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Anthropotes: Discernimento, eredità, tradizione (2022) (Vol. 1-2)
Anthropotes: Discernimento, eredità, tradizione (2022) (Vol. 1-2)
Anthropotes: Discernimento, eredità, tradizione (2022) (Vol. 1-2)
E-book331 pagine4 ore

Anthropotes: Discernimento, eredità, tradizione (2022) (Vol. 1-2)

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Info su questo ebook

Rivista ufficiale del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia.

In questo numero:
In memoriam – Francesco D’Agostino
Nota editoriale
Saggi
- P.D. Guenzi, Lo stile cristiano del discernimento e le sue pratiche / The Christian style of discernment and its practices
- L. Pedroli, Il discernimento come stile del discepolo e della comunità di Gesù. Un’analisi teologico-biblica / Discernment as a style of the disciple and community of Jesus: a theological-biblical analysis
- A. Bozzolo SDB, «Motivazioni che conferiscono possibilità reali di stabilità» (AL 209, cfr. 205-211): la pratica del discernimento per riconoscere la consistenza del legame di coppia / «Motivations that confer real possibilities of stability» (AL 209, cf. 205-211): the practice of discernment to recognize the consistency of the couple bond
- L. Bressan, «Non basta inserire una generica preoccupazione per la famiglia nei grandi progetti pastorali» (AL 200): la pratica del discernimento e la formazione degli operatori / «It is not enough to include a general concern for the family in major pastoral projects» (AL 200): the practice of discernment and the formation of workers
- G. Routhier, Communauté chrétienne et discernement: question ecclésiologique et dimension pastorale / Christian community and discernment: ecclesiological question and pastoral dimension
- F. Aschieri – C. Augello – A. Calabrò, Assessment Terapeutico di coppia: la pratica del discernimento nel tempo difficile della prova / Therapeutic Assessment: the practice of discernment in the difficult time of trial
- D. Simeone, «Generare nel figlio, con molto amore, processi di maturazione della sua libertà»: la pratica del discernimento nell’educazione dei figli (AL 261) / «Generate in the child, lovingly, processes of maturation of his freedom»: the practice of discernment in the education of children (AL 261)
- G.C. Pagazzi, La tradizione: eredità che promuove/ Tradition: transmitting to generate
- D. Scaiola, Il processo di ri-lettura e ri-scrittura nella e della Bibbia: l’eredità come premessa e promessa / The Process of Re-reading and Re-writing in the Bible: Heritage as a Premise and a Promise
- L. Paris, L’erede di tutte le cose. La forma tradizionale della verità cristiana / Christ, the Heir of All Things: The Traditional Form of Christian Truth
- R. Iafrate, Memoria e dimenticanza: polarità necessaria tra le generazioni, nella famiglia e nella società / Memory and Forgetfulness: The Necessary Polarity between Generations, in the Family and in Society
- A. Dall’Asta SJ, Il processo artistico come stile di “tradizione” / The Artistic Process as Styles of “Tradition”
- Ph. Bordeyne, L’educazione familiare in Amoris laetitia. Un modello per pensare l’attuazione della tradizione ecclesiale / Familial Tradition in Amoris laetitia: An Ecclesiological Model?
- S. Kampowski, Midlife: A Time of Crisis, a Time for Generativity
- P. Triani, L’età di mezzo: spunti ecclesiali a partire dalle pratiche / The Midlife: Gleaning Ecclesial Insights from Practices
- S. Morra, Oltre il pubblico e il privato. Famiglia, chiesa e società nello spazio del comune / Beyond public and private. Family, Church and Society in the Space of the Common
- M. Neri, La famiglia tra Amoris laetitia e Fratelli tutti: il sociale e i corpi intermedi / The family between Amoris laetitia and Fratelli tutti: the social and intermediate bodies
LinguaItaliano
Data di uscita13 giu 2022
ISBN9788838252501
Anthropotes: Discernimento, eredità, tradizione (2022) (Vol. 1-2)

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    Anteprima del libro

    Anthropotes - Gabriella Gambino

    AA.VV.

