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Vincere la paura della felicità (e trasformarla in coraggio): Lasciati guidare dal tuo sogno
Vincere la paura della felicità (e trasformarla in coraggio): Lasciati guidare dal tuo sogno
Vincere la paura della felicità (e trasformarla in coraggio): Lasciati guidare dal tuo sogno
E-book165 pagine2 ore

Vincere la paura della felicità (e trasformarla in coraggio): Lasciati guidare dal tuo sogno

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Info su questo ebook

Quante volte  hai avuto paura di affrontare una sfida? Quante volte, guardandoti indietro, hai sentito in bocca il sapore amaro del rimpianto?
Da quanto tempo custodisci nel cuore una visione a cui aspiri e che desideri fortemente, ma che non riesci a mettere a fuoco, in attesa di qualcosa che ancora non sai?
Questa è una storia di vita vera, vissuta, amata e condivisa che può aiutarti a dare un nome ai tuoi sogni e a trovare dentro di te la forza per realizzarli.
Come? Con tenacia e resilienza, con un’indomita volontà di rialzarti dopo ogni caduta più forte di prima, per correre verso il traguardo della realizzazione personale e professionale, che non è mai senza sacrifici, e della ricerca della felicità e dell’amore, che è dono, conquista e anche sorpresa.
Non smettere mai di crederci. Mai.
E anche quando alti muri di paura sembrano impedirti di proseguire, tu sai che puoi e devi superarli. Con amore paziente, con granitica consapevolezza, con l’irriducibile desiderio di realizzare la visione meravigliosa che ti porti dentro.
Proprio come ha fatto Milena, cresciuta tra un piccolo borgo del Sud, la Costiera Amalfitana e un delizioso paesino dell’Appennino, con nel cuore un sogno grande a cui per anni non ha saputo dare un nome: finché, durante un corso di formazione al quale partecipa quasi per caso, le parole di un uomo straordinario squarciano il silenzio che ha dentro, come un fulmine la notte, e la spingono a scommettere su se stessa, a non dare nulla per scontato, a vedere nitidamente l’obiettivo. E infine a raggiungerlo.
Perché i nostri sogni possono diventare realtà, con perseveranza e coraggio.
Perché tutti possiamo imparare a spezzare le catene della paura e a trasformarle in rondini in grado di volare in alto, libere e finalmente felici.
LinguaItaliano
EditoreBookness
Data di uscita31 ott 2022
ISBN9791254890929
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    Anteprima del libro

    Vincere la paura della felicità (e trasformarla in coraggio) - Milena Beatrice

    Premessa

    È una storia vera, autobiografica. Una storia di sogni, aspettative e coraggio. Una storia con lieto fine, perché l’happy end non è riservato sole alle favole. Una storia d’amore, in cui tuttavia ognuno può ritrovarsi perché tutti in definitiva inseguiamo l’amore per tutta la vita. In effetti siamo fatti per l’amore. Lo afferma la Sacra Scrittura, lo conferma la scienza: siamo veramente felici solo quando amiamo e siamo amati. Ma spesso l’amore, la felicità ci fanno quasi paura.

    L’autrice, una psicologa, con scienza ed esperienza e un linguaggio agile e immediato, invita a sognare e con la sua storia personale offre un utilissimo vademecum per "vincere la paura della felicità e trasformarla in coraggio" perché l’amore rimane pur sempre dono e conquista. 

    P. Ciro Benedettini C.P., già vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede

    Non avere paura di essere felice

    Ogni volta che guardo i nostri due cigni, Clara e Mozart, che vivono praticamente in simbiosi e mi trasmettono tanta serenità e tranquillità, penso che noi umani siamo fin troppo complicati. Lo dico da donna e lo dico soprattutto da neuropsicologa. Gli animali hanno paura dei pericoli, delle minacce: solo gli uomini sono in grado di avere paura anche di ciò che desiderano.

    Qual è la cosa che noi tutti più desideriamo, la meta che ci ispira e alla quale tendiamo? Facile: la felicità. Possiamo anche darle altri nomi, legati a ciò che individuiamo come causa prima della nostra felicità, cioè amore, salute, benessere, realizzazione personale, quello che preferiamo, ma resta il fatto che se dobbiamo usare una parola sola per identificare ciò a cui ogni essere umano aspira sopra ogni altra cosa, ricorreremo certamente a felicità.

    Eppure, quante volte ci è capitato di averne paura? Quante volte abbiamo scoperto dentro di noi la paura di essere felici? Quante volte questa paura si è trasformata in un limite e ci siamo detti cose come: Meglio di no, è troppo per me, non ce la farò: quindi non rischio!. In seguito, però, guardandoci indietro, a volte ci rendiamo conto con grande amarezza di avere dei rimpianti: e i rimpianti, è inutile negarlo, sono una delle cose più terribili che ci si possa portare dentro al cuore.

