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Nostalgia Tradimento Amore
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E-book196 pagine2 ore

Nostalgia Tradimento Amore

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Info su questo ebook

Il fenomeno Tango è oggi una realtà che s'impone al villaggio globale coinvolgendo tutti i ceti sociali nei tre continenti d'Asia, d'America e d'Europa.

L'autrice si chiede il perché di questo "recupero" del Tango, soprattutto ballato. Perché la gente di tutto il mondo si riversa nelle milonghe? Una domanda che conduce ad un viaggio interiore, un'esperienza di conoscenza, alla ricerca di quell'essenza, di quello "spirito" del Tango, che esprime i moti dell'"anima universale" che parlano di improvvise lacerazioni, di strisciante malinconia, di perdite, di mancanza e che contiene, altresì, intima capacità di rigenerazione. Una musica che riesce a far superare il dolore, a far accettare la perdita, a far capire la vita e spinge a cercare un adattamento a nuovi valori, a nuove misure.

Con gli strumenti della psicologia contemporanea l'autrice decodifica riti e miti del Tango svelando quel processo emozionale che, sviluppandosi in uno stato intimo e profondo, riporta alla sacralità dell'incontro, al contatto fisico, all'abbraccio, condizione oggi estranea all'uomo contemporaneo schiacciato dall'individualismo. Nel frenetico quotidiano cosa si può arrivare a scoprire attraverso il Tango? Un qualcosa di autentico, d'interiore, profondo, un momento di pace, una risposta, anche se momentanea e per lo più inconsapevole, allo stato d'inconsistenza e di vuoto. Il Tango permette quella comunicazione profonda oggi sepolta dalle ferite della frantumazione. In un mondo in crisi, la scelta del Tango da parte di una umanità sradicata e senza punti di riferimento rappresenta una rivalsa dello spirito, la lotta dell'anima che reclama ciò che le è stato strappato. Il Tango con tutto ciò che porta in sé si pone come denuncia alla storia contemporanea, sottolineando che l'uomo non può restare intrappolato in una vita senza significato, soffocato dalla massa informe del nulla.

LinguaItaliano
Data di uscita3 nov 2022
ISBN9798215650226
Nostalgia Tradimento Amore
Autore

Rosa Ucci

Rosa Ucci, nata a Lanciano (CH) nel 1946, si è laureata in Scienze Politiche a Bologna e in Psicologia Applicata a “La Sapienza” di Roma. Dopo un’esperienza ventennale di insegnamento, si è dedicata alla libera professione di psicologa e psicoterapeuta, porgendo particolare attenzione ai problemi dello sviluppo della personalità femminile nella sua espressione individuale e sociale. Il suo spiccato senso di libertà e il desiderio incessante di conoscere la natura umana in tutte le sue sfumature l’hanno condotta in Australia, in America, in Inghilterra, dove ha approfondito le più recenti tecniche di analisi dei comportamenti consci e inconsci e svolto attività di ricerca e di divulgazione su tematiche sociali. L’incontro con il tango, durante un viaggio in Argentina nel 1992, segna l’inizio di un interesse che condurrà alla originale intuizione sul significato profondo del tango, espresso in tutte le sue sottili e intime sfumature nel testo Nostalgia, tradimento, amore. Viaggio all’interno del Tango, nato nei locali di una Buenos Aires non turistica, dove il ballo è vissuto ancora nel suo originario significato di trasformazione del dolore in sentimento vitale.

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    Anteprima del libro

    Nostalgia Tradimento Amore - Rosa Ucci

    Rosa Ucci

    Presentazione di Vincenzo Centorame

    a mio figlio Francesco

    edizione ebook

    Enrico Massetti-Publishing

    www.tango-dancers.com

    Copyright Rosa Ucci 2011

    Published by Enrico Massetti Publishing

    All Rights Reserved

    INTRODUZIONE

    Ha ragione Carlos Vega, quando sostiene che il tango è espressione di istinti forti e primitivi che reclamano cittadinanza, oppure José Gobello il quale, con un ragionamento colto e complesso, lo paragona all’Impero romano che non si costituisce per espansione ma per incorporazione di collettività diverse in un’unità superiore? Questo libro, pur rendendo conto di interpretazioni e letture apparentemente lontane tra loro, ha scelto una sua strada che, sotto molti aspetti, fa della novità di prospettiva e della sintesi originale i suoi punti di forza.