    Anthropotes 2022 / XXXVIII / 1-2

    Discernimento, eredità, tradizione

    Anthropotes Rivista ufficiale del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia

    Direttore Scientifico:

    Philippe Bordeyne

    Comitato Scientifico:

    Stefano Biancu (Roma); Brice Bini (Abidjan); Carla Canullo (Macerata); Catherine Fino (Paris); Paolo Gherri (Roma); Pier Davide Guenzi (Roma); Martin McKeever (Roma); Shaji George Kochuthara (Bangalore); Maria Clara Lucchetti Bingemer (Rio de Janeiro); Jean-Luc Marion (Paris); Philipp Müller (Mainz); Sigrid Müller (Wien); Riccardo Prandini (Bologna); Nicola Reali (Roma); Giovanni Salmeri (Roma); Lisa Sowle Cahill (Boston); Catherine Ternynck (Lille).

    Direttore Editoriale:

    Gilfredo Marengo

    Segreteria di Redazione

    Eleonora Stefanyan

    Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II

    Piazza San Giovanni in Laterano, 4 – 00120 Città del Vaticano

    Tel.: +39 06698 95 542 - Fax: +39 06698 86 103

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    Internet: http://www.istitutogp2.it/anthropotes.htm

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    Un fascicolo 18,00 € (Estero 28,00 €)

    Annata arretrata 60,00 € (Estero 98,00 €)

    La Rivista ha periodicità quadrimestrale.

    L’abbonamento decorre dal 1° gennaio di ogni anno. Gli abbonamenti che non saranno disdetti entro il 31 dicembre di ciascun anno si intendono tacitamente rinnovati per l’anno successivo.

    I fascicoli non pervenuti all’abbonato devono essere reclamati presso l’Ufficio Abbonamenti entro 15 giorni dal ricevimento del fascicolo successivo.

    Gli articoli pubblicati sui fascicoli della rivista Anthropotes sono sottoposti a doppio referaggio cieco. La documentazione resta agli atti. Per consulenze specifiche, ci si avvale anche di professori esterni al Comitato scientifico.

    Cambi: Biblioteca. Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II

    Piazza San Giovanni in Laterano, 4 – 00120 Città del Vaticano

    Tel.: +39 06698 95 698 - Fax: +39 06698 86 103

    E-mail: biblioteca@istitutogp2.it

    © 2022 Edizioni Studium

    ISBN edizione cartacea 978-88-382-5228-0

    ISBN edizione digitale 978-88-382-5250-1

    ISSN 1120-2874

    ISBN: 9788838252501

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Indice dei contenuti

    In memoriam ‒ Francesco D’Agostino

    DISCERNIMENTO, EREDITÀ, TRADIZIONE

    SAGGI

    Lo stile cristiano del discernimento e le sue pratiche - The Christian style of discernment and its practices

    1. AMORIS LAETITIA: UN PROLUNGATO E DIFFUSO DISCERNIMENTO IN ATTO

    2. LA CHIAVE DELL’INTER- E TRANS-DISCIPLINARITÀ: DA AMORIS LAETITIA A VERITATIS GAUDIUM

    Il discernimento come stile del discepolo e della comunità di Gesù. Un’analisi teologico-biblica - Discernment as a style of the disciple and community of Jesus: a theological-biblical analysis

    1. PREMESSA

    2. L’APPROCCIO SAPIENZIALE, COME DINAMICA ESSENZIALE

    3. IL PROTAGONISTA DEL DISCERNIMENTO

    4. NEL CONFRONTO CON LA REALTÀ L’UOMO ENTRA IN CRISI

    5. CONCLUSIONE

    «Motivazioni che conferiscono possibilità reali di stabilità» (AL 209, cfr. 205-211): la pratica del discernimento per riconoscere la consistenza del legame di coppia - «Motivations that confer real possibilities of stability» (AL 209, cf. 205-211): the practice of discernment to recognize the consistency of the couple bond

    1. IL DESIDERIO E LE MOTIVAZIONI

    2. LA COPPIA E L’ALLEANZA CONIUGALE

    3. IL SACRAMENTO E LA FEDE

    «Non basta inserire una generica preoccupazione per la famiglia nei grandi progetti pastorali» (AL 200): la pratica del discernimento e la formazione degli operatori - «It is not enough to include a general concern for the family in major pastoral projects» (AL 200): the practice of discernment and the formation of workers

