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La Scomparsa di un Agente
La Scomparsa di un Agente
La Scomparsa di un Agente
E-book403 pagine5 ore

La Scomparsa di un Agente

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Info su questo ebook

Gli analisti e gli agenti di intelligence stanno scomparendo, alcuni potrebbero essere stati uccisi. La stampa e la polizia sospettano ci sia un serial killer a piede libero. John Slater era vicino all’ultima vittima, è evasivo, sembra non avere passato, e potrebbe essere il killer. La seconda guerra irachena e la rete di intelligence potrebbero collegare le vittime e anche le Forze Speciali della Polizia Metropolitana sta indagando, con l’aiuto o l’intralcio delle Agenzie di Intelligence. Gli errori fatti nel costruire i dossier usati a supporto della guerra si suppone siano stati insabbiati da entrambe le sponde dell’Atlantico, ma ancora il killer colpisce e… stanno dicendo tutti la verità?
È un thriller complesso basato sull’inizio e la continuazione della Seconda guerra irachena.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita16 feb 2022
ISBN9781667425771
La Scomparsa di un Agente

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    Anteprima del libro

    La Scomparsa di un Agente - Philip G Henley

    LA SCOMPARSA

    DI UN AGENTE

    Philip G Henley

    Published by Phenweb Publishing

    Text Copyright © 2013 Philip G Henley

    All Rights Reserved

    Kindle ISBN 978-0-9575749-0-8

    Hardback ISBN 978-0-9575749-1-5

    Paperback ISBN 978-0-9575749-2-2

    EPUB Formats ISBN 978-0-9575749-3-9

    Editing Charlie Bray, The IndieTribe

    Translated By Valentina Cuzzocrea

    Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, distribuita o trasmessa, sotto qualsiasi forma, incluse fotocopie, registrazioni, o altri metodi elettronici o meccanici, senza avere ottenuto prima il permesso scritto dell'editore, eccezion fatta nei casi di brevi citazioni incluse nelle riviste critiche e alcuni altri usi non commerciali permessi dalla legge sul copyright.

    Phenweb Publishing

    Phenweb.co.uk

    Twitter @philip_g_henley and Facebook at Phenweb

    Tutti i personaggi che appaiono in quest'opera sono immaginari. Ogni riferimento a persone reali, vive o morte è puramente casuale. Ci sono miliardi di persone nel mondo, quindi è possibile aver utilizzato un nome che esiste realmente, mi scuso se questo è il tuo caso e non ti piace l'idea. Sebbene siano descritti luoghi ed eventi concreti, qualsiasi errore è solo mio, finché non possa trovare qualcun altro da incolpare. L'ordine cronologico di qualche evento potrebbe essere stato sistemato per esigenze narrative; ho provato a non farlo, perché so quanto sia fastidioso.

    Ho scritto un libro, non importa che io viva in Hampshire nel Regno Unito e che sia sposato, abbia due figli e due cani. Non importa che io abbia lavorato e gravitato nel Governo, in ambito informatico o nell'esercito. Ho ancora un'immaginazione e so ancora inventare fatti. Come ho detto, è Finzione.

    L'ho scritto perché volevo farlo.

    Potrei scrivere dell'altro.

    Philip G Henley 2013

    Una volta pensavamo che la guerra fosse divertente

    Una possibilità di combattere, di imparare da giovani

    E poi abbiamo imparato che alcuni non tornavano

    O tornavano con le ossa rotte

    Attorno a loro è stata fatta terra bruciata

    Piovevano proiettili e bombe e cartucce

    E poi ricostruita per il loro ritorno

    Ma con l'anima affranta

    Cosa mi dici del comandante spazzato via

    Che ha incitato la gente alla battaglia

    Avranno paura di non tornare

    Non sono mai frammentati

    Dietro le quinte cospira un obiettivo

    Di cercare un percorso per altri mezzi

    La causa forniva solamente un ritorno

    La sola realtà frammentata

    © Philip G Henley 2012

    Nuovi dubbi sull'arsenale iracheno

    Una fuga di notizie di un rapporto di intelligence statunitense ha gettato nuovi dubbi sulla coalizione che dichiarava che l'Iraq aveva proibito armi che servivano come giustificazione per andare in guerra. Il rapporto dell'intelligence del Pentagono del settembre 2002 decretava che non c'erano informazioni affidabili" che l'Iraq avesse armi chimiche o biologiche. Si crede che il rapporto fosse ampiamente circolato nell'amministrazione Bush del tempo quando alti ufficiali proponevano un'azione militare."