    Negli ultimi anni il tango ha vissuto una sorta di seconda giovinezza.

    È stato protagonista di uno stupefacente fenomeno di globalizzazione che lo ha visto diffondersi e affermarsi nei paesi più lontani, non solo geograficamente, ma anche culturalmente rispetto alla sua matrice originaria. Appareevidente che, quello che si può considerare ormai un rito, possiede una sua forza misteriosa che ha un carattere universale e trascende l’ambito spazio-temporale latino americano.

    Gli aspetti più reconditi, e nello stesso tempo più forti, le componenti misteriose che fanno del tango quasi un rito iniziatico, sono al centro, in queste pagine, di una vera indagine.

    In questi ultimi anni sono stati editi, in vari paesi, molti libri su questo tema decisamente accattivante: saggi storici, riflessioni poetiche, raccolte di suggestioni e innamoramenti, profili dei maggiori protagonisti di una vicenda complessa.

    Nostalgia, tradimento e amore (viaggio all’interno del tango) non vuole essere una illustrazione oleografica, neppure delle innumerevoli storie di questo fenomeno; non intende descrivere una geografia del Tango, neppure intende raccontare l’ennesima vicenda delle origini o rivendicare primati. L’ambizione che anima e costituisce il senso di queste pagine, è quella di tentare di compiere un atto di disvelamento e di ascolto: mettere a nudo quelle passioni elementari che fanno la forza del tango e cercare di ascoltare quel linguaggio recondito e misterioso che fluisce dalle viscere di un mondo di emozioni, come una sorgente di vita.

    Il tango è ormai una avventura planetaria, un rito legato da duplice filo rosso che ne rappresenta l’essenza più profonda: la passione e il sentimento delle cose perdute, quella nostalgia che fa da sottofondo a ogni nota e al fluire magico dei movimenti.

    Il grido e il silenzio, nella loro dialettica sempre incompiuta, come in una sorta di eterno ritorno di una magia, sono le componenti esemplari di un rituale coinvolgente e appassionante.

    Un florilegio di protagonisti popola questa vicenda dell’eterno ritorno del tango; sono gli interpreti di vecchie e nuove generazioni. Custodi e icone delle origini e protagonisti di una nuova classicità.

    La guardia veja e la guardia nueva, la guardia del cuarenta, in un succedersi ininterrotto e coinvolgente di formule magiche e spontanee. Simboli assoluti, personalità vicine e lontane, come Homero Manzi e Astor Piazzolla, che hanno, come palcoscenico, per riti antichi e sempre nuovi, il mondo intero.

    Uno dei punti basilari, su cui si fonda questo libro, è rappresentato dalla decodificazione, con gli strumenti della psicologia contemporanea, dei riti e dei miti del tango e della sua misteriosa forza di fascinazione.

    Particolarmente importante il capitolo dedicato all’uomo, la donna e l’avventura della danza. Un duplice punto di vista complementare e conflittuale; una vicenda guerresca ed erotica che non può che nascere da un conflitto viscerale che genera una attrazione magnetica.

    Un racconto interiore, un viaggio e una esperienza di conoscenza che ha al centro una magia musicale che è il figlio bastardo di una tradizione musicale eterogenea, complessa e, per molti aspetti, sor prendente. Non solo la forza oscura dei ritmi e del magnetismo tellurico di provenienza africana, ma anche l’eleganza e l’armonia dell’opera lirica.

    Nella parte conclusiva, il libro cerca di proporre alcune considerazioni che possano aiutare il lettore a decodificare quanto preannunciato fin dal titolo. Il sentimento della nostalgia letto in questo caso, come sindrome mortale alla pari dell’ebbrezza, del momento più alto della passione amorosa. C’è una forza misteriosa di perdizione e di ritrovamento, di abbandono e di seduzione che è il fondamento della storia dell’uomo e della donna: si avvinghiano e si respingono fino a generare un vortice nel quale sono fatalmente imprigionati.

