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Fuori dal cerchio
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E-book191 pagine1 ora

Fuori dal cerchio

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Info su questo ebook

Un giovane affetto dalla sindrome di Asperger decide di investigare sull'incidente in cui è morto il padre. L'indagine lo costringerà a uscire dal cerchio immaginario in cui si è rifugiato sin da bambino. Il giovane Asperger incrocerà le trame di una città in cui sono tutti avvinti da un filo invisibile: l'Editore, il Politico, lo Sbirro, l'Oste, la Cameriera, la Scrittrice, l'Uomo col cane, il Costruttore, il Gigante, il Grassone, l'Indiano, l'Ingegnere, il Fotografo; e altri ancora. Gli imprevedibili tasselli del puzzle si disporranno di fronte ai suoi occhi di osservatore attento. Non potrà fare a meno di chiedersi se il cerchio ha protetto sé dal mondo oppure ha nascosto il mondo a sé.
LinguaItaliano
Data di uscita24 nov 2022
ISBN9791222028293
Fuori dal cerchio

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    Fuori dal cerchio - Luigi Sposato

    Luigi Sposato

    Fuori dal cerchio

    Fuori dal cerchio

    Luigi Sposato

    © 2022 – Readaction

    Senza regolare autorizzazione è vietata la riproduzione anche parziale o a uso

    interno didattico, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia.

    I edizione luglio 2022

    info@readaction.it

    Ecuba è distribuito da Readaction s.a.s.

    Sede legale: via Isonzo 34, 00198 Roma

    UUID: 5c55ab6f-83e9-434f-bec1-ac97472b22f0

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Indice dei contenuti

    Un minuto speciale

    Tacco dodici

    Ironia della sorte

    Jeeg robot d'acciaio

    La Piazza del Locale

    Nel vapore di un ferro da stiro

    Invisibile

    Una fitta rete di rapporti sociali

    Cosa ti aspetta?

    Sillabe

    Operai

    I soliti fiori

    Profumo di lei

    L'omino

    La foto

    La Regina

    Quel preciso momento

    La morte delle rose

    Licenziamento con caffé

    Tutto ciò che è rimasto

    L'ultima piastrella

    L'ingegnere non si dà pace

    La bici nuova

    La Stanza Segreta

    Quello che sei

    Quel tipo strano

    Un pesce rosso

    Maledetto!

    Banco dei pegni

    La giornalista e Anchise

    Il collezionista

    La Cameriera e l’Asperger

    Altre due chiacchiere

    L’Ingegnere a colloquio col costruttore

    Würstel e coca-cola

    Non toccare mia sorella

    Quel nuovo itinerario

    Sembra mia sorella

    La vita fuori dal cerchio

    Debiti e compromessi

    Incidente?

    Ti aiuto a uscire dal cerchio

    Colloquio di lavoro

    L’Ingegnere ha perso tutto

    Le indecifrabili emozioni del Gigante

    Una Madonna disperata

    Dentro il locale

    La ‘cosa’ davanti al Locale

    Quello che hai visto

    Mammina, aiuto!

    Tanti auguri a te, tanti auguri a te

    Eros e Thanatos

    Lei mente

    L'antro del Gigante

    Due piccole ‘S’

    Cercheremo lo Sbirro

    Il nuovo lavoro

    Il passato entra nel presente

    Ventisei domande

    Quando il Gigante nacque

    Collegamenti

    Dopo quella notte

    Puzzle

    Gli uomini del Costruttore

    Per sempre?

    Il guardiano dell'antro

    Home

    Il complice segreto

    Il tatto non ha memoria

    Il Costruttore è in ospedale

    L'ultima stanza

    La rinuncia del Gigante

    Il prossimo passo

    Il Gigante cambia idea

    La villa del Costruttore

    La sorella del Grassone

    Qualcosa non torna

    Il Gigante in fuga dall'antro

    Ti fidi ancora della tua memoria?

    La foto migliore

    È la figlia del Costruttore

    Vizi privati, pubbliche virtù

    Insonnia

    La prima notte del Gigante

    La strana coppia

    Mi posso fidare?