    Inchiesta della BBC, 6 giugno 2003

    Security Service

    MI5, Five, Thames House

    Jonathan Braithwaite - Operativo

    Stephen Carlisle - Responsabile

    Michelle Carrington – Assistente di Ian Hedges

    Sally Carver – Precedente assistente di Ian Hedges

    Julian Clarkson - Direttore Generale

    Ian Hedges - Direttore della Politica dipartimentale

    Gerald Hemmings - Responsabile

    Colin McDowell - Capo Ufficio Informazioni (CIO)

    Ian Shoreditch - Direttore del Dipartimento alla sicurezza

    Jenny Wallace - Analista

    Secret Intelligence Service

    MI6, SIS, Six, Vauxhall

    Jessica Carver - Analista

    George Claridge-Briggs - Direttore di divisione

    Tony Grayson - Capo Analista

    Luke Hargreaves - Affari Interni

    Harriet Hollingsworth - Operazioni

    Bahaarat Ibn Kalid - Agente

    Monica Pennywise - Direttrice Generale

    Richard Templeman - Assistente della Direttrice Generale

    Central Intelligence Agency

    CIA, Langley, Camp Peary

    Jamie Adams - Agente

    Reach Claremont - Agente

    Geoff Hidelwietz - Direttore di Divisione

    Casey Richenbach - Direttore di Sede precedente

    Carl Schlemburg - Direttore della Sede di Londra

    Beth Schwarz - Assistente del Direttore di Sede

    Corpi Speciali

    John Drinkwater - Sovrintendente (DS)

    Dave Grahams - Assistente Capo (DC)

    Jack Hooper - Ispettore (DI)

    David Jones - Comandante

    William Pollard - DC

    James Rutledge - DS

    Pete Watkins - DC

    Polizia Metropolitana e Ufficio Antifrode

    Polizia Metropolitana, SFO

    Duncan Asquith - Vice commissario

    Dan Gibson - Agente di Polizia (PC)

    Stewart Hillier - Tecnico Informatico (IT)

    Liam Jones - PC

    Gary Parkinson - Sovrintendente

    Andy Rhodes - Sergente

    Rick Stark - PC

    Shelly Stephens - PC

    Altre Agenzie

    Elliot Bloomstein - Ambasciatore Statunitense nel Regno Unito

    Sylvia Cardôtte - Agente, Servizio Informazioni Estero Francese (DGSE). Servizio di Informazioni Estero Francese

    Frederick Carmichael -Tenente Colonnello, Esercito

    Mark Ellis - Ufficiale, Royal Air Force (RAF) Intelligence

    Tom Ferguson - Responsabile, SIS Canadese

    Charles Goodson - Forniture, Ministro della Difesa (MoD)

    Andy McLeish - Sergente Maggiore, Esercito

    Jodi Parker - Operazioni, Defence Intelligence

    Celia Romero - Agente, DGSE Francese

    Helena Salbert - Agente, SIS Canadese

    Peter Smith - Analista, Defence Intelligence

    Prologo

    I quattro uomini si erano incontrati per la terza volta in due settimane. Erano seduti come prima attorno ad un tavolino, ma nessuno stava bevendo alcolici. Il primo uomo chiese un aggiornamento sulla situazione.

    Il secondo alla sua destra risposte, La risorsa è in gioco e preparato, ha già dimostrato il suo valore. Non ti annoierò con i dettagli, ma ha superato le aspettative.

    Il terzo uomo disse, Bene, presto dovrei avere una missione per te, ma ho bisogno di lavorare un po' di più sulla remunerazione.

    Il quarto uomo disse Ottimi progressi, presto avrò qualcosa per te, probabilmente con il nuovo anno.

    Il primo uomo grugnì. Tutto questo sarà inutile a meno che i politici riescano a convincersi ad agire. Però, nessun inutile massacro, usa la risorsa con tutta la moderazione possibile e solo per questo, nessun'altra attività, pretese.

