tutti, l’intera umanità.
Un motere intelligente, potremmo affermare, che attiva una propulsione nucleare non per scissione ma per fusione delle molecole di idrogeno presenti nelle vicinanze. Il vettore su cui è montato il motore per ripulsione si stacca dal livello idrico di riferimento di dieci metri precisi. Tale lievitazione rimane costante anche in preesenza di avvallamenti o montagne.
Uno studio puramente scolastico ha suscitato un interesse congiunto di tutte le forze militari del mondo: eserciti poco prima in eterno conflitto riversano in Francesco tutte le attenzioni possibili, ogni accorgimento è vitale, la sua vita prevale su tutto e tutti.
Per questo motivo all’alba del 12 maggio 2020 tre elicotteri da combattimento in assetto da guerra volano verso il Salento per andare a prelevare Francesco e trasferirlo in una imprecisata località tra le montagne abruzzesi.
In volo, caccia statunitensi, russi, cinesi e italiani garantiscono la massima sicurezza; niente e nessuno deve ostacolare questo viaggio, che ormai si sarà compreso, è di vitale importanza per l’intera umanità: rivalità, incomprensioni e diffidenze sono remote paure, di un tempo lontano, nei quali rievocare giochi di guerra ad uso e consumo di infanti coraggiosi. Adesso non è un gioco per trasluttare le esuberanti energie di bambini trasognati ed increduli alla semplice vista di un aereo da combattimento.
Nella masseria salentina, dove abita Francesco reparti scelti delle forze armate garantisco la protezione a terra: nascosti, tra la vegetazione mediterranea, aspettano il comando decisivo per entrare d’impeto nella dimora di famiglia, prelevare il ragazzo, trasferirlo su uno degli elicotterri, senza che nulla e nessuno posso interferire nella operazione. Il comando congiunto delle forze armate hanno definito priorità assoluta l’incolumità del ricercatore, per questo i militari scelti per la missione hanno il compito di utilizzare la forza fino alla soluzione estrema: la vita del mondo dipende da un giovane ricercato del profondo sud. Naturlmente non si può suonare il campanello, sarebbe un rischio, in una situazione di pericolo imminente per l’umanità e anche gli inermi e fragili genitori di Francesco potrebbero diventare in modo del tutto involontario un pericolo alla piena riuscita della missione.
Alle 6:00 di mattina del 12 maggio, avviene l’irruzione. I migliori militari al mondo entrano in casa di Francesco, armati di tutto punto ed in pochi millesimi di secondo colgono l’esuberante e istrionico ragazzo nel sonno, ancora intontito, i militari cercano di tranquillizzarlo. In contemporanea altri militari fermano i genitori svegliati di soprassalto dal frastuono provocato dalla missione, denominata dai militari Dieci metri dalla vita
. Gli anziani genitori conservano nei modi e nelle parole la saggezza dei vecchi di una volta e, senza proferire parole, hanno istintivamente la consapevolezza che nella azione di sfondamento della locazione e nella messa in sicurezza del ragazzo, anche dai propri genitori, non c’è niente di pericoloso e delinquenziale; quando il destino chiama non è possibile e non è giusto tirarsi indietro. I genitori non scolarizzati intuiscono e annuiscono ai militati muti, nella propria formazione rigidamente poco loquace alle esternalizzazioni emotive, anche in presenza di dolci ed inemi anziani.
