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Federico II di Hohenstaufen
Federico II di Hohenstaufen
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E-book183 pagine2 ore

Federico II di Hohenstaufen

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Scopo dell'autore, con questo testo, è quello di far concentrare il lettore sull'operato di una figura, oggetto di molti pareri contrastanti, quale fu Federico II. Senza dubbio, l'imperatore Svevo ebbe molti difetti, ma, senza altrettanti dubbi, allo stesso gli si devono riconoscere riforme importantissimi, alto senso della giustizia, amore per l'arte in ogni sua espressione e per la scienza. La ricerca di Dio attraverso una spiritualità ricercatissima e forse del tutto soggettiva. Dello Stupor Mundi, vengono qui riportate le principali tappe per le quali si è reso protagonista e per le quali la sua impronta riesce ad ergersi vittoriosa su tutte le menzogne e le critiche negative, a torto ricevute nei secoli.
LinguaItaliano
Data di uscita12 mar 2013
ISBN9788891106100
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    Anteprima del libro

    Federico II di Hohenstaufen - Rassàm alÛrdun

    bottino.

    PARTE I^

    QUADRO STORICO DELL’ITALIA PRE-

    FEDERICIANA

    *****

    Ecco, leggendo queste pagine di storia, in linea generale ( la realtà è ancora più complessa ), un qualcosa sui Normanni prima e sugli Svevi poi, un qualcosa per capire che nella vita, sulla via del male, c’è una pericolosa chimera che si chiama ambizione, la stessa che Shakespeare, descrive nel Macbeth. La lettura di queste pagine, quindi, ci sarà utile per capire come sia oltremodo inappropriato definire Federico II di Hohenstaufen, un imperatore medievale. Federico II non è vissuto nel XXI secolo, ma molti, molti secoli prima…e la sua politica ebbe inizio in un contesto che aveva visto personaggi ed eventi non certo degni di democrazia o di un qualcosa che lontanamente potesse somigliare all’amore per il prossimo…..Federico invece, andò ben oltre gli intrighi di corte e gli interessi materiali limitati al personale arricchimento. Il retroterra di Federico comincia in una realtà che parte da Gregorio VII per giungere ad Enrico VI di Hohenstaufen, passando attraverso le gesta non sempre troppo nobili o spirituali, di personaggi come Vittore III, Urbano II, Pasquale II, Gelasio II, Gregorio VIII, Callisto II, Anacleto II, Onorio II, Adriano IV, ecc…storie di Papi ed antipapi, con i quali ebbero a che fare monarchi altrettanto famosi, animati, chi più, chi meno, da propositi tali da non rendere sempre felici i propri sudditi…. Ma fu anche il periodo durante il quale vissero personalità quali San Bruno, Bernardo da Chiaravalle, e, contemporaneo di Federico, lo stesso San Francesco d’Assisi.

    Per ben capire le vicissitudini insorte tra papato e normanni, bisogna risalire a Gregorio VII, una delle principali origini di tanti inconvenienti . C’è da dire che, a quei tempi, le elezioni papali erano molto discutibili già di per sé, ma ciò poi, era aggravato quando si creavano attriti tra monarchi e Chiesa. A mio avviso e da non cristiano, ritengo che la causa di quanto successe, in pregiudizio di tante sorti e a danno soprattutto dei più deboli, fu dovuto alla natura integerrima di questo Papa, che pochissimo aveva a che vedere con come era concepita la Chiesa . Un papa vicino ai Catari dice qualcuno, io dico no, vicino bensì alla ortodossia catara, il che è ben differente. Un Papa giusto ? macchè… una mina vagante che pensava soprattutto a far prevalere le sue idee, infischiandosene degli altri, anche se in fondo, bisogna riconoscergli una discreta capacità giuridico- organizzativa. I motivi veri e propri, per i quali i normanni si trovarono in Italia, seppure in modo succinto, sono esposti nel sunto precedente, ma andiamo ad esaminare i fatti, per meglio capire come andavano a ridisegnarsi le intese politico-religiose.

