La manipolazione della verità: Dal trionfo della negazione alla confusione generata dalla post-verità
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Anteprima del libro
La manipolazione della verità - Patrick Charaudeau
Traduco
Tradurre l’analisi del discorso francese e francofona
La conclamata fedeltà
delle traduzioni non è un criterio che porta all’unica traduzione accettabile […]. La fedeltà è piuttosto la tendenza a credere che la traduzione sia sempre possibile se il testo fonte è stato interpretato con appassionata complicità, è l’impegno a identificare quello che per noi è il senso profondo del testo, e la capacità di negoziare a ogni istante la soluzione che ci pare più giusta. Se consultate qualsiasi dizionario vedrete che tra i sinonimi di fedeltà non c’è la parola esattezza. Ci sono piuttosto lealtà, onestà, rispetto, pietà.
Umberto Eco
Dire quasi la stessa cosa. Esperienze di traduzione
La collana Traduco intende rispondere all’esigenza di colmare un vuoto nell’ambito dell’editoria italiana nella traduzione della saggistica straniera di tipo specialistico. Nello specifico, si propone di accogliere traduzioni in italiano di volumi sull’analisi del discorso della scuola francese
redatti da esperte ed esperti francesi e/o del mondo francofono. Traduco ha ottenuto il patrocinio del Centro di documentazione e di ricerca per la didattica della lingua francese (Do.Ri.F.).
Patrick Charaudeau
La manipolazione della verità
Dal trionfo della negazione alla confusione generata dalla post-verità
traduzione e cura di Alida Maria Silletti
prefazione di Nadine Celotti
logo: tab edizioniPubblicazione in italiano realizzata con il contributo del Centro di documentazione e di ricerca per la didattica della lingua francese (Do.Ri.F.) che patrocina la collana Traduco.
Logo, «Do.Ri.F / Università»tab edizioni
© 2022 Gruppo editoriale Tab s.r.l.
viale Manzoni 24/c
00185 Roma
www.tabedizioni.it
Titolo originale dell’opera: La manipulation de la vérité,
Lambert-Lucas, 2020
©Patrick Charaudeau
Prima edizione luglio 2022
ISBN 978-88-9295-533-2
eISBN 978-88-9295-534-9
Tutti i diritti sono riservati.
Indice
Copertina
Frontespizio
Colophon
Prefazione di Nadine Celotti
Riferimenti bibliografici
Note
Presentazione della traduzione italiana
Scelte e problemi di traduzione
Riferimenti bibliografici
Note
La manipolazione della verità. Dal trionfo della negazione alla confusione generata dalla post-verità
Dedica
Prefazione
Note
Introduzione
1. Manipolazione e persuasione: tutti manipolatori?
2. Manipolazione, verità, negazione e persuasione
Note
Capitolo 1
Verità, linguaggio e sapere
1.1. Verità e linguaggio
1.1.1. Verità e transazione
1.1.2. Verità e veracità
1.2. Dai saperi agli immaginari sociali
1.2.1. Sul sapere come rappresentazione sociale
1.2.2. Sugli immaginari sociali
1.3. Saperi di conoscenza
e saperi di credenza
1.3.1. I saperi di conoscenza
1.3.2. I saperi di credenza
1.3.3. Il gioco tra saperi
1.4. Figure di verità
1.4.1. La verità fattuale
1.4.2. La verità scientifica
1.4.3. La verità dottrinale
1.4.4. La verità convinzione
1.4.5. La verità sincerità
1.4.6. La verità consenso
1.5. Gli ambiti di applicazione della verità
1.5.1. La verità nella politica
Note
Capitolo 2
La negazione della verità
2.1. La negazione linguistica, un atto di presupposizione
2.2. La negazione discorsiva, un atto di negatività
2.2.1. La negazione relativa ai fatti (non vedere
)
2.2.2. La negazione relativa a un sapere (non credere
)
2.2.3. L’incitamento a non fare
2.2.4. Il discredito dell’altro
