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La vita che mi ha scelto
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E-book164 pagine2 ore

La vita che mi ha scelto

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Info su questo ebook

Mei, una piccola grande donna al centro di un viaggio tra Cina e Italia. Di fronte a lei, a soli 13 anni, un mondo nuovo con cui rapportarsi. Combattere il razzismo, sentirsi parte di una comunità, accettare sé stessa. La diversità rivestirà un ruolo di primaria importanza anche nella sua vita adulta, quando sarà messa di fronte alla scelta più difficile da affrontare.
LinguaItaliano
Data di uscita21 nov 2022
ISBN9791222025865
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    Anteprima del libro

    La vita che mi ha scelto - Alessandra D'egidio

    I

    Mei e le sue sorelle

    È mattina presto. Il sole arriva di taglio in cucina. Shu Ian chiama le figlie - Mei, Maylin, Kumiko - dice che è la terza volta che prova a svegliarle e che presto arriverà un secchio d’acqua fredda, proprio come faceva sua madre con lei da piccola e continuava a poltrire a letto quando era ora di andare a scuola. Le ragazze dalla loro camera ridono e prendono in giro la mamma mimandone la voce quando è arrabbiata. Shu Ian ha trentaquattro anni anche se dimostra qualche anno in più, un fisico tosto, piccola e slanciata al tempo stesso. Il suo sguardo scuro e veloce insieme al sorriso luminoso e ai capelli neri tagliati perfettamente a caschetto fanno di lei una donna bella, di una bellezza senza tempo.

    Mei, la figlia più piccola, si precipita in cucina e chiede scusa alla mamma avventandosi su una ji dan bing.

    Le sue sorelle, bisticciando per la proprietà di un lucidalabbra, arrivano in cucina e si siedono attorno al tavolo, ci sono bao zi ripieni di verdure e il fantastico budino di mango che la mamma prepara per loro nei giorni speciali. Fanno colazione continuando a chiacchierare e dopo poco Mei e Maylin si avviano verso la scuola. Camminano a passo svelto, la mamma sente le loro chiacchiere dal giardino farsi sempre più lievi e se si affaccia dal cancello le vede già lontane, col loro zaino colorato e la coda dei capelli svolazzare al passo. La figlia più grande, Kumiko, resta a casa: la scuola l’ha finita da pochi mesi e sta per volare in Europa: la Svezia l’aspetta e lei passa le ore a fantasticare il suo arrivo in un posto tanto lontano e tanto diverso dalla terra dove è stata allevata. Kumiko è cresciuta con le idee precise sul suo futuro, non ha mai avuto dubbi sul da farsi. Sin da piccola ha sempre mostrato sicurezza alla domanda cosa farai da grande. La sua risposta è stata sempre: «Partirò.»

    Ora è quasi una donna, somiglia molto alla mamma e ne va fiera, mentre spazzola i suoi capelli nerissimi e lucenti tagliati allo stesso modo di Shu Ian. Ormai tra la figlia maggiore e la mamma c’è uno scambio di idee che va di pari passo allo scambio dei vestiti. Shu Ian vive la prossima partenza di Kumiko con una apprensione che fatica a nascondere. Sono molto legate e sente già il vuoto crescere dentro di sé. Kumiko ha iniziato a preparare le valigie, le fa e le disfa sempre indecisa su cosa portare e cosa lasciare alle sorelle più piccole. Il suo volo è prenotato per la settimana successiva, una settimana che sembra non arrivare mai.

    Ad aspettarla a Malmö ci sarà la zia paterna che si è trasferita in Svezia anni prima con tutta la famiglia, hanno aperto un ristorante cinese e fanno buoni affari. A Malmö Kumiko entrerà a lavorare in un centro estetico, dove già lavora sua cugina, una tipa sveglia, di qualche anno più grande di lei.

    Si sono scritte per anni lei e la cugina e Kumiko si è immaginata la sua destinazione bella, pulita, essenziale ed elegante; immagina servizi efficienti, persone gentili, una vita facile.

    Si addormenta ogni sera, da qualche mese, immaginan do il suo arrivo, lo sforzo iniziale e poi, piano piano, la vita farsi bella, il suo desiderio più grande. Non vede l’ora, anche se ha un po’ paura, paura di sentire la mancanza della famiglia, soprattutto delle due sorelle da cui finora non si è mai allontanata. Quella camicia azzurra, ne è certa, la lascerà a Mei. La piccolina le mancherà moltissimo, l’ha vista crescere, aiutata quando serviva, ascoltata quando cantava e quando raccontava le sue fantasie. Per Maylin, più piccola di soli tre anni, ha preparato un beauty case pieno di smalti fluorescenti: sa bene quanto le piacciano.