    È la mia risorsa. Lo userò se necessario, non vi preoccupate, non può essere collegato. Conosciamo i politici, specialmente da parte mia; dobbiamo avere qualcosa che non possono ignorare. disse ancora il secondo uomo.

    Il quarto uomo affermò, Aiuterà un cambio di presidenza.

    Possiamo ottenere qualcosa, ma sarà necessaria una verifica. La questione è indicare ad altri la direzione giusta e rimuovere o limitare prove contrastanti, il secondo uomo.

    Se abbiamo fonti provenienti da più sedi, sarà stravolgente, nel privato e nel pubblico. I politici dovranno agire, ancora il secondo.

    Beh, le Nazioni Unite si possono persuadere finché i francesi sono dalla loro parte, i russi non saranno contenti, i cinesi staranno tranquilli. Potrei avere bisogno di aiuto dai canadesi. Ti farò sapere, disse il terzo uomo.

    Siamo d'accordo allora, disse il primo. Annuirono tutti. Il nome in codice sarà Scomparsa più la data.

    Capitolo Uno

    La partita

    Può essere che fosse tutto così semplice poi...

    Il testo scricchiolava dalla radio. Sorrise. Beh, non un sorriso genuino, più una sistemazione cinica dei denti in una smorfia. Controllò lo specchietto, la macchina era ancora lì, tre erano dietro e nella corsia esterna. Il semaforo diventò verde, e avanzò lentamente. Di sicuro gli stavano addosso. Non essere paranoico, come potrebbero stargli addosso? Pensava che le sue risposte e le sue spiegazioni fossero state sufficienti, ma, forse, non stavano seguendo tutti quelli collegati? Deve essere costato una fortuna in risorse, pensò con un'altra smorfia nello specchietto. C'era sempre il pericolo che avesse frainteso o avesse fatto un errore. Rientrò e si fermò nel più vicino spazio e andò al distributore automatico. Anche l'automobile seguente si era fermata, lo stava decisamente seguendo. Liquidità, estratto conto, tutto normale, il denaro era lì. Agenti immobiliari e prendi le chiavi per il nuovo attico. Vaga per la strada ed entra al bar; caffè normale con un cornetto alle mandorle e un posto vicino la finestra. Guardava gli spettatori nonostante stesse esaminando il quotidiano. Le notizie in terza pagina, scorrevano lentamente, poiché le ultime notizie sulla politica o disastri prendevano posto nei titoli di prima pagina...fino alla successiva. Adesso la quarta, che conoscevano, ogni con titoli per un periodo adeguato, poi si dissolvevano, proprio come le prove. Nessuna fuga di notizie secondo il quotidiano. Allora perché erano fuori, due di loro in modo non molto discreto? Probabilmente volevano provare a indurlo ad errore; creare un momento che avrebbe permesso loro di fare carriera. Nessuna possibilità, nessun errore, era su una lista, questo è quanto. Dai tempo; fai come sempre e lascia che si annoino. Fa' che le risorse esauriscano; fino alla prossima volta.

    Bianco, maschio, un metro e ottanta, capelli scuri, lunghi fino alle spalle, vestito... rise da solo, come se i vestiti rimanessero gli stessi. OK era bianco, un metro e ottanta cinque; i suoi capelli biondi dovrebbero escluderlo. Era un taglio corto, facile da lavare, non asciugati, aveva detto la sua squadra quando aveva fatto il primo taglio corto. Erano stati scuri quindi. È iniziato molto tempo fa quindi, questione di anni? No, era prima. Destino, forse era sempre stato destinato a farlo. OK, quando allora? A scuola quando ha iniziato a seguire quella ragazza l'anno precedente, qual era il suo nome? Angie, sì Angie, l'aveva seguita ovunque per diverse settimane nonostante le lezioni. Non se n'era mai accorta, anche se lui era a casa di lei, a due isolati dalla propria. Aveva quattordici anni. Ricordi. Questo era il titolo della canzone. Ora sapeva che l'avrebbe avuta in testa tutto il giorno.

    Quindi, perché l'attenzione per i due nella macchina? Un semplice controllo, interrogatorio, alla ricerca di un varco... Capiva il metodo.