2.2.5. La neutralizzazione dell’altro
2.3. La menzogna
, negazione della verità sincerità
2.3.1. Gli effetti della menzogna
2.3.2. Menzogna pubblica e menzogna privata
2.4. La denegazione
, rifiuto del sapere
2.4.1. La denegazione come tabù
2.4.2. L’umorismo come falsa giustificazione
2.5. La malafede
, finzione del sapere
2.5.1. La malafede come cattiva coscienza
2.5.2. La malafede non è menzogna
2.6. L’impostura
, un’usurpazione di posizione
2.6.1. La sostituzione di identità
2.6.2. La sostituzione di qualità
2.6.3. La sostituzione di contratti di comunicazione
2.6.4. L’impostore, vittima del suo stesso inganno
2.7. Strategie del far credere
2.7.1. Il teatro
2.7.2. La narrativa
Note
Capitolo 3
Il discorso manipolatorio
3.1. Strategie e procedimenti del discorso manipolatorio
3.2. La manipolazione volontaria a scopo di consenso
3.2.1. La seduzione, mezzo per far sognare: il discorso pubblicitario
3.2.2. Il dovere morale, mezzo per far agire: il discorso promozionale
3.3. La manipolazione volontaria a scopo di mistificazione
: la propaganda
3.3.1. La propaganda tattica
3.3.2. La propaganda profetica
3.4. La manipolazione volontaria a scopo di inganno
: la menzogna in politica
3.4.1. La strategia del vago
3.4.2. La strategia del diniego
3.4.3. La strategia del segreto
3.4.4. La strategia dell’ignoranza
3.5. La manipolazione attraverso la paura
3.5.1. Le paure apocalittiche: il discorso incontrollabile
3.5.2. Le paure sociali: il discorso di vittimizzazione
3.6. La manipolazione involontaria a scopo di inquietudine
o di sospetto
3.6.1. I rumors
3.6.2. I media
3.6.3. I sondaggi
3.7. C’è manipolazione e manipolazione
3.7.1. I paradossi della manipolazione
Note
Capitolo 4
La post-verità
4.1. La post-verità
, un insieme di controverità
4.1.1. Cosa si intende per fatti oggettivi
?
4.2. La natura delle controverità
4.2.1. La negazione di un sapere già stabilito: il negazionismo
4.2.2. Il caso del revisionismo storico
4.2.3. Dal negazionismo al complottismo: il capovolgimento dell’onere della prova
4.2.4. L’invenzione di fatti e spiegazioni
4.3. Motivi
a geometria variabile
4.3.1. La credenza assoluta
4.3.2. L’intenzione di nuocere, captare, esistere
4.3.3. Il divertimento deleterio
4.4. Dall’incredulità
alla credulità
4.4.1. Siamo esseri creduli
4.4.2. Una verità del fra sé e sé
4.5. Il ruolo di informazione dei media: l’inganno della consistenza
4.5.1. Un contratto con i cittadini e una deontologia
4.5.2. Effetti perversi
4.6. Il trionfo della negazione: «Stanno mentendo»
4.6.1. Non lasciarsi ingannare
4.6.2. Credere in quello a cui si vuol credere
Note
Conclusione. Il tempo delle crisi
1. Una crisi della comunicazione
2. Una crisi della verità
3. Una crisi del sapere
4. Una crisi della fiducia
Note
Bibliografia
Note
Lista delle nozioni tradotte
Indice dei nomi
Credits
Prefazione
Leggere un’opera tradotta di scienze umane è sempre un piacere. Come sostiene Barbara Cassin¹ «la traduzione è il nuovo paradigma delle scienze umane». L’esistenza delle traduzioni dimostra che si continua a pensare e a scrivere nella propria lingua e che l’inglese, lingua franca della nostra epoca, non è diventata lingua unica di pensiero nel campo delle scienze umane. Leggere un’opera tradotta dal francese in italiano diventa un grande piacere. Le lingue romanze nel campo delle scienze umane, in particolare in quello delle scienze del linguaggio, sono vive, generano pensieri e ricerche originali che diventano poi oggetto di traduzione. Leggere un’opera di analyse du discours tradotta diventa un piacere immenso.
