Realtà terrena. Irrealtà celeste
Di Ton Milan
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Info su questo ebook
Per la propria credibilità tutte le religioni si avvalgono di concetti ritenuti inconfutabili, per cui si interpella la scienza per demolirle. Viene presa in esame la religione cattolica, che più di ogni altra si avvale di astrattezze che frenano il volo dell’intelletto verso i supremi orizzonti veritieri.
È accertato che per ogni fede gli uomini sono obbligati a credervi a causa dell’istruzione che ricevono sin dall’infanzia, con le consolazioni delle speranze celestiali, delle gioie festive e delle idolatrie di coloro che si ritengono eccelsi e santi.
Confutando le fedi si acquisisce una limpida visione che porta ad agire con sicurezza contro le paure e le fantasie, per cui il mondo è lacerato da conflitti, guerre e inquinamenti.
Biografia
Ton Milan visse in un ambiente contadino della Puglia, trovandosi nel periodo della ricostruzione del paese, distrutto per il secondo conflitto mondiale; vi dominava ancora la mentalità feudale.
Fu affetto sin dall’infanzia da una sordità parziale, per cui si vide gradualmente emarginato.
A vent’anni un intervento chirurgico lo rese sordo completamente. Per le sue gravi crisi, non ebbe alcuna guida; solo la fede cattolica, con il suo bucolico cielo in contrasto con la penosa realtà terrena, si rivelò una delle poche ancore di salvezza cui si aggrappò, non avendo altro.
La sua febbrile voglia di evadere dal suo ristretto mondo lo sospinse verso il nord evoluto, dove giunse con la sua valigia di cartone. Visse il clima studentesco del ’68, nel quale maturò lentamente. In seguito, accettando pienamente il silenzio, si indusse a profonde meditazioni e intense letture. Frequentando inoltre i templi delle varie confessioni, poté consolidare il proprio equilibrio intimo.
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Anteprima del libro
Realtà terrena. Irrealtà celeste - Ton Milan
Ton Milan
REALTÀ TERRENA
IRREALTÀ CELESTE
Codice ISBN 978-1-4478-7001-2
© Ton Milan, 2022, tutti i diritti riservati
Prima edizione: gennaio 2023
I diritti di elaborazione in qualunque forma od opera, di memorizzazione anche digitale su supporti di qualunque tipo (inclusi magnetici e ottici), di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualunque mezzo, i diritti di noleggio, di prestito e di traduzione sono riservati per tutti i paesi. Per ogni domanda o richiesta relativa a diritti e permessi, contattare l’autore
Opere di Ton Milan:
1) Dio. Controstoria di un mito (saggio)
2) L’inganno dei Vangeli (saggio)
3) Atti apostolici forieri di violenza (saggio)
4) Religioni, uno scandalo millenario (saggio)
5) Contro Mancuso e la Chiesa (saggio)
6) Dio assemblato (saggio)
7) Il confino del silenzio (romanzo)
8) La scelta dell’ignoto (romanzo)
9) Le rime del silenzio (poesie)
10) Per un mondo migliore (saggio divulgativo)
11) Luci sul sentiero (saggio divulgativo)
Al mio paese natale, che mi dette tanta sofferenza, ma infine seppe consolarmi.
L’autore esprime sincera gratitudine a B. Soressi per esserne stato guidato e consigliato con i suoi collaboratori durante la stesura di tutti i suoi libri e dell’attuale.
La fede, credenza cieca che serve da fondamento a tutte le religioni, non è che fonte di errori, illusioni, imposture.
Jean Meslier, 1664-1729
Le credenze religiose di ogni paese sono antichi e durevoli relitti dell’ignoranza, della crudeltà, dei terrori e della ferocia dei loro antenati.
Henri Thiry, barone d’Holbach, 1723-1789
Un tempo i cieli erano popolati da Dèi che oggi consideriamo alla stregua di proiezioni umane più o meno ingenue. Ma per secoli, anzi per millenni, essi apparvero più potenti degli uomini, se non addirittura i loro creatori. C’è una parola latina che rende bene questo sovrastare: superstitio.
Giulio Giorello, 1945-2020
Introduzione
Ritengo doveroso iniziare questo saggio, per la tematica trattata, con le parole di Qoèlet (III secolo a.C.), l’Ecclesiaste 1,2, Antico Testamento (AT): Vanità delle vanità, tutto è vanità.
È un superlativo ebraico che vuol far intendere l’assoluta vanità di tutte le cose, buone e cattive, ma le une sono costruttive e permangono per le future generazioni, migliorando in ogni senso la vitalità terrena; mentre le altre sono distruttive e precludono o rallentano il progresso. Intende rilevare inoltre la stupidità di coloro che s’impegnano con affanno per conseguire i beni terreni con eccessivo arricchimento, molto al di là delle esigenze esistenziali, facendoli mancare a gran parte della popolazione mondiale.