    Era il momento della partita, la folla aumentava sul marciapiede. Lasciò il negozio e camminò fino al campo. Mostrò la sua tessera di iscrizione e entrò alla fermata Oval alle dieci e quarantacinque per un giorno di osservazione, senza dimenticare, la comodità della folla. Come si era arrivati a questo? Giocava al ‘Cosa succederebbe se...’ con sé stesso. I ‘Cosa succederebbe se...’ erano sempre molto negativi. Non poteva farne a meno. Quella era l'ultima risposta. Un applauso cortese attorno al campo, un'azione alla quale si unì e poi ritornò ai suoi pensieri. Due uomini entrarono per visionare la fila di posti mentre andavano verso di lui. Stai calmo e concentrato sulla partita.

    Salve Signore, abbiamo solo un paio di domande, Il tipo basso, con gli occhi piccoli, sergente qualcosa, o altro.

    Come diavolo avete fatto a rintracciarmi? Fingendo di non sapere di essere seguito, non troppo fiducioso, tranquillo del fatto che non sapessero niente; stavano solo facendo domande, sperando in una pausa.

    "Ha detto di essere stato qui il 15, signore?

    Sì, era una partita serale.

    Qual è stato il risultato? disse quello alto, l'Assistente Capo, DC, Grahams.

    La partita è stata interrotta per la pioggia, calcolo Duckworth Lewis. Duckworth Lewis era un metodo per calcolare i punti necessari quando il maltempo influenzava le partite di cricket.

    E cosa hai fatto poi?

    Ho bevuto qualcosa al bar riservato ai membri, poi ho chiacchierato con un po' di gente e poi sono tornato a casa, lievemente esasperato.

    E che ore erano? Sergente... Rutledge, era lui.

    Circa le undici, sono tornato verso mezzanotte.

    E cosa ci dice prima della partita, cosa stava facendo allora? Una valida coppia, alternando domande come una coppia televisiva.

    Quando esattamente?

    Raccontaci tutta la giornata.

    Loro erano molto diversi nell'aspetto, ma stavano convergendo in un'unica entità. Qual era il film? Schwarzenegger e De-Vito in I Gemelli? Quasi leggevano uno nella mente dell'altro, finendo ognuno le frasi dell'altro fuse insieme come una somma superiore alle parti, una squadra. Era da tanto tempo che non faceva parte di una squadra. Stava perdendo lucidità. Aveva bisogno di concentrarsi. Uno degli altri membri nella tribuna chiese loro di sedersi dal momento che stavano bloccando la visuale. Il Sergente gli lanciò uno sguardo fulminante, ma sapeva che stava attirando l'attenzione dei camerieri e degli altri membri.

    C'è un posto più tranquillo dove possiamo andare?

    Guardi Sovrintendente, le ho già detto cosa ho fatto quel giorno, sono qui per guardare la partita, forse potremmo incontrarci in un altro momento, più opportuno. Aggiunse un sorriso compiacente e prese la sua agenda dalla tasca sinistra della giacca.

    Va bene, rimaniamo in contatto, se abbiamo bisogno di porre qualsiasi altra domanda.

    Uscirono senza voltarsi indietro, probabilmente per continuare la loro sorveglianza da un altro punto o, più verosimilmente, per concentrarsi su un altro potenziale obiettivo.

    Gli andò incontro uno dei camerieri. Sta bene Signor Slater? Chi erano quei... quei signori?

    Quello, Henry era la polizia. Niente di cui preoccuparsi. Mi dispiace abbiano disturbato gli altri membri.

    Henry gli andò a prendere un drink prima di pranzo. Ritornò al gioco e ai suoi pensieri. Cosa possono avere? Telecamere di sorveglianza forse, ma potrebbero non mostrare molto. Il tassista lo aveva lasciato alla partita, un errore; un errore superficiale, troppo vicino a un camioncino, e una via di ritorno diretta a casa. Avrebbe dovuto cambiare. Avrebbero cercato un altro tassista. Invece lo avevano preso vicino Kennington Oval, ma anche vicino alla fermata di metro Vauxhall nel momento in cui la ragazza era scomparsa. Superficiale, non poteva essere nuovamente superficiale.

    Capitolo due

    I Gemelli

    Il sovrintendente James Rutledge e l’assistente capo David Grahams formavano una bella squadra. Insieme avevano circa venti anni di esperienza e ognuno di loro aveva lavorato tre anni per la squadra dell’ispettore Jack Hooper.

