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Edifici sacri nella parrocchia di Barbengo
Edifici sacri nella parrocchia di Barbengo
Edifici sacri nella parrocchia di Barbengo
E-book96 pagine35 minuti

Edifici sacri nella parrocchia di Barbengo

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Il patrimonio storico e artistico della Parrocchia di Barbengo, recentemente oggetto di vari interventi di restauro e di valorizzazione, offre un percorso unico nel suo genere. Il visitatore potrà cogliere le peculiarità dello stile architettonico di questi edifici cultuali e approfondire i sottili dettagli simbolici, nonché allegorici dell’apparato decorativo, costituito da pitture murali, dipinti, stampe, stucchi e sculture.
LinguaItaliano
Data di uscita6 dic 2022
ISBN9783037978320
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    Edifici sacri nella parrocchia di Barbengo - Louise Dalmas

    Louise Dalmas

    Edifici sacri nella Parrocchia

    di Barbengo

    Barbengo nei secoli

    La chiesa di San Carlo

    La storia e i restauri

    L’esterno

    L’interno

    Il mausoleo

    L’oratorio di San Francesco d’Assisi

    Il contesto storico

    L’esterno e i restauri

    L’interno

    La chiesa di Sant’Ambrogio

    Le origini e le fasi costruttive

    La cappella di San Giuseppe e la Via Crucis

    La torre campanaria staccata

    L’esterno

    L’interno

    La cappella di Noga

    L’oratorio di Sant’Antonio Abate

    Il contesto storico

    L’esterno

    L’interno

    La decorazione e l’arredo

    Riassunti

    Apparati

    Barbengo nei secoli

    fig. 1 Mappa catastale di Barbengo con le sue frazioni, datata 1859.

    Il quartiere periferico e residenziale di Barbengo è situato a sudovest dell’agglomerato urbano di Lugano, ai confini del Pian Scairolo che prende il nome dall’omonimo corso d’acqua (figg. 1 e 2); l’area essenzialmente agricola fino alla metà del Novecento è diventata oggi un’importante zona industriale e commerciale. Prima dell’aggregazione con Lugano nel 2008, Barbengo comprendeva otto frazioni: Barbengo-paese, Cadepiano, Casaccia, Casoro, Cernesio, Figino, Garaverio e Rampiga. Il toponimo Barbengo è noto solo a partire dal XV secolo; precedentemente questo territorio rispondeva al nome di Premona, ma il motivo del cambiamento è finora ignoto. Nel 1298 Premona, con la sua chiesa di Sant’Ambrogio, compare nell’inventario dei beni allodiali (terre possedute in piena proprietà) e dei feudi vescovili del Capitolo della cattedrale di Como. Gli statuti del 1335 della città lariana fanno menzione di un Concilium de Agra et Premona, un raggruppamento formatosi attorno alla chiesa di Sant’Ambrogio e comprendente anche gli abitati di Bigogno (Agra), Casoro e Figino.

    fig. 2 Fotografia storica del Pian Scairolo, 1950 circa.

    Parte dei beni allodiali e dei feudi vescovili ubicati nel Pian Scairolo e nelle vicinanze erano intestati ai de Casulis, un ramo dei de Besozzo, famiglia di origine longobarda. Denominati anche Capitanei de Premona, amministrarono queste terre dal loro castello di Casoro fin verso la fine del Trecento, epoca in cui iniziarono a perdere prestigio e a decadere; furono allora costretti a venderle e a trasferirsi altrove.

    Nel 1472 la chiesa di Sant’Ambrogio e quella di San Tommaso ad Agra furono unite alla Parrocchia San Pietro di Pambio, poi nel 1591 divennero viceparrocchie. Intorno alla metà del XVIII secolo, grazie alla mediazione del vescovo di Como, Mons. Agostino Maria Neuroni originario di Lugano, Agra fu svincolato da Barbengo, che a sua volta si separò da Pambio, acquistando la propria autonomia. Barbengo rimase sotto la giurisdizione del vescovo di Como fino alla nomina del primo amministratore apostolico del Canton Ticino, Mons. Eugène Lachat, avvenuta il 1° agosto 1885.

    La chiesa di San Carlo

    La storia e i restauri

    A Cernesio, lungo la strada che porta a Figino, in un luogo discosto dall’abitato e con vista sulle colline circostanti, si innalza la maestosa chiesa dedicata a San Carlo Borromeo, chiamata a suo tempo Géson dalla popolazione locale e tutelata a livello cantonale dal 1985

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