    L’uomo e la donna finiscono per amare il proprio destino, si lasciano andare sedotti dalla voce delle onde musicali e trovano i passi e i gesti naturali che li proiettano in una complicità egoistica ed esclusiva.

    Il libro racconta certamente la storia di una suggestione e di una fascinazione ma contiene molto di più. Parla, e non è un’anomalia, di una forza taumaturgica del tango, quella che porta alla riscoperta di un corpo trascurato e umiliato dai riti banali e affliggenti del mondo contemporaneo.

    Un clima di omologazione e di sofferenza banale al quale il tango non appartiene.

    Vincenzo Centorame

    I - LE RADICI DI UNA PASSIONE

    L’origine rioplatense e l’avventura planetaria

    Il filo rosso della passione

    Il fenomeno Tango è oggi una realtà. Si aprono ovunque Scuole di Tango, giovani e meno giovani si riversano nelle milonghe. Alcuni ne fanno una forma di vita, altri vogliono discuterne come fenomeno sociale, altri ancora ne vogliono approfondire le origini. Molti, attraverso il Tango, vogliono ampliare i loro orizzonti sociali.

    Il Tango, quello argentino, che rispetta le sue origini musicali è sentimento e comunicazione. Il Tango è una danza, una musica, un modo di espressione dei sentimenti. È una poesia, è una letteratura. È un clima, un ambiente nel quale il linguaggio ha un posto tutto particolare.

    In ultima analisi il Tango è un fenomeno culturale complesso; non può essere considerato solo ed esclusivamente una danza. Gli autori dei testi di Tango partecipano al suo sviluppo allo stesso modo dei ballerini e dei musicisti.

    C’è interazione tra loro. Il Tango, nato tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo nel Rio della Plata, si impone, oggi, al villaggio globale, coinvolgendo tutti i ceti sociali in almeno tre continenti: l’Asia, l’America e l’Europa. Assistiamo a un recupero soprattutto del Tango ballato, dall’Argentina alla Francia, in tutta Europa, in paesi lontani come la Svezia e la Finlandia e ancora più lontani come la Cina e il Giappone.

    Sociologi, antropologi, psicologi si interrogano sul senso di questo recupero. Personalmente spesso mi viene chiesto Perché il tango piace tanto?. Ho cercato in questo libro di dare una risposta.

    Già dall’analisi delle origini del Tango si evince che esso contiene la forza di risvegliare i sentimenti, l’aspetto emotivo dell’essere umano. Ed è proprio l’aspetto emotivo che oggi va recuperato.

    L’uomo postmoderno sente il bisogno di questo recupero, perché è disorientato di fronte alle radicali trasformazioni dell’attuale processo tecnologico. Un processo che ha liberato l’uomo dalla fatica fisica, ma ha sovvertito ogni aspetto della vita dell’individuo. Per la prima volta, nella storia dell’umanità una nuova tecnologia svolge funzioni mentali sovvertendo ogni legge economica, politica e sociale dell’intera collettività. Un aspetto dell’uomo in particolare viene stravolto, quello relazionale.

    Il postmoderno, si afferma, è relazionale. Solo un secolo fa, l’individuo aveva la possibilità di relazionarsi, nell’arco della sua vita, con un centinaio di persone. Oggi invece questa possibilità può verificarsi nell’arco di una settimana. Modalità diverse di comunicazione hanno cambiato la dimensione temporale — si va al nano secondo — e spaziale dell’uomo — si vive nel villaggio globale.

    Il Sé è proteiforme, è in continuo adattamento alla diversità ed è in continua ricerca di identità. Ma le molteplici relazioni che caratterizzano l’era contemporanea sono per lo più superficiali.

    C’è esigenza di una comunicazione profonda. In tale contesto di disorientamento lo sviluppo emotivo diventa difficile, quando non è bloccato. L’uomo, tuttavia, in maniera più o meno consapevole reagisce a queste difficoltà e cerca stimoli per vivere la sua dimensione emotiva, comunicativa e creativa.

    In fondo ogni espressione artistica è fondamentalmente un processo comunicativo, un tentativo di esprimere qualcosa che è nascosto, soffocato, potenziale. E il Tango può essere letto come una forma artistica fortunata della storia, un fenomeno di intercultura che si realizza spontaneamente, un’attività artistica che nasce dall’incontro di diversi che sentono il bisogno di capirsi ed esprimersi.