    Gli eventi più salienti che hanno preceduto la nascita dello Stupor Mundi sono contenuti nella prima parte di questo libro. Gregorio VII quindi, da un lato appariva come paladino della spiritualità…ma non rinunciava neanche a rivendicare un predominio per la chiesa In tutta sincerità, descrivere un periodo storico come quello pre-federiciano, è una impresa non facile.

    Innanzitutto ciò è dovuto essenzialmente alla frammentazione di tutti gli stati e statarelli che costituivano, un tempo, ciò che oggi è il nostro paese. A tale frammentazione si aggiungeva altresì un complesso avvicendamento di regnanti, molto spesso legati anche da strette parentele tanto da confondere ulteriormente le acque. La complessità di tale quadro in un contesto non solo italiano, si aggravava però in progressione geometrica, nel nostro paese, per la presenza dell’autorità papale. Il periodo pre-federiciano, però, a mio avviso, fu uno dei più complessi e meno edificanti, caratterizzato essenzialmente dall’ambizione di alcuni personaggi di spicco, come spiegato in precedenza.

    Partendo quindi da ciò che restava da quel Sacro Romano Impero iniziato con Carlo Magno, cominceremo a tracciare le tappe più salienti, atte a far luce sul contesto storico nel quale si trovò poi Federico II. Tale retroterra, a lui prossimo e remoto, non può essere ignorato da chi, da Cambridge, chiama lo Stupor Mundi Imperatore Medievale…

    Tralasciando una miriade di avvenimenti, anch’essi importanti, ci limiteremo a far luce su quelli più incisivi. In Italia regnava una situazione caotica in cui il papato cercava di prevalere imponendo la propria autorità. La dissoluzione della dinastia Carolingia impose ai vari sovrani, di organizzarsi a realtà più nazionali che pan territoriali. Andando quindi a guardare più a casa nostra , partiamo nel X secolo con Corrado di Franconia, il nascere della Germania, dove però imperversavano invasioni barbariche di ogni genere. Successivamente, ad emulazione del suo avo ( Carlo ), Ottone I di Sassonia varcò le Alpi e si fece incoronare imperatore. Questo evento segnò una plurisecolare dipendenza dell'Italia Settentrionale dalle vicende politiche tedesche, da cui le città padane si sottrarranno progressivamente ma a costo della disgregazione del Paese. Essere re d'Italia costituisse prerequisito per divenire imperatore. Secondo il metodo empirico, per molto tempo il re di Germania, dopo essere stato incoronato sovrano italiano con la Corona Ferrea viaggiava poi alla volta di Roma per essere consacrato imperatore - titolo con connotazione religiosa - dal Papa. L'imperatore rimaneva comunque re dei Germani… Questo evento segnò una plurisecolare dipendenza dell'Italia Settentrionale dalle vicende politiche tedesche, da cui le città padane si sottrassero progressivamente ma a costo della disgregazione del Paese ( sorvoleremo però il fenomeno della Lega Lombarda e la Lega dei Comuni ). Tutto ciò premesso, a complicare il tutto, va detto che il regno non era mai interamente ereditario; invece la discendenza dinastica fu solo uno dei fattori che determinavano la successione dei re (e quindi degli imperatori). Il re formalmente era eletto dai capi della nobiltà del regno, continuando la tradizione franca.