La collana Traduco, impegnata nella diffusione dei lavori recenti dell’Analisi del discorso francese (ADF), contribuisce ad alimentare riflessioni e ricerche in Italia che (ri)mettono al centro il discorso, il suo rapporto con il potere, l’argomentazione, la persuasione, i soggetti parlanti, la dinamica e i rapporti di forza tra l’Io e il Tu, quel Tu che identifica l’altro, come dice Patrick Charaudeau: «l’altro è proprio un Tu e assolutamente non l’Altro»². Tutti elementi, aspetti e nessi fondamentali per capire la società nella quale viviamo. E per me è un vero piacere scrivere la prefazione all’opera tradotta di Charaudeau.
Charaudeau rappresenta una figura di riferimento capitale per le ricerche dell’ADF, che va oltre l’ambito francofono, come ha ben illustrato la curatrice e traduttrice Alida Maria Silletti nella sua presentazione, il che mi permette di non soffermarmi sulla complessità dei lavori dell’autore e sulla specificità del volume tradotto. Desidero tuttavia porre l’attenzione su un aspetto particolarmente stimolante nel filo delle riflessioni di Charaudeau sul discorso manipolatorio. Parlando delle dinamiche che si instaurano tra i soggetti nel processo d’interazione, Charaudeau ricorda che «un rapporto di forza non è necessariamente un rapporto di dominio» e mette in luce la responsabilità dei due soggetti coinvolti nel discorso manipolatorio, il soggetto manipolatore e il soggetto manipolato:
Di conseguenza, la responsabilità ricade sempre sul soggetto, sia che svolga il ruolo di manipolatore che di manipolato: responsabilità del manipolatore nel voler ingannare – la volpe –; responsabilità del manipolato nel decidere, o meno, di stare al gioco del manipolatore – il corvo – […].³
Altro aspetto su cui merita porre l’accento, all’interno di una collana di traduzione, è la prospettiva comparativa internazionale⁴ delle numerose ricerche di Charaudeau che, oltre a varcare le frontiere disciplinari puntando a una interdisciplinarità focalizzata
⁵, supera anche le frontiere linguistiche in particolare con il mondo ispanofono europeo e latino-americano e con quello lusofono europeo e brasiliano. Il confronto diretto di Charaudeau con gruppi parlanti la stessa lingua in paesi diversi l’ha senz’altro portato a sostenere quanto le diversità culturali stiano dentro il discorso, arricchendo in questo modo il concetto di lingua-cultura:
È il discorso che rivela le specificità culturali. Non sono tanto le parole con la loro morfologia né le regole della sintassi che sono portatrici del culturale, ma lo sono i modi di parlare di ciascuna comunità, il modo di usare le parole, le maniere di ragionare, di raccontare, di argomentare, di scherzare.⁶
Un punto ulteriore che mi preme sottolineare riguarda la posizione di Charaudeau, espressa nella sua prefazione, sul suo essere ricercatore:
Giunto a questo punto delle mie ricerche e riflessioni sui diversi discorsi che interessano la società, mi è sembrato importante riprenderle e racchiuderle nell’ambito di alcune tematiche, in linea con il modus operandi della ricerca, che non è mai conclusa, dà risultati diversi e interpretazioni che non sono mai definitive. […]
Le scienze del linguaggio cercano di indagare tutto ciò, ed è all’interno di questo particolare contesto che mi inserisco, con la doverosa etica del ricercatore che cerca di capire, di spiegare, piuttosto che di denunciare.⁷
Il continuo interrogarsi più che il cercare risposte definitive diventa un messaggio prioritario per il nostro essere ricercatrici e ricercatori consapevoli della dimensione etica del proprio lavoro. Etica, una questione su cui Charaudeau ci ha costantemente stimolato a pensare: «Separare la critica dalla denuncia: un impegno etico»⁸. L’etica del ricercatore richiama l’etica del soggetto traducente, che assume su di sé molteplici responsabilità nei confronti dell’autore e del testo, questione viva nel campo delle riflessioni sul tradurre⁹.
Ma chi ha tradotto? Questa è una delle prime domande che Antoine Berman¹⁰ ci ha insegnato a porci di fronte a un’opera tradotta. Alida Maria Silletti, ricercatrice di linguistica francese con un’ottima competenza delle due lingue coinvolte, affronta il compito traduttivo attingendo a un solido bagaglio di conoscenze sull’ADF, elemento prioritario per svolgere il lavoro traduttivo nel campo delle scienze umane¹¹.