    C’è qualcosa che non va in lui, Dave.

    Capisco cosa vuoi dire, ma ha controllato e andava bene, finora.

    Ha la giusta altezza, stazza e colore.

    Però capelli diversi.

    Dobbiamo controllare l’alibi e il Signor Slater con più attenzione. Prova a raggiungere il tassista per essere più precisi oppure trova un altro testimone dalla metropolitana. Tu torna alla base. Io rimango qui.

    E la ragazza?

    OK controlla ancora i suoi spostamenti, vedi se si vede qualcun altro dalla videosorveglianza della metro, e vedi dove c’è qualche altra telecamera. Ci deve essere qualche altra zona controllata. Quanti ne abbiamo visti?

    Sulla metro?

    Cinque, due erano neri, che sono passati in secondo piano per la descrizione precedente, il vecchio Potter, e ne rimangono due. Uno potrebbe essere Slater e poi il Signor X.

    Novità dalla squadra di Tom sul Signor X? Il sovrintendente John Drinkwater guidava la seconda squadra che lavorava per Hooper.

    Non hanno riferito niente, ma sembrava troppo basso nelle telecamere.

    OK, continueremo con Slater.

    Sorveglianza?

    Solo quando avremo tempo, inizieremo con quel cameriere dopo il pranzo, penso che si debba fissare l'appuntamento per Slater.

    Capitolo tre

    Notte in città

    Quattro, diceva il giornale. Se solo sapessero. Tornò al suo diario. Le ragazze assieme gli altri. Non si prese la briga di contarli. Era strano che gli uomini-obiettivo non avessero attirato l'attenzione, e non fossero stati connessi alla stampa. Chi lo aveva fatto trapelare e perché? Vere e proprie missioni come le chiamava lui, più delle prove tecniche. Tutto memorizzato nell'agenza, se conoscevi la chiave. Sbloccare porte e svelare segreti, gli tornò in mente il Professor Reginald Gabbins; la sua sciatta giacca in tweed e i suoi occhiali spessi; la sua facilità con i numeri e le cifre. Gabbins voleva svelare segreti, mentre lui li voleva nascondere; Gabbins era morto adesso, e il suo più grande segreto se ne andò con lui. Poteva considerarla anche la sua missione? Forse era una missione secondaria, di successo, ma non l'evento principale. Otto anni dalla prima volta, come era diventato? Un mostro, un dissennato? Erano facili titoli di giornale con i quali etichettarlo. Come sarebbero i titoli se sapessero realmente? Cos'era che lo aveva fatto diventare così? Lascia stare, assaporati il momento. Pianifichiamo la mossa successiva. Quando? Qualche settimana, almeno, fuori dal paese, un altro viaggio di studio dovrebbe coprirlo. Di quanto tempo aveva bisogno? Forse due o tre settimane, forse un mese, dipende dalle azioni del bersaglio. La sua mente correva con trepidazione, iniziando già a fantasticare sull'appassionante atto conclusivo.

    Arrivò il pranzo e andò in un'atmosfera rilassata di conoscenti quasi dimenticati e di chiacchiere sui più bei punti del gioco. Il pomeriggio passò velocemente. Seguì la partita con molta attenzione, i pensieri più scuri messi da parte. Fine della partita, e si indirizzava verso la sua macchina, nessun segno dei gemelli. Tornò a casa, e parcheggiò. Si cambiò, e poi prese un taxi verso la zona di Covent Garden. Nessuna fila fino a dove riusciva a vedere. Il tempo di qualcosa per cena, e poi, pensò, forse una passeggiata un paio di locali notturni, ammirando donne da lontano. Non il suo prossimo obiettivo. Nessuna traccia, nessun segno, nessuna testimonianza, pianificazione pratica ed esecuzione. Tornavano alla mente le istruzioni SMEAC – Situazione, Missione, Esecuzione, Alcune domande, Controllo della comprensione. La completa strategia di obiettivi, tattica e missioni. Sì, missione era la parola giusta.