    Mei e Maylin si incamminano verso la scuola, circa venti minuti di cammino in cui le due sorelle parlano tra loro di video musicali e nuove tendenze. Mei ha quasi dieci anni, ma è cresciuta in fretta con le sorelle più grandi, Maylin quindici e Kumiko diciotto. Hanno sempre fatto squadra loro tre, grazie soprattutto a mamma e papà che le hanno educate con dedizione totale e tanto amore, trasmettendo loro un senso della famiglia autentico, fondato sulla condivisione e la capacità di ascolto reciproco.

    Maylin è la sorella di mezzo e di questo ha risentito sin da piccola, pertanto ha sviluppato una certa autonomia e passioni molto singolari come disegnare abiti e cucirli.

    Aveva sei anni quando ha chiesto alla mamma, per la prima volta, ago e filo.

    Mei è la piccola di casa: sempre stata prima in tutto, ha parlato prima delle sorelle, ha camminato prima delle sorelle, ha imparato a leggere e scrivere prima delle sorelle. Con grande stupore del papà che non credeva ai suoi occhi quando, a soli cinque anni, leggeva i fumetti e si divertiva addirittura a crearne di nuovi, con un talento raro nella scrittura e nel disegno.

    Bravissima a scuola, Mei è la capoclasse, la vera leader che trascina tutti e a cui tutti vogliono bene. Studiosa, ma con allegria. Il papà le ha insegnato sin da piccola che imparare e conoscere sono le più grandi possibilità che ha ogni essere umano, e lei ha fatto tesoro dell’insegnamento paterno sin dai primi anni di scuola. I suoi insegnanti sono sempre stati sorpresi dalla piccola Mei: il suo sguardo veloce, la sua capacità espositiva, le domande mai scontate, fanno di lei la studentessa ideale. Nel percorso scolastico più volte gli insegnanti si sono rivolti ai genitori per esaltare le capacità della figlia, strappando loro la promessa che le sarà garantito il miglior futuro accademico.

    Quando suona la campanella dell’uscita, le due si aspettano al cancello per tornare a casa insieme. Maylin non ha la stessa attitudine allo studio della sorella, sogna di fare la stilista e il tempo trascorso a scuola le pare ormai tempo perso. Cercando su internet ha trovato la scuola per realizzare il suo sogno, la migliore sta a Parigi. Mei cerca di dissuaderla: dopo la partenza di Kumiko a casa nessuno reggerebbe anche la sua assenza, il papà ne morirebbe… Parigi poi, praticamente due sorelle dall’altra parte del mondo.

    Il tragitto fino a casa è percorso a passo svelto, le ragazze non vedono l’ora di arrivare , ritrovare Kumiko e la mamma e stare insieme in giardino fino all’ora di ritirarsi in casa per la cena. Abitano in una zona residenziale a un’ora di treno dalla città, la loro casa è un villino a piano terra con un bel giardino, dono dei genitori di Shu Ian per il matrimonio. Xiamen, città nella provincia del Fujian, è di fronte all’isola di Taiwan: clima perfetto, grazie al mare vicinissimo e mille occasioni di divertimento che mamma e papà hanno sfruttato quando la famiglia ancora non si era allargata.

    È una bella giornata di inizio estate, il giardino è finalmente fiorito, il piccolo orto anche quest’anno darà i suoi frutti, la mamma ha il pollice verde e ogni giorno passa ore e ore a sistemare i fiori, piantare, dipingere la staccionata, rinnovare piccoli mobili. Non sta mai ferma Shu lan, ama la sua casa e la famiglia in modo viscerale e quando vede, ogni giorno, tornare le sue figlie da scuola, per lei è una festa, il momento più bello. Di li a poco rientra anche Wei qi, suo marito. Lavora in banca, nella zona business di Xiamen.

    Ha un posto che si è conquistato con anni di sacrificio e buone intenzioni. Ora dirige l’ufficio dei servizi alle imprese, grande responsabilità e un buono stipendio per far sì che la famiglia abbia tutto ciò di cui ha bisogno. È un uomo molto dolce e pacato Wei qi, ama leggere romanzi europei, nel tempo e con tanta pazienza ha imparato l’italiano e ogni sera insegna a Mei qualche parola, dicendole che le potrebbe tornare utile: «Chi lo sa, bimba mia, cosa riserva il destino?»

    Shu Ian quando lo incontrò circa venti anni prima, era poco più che una bambina. Lo vide e si fermò ad ascoltarlo, lui aveva circa diciotto anni e parlava di filosofia con altri ragazzi. Se ne innamorò all’istante e promise a se stessa che non lo avrebbe lasciato mai più.

    La loro è una famiglia cattolica, con tutti i problemi di una religione minoritaria in Cina. Frequentano la parrocchia che è praticamente una famiglia allargata, si conoscono tutti da anni, i figli sono cresciuti insieme, nei loro incontri settimanali pregano insieme, leggono passi del Vangelo, e sul finire parlano dei loro problemi, confrontandosi a cuore aperto su tutto. La famiglia di nascita di Wei qi era cattolica, lo erano i nonni e i bisnonni. Erano cattolici da sempre, sin dai tempi delle persecuzioni del regime. Lo stesso per Shu Ian di cui in famiglia però, si parla pochissimo, si sa solo che erano arrivati dall’Hubei. I due si sono conosciuti in una delle domeniche in parrocchia, un colpo di fulmine, sposati dopo poco tempo quando Shu Ian ha compiuto sedici anni. Per la felicità di tutti i parenti che hanno visto nel loro matrimonio realizzarsi la parola di Dio.