    1. ASCOLTARE LE STRATEGIE DELLO SPIRITO

    2. FARE ESPERIENZA DI UNA CHIESA CHE CAMBIA

    3. LA FAMIGLIA, CHIESA DOMESTICA

    4. LA FORZA DELL’ANALOGIA PER LA RIFORMA DELLA CHIESA

    5. DAL DISCERNIMENTO ALLA FORMAZIONE

    Communauté chrétienne et discernement: question ecclésiologique et dimension pastorale Christian community and discernment: ecclesiological question and pastoral dimension

    1. LE PEUPLE DE DIEU COMME HORIZON

    2. ENTRER DANS UN PROCESSUS DE DISCERNEMENT

    CONCLUSION

    Assessment Terapeutico di coppia: la pratica del discernimento nel tempo difficile della prova - Therapeutic Assessment: the practice of discernment in the difficult time of trial

    1. INTRODUZIONE

    2. LA COPPIA DI FRONTE ALLA CRISI

    3. IL CENTRO EUROPEO PER L’ASSESSMENT TERAPEUTICO

    4. L’ASSESSMENT TERAPEUTICO DI COPPIA COME OPPORTUNITÀ DI DISCERNIMENTO

    5. CONCLUSIONI

    BIBLIOGRAFIA

    «Generare nel figlio, con molto amore, processi di maturazione della sua libertà»: la pratica del discernimento nell’educazione dei figli (AL 261) - «Generate in the child, lovingly, processes of maturation of his freedom»: the practice of discernment in the education of children (AL 261)

    1. IL DONO DELL’EDUCAZIONE

    2. LA RESPONSABILITÀ EDUCATIVA DEI GENITORI

    3. LA PRATICA DEL DISCERNIMENTO

    4. LO STILE EDUCATIVO GENITORIALE

    5. CONCLUSIONI

    La tradizione: eredità che promuove - Tradition: transmitting to generate

    Il processo di ri-lettura e ri-scrittura nella e della Bibbia: l’eredità come premessa e promessa - The Process of Re-reading and Re-writing in the Bible: Heritage as a Premise and a Promise

    PREMESSE

    1. IL QUADRO TEORICO DI RIFERIMENTO: LA TERMINOLOGIA

    2. LA POSTA IN GIOCO DI TIPO TEOLOGICO

    3. ESEMPI DI RI-LETTURA E DI RI-SCRITTURA NELLA E DELLA BIBBIA

    4. CONCLUSIONE E APERTURA

    L’erede di tutte le cose. La forma tradizionale della verità cristiana - Christ, the Heir of All Things: The Traditional Form of Christian Truth

    1. IL CONCETTO

    2. TRE MOMENTI DELLA DINAMICA EREDITARIA

    3. L’EREDE E LO SPIRITO

    Memoria e dimenticanza: polarità necessaria tra le generazioni, nella famiglia e nella società - Memory and Forgetfulness: The Necessary Polarity between Generations, in the Family and in Society

    IN CONCLUSIONE

    Il processo artistico come stile di «tradizione» - The Artistic Process as Styles of Tradition

    1. IMMAGINE COME TESTIMONIANZA

    2. INCARNAZIONE: RAPPRESENTAZIONE IN IMMAGINI

    3. RAPPRESENTAZIONE

    4. LE ESPERIENZE DEI PRIMI SECOLI: LA TRADIZIONE ORIENTALE

    5. LA TRADIZIONE OCCIDENTALE: IL RINASCIMENTO

    6. LA VISIONE MODERNA DELL’IMMAGINE: IGNAZIO DI LOYOLA

    7. ROTTURA GIÀ PRESENTE NEL FILIOQUE?

    8. ROTTURA DELLA TRADIZIONE: LA CONTEMPORANEITÀ

    9. SMARRIMENTO DELLA CHIESA

    L’educazione familiare in Amoris laetitia. Un modello per pensare l’attuazione della tradizione ecclesiale - Familial Tradition in Amoris laetitia: An Ecclesiological Model?