La collana Traduco ha fatto una scelta di fondo facendo sua quella svolta del traduttore
¹² che, nelle riflessioni sul tradurre, mette al centro il soggetto traducente e che appare auspicabile per una collana di traduzione e ancor più nella traduzione delle scienze umane.
La traduttrice è infatti visibile in tutti gli spazi peritestuali¹³. Il suo nome è presente sulla copertina e sulla quarta di copertina con una breve nota biografica. La traduttrice prende direttamente la parola nella sua Presentazione della traduzione italiana
. Nella prima parte, presenta in modo esauriente e con empatia l’autore e la ricchezza delle sue ricerche, e annuncia in modo articolato le tematiche affrontate nel libro tradotto. Nella seconda parte della sua istanza prefativa espone il proprio progetto traduttivo¹⁴ dove emerge, all’interno della sua posizione traduttiva improntata al rispetto dell’autore e del testo originale, che la traduzione è cultura¹⁵. La sua scelta è sostanzialmente quella di non ricorrere all’adattamento «per non snaturare il testo di partenza e soprattutto la lingua-cultura di partenza» e se l’adattamento viene utilizzato, lo è solo in modo limitato, laddove, ad esempio, gli immaginari sociali divergono tra le due lingue-culture. Questo progetto traduttivo si riflette conseguentemente nell’uso esegetico¹⁶ delle N.d.T. (nota del traduttore) – altro spazio peritestuale prezioso dove risuona la voce della traduttrice. Le N.d.T., orientate principalmente a spiegare la realtà francese al fine di «permettere al lettore italiano di ‘entrare’ nella lingua-cultura di partenza», diventano fondamentali in particolare per seguire il filo del ragionamento argomentativo di Charaudeau basato più sovente sull’esempio preso dall’attualità sociale e politica o dalla storia della società in cui si inserisce. Sulla traduzione dei concetti chiave di Charaudeau, Silletti ci rende partecipi del suo lavoro di riflessione: da una parte, riprende i traducenti già esistenti nei lavori dell’ADF e di Charaudeau tradotti in italiano, creando così una continuità; dall’altra, illustra il percorso che l’ha portata a operare una scelta in merito ad alcuni casi considerati problematici. L’insieme dei nuovi traducenti proposti nell’intera opera vengono poi ad arricchire l’ultimo spazio peristestuale a disposizione della traduttrice: la Lista delle nozioni tradotte
che va a dialogare con quella che chiude il primo volume della collana Traduco¹⁷, al fine di uniformare la terminologia dell’ADF in lingua italiana.
Se nei peritesti Silletti espone il suo progetto traduttivo, è nella scrittura della traduzione che lo concretizza, seguendolo eticamente e coerentemente e operando le proprie scelte. Non è mio intento esprimere un giudizio sulla traduzione. Come afferma Barbara Cassin, «C’è più di una traduzione possibile, e più di una buona traduzione possibile»¹⁸.
Desidero infine condividere un pensiero di Charaudeau, che, per noi, ricercatrici e ricercatori, può risuonare come un messaggio guida: «‘Liberté chérie’, le chercheur écrit ton nom»¹⁹.
Nadine Celotti
Università di Trieste
Riferimenti bibliografici
Banoun B., I. Poulin, «Bilan», in Histoire des traductions en langue française, XXe siècle, B. Banoun, I. Poulin, Y. Chevrel (a cura di), Verdier, Parigi 2019, pp. 1757-1768.
Berman A., Pour une critique des traductions : John Donne, Gallimard, Parigi 1995.
Cassin B., Éloge de la traduction. Compliquer l’universel, Fayard, Parigi 2016.
Cordonnier J.-L., Traduction et culture, Hatier/Didier, Parigi 1995.
Charaudeau P., «Pour une interdisciplinarité focalisée dans les sciences humaines et sociales», in Questions de communication, n. 17, 2010, pp. 195-222.
Charaudeau P., «Le chercheur et l’engagement. Une affaire de contrat», in Argumentation & Analyse du Discours (online), n. 11, 2013.
Charaudeau P., «Le maelstrom de l’interdiscours», in L’analyse du discours, sa place dans les sciences du langage et de la communication, Hommage à Patrick Charaudeau, Soulages J.-C. (a cura di), Presses Universitaires de Rennes, Rennes 2015, pp. 125-140.