    Dalla dinastia Ottoniana, saltando vari passaggi e vicissitudini, in ordine a quanto ci siamo prefissati, cominceremo a parlare dell’avvento di Enrico IV ( Dinastia Salica di Franconia ) Re di Germania (1054-1106) e imperatore (dal 1084). Alla morte del padre Enrico III (1056), salì al trono sotto la tutela della madre Agnese, poi esautorata dagli arcivescovi di Colonia e Brema (1062). Raggiunta la maggiore età tentò di restaurare il potere centrale, indebolitosi durante la reggenza. Entrato in contrasto con papa Gregorio VII, lo fece deporre (1076). Il pontefice reagì scomunicandolo e sciogliendo i sudditi dall'obbligo di fedeltà: temendo una rivolta generale Enrico capitolò, recandosi a chiedere perdono al papa a Canossa dove questi lo ricevette dopo tre giorni di attesa penitente e lo perdonò (25 gennaio 1077). Fronteggiò allora i ribelli e li sconfisse, seppur non in modo definitivo; né si placarono i contrasti con Gregorio che lo scomunicò nuovamente (1080): Enrico creò allora antipapa l'arcivescovo di Ravenna (Clemente III), da cui fu incoronato imperatore nel 1084 dopo la presa di Roma. Gregorio VII fu liberato da Roberto il Guiscardo, presso cui morì, in pratica suo ostaggio, poco dopo. L'elezione di Urbano II (1088) riaprì le ostilità: appoggiato da Matilde di Canossa e da Ruggero d'Altavilla il papa si rafforzò in Italia, mentre un figlio di Enrico, Corrado (1093), si ribellava al padre. Anche il papa Pasquale II proseguì la lotta, che volse a suo favore anche per il prestigio derivante dal successo della crociata. Nel 1104 si ribellò anche l'altro figlio dell'imperatore, Enrico, che, catturato il padre, lo costrinse ad abdicare facendosi incoronare come Enrico V (1105). Re di Germania dal 1106 e imperatore (1111-1125). Re dei romani dal 1099, si ribellò al padre costringendolo ad abdicare (1105). Proseguì la politica paterna scendendo in Italia dove si fece incoronare con la forza, da Papa Pasquale II ( che fece catturare insieme ad altri cardinali perché contrario alla sua incoronazione ) con cui concluse un accordo; richiamato in Germania da una rivolta, fu scomunicato. Domata la ribellione, sottoscrisse a Worms un definitivo trattato con papa Callisto II (1122) che chiuse la lotta per le investiture. Alla morte di Enrico V ( che non aveva eredi e nonostante avesse indicato come proprio successore il nipote Federico II duca di Svevia.), Lotario, che apparteneva al Casato dei Supplinburger di Sassonia, divenne re e di seguito imperatore. Lotario II entrò presto in contrasto con gli Hohenstaufen, il cui designato sovrano, Federico, non riuscì ad avere l’appoggio dei suoi ( avendo riportato una sconfitta da Lotario ) che preferirono designare il proprio fratello minore, Corrado, re dei Romani, in opposizione a Lotario.

    Ma altrettanta attenzione dobbiamo altresì rivolgere al sud italia, le cui sorti, nel frattempo si erano andate consolidate ad opera di quei Normanni di cui abbiamo fatto cenno all’inizio.

    L’Italia del Sud e i Normanni

    Dopo il Mille, attraverso la via francigena, sia nelle vesti di pellegrini diretti verso i luoghi santi della cristianità, sia come mercenari pronti a combattere per un pezzo di terra, i Normanni giunsero a gruppi nell'Italia meridionale. Fu facile, per loro, inserirsi nelle lotte interne di longobardi e bizantini, ottenendo ben presto terre e benefici. Rainulfo Drengot, nel 1028, ottenne la contea d'Aversa, stabilendo così, fra Capua e Napoli, una testa di ponte per il fortunato insediamento normanno. Presto, con i successi militari contro i bizantini in Puglia, i longobardi in Campania, e le forze pontificie, i capi normanni si divisero tra loro le precedenti contee. Nel 1059, Roberto d'Altavilla, detto il Guiscardo ottenne dal papa il ducato di Puglia e Calabria, e Riccardo Quarrel il principato di Capua. Alla fine del secolo Ruggero d'Altavilla, fratello del Guiscardo portò a compimento la liberazione della Sicilia dagli arabi. All'inizio del XII secolo, l'Italia meridionale era frammentata in una serie di ministati retti da principi, duchi e conti: Ducato di Puglia con capitale Salerno, Principato di Capua, Principato di Taranto, Contea di Sicilia, Contea di Montesantangelo, Contea di Conza, Contea di Principato, Contea di Ariano, Contea di Loritello, Contea di Alife, Contea di Boiano, indipendenti erano città come Bari, ed altri baroni si atteggiavano all'indipendenza.