    Sembra impossibile che ciò a cui tendiamo costantemente, invariabilmente, e di cui abbiamo tanto bisogno possa spaventarci, ma è proprio così. In alcuni casi, addirittura, lasciarsi andare alla felicità e viverla fino in fondo può essere difficile quasi come soffrire. È un’esperienza che prima o poi abbiamo fatto tutti, nella vita, per le ragioni più diverse, a seconda di carattere, situazioni, circostanze.

    Quando questo accade, ci blocchiamo, tutta la nostra vita si blocca. Certo che ci blocchiamo, è naturale! Perché paura e felicità sono emozioni contrapposte e alternative l’una all’altra, cioè non possono coesistere. Studiando le neuroscienze ho avuto modo di approfondire come funziona il cervello in questi casi: paura e felicità sono emozioni che dipendono da due ormoni diversi, entrambi prodotti dalla neuroipofisi ma che non possono attivarsi contemporaneamente. Questo cosa significa? Che o hai paura o sei felice. Non c’è una terza via. Queste emozioni non viaggiano dentro di noi sullo stesso binario, al contrario percorrono proprio due linee diverse: questa è la ragione per cui a ogni interferenza di quelle due linee l’ingranaggio del nostro cervello va in tilt e si blocca, tutto il nostro essere va in affanno e molto spesso finiamo per mandare tutto a rotoli.

    Quindi, se vuoi essere felice devi innanzitutto fare i conti con la tua paura (specialmente con quella di essere felice). Non devi liberartene, bada bene: devi accettarla, devi vederla come una compagna, per poi trasformarla. Ti sembra strano? Eppure è così.

    La paura va ascoltata, accolta non dico proprio come un’amica ma come una compagna, senza soffocarla né respingerla: il segreto è proprio questo, devi riuscire ad affrontarla a testa alta, perché solo a quel punto potrai davvero scegliere di essere felice. Devi sforzarti di fare il primo passo in una direzione che la tua mente percepisce come difficile, forse addirittura impossibile… Ma è proprio questo, che devi fare, proiettarti con coraggio in quella direzione. E allora sì che sarai felice. Non limitarti mai, non lasciare che la paura ti tarpi le ali: ascoltati, piuttosto, con molta attenzione. E poi spicca il volo.

    Adesso ti chiedo di chiudere un attimo il libro e di guardare la copertina per qualche istante, e poi di tornare a questa pagina.

    Fatto? Bene. Ci sono diversi significati, nell’immagine che ti ho proposto, ma uno di quelli più importanti è proprio questo: la paura della felicità è una catena e il tuo obiettivo è spezzarne gli anelli, trasformandoli in rondini libere di volare in alto!

    Detto questo, resta comunque la grande domanda: da che cosa dipende la paura di essere felici? Possiamo individuare varie risposte: a volte dipende dal fatto che diamo quasi per scontato che la felicità sia una cosa irraggiungibile o che può capitare solo una volta nella vita; oppure dal fatto che consideriamo la felicità una tempesta emotiva destinata a travolgerci per poi lasciarci vuoti come prima, una specie di ubriacatura, una forte emozione che al momento ci esalta ma che poi passa e infine si dissolve.

    La bella notizia che voglio darti subito è che nessuna di queste percezioni è vera, anche se sono piuttosto comuni, anche se tutti le abbiamo sperimentate e abbiamo avuto la tentazione di crederci. Me compresa.

    Forse siamo condizionati da modelli di felicità che ci vengono imposti dall’alto, idee di felicità finte e preconfezionate, irreali e quasi plastificate, mi verrebbe da dire: come se la felicità fosse una lista di cose da possedere, di circostanze da vivere, di obiettivi astratti da raggiungere, più o meno uguali per tutti. Non è affatto così. Ogni uomo e ogni donna, ciascuno di noi, insomma, è certamente unico e irripetibile e la nostra vita di per sé ha un valore immenso e, appunto, unico: allo stesso tempo, però, siamo tutti uguali nel nostro bisogno di essere felici e nella nostra necessità di trovare la via della realizzazione personale, per raggiungere il nostro posto nella vita e nel mondo. Ovviamente, per ciascuno di noi la lista di cui dicevamo prima è diversa. Quindi, prima di tutto, non facciamo mai confronti, che sono solamente fonte di inutili frustrazioni, qualche volta di perniciose invidie, e di sicuro non ci spronano a essere migliori. Guardare alle persone felici e specchiarsi nei loro occhi per catturare quel guizzo di gioia che può ispirare anche noi, quello sì, eccome: ma fare confronti, mai.