Heim M.H., Tymowski A.W., Recommandations pour la traduction des sciences humaines, trad. dall’inglese da B. Poncharal, American Council of Learned Societies, New York 2006.
Inghilleri M., «Ethics», in Routledge Encyclopedia of Translation Studies, M. Baker, Saldanha G. (a cura di), Routledge, Londra, New York 2009, pp. 162-167.
Lochard G., Soulages J.-C., «Préface», in L’analyse du discours, sa place dans les sciences du langage et de la communication, Hommage à Patrick Charaudeau, Soulages J.-C. (a cura di), Presses Universitaires de Rennes, Rennes 2015, pp. 9-16.
Milliaressi T., Berner C. (a cura di), Traduire les sciences humaines, Classiques Garnier, Parigi 2020.
Raus R., «Lista delle nozioni tradotte», in La nominazione degli eventi nella stampa. Saggio di semantica discorsiva, Veniard M., trad. di R. Raus, tab edizioni, Roma 2021, pp. 329-333.
Risterucci-Roudnicky D., Introduction à l’analyse des œuvres traduites, Armand Colin, collana «Cursus», Parigi 2008.
Sardin P., «De la note du traducteur comme commentaire : entre texte, paratexte et prétexte», in Palimpsestes, n. 20, 2007, pp. 121-136.
Note
1. B. Cassin, Éloge de la traduction. Compliquer l’universel, Fayard, Parigi 2016, p. 223. Sulla specificità della traduzione delle scienze umane, vedi M.H. Heim, A.W. Tymowski, Recommandations pour la traduction des sciences humaines, trad. dall’inglese da B. Poncharal, American Council of Learned Societies, New York 2006 e T. Milliaressi, C. Berner (a cura di), Traduire les sciences humaines, Classiques Garnier, Parigi 2020.
2. P. Charaudeau, «Le maelstrom de l’interdiscours», in L’analyse du discours, sa place dans les sciences du langage et de la communication, Hommage à Patrick Charaudeau, Soulages J.-C. (a cura di), Presses Universitaires de Rennes, Rennes 2015, p. 133. La traduzione è mia come per tutte le altre citazioni se non sono tratte dal presente volume.
3. Traduzione di Silletti in questo volume.
4. G. Lochard, J.-C. Soulages, «Préface», in L’analyse du discours, sa place dans les sciences du langage et de la communication, Hommage à Patrick Charaudeau, Soulages J.-C. (a cura di), Presses Universitaires de Rennes, Rennes 2015, p. 10.
5. P. Charaudeau, «Pour une interdisciplinarité focalisée dans les sciences humaines et sociales», in Questions de communication, n. 17, 2010, pp. 195-222.
6. P. Charaudeau, «Le maelstrom de l’interdiscours», in L’analyse du discours, sa place dans les sciences du langage et de la communication, Hommage à Patrick Charaudeau, Soulages J.-C. (a cura di), Presses Universitaires de Rennes, Rennes 2015, p. 132.
7. Traduzione di Silletti in questo volume.
8. P. Charaudeau, «Le chercheur et l’engagement. Une affaire de contrat», in Argumentation & Analyse du Discours (online), n. 11, 2013.
9. M. Inghilleri, «Ethics», in Routledge Encyclopedia of Translation Studies, M. Baker, G. Saldanha (a cura di), Routledge, Londra, New York 2009, pp. 162-167.
10. A. Berman, Pour une critique des traductions : John Donne, Gallimard, Parigi 1995, p. 73.
11. M.H. Heim, A.W. Tymowski, op. cit.
12. B. Banoun, I. Poulin, «Bilan», in Histoire des traductions en langue française, XXe siècle, B. Banoun, I. Poulin, Y. Chevrel (a cura di), Verdier, Parigi 2019, p. 1764.
13. Per l’analisi dei peritesti in un’opera tradotta, vedi D. Risterucci-Roudnicky, Introduction à l’analyse des œuvres traduites, Armand Colin, collana «Cursus», Parigi 2008.
14. Per il concetto di progetto traduttivo
e posizione traduttiva
, vedi A. Berman, op. cit.