    1. L’EDUCAZIONE RICHIEDE UMILTÀ E RECIPROCITÀ NEL TEMPO

    2. RECIPROCITÀ TRA LA FUNZIONE EDUCATIVA DELLE FAMIGLIE E QUELLA DELLA TRASMISSIONE NELLA CHIESA

    3. PRATICHE LITURGICHE CHE FORMANO I BATTEZZATI ALLA RECIPROCITÀ NELLA TRADIZIONE ECCLESIALE

    Midlife: A Time of Crisis, a Time for Generativity

    1. LIFESPAN OR LIFE CYCLE?

    2. THE MIDLIFE CRISIS – OR HITTING THE BOTTOM OF THE U-CURVE

    3. THE CRISIS FROM THE LIFESPAN PERSPECTIVE

    4. THE CRISIS FROM THE LIFE CYCLE PERSPECTIVE

    L’età di mezzo: spunti ecclesiali a partire dalle pratiche - The Midlife: Gleaning Ecclesial Insights from Practices

    1. LA CONDIZIONE ESISTENZIALE DELL’ETÀ DI MEZZO

    2. LA DINAMICA FORMATIVA DELL’ADULTO

    3. ALCUNE POSSIBILI LINEE DI LAVORO

    Oltre il pubblico e il privato. Famiglia, chiesa e società nello spazio del comune - Beyond public and private. Family, Church and Society in the Space of the Common

    1. METAMORFOSI DELLE CONVIVENZE

    2. LO SGUARDO DELLA TEOLOGIA: LA CURA DEL COMUNE

    3. FORME DI CHIESA

    4. LA CITTÀ, VERIFICA DELLA GENERATIVITÀ

    5. QUATTRO PISTE DI LAVORO

    La famiglia tra Amoris laetitia e Fratelli tutti: il sociale e i corpi intermedi - The family between Amoris laetitia and Fratelli tutti: the social and intermediate bodies

    1. AMORE E FEDELTÀ

    2. DIRITTO E AMORE

    3. CORPI INTERMEDI

    In memoriam ‒ Francesco D’Agostino

    GABRIELLA GAMBINO*

    * Sottosegretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, Vaticano, e Docente presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, Roma.

    «Questo è il vostro errore: che pretendiate di far consistere la grazia di Cristo nel Suo esempio e non nel dono della Sua persona».

    Questa frase di Sant’Agostino, rinvenibile nell’opera Contra Iulianum Pelagium, era incorniciata in un piccolo quadro alle spalle della poltrona di Francesco D’Agostino nel suo studio di Tor Vergata. È soprattutto così che lo ricordo: con quella frase così importante dietro di lui, quasi lo investisse di un ruolo che andava ben oltre il suo essere un maestro di filosofia del diritto e bioetica. In un’università statale e laica quale è Tor Vergata, ai miei occhi, quella situazione così particolare non poteva passare inosservata.

    Per ben diciotto anni, ogni volta che entravo in quello studio e mi sedevo di fonte a lui, in mezzo ai libri che ci circondavano ovunque (sulla scrivania, sulle librerie, per terra, appoggiati sulle sedie e sui piccoli scaffali improvvisati per cercare di fare ordine), si innescava con il professore un dialogo straordinario e assolutamente imprevedibile, che partendo dalla concretezza della realtà quotidiana, incominciava regolarmente con una domanda: ha letto i giornali questa mattina? Una domanda pazzesca per una giovane mamma con uno, due e poi 5 figli piccoli da gestire, sistemare e abbracciare ogni giorno prima di correre all’università. Eppure, grazie a Francesco ho presto capito che, qualunque fosse la mia condizione, la conoscenza della realtà che mi circondava avrebbe dovuto essere il punto di partenza per ogni mia ulteriore e possibile conoscenza del reale e dell’esistenza umana.