    Che cos’è, allora, la felicità? La felicità è qualcosa che scegliamo consapevolmente ogni giorno attraverso piccoli e grandi gesti che, se ci pensiamo bene, sono sempre gesti di condivisione. Ci torneremo, su questo concetto, perché è molto importante e fa parte delle strategie mediante le quali si può davvero affrontare meglio la vita.

    Per ora voglio cominciare semplicemente a dirti che essere felici è possibile se, prima di tutto, riusciamo a essere noi stessi: perché la paura della felicità è più che altro la paura di essere (o di diventare) se stessi fino in fondo.

    E poi, per essere felici, dobbiamo scegliere ogni giorno di volerlo essere davvero, altrimenti non saremo in grado di creare le condizioni per costruirla, quella felicità che tanto desideriamo, né per accogliere le gioie che ci regala, né tantomeno per custodirla e tenercela ben stretta.

    Io ho sofferto, prima di arrivare a essere me stessa ed essere felice. Ho dovuto fare molti sacrifici, ho dovuto lottare e trovare la forza di non arrendermi mai e di saper aspettare, di tenere duro.

    È stato solo con grande fatica e attraverso non pochi sacrifici, che ho potuto mettere a fuoco la visione chiara e forte che avevo dentro da sempre ma alla quale per molti anni non ero riuscita a  dare un nome. A poco a poco, mi sono ritrovata davanti agli occhi una visione finalmente nitida, chiara e precisa: e allora ho intrapreso un viaggio impegnativo ma meraviglioso.

    Cos’ho fatto di tanto speciale? Nulla. O meglio, qualcosa ho fatto: ho scelto di voler essere felice e poi ho inseguito i miei sogni con convinzione e determinazione. Perché è di questo, che abbiamo bisogno, di sogni potenti in cui credere, sui quali fissare lo sguardo. Tutti noi abbiamo bisogno di una visione, di uno sguardo sul futuro che faccia da sfondo a ogni nostro pensiero e a ogni nostra azione, un progetto al quale tendere e al quale conformarci man mano.

    È una sfida che comporta innanzitutto, come primo passo, l’uscita coraggiosa dalla propria zona di comfort: che chiamiamo così per semplicità, ma che spesso di confortevole non ha proprio nulla, perché alla fine è una bolla, una gabbia fatta di inerzia, di mancanza di voglia di muoversi per uscire da situazioni anche sgradevoli ma nelle quali siamo rimasti invischiati per mille motivi.

    E poi, appena fuori dalla zona di comfort, scatta la scommessa: se oggi sono quella che sono, realizzata e felice, lo devo a qualcuno che un giorno mi ha detto, senza nemmeno conoscermi, che credeva in me e che avrei dovuto scommettere su me stessa.

    Se solo ci fosse un modo per conoscere meglio se stessi e per dare un nome ai propri sogni... (in realtà c’è!)

    Scommettere su se stessi: detta così sembra facile, ma non lo è. Il percorso può essere lungo e complesso e molto dipende dagli strumenti di cui disponiamo, che spesso non sono adeguati.

    La verità è che per accettare la sfida e scommettere su se stessi bisogna avere una visione chiara, e per avere una visione chiara bisogna conoscersi molto bene: è necessario acquisire consapevolezza delle proprie caratteristiche, delle proprie potenzialità e naturalmente ‒ questo spesso è un punto dolente, se lo si affronta male ‒ dei propri limiti. Limiti, però, è una brutta parola, che tende a scoraggiarci e demoralizzarci. Meglio guardare allora ad essi come a delle aree da migliorare, a delle piccole sfide da superare, a delle piccole scommesse da vincere all’interno della grande scommessa su noi stessi che ci siamo decisi a fare.

    Il problema, comune un po’ a tutti, è che spesso siamo sinceramente convinti di conoscerci bene, anche se purtroppo ciò non è quasi mai vero; è facile, anzi, prendere lucciole per lanterne, come si usa dire. Avere un’idea sbagliata di sé porta a una visione sfocata e confusa che non ci permetterà mai di arrivare da nessuna parte e che, al contrario, sarà fonte di frustrazioni e insoddisfazioni.

    Io ‒ e lo dico senza alcuna vergogna perché è la verità ‒ ho impiegato anni, per comprendere davvero me stessa e riuscire a dare un nome ai sogni e ai progetti che mi portavo dentro. Anni! Duri, a volte. Colmi di frustrazioni e insoddisfazioni, appunto.

    Se solo avessi avuto a disposizione un modo più semplice e veloce per arrivare a conoscermi davvero, quante delusioni mi sarei risparmiata, in quante psicotrappole avrei evitato di cadere e, soprattutto, quanto tempo avrei guadagnato per capire che cosa

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