15. J.-L. Cordonnier, Traduction et culture, Hatier/Didier, Parigi 1995.
16. Per le diverse funzioni delle NdT, vedi P. Sardin, «De la note du traducteur comme commentaire : entre texte, paratexte et prétexte», in Palimpsestes, n. 20, 2007, pp. 121-136.
17. R. Raus, «Lista delle nozioni tradotte», in La nominazione degli eventi nella stampa. Saggio di semantica discorsiva, Veniard M., trad. di R. Raus, tab edizioni, Roma 2021, pp. 329-333.
18. B. Cassin, op. cit., p. 18.
19. P. Charaudeau, 2013, op. cit.
Presentazione
della traduzione italiana
Il presente volume riassume, rielabora e racchiude gli studi e le ricerche effettuati dal professore Patrick Charaudeau nella sua lunga carriera di studioso appassionato e di accademico rigoroso che ha dedicato e continua a dedicare la propria attività di ricerca a diversi ambiti disciplinari riconducibili alle scienze del linguaggio. Professore emerito, Patrick Charaudeau ha principalmente svolto la propria attività didattica e istituzionale presso l’Université Paris 13; è ricercatore presso il Centro Nazionale delle Ricerche francese, il CNRS, e afferisce al Laboratorio di comunicazione politica LCP-IRISSO; ha fondato il Centro di ricerca in Analisi del discorso (CAD) presso l’Université Paris 13 ed è stato altresì componente del Collège iconique dell’Istituto nazionale dell’Amministrazione francese (INA). Grazie ai suoi lavori, è diventato, dalla fine del XX secolo, un punto di riferimento essenziale per analiste e analisti del discorso, linguiste e linguisti, grammatiche e grammatici, sociologhe e sociologi della comunicazione, che studiano e lavorano sulla lingua francese e sul contesto sociopolitico francese. Le sue pubblicazioni, articolate in diverse monografie – comprendenti saggi e grammatiche – e in numerosissimi articoli scientifici, a cui va aggiunto il Dictionnaire d’analyse du discours¹ redatto con Dominique Maingueneau², hanno formato e continuano a formare generazioni di studiose e studiosi che si interessano al filone dell’analisi del discorso della scuola francese (ADF), di cui Charaudeau rappresenta uno dei primi e principali studiosi in Francia.
Alcuni saggi di Charaudeau, ma soprattutto molti articoli scientifici, sono stati nel corso dei decenni tradotti nelle lingue spagnola, portoghese, rumena, tedesca. Relativamente alla lingua italiana, all’infuori della presente traduzione, che riguarda un volume di cui non esistono a oggi³ traduzioni edite – ma per cui sono in corso due progetti di traduzione in lingua spagnola e in lingua portoghese, rispettivamente –, ricordiamo la traduzione di un articolo scientifico dal titolo «Le emozioni come effetti di discorso»⁴.
La ricchissima produzione scientifica di Charaudeau è sottesa da una concezione del discorso che si alimenta dalle dimensioni psicosociali, culturali e della comunicazione. Il risultato è un’analisi semiolinguistica⁵ e sociopragmatica che, a partire dallo sviluppo della nozione di atto di linguaggio
, confluisce nei due ambiti privilegiati di osservazione dei media e della politica. L’attenzione è, infatti, focalizzata sulla descrizione dei comportamenti linguistici caratteristici di ogni individuo che, al di là della propria singolarità, è un soggetto che partecipa alla vita in società e rispetto al quale ciò che accade nell’attualità, ivi comprese le controversie che la caratterizzano, è il riflesso della relazione che instaura con l’Altro.