    Così il nostro incredibile dialogo, spaziando dalle questioni accademiche del giorno su cui riflettere insieme, si soffermava poi sul suo costante interessamento per il mio impegno e le mie eventuali difficoltà nel gestire l’armonizzazione tra la mia numerosa famiglia e il lavoro universitario, giungendo fino all’ultima questione di bioetica che aveva letto sul quotidiano del mattino: su quel tema impostava anche le sue lezioni accademiche della giornata, con una intelligenza, una capacità di speculazione filosofica e di interdisciplinarietà che riuscivano sempre ad incantare non solo gli studenti, ma anche i suoi allievi. L’ho ascoltato per ore sia nello studio sia nelle aule dove faceva lezione nelle svariate università in cui era docente, con quella sua straordinaria cultura che spaziava dal diritto, alla filosofia, alla letteratura, alla musica, alla teologia: al fondo, dietro tutti i suoi discorsi, c’era sempre la forza di una fede semplice ma incrollabile, la consapevolezza che tutto il discorso antropologico, filosofico e giuridico sull’uomo appoggia in maniera granitica – termine che lui amava – sulla nostra filiazione divina. Ascoltandolo, lo vedevo quasi in controluce con quella scritta di sant’Agostino alle spalle che si stagliava accanto alla sua figura ed era impossibile non leggere tra le righe del suo discorso – politico-giuridico o filosofico – la sua profonda sapienza cristiana. Una sapienza che ha segnato la mia formazione intellettuale, di cui gli sarò sempre grata. In fondo, ho sempre avuto la serenità di lavorare con un maestro con il quale condividevo non solo la ricerca speculativa su temi a me cari come la vita umana, la famiglia, il matrimonio, la bioetica, la giustizia e il diritto, ma anche la consapevolezza di un’autentica laicità ben salda nel battesimo e nella fedeltà alla Chiesa e al Romano Pontefice. Da lui ho imparato a coniugare scienza e fede, meglio ancora, ragione e fede. E ho capito che una delle più grandi sfide del nostro tempo, per un cristiano, è proprio quella di riuscire a comunicare il messaggio cristiano sulla famiglia, il matrimonio e la vita umana in maniera oggettiva e razionale. Un maestro che in quarant’anni di dedizione accademica è riuscito a creare una scuola di allievi di almeno tre generazioni diverse: perché saggiamente, come ogni vero grande maestro, sapeva che nell’università quel che conta è lasciare in eredità un pensiero forte, chiaro, comunicabile alle nuove generazioni. E Francesco, che si occupava appassionatamente di temi che mettono in gioco il valore e il significato dell’essere umano, dei suoi allievi ha sempre avuto una cura direi quasi paterna. Quanti ricordi ora si affastellano nella mente, quanta gratitudine per la sua generosità intellettuale e umana. Tante cose belle e vere sono state scritte di lui in questi pochi giorni dalla sua scomparsa. Di tante altre che si potrebbero dire, desidero ora soffermarmi su un ricordo affettuoso e paterno che ho di lui, dal quale ho imparato molto, perché nonostante fosse riservato e sempre molto discreto, credeva nel valore profondo delle relazioni vere, anche con i suoi allievi. Per questo era riuscito a costruire una scuola, coltivando con affetto quei giovani in cui davvero sperava e credeva per lasciare in eredità un pensiero filosofico, ma soprattutto bioetico e biogiuridico all’altezza delle sfide dei tempi. Sorrido a ripensare a quei sei anni in cui mi ha fatto seguire il suo corso di bioetica alla LUISS, dove non di rado, all’ultimo minuto mi chiedeva di sostituirlo a causa di qualche improvviso sopraggiunto impegno istituzionale. O al modo in cui con una fiducia sterminata – altro termine che amava – nel 2005 mi chiese repentinamente di affiancarlo e di condividere con lui i corsi che gli erano stati affidati all’Istituto Giovanni Paolo II, che poi mi ha lasciato in eredità. E nonostante i timori di una giovane allieva, ancora piuttosto inesperta sul piano didattico, riusciva a trasmettermi una tale sicurezza e serenità, che mi ha reso naturale insegnare.