    E oggi l’interazione di culture diverse è uno dei temi più dibattuti.

    Ritengo che il Tango vada vissuto, analizzato e capito in questa luce, che non vada banalizzato nei termini: sessuale, peccaminoso, trasgressivo. Occorre andare oltre, verso vie più capillari e sotterranee.

    Il Tango danza è un’espressione artistica che risveglia emozioni e sentimenti, evoca fantasie e nei suoi movimenti comunica appartenenza e rispetto. Nei tre minuti che dura un Tango ballato si sperimenta una possibilità d’intesa, quasi un premio simbolico per una comunicazione profonda, oggi così ardua nella coppia umana.

    Ma per capire il Tango bisogna analizzarlo dalle sue origini, come per ogni genere musicale. Da questa analisi ci renderemo conto come questo ballo è così diverso dagli altri balli di coppia, dove i ballerini sono totalmente staccati nel petto. Nel Tango i ballerini sono appoggiati in alto, l’uno sull’altro, componendo un insieme armonioso e sensuale frutto di creatività e d’intesa tra i ballerini.

    Il sentimento perduto

    Il Tango si sviluppa verso la fine del secolo scorso nei sobborghi di Buenos Aires. I personaggi che inventano il Tango non possono essere compresi fuori dai luoghi in cui questo fenomeno, profondamente popolare, ebbe inizio.

    Nel 1853 il governo federale emana un editto con il quale si dichiara di favorire l’emigrazione europea. Nell’intenzionalità della classe dominante l’apertura delle frontiere celava la speranza di accogliere professionisti, scienziati ed esperti.

    In realtà le classi che risposero all’appello furono solo quelle in stato di indigenza nel paese di origine che partirono verso il suolo straniero con l’unico obiettivo di un miglioramento materiale e con la speranza di comperare la terra a prezzi bassissimi, così come recitava la propaganda argentina. In realtà la proprietà terriera era stata già divisa tra i pochi notabili argentini. Inoltre non erano previste misure effettive di colonizzazione che assicurassero il radicamento degli stranieri nelle zone rurali.

    La terra, foriera di promesse, lavoro e benessere diventa la terra dell’anonimato. Uno spazio mutevole, degradato, quartieri periferici di Buenos Aires, attraversati da fiumiciattoli e riachelos piene di acque fangose dove gli immigranti finivano per radicarsi cercando di arrangiarsi con i diversi mestieri per poter sopravvivere.

    L’origine degli immigrati era estremamente varia, prevalentemente europea, ma con presenze anche asiatiche e medio orientali. Le componenti più presenti numericamente erano però quella spagnola e quella italiana, provenienti dal meridione in genere e dalla Liguria, Friuli e Piemonte. Essi avrebbero triplicato la popolazione della capitale. Si verificò un caso unico nella storia dell’immigrazione americana: 1 su 2 erano immigrati, contro 1 su 8 degli USA.

    In questa Buenos Aires di fine secolo, in un processo di modernizzazione e di crescita, non arrivavano solo immigrati europei, ma anche el gaucho, il contadino del Rio de la Plata, che approda in città.

    Il gaucho è il pittoresco personaggio argentino che sorvegliava le mandrie nelle sterminate distese della Pampa. Anch’egli si trovò senza lavoro quando furono istituite fattorie o estancias che introdussero forme di allevamento più stanziali, con il bestiame racchiuso nei recinti. Il gaucho è il personaggio che esprime una connessione tra l’essere umano e la natura, cultore dell’istinto vive un profondo e solitario rapporto con se stesso. Melanconico, riservato e selvaggio si accompagna sempre con la chitarra per lenire l’aridità della sua esistenza. Trovandosi egli stesso forzatamente trapiantato nella realtà dei bassifondi urbani e costretto a rinunciare al suo dialogo intimo con la natura si sentì profondamente solo.

    L’immigrante, il gaucho, i marinai, i macellatori dei mattatoi, e anche alcuni gruppi etnici afro americani che avevano di recente avuto l’affrancamento dopo secoli di schiavitù, si installavano nei conventillos, abitazioni povere, fatte a budello con servizi igienici comuni, potenziando il

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