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Come curare lo stomaco con le erbe
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E-book94 pagine1 ora

Come curare lo stomaco con le erbe

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Info su questo ebook

L'uomo è una totalità in cui processi fisici e psichici, in costante interazione, presentano strettissimi nessi analogici. Partendo da questo assunto, Jaap Huibers affronta qui il problema dell'assimilazione quotidiana da parte dell'uomo delle « impressioni », che - in virtù appunto di questa analogia - può avvenire tanto a livello mentale che fisico, divenendo allora propriamente « digestione ». L'Autore tratta del funzionamento degli organi che presiedono a tale processo, e di come esso possa essere mantenuto sano (o, se è il caso, ristabilito) con le conseguenti ripercussioni sulla sfera psichica; fornisce inoltre preziosi consigli circa l'impiego di quattordici erbe medicinali, cercando altresì di risalire alle cause profonde dei disturbi esaminati. Accanto alle erbe medicinali, l'Autore tratta anche dell'omeopatia e dell'alimentazione corretta, fattori che hanno un ruolo importantissimo nell'ambito del tema trattato, offrendo cosf un aiuto sicuro a tutti coloro che desiderano prevenire o combattere disturbi e difficoltà delle funzioni digestive.
LinguaItaliano
Data di uscita19 mag 2014
ISBN9788879383646
Come curare lo stomaco con le erbe

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    Come curare lo stomaco con le erbe - Jaap Huibers

    COPERTINA

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    Come curare lo stomaco con le erbe

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    Erbe medicinali, omeopatia e alimentazione quotidiana come terapia dei disturbi delle funzioni digestive

    Jaap Huibers

    Illustrazioni di Gerry Daamen

    Traduzione di Mauro Merci

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    HERMES EDIZIONI - ROMA

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    Copyright

    Come curare lo stomaco con le erbe - Erbe medicinali, omeopatia e alimentazione quotidiana come terapia dei disturbi delle funzioni digestive

    di Jaap Huibers

    Illustrazioni di Gerry Daamen

    Traduzione di Mauro Merci

    ISBN 978-88-7938-364-6

    I edizione digitale

    © Copyright 2014 by Hermes Edizioni

    Via Flaminia, 109 - 00196 Roma

    www.edizionimediterranee.net

    Versione digitale realizzata da Volume Edizioni srl - Roma

    Introduzione

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    « Non ho tempo per mangiare! Preparami giusto qualcosina da mettere sotto i denti alla svelta! », A sentire una cosa simile c'è forse da meravigliarsi se il nostro corpo si ribella?

    Purtroppo però l'uomo è oggi tanto incline a razionalizzare - e per razionalizzazione si intende spesso erroneamente l'utilitarismo - da adeguare il naturale ritmo quotidiano della sua vita alle condizioni che egli stesso si è imposto: in sintesi, darsi un gran daffare per guadagnare sempre più denaro. La lotta per l'esistenza (lo status sociale) viola le leggi naturali.

    I nostri pasti hanno assunto spesso un senso e un peso completamente diversi da quelli che loro spetterebbero normalmente. Ragioniamo ormai in termini, per così dire, di «dieta lavorativa ». A queste condizioni il cibo può giovare realmente al nostro corpo? Abbiamo ridotto l'alimentazione a un mezzo giustificato da un fine, a un fatto marginale, un accessorio decorativo di quella che in fondo è una questione puramente materiale.

    Anche nelle scuole hanno preso piede abitudini alimentari riprovevoli. Si assiste ormai raramente allo spettacolo di un bimbo che si sgranocchia tranquillamente il suo panino nella pausa per la colazione. Spesso il pane e burro preparato con amore e portato da casa non viene neppure toccato: rimane ad ammuffire nella cartella o finisce nel cestino o al massimo viene gettato da qualche parte all'aperto, dove almeno lo possono gustare gli uccelli. Durante la ricreazione i bimbi cingono invece d'assedio i chioschi e si rimpinzano di salsicciotti, patate fritte e dolciumi (¹).

    Ma anche nell'ambito domestico le cose non vanno molto meglio. La madre, prima di andare al lavoro, prepara il «piatto pronto» sul fornello, regola il dispositivo automatico d'accensione sulle 18,00, e così, quando finalmente verso le 18,30 la famiglia si riunisce, trova pronto il suo « boccone caldo ». Ma non basta! Si arriva perfino a cantare le lodi della tecnica e delle sue conquiste, benedizioni per l'umanità non più condannata alla noia e al fastidio di sbucciare le patate e di pulire ogni giorno le verdure. «Non è splendido vedersi risparmiare tutti questi incomodi? Pensate un po': basta affettare cipolle! Basta piangere e mandare al diavolo il trucco! ». COSI pensa la massaia razionale e progressista. L'industria alimentare e il suo stuolo di «stuzzica-appetito» commerciali e propagandistici sfrutta naturalmente in modo assai ampio la pigrizia dell'umanità. E perché non dovrebbe? Non vogliamo altro!

    È così che, in questi anni '80, il regime alimentare umano è potuto diventare spiccatamente nocivo per la salute. Da un punto di vista puramente scientifico le cose possono ancora andare, ma se ragioniamo in termini di ottemperanza alle leggi naturali vedremo che non vanno affatto.

    Tutti coloro che si sono imposti consapevolmente un'alimentazione sana e genuina trovano l'odierna situazione di mercato davvero catastrofica. La maggior parte delle confezioni non riporta nessuna indicazione sulla composizione del suo contenuto. Additivi o conservanti chimici vengono raramente menzionati.

    La dicitura «genuino» o «naturale» è sovente più uno specchietto per le allodole che un sincero marchio di qualità.

    Un mio amico medico m'ha confermato che il numero dei casi di disturbi intestinali e ancor più di disfunzioni epatiche è in continuo accrescimento. Ciò non è evidentemente disgiunto dalle riprovevoli abitudini alimentari di molti contemporanei che non riescono ancora a comprendere che mangiare non è un male necessario e tanto meno una perdita di tempo.

    Bisogna certo aver chiaro che il «ritorno alla natura » non è affatto semplice. Viviamo ormai in una società che è ai margini della «legalità naturale». Per poter vivere secondo natura, dovremmo in pratica volgere le spalle all'odierno vivere sociale, e non è certo il caso di dilungarsi a spiegare come ciò sia impossibile, eccezion fatta naturalmente per i temperamenti asociali o solitari.

    Possiamo però - a patto soltanto che diveniamo consapevoli del nostro comportamento - contribuire a un sostanziale miglioramento della situazione. Se ad esempio una grossa fetta della popolazione si rifiutasse di consumare sale raffinato e manipolato (per esempio con l'aggiunta di iodio), il mercato, e di conseguenza i produttori, sarebbe costretto ad adeguarsi alla diversa domanda lO/Curare lo stomaco con le erbe dei consumatori. Se chiedessimo sempre e soltanto sale marino, non sarebbe possibile non prestarci ascolto. Il produttore infatti offre quanto il consumatore richiede. È risaputo che la domanda è pesantemente manipolata dall'industria, per esempio mediante la pubblicità, ed è questo il motivo della presenza sul mercato di tanti. prodotti nocivi alla nostra salute, tanto fisica che spirituale; ma è anche vero che da parte nostra siamo

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