    Osservando la sua passione, ho amato l’insegnamento fin dal primo giorno: la gioia profonda di sapere che puoi trasmettere e lasciare qualcosa in cui credi. La consapevolezza di avere, in fondo, una missione – nel senso cristiano – da compiere. È grazie a tutto questo che non mi sono mai arresa, anche quando l’impegno familiare e l’impegno accademico sembravano a tratti divenire inconciliabili. Non perché ci mettevo una forza sovrumana, ma perché capivo e sentivo che nel mio percorso professionale stavo ricevendo un dono, di cui forse in quel momento, per la fatica, non capivo il senso; ma sapevo che i doni non si rifiutano mai. Un dono che lui sigillava ogni anno con un gesto simbolico: quei preziosi indimenticabili pomeriggi alla vigilia di Natale, in cui invitava a casa sua la ristretta cerchia degli allievi, non solo per un momento di festa insieme, ma soprattutto per creare uno spazio di condivisione, di gratitudine reciproca tra maestro e allievi. E a ciascuno – con l’aiuto sollecito di sua moglie – confezionava un dono, un libro rinvenuto con affettuosa cura nella sua biblioteca personale, specificamente dedicato a ciascuno, secondo le propensioni e le ricerche accademiche del momento. Un libro che si faceva segno quasi di una benedizione da parte del maestro, ma anche di simpatica ironia e di incoraggiamento a proseguire con un pizzico di saggia leggerezza nelle proprie ricerche. Una rarità questi momenti con il nostro maestro. Un dono che ci porteremo nel cuore e nella memoria, perché per tutti noi allievi, credo di poter dire, non è stato solo un maestro, ma anche un po’ un padre, che ci ha lasciato il dono di una speciale fraternità.

    DISCERNIMENTO, EREDITÀ, TRADIZIONE

    SAGGI

    Il lettore trova in questo numero doppio della rivista i contributi che hanno nutrito due importanti momenti di approfondimento e dialogo offerti dal nostro Istituto nell’anno Amoris laetitia.

    Il percorso riflessivo sviluppato è illustrato dal professor P.D. Guenzi che ha curato la Giornata di studio dedicata a Il discernimento: uno stile cristiano di vita (18 febbraio 2022), mentre il professor G.C. Pagazzi introduce alla lettura dei testi presentati nella Giornata di studio sul tema: La tradizione: eredità che promuove (5 aprile 2022).

    Lo stile cristiano del discernimento e le sue pratiche - The Christian style of discernment and its practices

    PIER DAVIDE GUENZI*

    * Ordinario di Teologia Morale del Matrimonio e della Famiglia presso il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, Roma.

    Come riprendere e rilanciare il contributo offerto dall’Esortazione apostolica Amoris laetitia, ponendo attenzione, più che al confronto dialettico su singole affermazioni, al dinamismo che dal testo si riversa sulla modalità di esercizio della riflessione teologica e sulla progettazione pastorale all’interno delle comunità cristiane? La sfida di non ricadere semplicemente nell’esegesi di quei passaggi testuali che hanno sviluppato un’intensa, ma anche, in taluni casi, scomposta reazione, tesa maggiormente alla polarizzazione delle posizioni che non all’ascolto sincero di quanto sostanziosamente argomentato, si impone con particolare urgenza. Ciò per mostrare, per quanto possibile, una storia degli effetti che il testo di Francesco ha prodotto in questi cinque anni dalla sua pubblicazione e, dall’altra parte, per evitare di incasellare il documento in poche e approssimative valutazioni che lo cristallizzano e lo consegnano, troppo precocemente, a essere un ulteriore capitolo della storia del magistero cattolico. Per sfuggire a questo rischio può essere significativo far affiorare alcune chiavi di lettura attraverso la quale riprendere l’intuizione di fondo di Amoris laetitia (AL) nella sua permanente fecondità e nel suo caratterizzarsi come invito al pensiero teologico e come asse orientativo della pastorale ecclesiale. In questa prospettiva, a margine e come introduzione ai contributi che seguono ospitati in questo fascicolo di Anthropotes, sono posti in evidenza due elementi che pure anno guidato all’impaginazione della Giornata di studio Il discernimento: uno stile cristiano di vita, per il quale i testi qui pubblicati sono stati originariamente pensati e prodotti. Le due chiavi di lettura sono facilmente identificabili nel tema del discernimento, da intendere prima che come tecnica, come stile per affrontare in senso cristiano le sfide e le circostanze della vita, e nello sforzo di aprire la stessa riflessione teologica a una prospettiva inter- e trans-disciplinare.

    1. AMORIS LAETITIA: UN PROLUNGATO E DIFFUSO DISCERNIMENTO IN ATTO

    L’integrale sviluppo di Amoris laetitia può essere rappresentato in chiave dinamica come un atto di discernimento, scandito in quei passaggi tipici, già introdotti in Evangelii gaudium e riscontrabili anche nelle encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti , che ne consentono un approccio, al di là del puro e insistito richiamo nominale alla categoria, e ne conferiscono una densità sostanziale a sicuro vantaggio sia dell’operazione teologica, sia delle pratiche pastorali.