    Dopo solo qualche mese è arrivata in famiglia Kumiko, poi le altre due figlie. Una famiglia piena d’amore e gentilezza, così la definisce Wei qi.

    Le ragazze sono cresciute in parrocchia, ma negli ultimi tempi Maylin e Kumiko sono aspramente critiche verso il pensiero cattolico tradizionale, più attratte dal buddismo, dicono, e questo ha creato qualche discussione in famiglia che a fatica è stata sedata dalla madre. Il papà, credente osservante, reagisce male alle critiche e si chiude nel suo studio isolandosi in compagnia dei libri e della musica classica. È il suo modo di reagire, Shu Ian lo sa. Non è facile capirsi con le ragazze e il loro modo di pensare che a tratti pare lontano anni luce.

    Le sorelle sono molto unite, per la gioia della mamma.

    Si scambiano vestiti, trucchi e consigli, chiuse nella loro camera per ore.

    Kumiko è molto legata alle sorelle più piccole, soprattutto nei confronti di Mei ha un amore materno, un atteggiamento tenero e protettivo di cui la piccola gode moltissimo.

    La sua partenza è per questo vissuta con un atteggiamento contrastante: da una parte le sorelle l’aiutano a fare le valigie, dall’altra non sopportano che lei parli con entusiasmo della vita che l’aspetta a Malmö, città che le sorelle non sanno neanche immaginare. Gli ultimi giorni trascorrono nel tran-tran quotidiano fatto di colazione, scuola, cena. A cena la famiglia si ritrova unita ogni giorno, è quello il momento che Mei pensa di voler strappare a un destino che, tra poco meno di una settimana, vedrà il posto di Kumiko vuoto. Non vuole pensarci, è un fatto che la rende molto triste e il papà cerca di starle vicino, di spiegarle che nella vita la famiglia resta unita anche se le presenze diventano assenze, perché il filo che lega le persone non si spezza neanche se fa il giro del mondo.

    Quella sera il papà è un po’ affaticato, non riesce a leggere a causa di un forte mal di testa. Mei gli porta una tisana calda, sa quanto gli piace degustarla nel suo studio, ma quella sera c’è qualcosa di strano in Wei qi, è qualcosa di diverso dal solito mal di testa: il respiro è un po’ affannato, la fronte imperlata di sudore. Mei chiama la mamma che fatica a nascondere la sua preoccupazione: possibile sia solo una banale influenza? Domani la mamma e il papà chiameranno il medico per una visita. Per ora si va tutti a dormire.

    La mattina Mei si alza un po’ prima per controllare la salute del papà. La mamma le dice che ha dormito bene e che non deve preoccuparsi, la colazione è pronta e può svegliare le sorelle che sono le solite dormiglione.

    Trascorre una giornata piena di pensieri per tutti, il malessere del papà è un fatto nuovo che non sanno come trattare: lui è il perno forte della famiglia, colui che con uno sguardo parla e si fa capire da tutte, non può ammalarsi. La più preoccupata è Shu Ian che, in realtà, si è accorta da settimane che il marito, soprattutto di notte, ha il respiro affannoso e qualche colpo di tosse poco rassicurante.

    Quella sera di nuovo tutti seduti attorno al tavolo della cena, la mamma racconta che il medico ha visitato il papà e gli ha prescritto una serie di esami di routine da fare. Le ragazze si accorgono che il colorito del papà è pallido, gli occhi cerchiati.

    Tutte e tre sono percorse da un brivido di paura, ma continuano a mangiare cercando di distogliere l’attenzione dall’argomento che riguarda la malattia, tanto temono qualcosa di brutto. La mamma le invita a raccontare della scuola, dei compiti e delle amiche. Si capisce che è un modo per evitare un preciso argomento, ma le ragazze stanno al gioco.

    Vanno a dormire presto, quella sera. In realtà restano tutte e tre sveglie fino a tardi facendo mille ipotesi su quello che sta accadendo al papà e cercando di intuire se la mamma a cena abbia detto tutta la verità o ne abbia celato un pezzo. Mei, la più piccola, ma anche la più saggia, invita le sorelle a stare calme e ad aspettare qualche giorno per trarre le conclusioni. Kumiko teme per la sua partenza ormai imminente. Maylin confessa che già da qualche giorno aveva visto il papà un po’ affaticato e con un colorito che non le piaceva. Per alleggerire l’atmosfera mettono un po’ di musica, Kumiko tira fuori gli smalti dai colori più fashion e la serata volge a quel clima di leggerezza che piace tanto a tutte e

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