ESSERE VEGAN SENZA ROMPERE IL CA**O. Curare se stessi e il mondo imparando dagli animali
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Anteprima del libro
ESSERE VEGAN SENZA ROMPERE IL CA**O. Curare se stessi e il mondo imparando dagli animali - Carla Sale Musio
PRIMA DI COMINCIARE
In questa pubblicazione mi riferisco sempre agli animali selvatici liberi in natura, cioè quelli che non vivono a stretto contatto con l'uomo e perciò sono portatori dei propri valori intimi e sociali. Gli animali che vivono con noi condividono il nostro stile di vita e inevitabilmente anche molte delle nostre patologie.
INTRODUZIONE
L'amore per gli animali è un sentimento che mi appartiene sin da quando ero bambina e la scelta di vivere senza creare dolore a nessuno mi è sempre sembrata l'unica via per un'esistenza etica. Solo col tempo ho scoperto le asperità insite in questa decisione. E ancora oggi combatto in me stessa l'indifferenza che intreccia tante azioni abituali.
La sofferenza degli animali è invisibile alla maggior parte della gente e la scelta di non mangiarne le carni è soltanto uno step nel percorso necessario a costruire una civiltà migliore.
La violenza dilaga dappertutto. Prende forma da una posizione antropocentrica che garantisce l'impunità alla nostra specie, legittimando ogni genere di abuso sugli animali, e si estende alle scelte, ai modi di dire, alle battute, ai giochi e a tanti gesti quotidiani apparentemente amorevoli.
Sono convinta che per vivere in pace sia indispensabile smettere di uccidere altre creature per soddisfare piaceri effimeri e spesso inutili. Ma la via del cambiamento passa attraverso una revisione del proprio modo di leggere la realtà e coinvolge ognuno di noi molto più di quanto siamo disposti a credere. E, in quanto psicologa, non posso non vedere come le modalità con cui trattiamo gli animali riflettano la relazione che intratteniamo con le nostre parti istintuali e coinvolgano aspetti importanti della vita. La paura della morte (presente nella maggior parte delle sofferenze psicologiche) è una delle conseguenze più gravi di questi atteggiamenti¹.
Amare gli animali significa accettare profondamente se stessi e intesse il significato che attribuiamo all'esistenza. Maltrattare gli animali, invece, nasconde un'insicurezza di sé e della realtà. Insicurezza che si ripercuote sulle scelte di ogni giorno e sulla salute. Nostra e del pianeta.
Come spiego nel corso del libro, l'antropocentrismo è una patologia da curare e non da avallare. Tuttavia la sua diffusione è così universale da renderla impercettibile. Guarire il disturbo antropocentrico significa scoprirne le radici nascoste nell'anima e trasformare il proprio modo di leggere gli eventi. È una scelta coraggiosa. E porta in dono una nuova epistemologia della vita.
Oltre l'antropocentrismo, il biocentrismo aspetta pazientemente di rivelarci la sua verità fatta di ascolto, accoglienza, reciprocità e rispetto.
Una società migliore è alle porte e tante persone buone e sensibili si impegnano ogni giorno per costruirne le fondamenta.
L'amore per gli animali è qualcosa che si sente dentro e guida le nostre scelte anche quando la ragione si ribella e il buon senso scuote la testa. Esiste un richiamo profondo che spinge ad ascoltare la voce del proprio cuore.
La salute mentale è conseguenza della capacità di accogliere la molteplicità di sé fino ad evolvere le parti immature della psiche². Ogni creatura che incontriamo racconta un aspetto di quella poliedricità interiore. Amare gli animali ci conduce a scoprire la nostra integrità e svela il conflitto nella psiche, la difficoltà ad accettare quello che non ci piace di noi stessi. Accogliere la diversità è il primo passo per vivere in un mondo sano. Un passo che dapprima va mosso dentro di sé. E solo dopo là fuori, nella vita di ogni giorno.
Questo libro è un tentativo di dare voce alle problematiche interiori al fine di superare il disturbo antropocentrico che ammala l'umanità.
Nella prima parte ANIMALI ho messo in evidenza le caratteristiche che fanno degli animali i partner indispensabili per realizzare una civiltà biocentrica, fondata sul valore della vita.
Nella seconda parte SPECISMO ho illustrato le ragioni che non permettono di avvicinarsi ai saperi degli animali.
Nella terza parte MECCANISMI PSICOLOGICI ho esaminato i vissuti che ostacolano lo strutturarsi di una relazione di reciprocità con gli animali.
Nella quarta parte PATOLOGIA ho descritto quali pericoli derivano da una sollecitazione impropria del narcisismo.
Nella quinta parte SOLUZIONI ho indicato il percorso necessario a risolvere il conflitto interiore e alla realizzazione di un mondo migliore.
Spero che queste mie riflessioni siano d'aiuto a chi ancora non ama gli animali o crede di non farlo abbastanza e a tutti quelli che li amano e sentono forte il desiderio di una fratellanza universale senza distinzioni di specie.