    Il primo atto si collega al verbo riconoscere dietro al quale non si cela unicamente una più o meno brillante ed esaustiva lettura della situazione, ma un impegno a prendere coscienza dell’urgenza di ancorare la valutazione teologica e l’azione pastorale alla realtà vissuta per comprendere con maggior chiarezza lo spettro delle questioni implicate e suscitare il desiderio di approfondirle con quella libertà, con onestà e creatività, caratteristiche proprie della riflessione dei pastori e dei teologi, che esse necessitano. Tale atto di riconoscimento, se perseguito con quella lucidità necessaria e con l’ausilio di tutte le competenze che si rendono disponibili, mette al riparo da una lettura della realtà intrappolata nel doppio rischio di risolversi nella palingenesi, cui soggiace quel «desiderio di cambiare tutto senza sufficiente riflessione o fondamento», o di rinserrarsi nella pura applicazione, anche a inedite situazioni, di indicazioni generali, affidate a un sapere di tradizione cristallizzato e non esente, talvolta, da conclusioni eccessive desunte da alcune riflessioni teologiche (AL 2).

    In questo senso, l’affinamento alla capacità di riconoscere la reale entità delle questioni è radicato non solo sulla saggezza umana e sull’analisi scientifica, ma si lascia illuminare già dalla Parola, con uno sguardo, a partire da essa, che non solo dà valore alla realtà umana, ma la costituisce, con il suo spessore fatto di luci e di ombre, di realtà pacificanti e di elementi sfidanti, come il luogo dell’evento della rivelazione in cui l’amore di Dio cerca e rinsalda i legami umani e quotidiani (cfr. i capitoli I-II di AL). Appartiene, infatti, alla sapienza cristiana una peculiare capacità ricostruttiva delle relazioni legata alla fede nell’atto di riconciliazione dell’umanità e del creato operata dalla pasqua di Gesù; un riscatto che risulta eccedente i confini di una comunità-chiesa, ma che ridonda sulle istituzioni sociali e sulla vita civile.

    Nella dimensione del riconoscimento, un’analisi retrospettiva sulla parola e l’azione pastorale della chiesa, può prendere atto di un atteggiamento difensivo, che ha portato ad estenuare la stessa azione pastorale «moltiplicando gli attacchi al mondo decadente, con poca capacità propositiva per indicare strade di felicità» (AL 38), senza per questo rinunciare a mettere in evidenza tutti quegli elementi della cultura e della società che fanno da ostacolo alla possibilità di comprendere, di promuovere e di vivere l’amore e la dedizione.

    Il secondo dinamismo proprio del discernimento è rappresentato dal verbo interpretare. Con esso si intende, a partire dall’approfondimento dell’analisi, far luce a un livello più fondamentale sugli elementi costruttivi e su quanto possa consentire il superamento degli ostacoli (veri o presunti) al cambio di passo nella riflessione teologica e nell’azione pastorale.

    In questa prospettiva è possibile inquadrare non solo il terzo capitolo di AL, dedicato a una ripresa di alcuni punti nodali della tradizione del Vangelo sulla coppia e la famiglia, ma soprattutto il quarto capitolo, con l’originale introduzione, rispetto a passi scritturistici più solcati dalla abituale riflessione in materia, dell’inno all’amore di 1 Corinzi 13 come istruttivo per delineare i punti di forza dell’amore all’interno del matrimonio nel suo prendere forma dentro la storia vissuta della coppia e della famiglia, oggetto del quinto capitolo di AL. Il riferimento a questo testo paolino porta l’attenzione al fondamentale dell’ agape rispetto alla sua concretizzazione nel legame coniugale e svolge un’opportuna presa di distanza da una sovrapposizione dell’amore-affetto proprio del matrimonio all’ideale sentimentale di tipo romantico. Attraverso di esso, affiora la serietà quotidiana dell’amore, che impegna azioni concrete, sottratte alla possibile contrazione su una mistica dell’innamoramento, spesso oggetto anche della retorica ecclesiastica, che di fatto lascia scoperta, pur esaltando la potenza degli affetti e la loro sincera capacità di spezzare ogni connivenza con le

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