    Al secondo bar della serata, lei stava seduta su uno sgabello aspettando qualcuno. Si voltò speranzosa appena lui oltrepassò la porta. Era palese la delusione incisa sul suo volto. Le ricordava una missione precedente; capelli, altezza e aspetto simili. Mascherò la delusione con un sorriso, lui ricambiò il sorriso e andò in fondo al bancone ordinando un gin tonic. Mentre giocava con il drink, le lanciava di tanto in tanto uno sguardo dallo specchio del bancone. Piacevole, il tipo. La porta si aprì e si notava ancora la delusione del suo sguardo. Sorseggiò il suo drink. Qualcosa con la Coca Cola nel tumbler. Il ricordo della missione si armonizzava con la realtà davanti ai suoi occhi. Lei notò che la stava guardando allo specchio; lui sorrise, il suo sorriso smagliante e non quella smorfia usata nello specchietto della macchina. Mosse verso di lei il bicchiere come se le stesse offrendo da bere; lei scosse la testa sollevando il suo bicchiere quasi pieno, ricambiando in parte il sorriso. Controllò il suo orologio. La sua camicetta rossa aperta al collo mostrava un accenno alla scollatura oltre il secondo bottone. Indossava una catenina d'oro attorno al collo, con un piccolo pendente che scendeva sulla camicetta; una gonna beige lunga fino alle ginocchia che coprono le gambe con sandali alti con cinturino. Carina. Nella missione, il suo aspetto sarebbe stato più magro e con capelli più lunghi e più biondi, ma la somiglianza era impressionante. Avrebbero potuto essere gemelle. Sorrise del ricordo del fascino dell'altra gemella dal campo precedente. La porta si aprì nuovamente; e ancora delusione. Prese un cellulare dalla pochette, chiamò un numero, ma nessuna risposta. Si alzò per andarsene, con sguardo fisso.

    Se l'offerta è ancora valida, accetto quel drink, disse appena le passò vicino per andare via. Si fermò e sorrise.

    Certo, cosa le piacerebbe? Chiamò il barman e si sedette accanto a lei. Notò le sue unghie. Lunghezza media e smaltate. Veniva chiamata French manicure.

    Piacere, Jess, disse, porgendo la mano con un bellissimo sorriso luminoso e un leggero lucidalabbra.

    Mike, rammentò velocemente. La sua stretta di mano era decisa, non soffice, anche se la mano di lei lo era. Non voleva lasciarla andare.

    Davvero? Sembro circondata dai Mike.

    Come vorresti che mi chiamassi?

    Oh non so, forse Tom o ... Harry. Il cognome fu sbiascicato leggermente, era un po' allegrotta e stava proprio flirtando. La sua mano sinistra non aveva anelli. Fece quella cosa di smuovere i capelli che gli esperti del linguaggio corporeo avrebbero dato per un segnale di interesse certo. Aveva sempre pensato che fosse solo un modo per spostare i capelli. Stava flirtando.

    Perché così tanti Mike? chiese, appena arrivarono i drink e pagò il barman. Abbassò un po' lo sguardo, aveva toccato un nervo scoperto.

    Oh mio fratello, mio padre, il mio...

    Fidanzato? la interruppe.

    Nessun fidanzato, un fratello e una persona inaffidabile, a dire il vero Più nervi scoperti.

    Cosa fai nella vita? chiese. No, lasciami indovinar, PR o nell'editoria?

    Rise, era molto meglio, No, Sono una spia per una potenza straniera segreta. Flirtava sempre di più-

    Davvero, non pensavo ci fossero altre potenze straniere segrete?

    Solo questa, e sono la sua spia migliore.

    Ah, questo significa che sono in un imminente pericolo?

    Certo, ma ti proteggo io.

    I drink erano quasi finiti. Un altro? Controllò il suo orologio; il suo viso mostrò disappunto. Questo breve intervallo si stava trasformando in un affettuoso ricordo, senza ulteriori azioni.

    No, grazie, dovrei tornare a casa.

    Posso prenderti un taxi?

    No, andrò a piedi fino al treno.

    Potrei scortarti io? Provò a farlo sembrare informale, mentre lo mascherava da proposta formale con un inchino galante.

