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Figure e Persone
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E-book125 pagine1 ora

Figure e Persone

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Info su questo ebook

In questo nostro tempo, “connotato da deviazioni e smarrimenti”, Sergio Andreoli sente la necessità di prendere in esame e definire le principali figure che si trova intorno: laici e diaconi, fidanzati e genitori, medici e operai... e tante altre, con la complicazione che, in genere, si appartiene a più di una categoria: un laico può essere docente e genitore, un medico può essere sposo o fidanzato, un artigiano può essere delegato in un consiglio di quartiere... e tutti, preti compresi, sono certamente cittadini.
Nella seconda parte del libro, invece, don Sergio ricorda alcune figure esemplari di religiosi, talvolta con rispetto affettuoso, sempre con stima e considerazione per le cariche che hanno ricoperto, le opere che hanno scritto, insieme a tanti, piccoli dettagli, che li umanizzano e aiutano anche chi non li abbia conosciuti a visualizzarli: il grande mantello di don Mariano Filippini, don Luigi Pomponi, al quale l’Autore soleva servir messa quand’era un ragazzino, e che la malattia rese poi incapace di muoversi... e poi don Ferdinando Merli, il “prete col fez” assassinato nel 1944, o don Guerriero Silvestri, noto per la sua “berretta a tre corni”...
Una piccola galleria che serve a illustrarci la visione della vita di don Sergio Andreoli, e la necessità della coerenza con questa visione, per essere capaci di camminare al passo con questi tempi, certo non facili, ma con i quali è necessario imparare a stare al passo, perfino con i blog.
Saranno anche tempi di deviazioni e smarrimenti ma, forse, non tutto è da buttare.
LinguaItaliano
Data di uscita12 ago 2013
ISBN9788866901471
Figure e Persone

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    Figure e Persone - Sergio Andreoli

    Sergio Andreoli

    Figure e Persone

    EEE-book

    Sergio Andreoli, Figure e Persone

    © Sergio Andreoli

    Nuova edizione riveduta e corretta: agosto 2013

    Precedente edizione in www.diocesidifoligno.it

    ISBN: 9788866901471

    Edizioni Esordienti E-book

    Tutti i diritti riservati, per tutti i Paesi.

    Per ricordare il Vescovo Siro Silvestri

    PARTE PRIMA - FIGURE

    I LAICI

    Croce e delizia di noi preti, i laici, restano il problema primo, quello più vero e sentito della Chiesa, anche a Foligno.

    È facile, infatti, trovare quelli passivi, che s'aspettano tutto bell'e fatto.

    È anche semplice, per noi, individuare quelli generosissimi, pronti a tutto, vale a dire ad eseguire senza fiatare le nostre direttive.

    Non è raro, poi, imbattersi in chi vuol insegnarci a fare il prete: troppa grazia!

    Non è, invece, di tutti i giorni, incontrare persone competenti, generose ed umili, in grado di gestire autonomamente le loro funzioni, senza eccessivo bisogno di essere rassicurate, elogiate o esaltate.

    Questo, in ogni settore della vita ecclesiale: l'annuncio e la catechesi, la preghiera e la liturgia, il servizio e la carità, la professione e il lavoro, la politica e il sindacato.

    Se, però, l'incontro avviene, è una fortuna per tutti, chierici e laici.

    È dal Concilio Ecumenico Vaticano II che si vanno dicendo queste cose.

    Forse è venuto il momento che noi preti ricominciamo a dirle, come se fossero nuove, anche per ricordare a noi stessi che la fortuna ce la dobbiamo meritare.

    I PRETI

    Ho appena letto su Il Giornale dell'Umbria che il prete no-global Don Vitaliano Della Sala è stato invitato a lasciare la Parrocchia.

    I preti, dunque, fanno notizia.

    E questo avviene, purtroppo, soltanto quando qualcosa di strano li riguarda.

    La stampa, poi, gongola, allorché qualche scandalo si affaccia all'orizzonte, minacciando pioggia di particolari, confessioni, precisazioni, rivelazioni e provvedimenti.

    È capitato ad un Vescovo non molto tempo fa e continua ad avvenire, dopo il suo ritorno sulla scena televisiva e sugli scaffali delle librerie.

    Noi preti vorremmo far notizia - e la facciamo, ma nessuno la coglie - per un fatto molto più semplice: la fedeltà continua, giorno dopo giorno - direi ora dopo ora -, per tutta la vita, ad una missione talmente strana, da riempire totalmente la mente e il cuore di

    ciascuno: rendere presente Cristo Gesù.