In particolare, ne La manipolazione della verità. Dal trionfo della negazione alla confusione generata dalla post-verità, l’intento dell’autore è quello di esaminare le nozioni di verità
, negazione
, manipolazione
, persuasione
, per arrivare alla nozione di post-verità
. L’approccio utilizzato da Charaudeau ha come fulcro principale una concezione dell’atto di linguaggio
come attività regolata dalla combinazione tra tre diversi ordini. Il primo, l’ordine di sistema, permette di considerare la lingua come un sistema che organizza il linguaggio dal punto di vista fonetico, morfosintattico e semantico, mentre il secondo, l’ordine di norma, ne regolarizza gli usi, la frequenza e la ripetizione, all’interno di un sistema in cui la lingua diventa norma e permette di rendere conto del modo di parlare nel corso del tempo, dei luoghi e delle appartenenze sociali dei locutori. Dal canto suo, l’ordine di comunicazione – il terzo – determina le condizioni attraverso le quali si realizza l’atto di linguaggio, sulla base dell’identità dei locutori, del dispositivo di comunicazione che sottende lo scambio comunicativo e dello scopo dello stesso, facendo, così, della lingua un sistema di discorso. È all’interno di questi presupposti teorici di riferimento che è possibile collocare le nozioni chiave analizzate dall’autore nel corso della trattazione. In particolare, la nozione di manipolazione
, indagata sin dall’introduzione al volume, viene ascritta all’ambito del linguaggio – si parlerà, quindi, di manipolazione verbale –, sulla scorta delle ricerche già condotte sull’argomento in ambito filosofico – in particolare, Michel Foucault, che a sua volta si ispira a Nietzsche e alle ricerche condotte da quest’ultimo sulla psicanalisi e ad Heidegger, propone una destrutturazione dei sistemi di sapere, collocandoli nella modernità. Charaudeau si rifà a questo modello teorico, ma le sue argomentazioni prendono altresì le mosse dalle correnti della filosofia occidentale classica, che si possono ricondurre ai grandi pensatori dell’antica Grecia, quali Aristotele e Platone – in relazione alla nozione di manipolazione
e di verità
, ma anche alla questione del bene collettivo e alla doxa –, per giungere alle correnti del XIX e del XX secolo nell’ambito dello strutturalismo, funzionale allo studio della società. È pertanto l’analisi profonda del linguaggio e dei sistemi di sapere il fulcro della ricerca condotta da Charaudeau nel presente volume, nel quale lo studioso indaga, nei quattro capitoli in cui è articolato, queste nozioni e le influenze reciproche che si generano all’interno della società contemporanea, permeata, come ricorda nel quarto capitolo – dedicato alla post-verità – e poi nelle conclusioni, dall’era della post-verità
e dalle crisi – della comunicazione, della verità, del sapere e della fiducia – che interessano la società contemporanea del XXI secolo.
Lo sguardo dell’autore è pertanto quello del ricercatore che intende indagare e non denunciare, come sottolinea nella Prefazione al volume, e dell’analista del discorso che sfrutta gli strumenti messi a disposizione dall’ADF, contribuendo a delimitare il territorio di un campo di ricerche che acquisisce una rilevanza sempre maggiore nell’ambito delle scienze umane e sociali
⁶. E se molta strada è stata già percorsa dall’ADF dalle sue origini, riconducibili alle ricerche di Jean Dubois e Michel Pêcheux negli anni Sessanta, per giungere agli sviluppi negli anni Ottanta e Novanta del XX secolo, il percorso intrapreso continua a dimostrarsi fruttuoso e foriero di analisi e apporti che arricchiscono questa disciplina relativamente recente, la cui diffusione, all’infuori della Francia, è incoraggiata anche dalla collana Traduco, nella quale questo volume si inserisce.
All’interno del volume, il ricorso frequente all’esempio⁷ come strumento argomentativo impiegato a mo’ di prova e dimostrazione rispetto a nozioni e concetti teorici – i cui ambiti di applicazione spaziano da forme di sapere individuale a forme di sapere collettivo, con una predilezione per l’attualità sociale e politica, nonché per la storia⁸ –, si conferma un potente strumento argomentativo volto, da un lato, a contribuire a rafforzare il ragionamento esposto da Charaudeau, ma dall’altro, anche a presentare un risvolto pratico, immediatamente verificabile e pertanto facilmente comprensibile dal pubblico francese, al quale il volume originale è, inevitabilmente, principalmente rivolto. Ricordiamo, tra gli altri, l’esempio storico relativo al "mea culpa" pronunciato nel 1995 dall’allora Presidente della Repubblica francese Jacques Chirac in occasione della commemorazione del rastrellamento al Velodromo d’Inverno di Parigi, quando dichiarò, riguardo alla deportazione degli Ebrei: «La Francia, patria dell’Illuminismo e dei Diritti dell’Uomo, terra d’accoglienza e d’asilo, proprio la Francia, in