I secondi scorrono ed è direttamente il Generale Paolo Ricciardi, comandante dell’operazione a comunicare a Francesco la notizia che, per motivi di estrema sicurezza nazionale, deve immediatamente prendere posto sull’elicottero centrale, appena adagiato nell’ampio spazio a ridosso della masseria, e prepararsi mentalmente a raggiungere una sede, al momento non svelabile, per ovvi motivi di sicurezza nazionale. Francesco un po’ frastornato ha solo il tempo di salutare con un cenno i propri genitore, prendere i tablet di lavoro e partire. Quando i genitori tornano, per così dire, in possesso della propria abitazione, gli elicotteri sono in volo all’orizzonte, mentre il crepuscolo traccia ghirogori di luce sfuggenti e romantiche e simboliche frasi, quasi parole fuori contesto visto il drammatico momento per il mondo intero. Un’ora di volo poco più, a bordo poche parole di cortesie, le circostanze non sono certamente adatta ad interloquire con i presenti, solo sguardi carichi di paure e sensazioni non enunciate.
Quando gli elicotteri si adagiano, a terra tutti tirano un sospiro di sollievo: a bordo probabilmente era presente qualcosa o qualcuno di veramente importante, da proteggere ad ogni costo. Quel qualcuno era proprio lui, Francesco Marini, ingegnere nucleare e fisico della struttura.
L’accoglienza è un compito riservato al Comandante generale delle forze NATO, Generale Antonio Capponi, insieme ai pari grado statunitense, russo e cinese.
Francesco è un ex militare, alla vista di tante stellete intuiesce la gravità del momento, qualcosa di sconvolgente sta per accadere a chi e cosa? L’unico dubbio rimasto e ancora da svelare.
La presentazione rapida e concisa, il Generale Capponi invita Francesco a seguirlo. Dopo pochi minuti, giungono in una sala sorvegliata come non mai, blindata e in grado di resistere anche se sottoposta ad un bombardamento massiccio e continuo, comprendente perfino esplosivi nucleari.
Quando, finalmente la porta si chiude, l’ingegnere Francesco Marini si trova attorniato da una stuola di esperti nelle più disparate discipline scientifiche: tra i presenti, molte sono le personalità scientifiche di chiara fama e facilmente individuabili da chiunque abbia intrapreso un percorso di studio in ambito scientifico e tecnologico.
Alle ore 12:00 la dott. Elisabetta Marzi prende la parola, Francesco finalmente tira un sospiro di sollievo, il momento di parlare chiaro è arrivato.
La presenza notevole nell’atmosfera di gas è causa di inquinamento il quale deturpa le nostre splendide città d’arte, così esordisce la dott. Marzi. Purtroppo, questo inestetico evento è soltanto il male minore: esattamente tra 365 giorni precisi una nebulosa carica di gas nocivi provocherà un rallentamento vistoso della rotazione terrestre, eufemisticamente potremmo dire che l’invecchiamento sarà per pochi attimi di tempo interrotto, l’eterna giovinezza una realtà. Un sorriso velato, per sdrammatizzare, da parte della dott. Marzi, provoca una irreale ilarità per pochi ed interminabili secondi. Dopo la spietata enunciazione dei fatti, come avviene in quei drammatici momenti della vita, in presenza di un malato incurabile, un medico serio e professionale, con le dovute parole e con tutti gli accorgimenti possibili, ha il dovere di comunicare la verità al paziente; il fine vita, di colpo, diventa una tragica realtà. Esattamente tra un anno il rallentamento della rotazione terrestre, in presenza di un elevatissimo inquinamento da C02, sarà la causa di una colossale marea: onde alte almeno 300 metri si solleveranno e l’intero pianeta verrà cancellato per sempre, almeno per come siamo abituati ad immaginarlo, fino a giorni nostri. Ogni attività antropizzata spazzata via, la vita in ogni sua forma devastata in modo definitivo. L’onda mortale e la conseguente alta marea soffocherà il pianeta terra per circa 90 giorni. Dopo, lentamente, la vita sulla terra ritornerà, senza nessun essere vivente però … Un giardino fiorito, un paradiso terrestre, senza angeli o beati in grado di cogliere i momenti più belli e romantici.
La dott.ssa Marzi è una giovane ricercatrici di appena 26 anni, non molti per una donna, cresciuta nell’Italia dell’eterna crisi economica, la quale ha raggiunto con lo