    È questa, la nostra vera ambizione.

    È soltanto questo, il nostro programma, che non può essere messo in discussione da nulla e da nessuno.

    Ai laici domandiamo di attendersi anzitutto questo da noi; il resto, in ogni caso, deve avere un aggancio con tale prioritario nostro dovere.

    Ai Confratelli chiediamo di darci amichevolmente una mano.

    I VESCOVI

    Da piccolo ho conosciuto - il ricordo è molto vago - il senese Monsignor Stefano Corbini; ci eravamo trasferiti da qualche anno a Spello da Collemancio di Cannara, Diocesi di Assisi - ne era Vescovo Monsignor Placido Nicolini -.

    Poi venne il genovese Monsignor Secondo Chiocca, che nell'ottobre del 1950, riaprì il Seminario Vescovile, appena ricostruito, dopo la devastazione dei bombardamenti degli Alleati, e io vi entrai, per frequentarvi la quinta elementare.

    Gli successe il sarzanese Monsignor Siro Silvestri, con il quale ho percorso tutta la strada, che mi ha portato a diventare prete, in pieno agosto, a Sassovivo; quando mi disse di andare a Belfiore, mi ci trasferii dal Collegio I.R.C.A. senza problemi.

    Monsignor Giovanni Benedetti fece un tragitto più breve, per prendere possesso della Diocesi; era Ausiliare a Perugia e di Foligno conosceva tutto e tutti; egli mi nominò parroco di Borroni-Tenne, quand'ancora viveva il caro Don Archimede Ninassi.

    Nel 1992 è diventato folignate Monsignor Arduino Bertoldo, proveniente da Civita Castellana; nel 1998 firmò il decreto di nomina, in forza del quale, divenni parroco di San Giuseppe Artigiano-Uppello: un'esperienza che è durata soltanto due anni, certamente non i migliori della mia vita.

    Questi sono i miei Vescovi: tutti e cinque successori degli Apostoli, alla guida di una Chiesa che ha un bel volto, con qualche ruga, come ebbi modo di scrivere sulla Gazzetta di Foligno, allorché Silvestri lasciò la nostra Diocesi, per raggiungere quella da cui era venuto.

    Penso che la loro comune passione sia stata - e sia ancora per Monsignor Bertoldo, al quale rivolgo il mio augurio per il decimo anniversario del suo ministero episcopale a Foligno - , di toglierne qualcuna, come avviene dappertutto, in sintonia con Preti, Diaconi, Religiosi e Laici.

    I DIACONI

    Uno dei frutti più nuovi e belli del Concilio Ecumenico Vaticano II, del cui inizio si celebrano quest'anno i quarant'anni, è il ripristino del Diaconato permanente.

    Anche la nostra Chiesa di Foligno gode di questa grazia e sempre più ne avvertirà, non solo l'importanza, ma anche la necessità, per un’armonia piena tra tutti i membri della comunità nell'annuncio e nella testimonianza della Parola di Dio.

    A questo, infatti, sono chiamati i Diaconi, sposati o no: proclamare con la bocca e soprattutto con la vita il messaggio cristiano.

    Senza appartarsi dal mondo o dalla famiglia, ma sempre più intimamente inserendosi in tutte le realtà secolari, con lo spirito del servizio, che non tende alla conquista, naturalmente, ma alla loro trasformazione, attraverso l'amore.

    I laici guardano ai Diaconi come a chi ha saputo donarsi al Signore con pienezza di offerta e con gioiosa rinuncia a tante cose che il mondo offre ed esalta.

    I preti li accolgono come insostituibili corresponsabili nella conduzione delle comunità parrocchiali e soprattutto come amici e consiglieri, nel momento in cui devono affrontare problematiche difficili e delicate del mondo famigliare, del lavoro e della gioventù.

    Il Vescovo li considera preziosi collaboratori del suo ministero di guida e di sostegno, in tempi così difficili e complessi.

    In una parola, tutti li capiscono come dono di Dio alla sua Chiesa, ovunque si trovi e ovunque sia chiamata a rendere presente la salvezza di Cristo.

    Non, quindi, preti diminuiti o sacrestani di grado superiore, ma uomini che hanno ricevuto il primo grado dell'Ordine Sacro, e perciò consacrati totalmente al servizio di Dio e della Chiesa.

    Chiederne al Signore tanti e bravi, è un impegno di tutti.

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