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Il Faraone
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E-book84 pagine46 minuti

Il Faraone

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Info su questo ebook

La figura del Faraone è stata sempre un’immagine che ha dato briglia sciolta alla fantasia di chiunque abbia studiato a scuola la storia dell’antico Egitto. I Faraoni sono legati alle piramidi, ai templi, alle gesta guerresche di conquista del Medio Oriente, e infine “Faraone” compare nella Bibbia relazionato alla liberazione degli Ebrei dalla schiavitù egiziana. Bisogna innanzitutto precisare che il termine Faraone appare nel Nuovo Regno e deriva dalla parola peraa, cioè “grande Casa”, reso poi dai viaggiatori greci in Farao. “Grande Casa” era un’espressione designante il re, un po’ come per gli Ottomani la Sublime Porta indicava il Sultano. Il vero termine designante il re d’Egitto era “Signore dell’Alto e Basso Egitto”, e per parlare di lui si diceva “Sua Incarnazione”, o per rivolgersi a lui “Tua Incarnazione”, intendendo con questa espressione di cortesia che il re era l’incarnazione terrena del dio supremo Ra, il sole.
LinguaItaliano
Data di uscita10 ago 2021
ISBN9788831427647
Il Faraone

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    Il Faraone - Pietro Testa

    Chi era il Faraone?

    La figura del Faraone è stata sempre un’immagine che ha dato briglia sciolta alla fantasia di chiunque abbia studiato a scuola la storia dell’antico Egitto.

    I Faraoni sono legati alle piramidi, ai templi, alle gesta guerresche di conquista del Medio Oriente, e infine ‘Faraone’ compare nella Bibbia relazionato alla liberazione degli Ebrei dalla schiavitù egiziana.

    Bisogna innanzitutto precisare che il termine Faraone appare nel Nuovo Regno e deriva dalla parola egiziana peraa, cioè ‘Grande Casa’, reso poi dai viaggiatori greci in Faraò. ‘Grande Casa’ era un’espressione designante il re, un po’ come per gli Ottomani la Sublime Porta indicava il Sultano.

    Il vero termine designante il re d’Egitto era ‘Signore dell’Alto e Basso Egitto’, e per parlare di lui si diceva ‘Sua Incarnazione’, o per rivolgersi a lui ‘Tua Incarnazione’, intendendo con questa espressione di cortesia che il re era

    l’incarnazione terrena del dio supremo Ra, il sole.

    Prima di addentrarci nella personalità del sovrano d’Egitto, tra l’altro relativamente conosciuto, è bene illustrare il complesso protocollo dei suoi nomi quando saliva al trono alla morte di suo padre.

    Il re, oltre a essere al vertice della società egiziana, era anche il legame tra gli esseri umani e gli dei, poiché era un uomo che racchiudeva una forza divina. Dalla V dinastia i sovrani assunsero cinque nomi ufficiali di protocollo.

    Prendiamo come esempio il re Amen-hotep II che salì al trono il giorno 1 del II mese della stagione dell’Estate. La sua titolatura regale fu da lui scelta secondo quanto segue:

    L’Horus: Toro-vittorioso-che-appare-in-maat

    Le Due Signore: Colui-che-rende-stabili-le-leggi-e-rassicura-le-Due-Terre;

    L’Horus d’oro: Grande-di-potenza-che-colpisce-gli-Asiatici;

    il re dell’Alto e Basso Egitto: Neb-Maat-Ra;( 1)

    il figlio di Ra: Amen-hotep.( 2)

    La prima parte della titolatura è il ‘nome di Horus’, il più antico degli altri quattro e consisteva in un falco sul segno del palazzo reale.

    Il falco è l’emblema di Horus, il dio della regalità.

    Il palazzo si chiamava serekh. Si tratta della schematizzazione della facciata a nicchie degli antichi palazzi costruiti in mattoni: quindi l’insieme dei due segni è inteso come ‘la divina forza della regalità (Horus) incarnata nell’individuo che risiede nel palazzo’.

    Il secondo nome è conosciuto come ‘le Due Signore’ che sono la dea avvoltoio Nekhbet, protettrice dell’Alto Egitto, e la dea cobra Uajet, protettrice del Basso Egitto.

    La terza parte è il ‘Falco d’oro’. L’oro era considerato come la pelle degli dei e il falco sul segno dell’oro ( ) indica che il re era l’incarnazione umana del dio della regalità.

    Gli ultimi due nomi sono racchiusi in un anello di corda , il ‘cartiglio’ che si riferiva al circuito del mondo. Il nome del re in questo anello di corda indicava che il sovrano aveva il dominio dell’intero mondo.

    Il quarto nome era quello d’intronizzazione, il ‘prenome’.

    Era una specie di motto con cui il re indicava ciò che voleva essere il programma del suo regno. È preceduto dall’unione del carice e dell’ape , emblemi dell’Alto e Basso Egitto. Infine, il quinto era il nome di nascita del sovrano. È preceduto dall’appellativo ‘Figlio di Ra’, che stabiliva la connessione diretta tra il re terreno e Ra,( 3) governatore delle forze della natura.

    Con questa titolatura il sovrano era connesso alle entità più importanti dell’Egitto.

    L’amore degli antichi Egiziani per l’equilibrio creò un capo ideale nel quale si contemperavano la grazia e il terrore, poiché il potere è nutrimento e anche controllo. Questo equilibrio torna di continuo nei testi.

    Egli era:

    " quel dio benefico, il timore del quale è in tutti i paesi come il timore di Sekhmet in un anno di pestilenza".

    Poemi di lode esaltano i due aspetti del suo essere con sconcertanti e improvvisi spostamenti d’accento:

    " Egli esulta quando fracassa le fronti,( 4) sì che nessuno sa resistergli. Combatte senza posa, senza risparmiare, e non rimane nulla da distruggere. È signore di grazia, ricco di dolcezza, e conquista con amore. La sua città lo ama più di sé stessa, e

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