    Nel 1127, il conte di Sicilia, e signore della Calabria, Ruggero II, prese il controllo del ducato di Puglia. Nel 1130, dall'antipapa Anacleto II, ebbe l'investitura del Regno di Sicilia. Ma le lotte fra i baroni e le città di Campania e Puglia, e il re normanno, si protrassero fino al 1139 quando ebbe il pieno dominio dell'Italia del Sud. Nel 1140 da Ariano Irpino promulgò le assise del regno. Rimasero in piedi alcune delle precedenti strutture feudali, ma i figli prediletti del re, quelli che avevano ricevuto l'investitura, morirono uno dopo l'altro, e fu uno degli ultimi, Guglielmo I, a ricevere l'eredità del padre nel 1154. Subito si trovò a fronteggiare le ribellioni nel Sud, che continuarono sporadicamente fino al regno di Guglielmo II, suo figlio. Durante il regno dei due Guglielmo, la monarchia normanna si estese dall'Abruzzo all'isola. Nel 1194, l'imperatore svevo Enrico VI, in ragione del suo matrimonio con Costanza di Altavilla, unì la corona imperiale a quella di Sicilia. Quello stesso anno, vedeva la luce un bambino che avrebbe fatto molto parlare di se: Federico II, l'esponente più famoso della dinastia svevo - normanna.

    *La Via Francigena è un itinerario che appartiene alla storia, una via maestra percorsa in passato da migliaia di pellegrini in viaggio per Roma.

    La storia narra che fu Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, recandosi a Roma in visita al Papa Giovanni XV, a segnare l’inizio del cammino, noto come Via Francigena, determinando la nascita di uno dei più importanti itinerari di pellegrinaggio.

    ****

    Alla morte di Lotario, in barba alle aspettative del defunto sovrano che aveva designato il proprio figlio nella successione reale, salì al trono Corrado III di Hohenstaufen che fu eletto re di Germania e imperatore, senza però ricevere mai l'incoronazione ufficiale. Ottenuta la corona imperiale, tuttavia, fu osteggiato soprattutto dai duchi di Baviera e di Sassonia. Dal 1147 al 1152 Corrado III partecipò, al fianco del re francese Luigi VII, alla seconda crociata, promossa da papa Eugenio III ed appoggiata dalla predicazione di S. Bernardo di Chiaravalle, crociata che si concluse con una disastrosa ritirata dopo il fallito assedio di Damasco. Gli successe al trono di Germania il nipote, nipote, da lui stesso designato, Federico di Svevia, il futuro imperatore Federico I Barbarossa. Salito al trono mirò a tre obiettivi: l'incoronazione imperiale, la pacificazione della Germania e il ripristino del potere imperiale in Italia; a questo scopo favorì una più completa feudalizzazione della società, riservando un ruolo di primo piano alla grande nobiltà laica ed ecclesiastica. Diversa fu la sua posizione nei confronti delle città italiane che durante il lungo interregno seguito alla morte di Enrico V avevano usurpato gran parte dei poteri spettanti al sovrano: accordatosi con il papa Eugenio III, osteggiato a Roma da Arnaldo da Brescia, scese in Italia e, riaffermati i propri diritti, si fece incoronare re d'Italia e imperatore. Nel 1158 in una dieta a Roncaglia riaffermò i propri diritti e di fronte alla resistenza di Crema e Milano le conquistò e ne abbatté le mura. L'elezione di Alessandro III (1159) portò alla rottura tra imperatore e papa: parte dei cardinali avevano eletto Vittore IV, che Federico difese riconoscendolo e appoggiandolo militarmente. Alessandro III creò allora un'ampia alleanza contro di lui comprendente le città lombarde, il regno di

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