Buona lettura
___________________
¹ Vedi: C. Sale Musio DROGHE LEGALI, Tricase, Youcanprint, 2016
² Accogliere la molteplicità di se stessi significa aprirsi alla propria diversità fino a comprendere che ogni cosa porta un dono alla vita. Questo atteggiamento intimo evolve le parti immature della psiche, ancora immerse nella contrapposizione di bene e male e perciò paralizzate dal giudizio e dalla critica. Vedi: H. S. Stone IL DIALOGO DELLE VOCI. Conoscere e integrare i nostri sé nascosti Torino, Amrita, 1996 ; B. Veroni A. Avanzini SINTESI PERSONALE Carbonia, Susil, 2016
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ANIMALI
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AUTENTICITÀ
Per noi esseri umani è impensabile vivere senza finzioni. La buona educazione si basa sulla dissimulazione dei sentimenti. Bisogna usare il linguaggio giusto , mostrare i comportamenti idonei alle varie occasioni e chi non segue l'etichetta è guardato con sospetto. La specie umana ama l'ipocrisia. Non si può dire sempre ciò che si pensa. Chiunque si permetta un'eccessiva autenticità è additato e discriminato.
Abbiamo norme comportamentali adatte a ogni ruolo e a ogni sesso.
• Gli uomini non possono piangere (senza sentirsi deboli e poco virili).
• Le donne non possono alzare la voce (senza sentirsi isteriche e poco femminili).
Nella nostra cultura è di fondamentale importanza controllare costantemente l'espressione delle emozioni. Non si deve fare troppo chiasso quando si ride o quando ci si arrabbia. Non sta bene rivelare la tenerezza, la sensibilità o la commozione. E nemmeno mostrare il risentimento, la delusione o la paura. È necessario mantenere un atteggiamento distaccato senza lasciarsi andare a sentimentalismi di nessun tipo.
Non tutte le culture, però, sono così.
Gli animali coltivano valori diversi e tengono in grande considerazione l'immediatezza dei vissuti interiori.
Per le altre specie la manifestazione degli stati d'animo (postura, atteggiamento, sguardo, odore, salivazione…) costituisce un linguaggio indispensabile per vivere una vita di qualità. La conoscenza si basa sull'autenticità e l'espressione dei sentimenti rappresenta la via che permette di muoversi con sicurezza nel mondo. Per tutti gli animali (escluso l'uomo) è impensabile mentire: esiste sempre e solo la verità. La vita stessa è fatta di sincerità.
Ai nostri occhi, però, tutto questo sembra povero e privo di profondità. Troppo semplice. Del resto, si sa:
Sono bestie, esseri inferiori senza intelligenza!
Siamo convinti che la complessità sia sinonimo d'ingegno. E obnubilati dalla presunzione ci siamo messi in testa di essere gli unici depositari della sapienza.
Eppure…
Nessun animale in natura è affetto dalle patologie che affliggono la nostra specie. Le bestie non conoscono: la paranoia, la psicosi, l'autismo, la nevrosi… e tutte le innumerevoli sofferenze che ammalano la psiche umana rendendola incapace di muoversi nel mondo.
Gli animali non perdono mai la bussola dei sentimenti. Sentono che la sopravvivenza coinvolge ogni forma di vita sul pianeta e non si vergognano di palesare la propria autenticità anche quando sono costretti a scelte pericolose o violente.
I loro valori sono incomprensibili nella nostra civiltà fatta di opportunismo e falsità. Utilizzano capacità dimenticate da chi preferisce cancellare il cuore per sentirsi apprezzato in società.
C'è un nesso sottile che unisce la menzogna alla patologia mentale. Fingere vuol direessere ciò che non si è…fino a diventarlo.
Un bravo attore deve calarsi completamente nella parte da interpretare, dimenticando se stesso per dare vita a una differente identità. Chi vuole essere un altro è costretto a nascondere la propria realtà per incarnare la finzione e renderla vera. Tuttavia, quando perdiamo la percezione di ciò che anima il mondo interiore spalanchiamo le porte alla malattia. Gli attacchi di panico, la depressione, l'anoressia, la bulimia… sono espressione di un pathos che ha cancellato le proprie radici. Non si può eliminare se stessi senza morire.
Annientare il contatto con i sentimenti significa costruire una prigione intorno all'anima dando vita a un'angoscia sconosciuta a ogni altra specie. Certo, anche gli animali soffrono. Subiscono torture terribili. Vivono tormenti che farebbero uscire di senno qualunque essere umano. Ma, nonostante il dolore, non impazziscono. Patiscono e muoiono senza perdere la ragione³.
La psicopatologia appartiene soltanto alla specie umana. Nasce dalle finzioni ritenuteindispensabili e si sviluppa in unaciviltà costretta ad affermare la propria identità nel narcisismo e nell'onnipotenza.
Guardiamo gli animali con disprezzo. Li giudichiamo stupidi e senza cervello. Ma non vediamo l'handicap che ammala la nostra specie. Abbiamo smarrito il valore dell'autenticità e costruito una cultura priva di onestà, complice la certezza che il linguaggio della parola sia l'unico possibile.
Quando uccidiamo in noi stessi l'emotività perdiamo anche la capacità di riconoscere la sofferenza.