    Amanti

    In procura

    Il Fotografo

    I dossier

    Scambiamo due chiacchiere?

    Il Gigante ha fretta di sapere

    L’Uomo col cane

    Una telefonata all’alba

    Il ritratto

    La scoperta dell’Oste

    Il rasoio di Occam

    Cena elettorale in Villa

    Cattivi pensieri?

    Gioco e doppiogioco

    Soqquadro

    Il cuore del Gigante

    L'indirizzo sulla targhetta

    Stesso luogo, altro corpo

    Scena del crimine

    Bagno turco

    Le colpe dei padri

    Il rapimento

    Incendio

    Fratelli

    Fuori dal cerchi

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi somiglianza con persone reali (viventi o defunte), eventi accaduti, oppure luoghi esistenti è da ritenersi puramente casuale.

    A Laura, Eli e Bea.

    In ordine di apparizione.

    Se un’ombra scorgete, non è

    un’ombra – ma quella io sono.

    Potessi spiccarla da me,

    offrirvela in dono.

    Eugenio Montale, Ciò che di me sapeste,

    Ossi di seppia

    Un minuto speciale

    Hai già vissuto quattordicimilionisettecentoventiseimilaottocentosettantanove minuti.

    Ti sforzi di rimanere concentrato durante il minuto che sta scorrendo.

    Ci sono ventidue persone nelle vicinanze del cerchio, rischi che qualcuno ci finisca dentro. Devi prestare la massima attenzione.

    Sono tutti in piedi, di fronte al tavolo, e sono felici per te.

    Così, almeno, sostiene tua madre; ogni anno.

    Hai chiesto la solita torta farcita di crema gialla e ricoperta di cioccolato. Hai preparato un tuo disegno, che raffigura la Piazza del Locale in scala da uno a mille; l’hai fatto imprimere sulla cialda.

    Il disegno è circondato da ventotto candeline; poi c’è una panchina di cioccolato plastico; centodue sanpietrini di zucchero; ventuno pietre di pasta di mandorle.

    Tua madre ti ha proposto di cambiare torta e disegno. Esattamente come ha fatto l’anno scorso, quello prima, e quello prima ancora.

    Avrebbe voluto una millefoglie. Senza disegni.

    La millefoglie è una torta ingannevole: non ha le foglie, e qualunque cosa intendano per ‘foglie’, certamente non sono mille.

    Gli invitati sono disposti lungo un emiciclo, fuori dal cerchio. In questo modo, li puoi tenere sotto controllo.

    Tua madre è vicino alla porta di casa e parla con un uomo che non conosci.

    Non dovrebbe, non adesso.

    Cerchi di attirare la sua attenzione.

    Lei dev’essere al centro dell’emiciclo, come è sempre stato; e tuo padre dovrebbe essere vicino a te, un passo fuori dal cerchio.

    Aspetti che sia l’attimo giusto. Continui a muovere le mani perché non sai dove metterle, come fare per tenerle ferme.

    Troppe cose diverse: tua madre che parla con quello sconosciuto, tuo padre che non è rientrato.

    Soffiare adesso creerebbe disordine.

    Ma non puoi attendere oltre perché il disordine potrebbe solo peggiorare.

    Questo è il momento.

    Le fiammelle si spengono.

    Sono quattordicimilionisettecentoventiseimilaottocentottanta minuti da quando sei stato messo al mondo.

    Lo sconosciuto è dentro casa.

    Tua madre cammina con estrema lentezza verso di te.

    Non può piangere!

    Non può farlo subito dopo che è trascorso questo minuto speciale.

    Non deve piangere!

    Non è mai successo, non è mai stato così.

    L’emiciclo si apre come un sipario.

    Ti ritrovi al centro di uno spettacolo imprevisto.

    Hai vissuto solo con tuo padre, dal tuo settimo compleanno, per undicimilioniquarantaquattromilaottocento minuti.

    La notizia che tua madre ti ha appena dato ha segnato l’inizio di un disordine senza rimedio.