    Lei rise, esitò, considerò le opzioni. Beh, grazie Signor Michael, ne sarei onorata. Lasciarono il bar; le porse il braccio e lei lo prese. Poteva sentire il suo profumo. Appena si spostarono verso la stazione gli cadde l'occhio, incapace di impedire ai suoi occhi di focalizzarsi sul secondo bottone della camicetta. Un accenno di intimo nero, e un rigonfiamento prima che la guardasse. Si fermò e lei si voltò verso di lui. Lei alzò la bocca verso la sua, un bacio, a labbra socchiuse, al sapore di lucidalabbra e brandy e cola dal suo cocktail. Poi si allontanò. È stato bello e penso che adesso... Lui le restituì il bacio, questa volta prendendole il capo con la mano destra mentre la sinistra era sulla cintura della gonna. La mano destra di lei scivolò dentro la giacca sui fianchi dell'uomo cingendogli la vita. Per quanto riguarda il taxi, disse appena si allontanarono le labbra. La sua mano era ancora lì. Le lasciò il capo, ma abbassò la mano sinistra sul suo fianco. L'uomo ne fermò uno che stava passando.

    Per dove?

    Cranmer Road, Numero 23.

    Non poteva essere; troppo per una coincidenza. Gli partì il cuore, doveva fermarlo. Era troppo pericoloso. Non devono esserci collegamenti. Salì lo stesso accanto a lei sul taxi. Si avvicinò a lui, e spostò la mano di lui sul proprio ginocchio.

    Non dovrei farlo, sospirò lei.

    Perché, cosa stiamo facendo?

    Si chinò di nuovo su di lui offrendogli le labbra e spingendo la sua mano su per la gamba. Le restituì il bacio mentre provava a controllare la propria testa che non smetteva di fantasticare. Come fare, devo rimanere calmo. Pensa. Quando è stato, cinque anni? No, sei. Avrebbe dovuto controllare al sua agenda per essere sicuro, ma non adesso, non quando poteva sentire la lingua di lei sui suoi denti. Il telefono di lei squillò e si allontanò lentamente con un mezzo sorriso sognante. Guardò il nome della persona che chiamava.

    Rispose Jess, seguì un lungo discorso dall'interlocutore, ma non riusciva a sentire. No, sto bene, sono in compagnia. No, nessuno di tua conoscenza. Lo guardò e strinse la mano di lui sulla sua coscia. Lo farò, ciao. Terminò la chiamata.

    Lasciami indovinare, disse, un altro Mike?

    Sei troppo bravo ad indovinare, rise e adagiò la sua testa sulle spalle di lui. Mosse la mano di lui più in alto. Abbassò lo sguardo; poteva vedere gran parte della sua coscia adesso e la sua mano era sotto la sua gonna. Le sue cosce erano di velluto. Cosa stava facendo qui? Era folle. Doveva fermarsi prima che la situazione fosse compromessa, la missione fosse compromessa. Il taxi girò sulla strada. Sembrava familiare. La casa sembrava familiare. I ricordi erano lì. La porta era di un colore diverso, le finestre erano diverse, ma era la stessa casa. Non doveva entrare, ma sapeva che l'avrebbe fatto. Ti piacerebbe entrare per bere qualcosa e... Smise di parlare con sorriso ammiccante. Lui pagò il taxi e la seguì sui due gradini difronte il portone. Aveva già preso le chiavi dalla borsetta. Aprì il portone e lui entrò nell'area operativa di destinazione.

    Fermati, fermati ora pensò.

    Lei chiuse la porta dietro di lui, e poi lo spinse contro la porta. Il suo bacio era elettrico. Fece un passo indietro da lui e, guardandolo dritto negli occhi, sbottonò la camicetta affinché rimanesse aperta. Sbottonò la gonna, e gettò via i sandali. Poi si fece avanti e lo baciò di nuovo. Appena iniziò ad esplorare con la mano la sua schiena, lei si allontanò e, scalza, si indirizzò verso la prima porta a sinistra della cucina. Lui seguì in una stanza open space riorganizzata con un piccolo tavolo da pranzo rotondo. Non come prima. Stava cercando in una credenza una bottiglia e due bicchieri. La struttura era simile, ma diversa, la sua mente correva a riorganizzare la struttura dei suoi ricordi. Corridoio, cucina, sala da pranzo, salotto, un altro salottino nell'altro corridoio, un piccolo bagno, la porta del giardino sul retro, poi le scale al piano di sopra, tre stanze da letto e un altro bagno. Scricchiolò il quarto gradino.