    Il tuo problema più grande, al momento, però, è un altro: gli invitati violano il cerchio. Perfino lo sconosciuto.

    Mi toccano.

    Insopportabile.

    Più della morte di un genitore.

    Tacco dodici

    L’Editore disse che non voleva essere disturbato per nessuna ragione al mondo. Certo che la Segretaria fosse dall’altro capo dell’interfono, posò la cornetta senza attendere alcuna risposta.

    Scartò il pacco sulla scrivania.

    Estasiato, alzò gli occhi al cielo e, finalmente, si accorse che la Segretaria era di fronte a lui: aveva bussato, aperto la porta, schiarito più volte la voce, ed era già sulla soglia da qualche minuto.

    Non era né giovane né vecchia. Aveva uno sguardo che si addolciva in un sorriso, che era sempre lo stesso, e le guance sempre velate di rosso. Che non vi fossero segreti tra lei e l’Editore era la sua più intima convinzione. E lo era da sempre.

    Alle spalle della Segretaria c’era il Politico.

    Era sicura che l’Editore l’avrebbe ricevuto qualsiasi cosa stesse facendo rinchiuso nell’ufficio.

    Non si sbagliava: scambiò con l’Editore un impercettibile segno d’intesa, richiuse la porta, si sistemò nella stanza adiacente, scostò il quadro, e si mise a osservare quanto accadeva al di là del finto specchio.

    L’Editore e il Politico parevano l’uno il contrappasso dell’altro: longilineo e pallido il primo, pingue e olivastro il secondo.

    «Ho appena scartato il suo regalo» disse l’Editore, indicando la scarpa décolleté rossa, tacco dodici, sulla scrivania.

    La annusò. Ancora. E poi ancora.

    «È la commessa bassina, grassoccia e mora, vero?».

    La Segretaria continuò a guardarli mentre l’Editore inalava quel profumo, sempre più eccitato. E, di riflesso, si eccitò anche lei.

    «Per la questione di mia moglie?» farfugliò il Politico che non si aspettava di assistere a una scena del genere.

    «Gli troveremo di certo una collocazione in qualche nostra collana, non c’è bisogno di leggerlo!» tagliò corto l’Editore. «Si può avere anche l’altra commessa? Quella, come dire, un po’ agée. Un tacco dodici nero?».

    Il Politico annuì e poi si dileguò, per sottrarsi all’imbarazzo.

    La Segretaria rimise a posto il quadro. Doveva prendere tempo, liberarsi da ogni pulsione. E, invece, iniziò a fantasticare sull’Editore. Lo immaginò col naso adunco immerso nelle proprie scarpe. Ebbe un fremito; poi resistette con tutte le forze a quei pensieri lascivi.

    Si concentrò sul percorso di ritorno del Politico.

    Sarebbe di certo passato dal negozio di scarpe, sarebbe tornato a casa, si sarebbe tolto il soprabito, avrebbe salutato la moglie, magari bevuto un drink. Infine, avrebbe aperto la scatola con dentro la scarpa tanto desiderata dall’Editore.

    Nel romanzo che lei avrebbe voluto vivere, quella scarpa sarebbe stata la sua.

    La Segretaria lottò con le fantasie più disparate. Immaginò il Politico afferrare il cellulare e comporre il numero dell’Editore. «La scarpa nera è qui con me» avrebbe detto.

    Ebbe un improvviso sussultò erotico, e provò vergogna.

    Poi le balenò un dubbio.

    «Chissà perché l’Editore chiede sempre e solo la scarpa sinistra?».

    Ironia della sorte

    Pedali fino al centotrentaquattresimo chilometro della Strada Provinciale.

    Appoggi la bici al cartello che segnala la piazzola di sosta.

    Tuo padre è stato travolto da un’auto: proprio qui, settantaquattro minuti fa.

    Prendi la torcia.

    C’è una tessera annonaria tra i rami di un pitosforo: è intestata a un ebreo che abitava all’interno del ghetto di Roma nel 1940.

    È la prima cosa che disegnerai.

    Lo sconosciuto ha detto che se tuo padre avesse infranto il codice della

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