    Gli versò da bere e fece segno di sedersi sul sofà. E così fece, togliendosi la giacca. Lei sorrise, e si sedette accanto a lui accavallando le gambe scoperte mentre si appoggiava a lui per un altro bacio più lento. I drink erano disposti sul pavimento, lei si distese sul sofà come un gatto. La sua testa discese fino al suo ventre e lo guardò. Gli abbassò il volto per un altro bacio. La camicetta si era slacciata, mostrando il suo busto e l'intimo nero. Le accarezzò i contorni del ventre con i polpastrelli. Le sue dita seguivano i contorni dei suoi slip neri prima di salire per accarezzarle il seno mentre la baciava. Si riuscì a calmare e prendendo la sua mano lo spinse verso il corridoio e su per le scale. Il quarto gradino scricchiolò nuovamente.

    L'orologio digitale segnava le tre e mezza del mattino quando sentì lo scricchiolio. Sentì la gamba di lei contro la sua. Il braccio di lei era sulla sua pancia e il suo respiro era profondo. Era in allerta adesso che aveva sentito lo scricchiolio. Si era mosso per allontanarsi da lei. Rotolò dall'altro lato, la schiena di profilo verso di lui, rimanendo incastrata tra le lenzuola. Scese dal letto sul pavimento sentendo il movimento fuori dalla porta della stanza da letto, che era solo socchiusa. Ci fu un tintinnio come quello della cintura dei suoi pantaloni dove è stata buttata prima. Si fece silenziosamente strada fino al muro adiacente alla porta. Col battito cardiaco accelerato, pieno di adrenalina, si alzò lentamente in piedi pronto a prendere a pugni. Quanti sono lì fuori? Si sforzò di sentire e distinguere i movimenti del piede, il respiro, qualche rumore metallico che indicavano un attacco. Esitò un po' fuori dalla porta e poi...

    Dannazione Jess, la voce di un giovane uomo. Un'altra esitazione, la luce del bagno si accese, Jess si mosse. Lui iniziò a raccogliere i suoi vestiti ma doveva raggiungere il salone, illuminato dalla luce proveniente dalla parte bassa della porta del bagno, per raccogliere i suoi pantaloni e la sua maglietta. Era lì che lei glieli aveva strappati di dosso. Si mosse. Nella penombra poteva vedere il suo corpo avvolto dal lenzuolo, dal quale fuoriusciva il seno sinistro. Il desiderio si impossessò di lui.

    Mmmmike, pensava di averla sentita mormorare. Tornò al suo fianco, le carezzò la spalla e la coprì con il lenzuolo, e si alzò nuovamente con riluttanza. Finì di raccogliere i suoi vestiti. Sentì lo scarico del bagno e esitò ancora, prima che i passi arrivassero in un'altra stanza. Avvertì qualcuno che si buttava sul letto. Il buio, il silenzio: i suoi amici stavano tornando. Scese furtivamente al piano inferiore, camminando sulla camicetta rossa e il reggiseno nero; evitò il quarto gradino. Si vestì nel salotto dove raccolse la giacca e controllò le tasche; era tutto a posto. Trovò il cellulare di lei e annotò il numero. Su un pezzo di carta, scrisse rapidamente un appunto.

    Jess, ti chiamo io, M.

    Andò verso la porta di ingresso, sorridendo a sé stesso mentre osservava i vestiti a terra. Altri ricordi da conservare. Lasciò la casa per la seconda volta.

    Capitolo Quattro

    Un rapporto occasionale?

    Jess si svegliò lentamente. Guardò l'orologio. Le sei e mezza. Realizzò che se n'era andato e si appoggiò alla testiera del letto. Dannazione, un rapporto occasionale, come aveva potuto far sì che succedesse? Niente preservativi, cosa stava pensando? Sentiva il desiderio in tutti i punti giusti e sorrise al ricordo di lui che la toccava, di lei che lo toccava, dei suoi muscoli, della sua forza. Non aveva un numero, o un cognome. Che sorriso. Si arrabbiò, doveva darsi una controllata, una ragazza dovrebbe avere più controllo. Si alzò prima che suonasse la sveglia, vedendo la devastazione della stanza. Si

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