Molto sangue è fluito lungo i secoli per occupare, dominare, razziare, trucidare e imporre. Con quale obiettivo? Essere vindice, glorioso e dominatore per una frazione di tempo, spesso con truce violenza, che si aggiungeva a quella della natura, con le sue dinamiche sconvolgenti. Quindi riprovevoli belligeranze si sono riproposte costantemente, come ce ne sono ancora oggi nel mondo, di cui la più grave è quella russo-ucraina, a cui si aggiungono vari terrorismi; di recente è avvenuta una strage di fedeli, riuniti per la messa nella chiesa cristiana di Owo, in Nigeria.
È comprensibile che per l’esistenza di molti popoli, un tempo lontani uno dall’altro, possano essersi sviluppate insieme alle civiltà, in particolar modo presso le rive dei grandi fiumi, anche le religioni. Con l’avanzare del progresso l’umanità ha sentito il bisogno di sviluppare mezzi di comunicazione sempre migliori, non solo per favorire contatti e commerci fra le diverse popolazioni, ma anche per scopi bellici. Ciò ha contribuito a incrementare le conoscenze reciproche, pervenendo così ai sincretismi tra le fedi. Secolo dopo secolo e millennio dopo millennio, le religioni si sono estese, soppiantando quelle precedenti, non più convincenti. Oggi se ne riscontrano in tutto il globo oltre un centinaio, ma le più organizzate sono una decina, fra le dominanti e le minoritarie. Finché la scienza chiarificatrice era di là da venire, risultavano accettabili con tutte le loro credenze, talvolta assurde e cruente, per le limitate conoscenze a disposizione. Era pressante il bisogno di calmare l’inquietudine, soprattutto per la morte sempre incombente. Chiunque, educato e istruito sin da bambino alla professione di fede del proprio paese, può criticare quelle di un altro, ritenendo vera soltanto la propria.
Per i rigidi condizionamenti che subiscono i popoli, l’armonia sociale è stata spesso difficile, ostacolando la collaborazione e favorendo l’ostilità annichilente e distruttiva. Perché far perdurare ancora lo scorrere del sangue e rendere più vorace la morte, di per sé ineludibile, come avviene ancora oggi?
Considerando Qoèlet, si potrebbe affermare: Verità delle verità, nient’altro che la verità
, ma quale? Tutte le religioni, vecchie di secoli o millenni, affermano di essere vere, in realtà sono fantasiose, decadendo dinanzi al confronto con la scienza. Quest’ultima è luce che rischiara le tenebre, per cui occorre attingervi costantemente.
Ciò che Qoèlet non dovrebbe vanificare sarebbe l’impegno per la stabilità, la pace, la cooperazione, la solidarietà, l’amore e la vitalità, che andrebbero salvaguardate, rispettando anche gli animali, soprattutto quelli in pericolo di estinzione, per le cacce spietate di cui sono oggetto.
Inutili sono le illusioni divine all’ombra delle quali si è espressa sempre la carità, ma non la giustizia, di cui gli emarginati hanno impellente bisogno, sia per vivere con dignità sia per essere anche loro protagonisti costruttivi.
Dominando la propria ferinità, che si manifesta in vari modi, soprattutto con la violenza e la belligeranza, ogni uomo può essere un valido protagonista della propria vita in maniera sia privata (lavoro e famiglia) sia sociale.
L’autore, ritenendosi ex cattolico, essendo nato e cresciuto in Italia, fa una premessa: chiunque, per capire Gesù e ciò che ha voluto trasmettere con la sua predicazione, deve sapere che i Vangeli furono scritti in modo alterato, a più mani, e tradotti con vari errori, senza le conoscenze scientifiche acquisite soltanto molti secoli dopo.
Sostanzialmente Gesù, che fu un uomo e non il Figlio di Dio incarnato, predicò il regno dell’amore e della giustizia qui in terra (indebitamente è stato trasferito in cielo dalla Chiesa). Inoltre, egli non configurò alcun paradiso e alcun inferno, perché non credeva alle anime, essendo ebreo.
Che cos’è l’anima? Trattasi di un concetto fantasioso. Alcuni credono che sopravviva alla morte, ma qualora fosse così, sarebbe priva di organi percettivi. Pertanto non potrebbe assolutamente vedere e sentire, godere la gioia paradisiaca o soffrire le fiamme infernali. L’uomo si estingue come un animale, ritornando alla terra, da cui proviene; di lui non resta più nulla, ma soltanto le opere, ciò che ha fatto, inventato, scritto, elaborato e costruito.
Con la morte tutto ha fine, quindi ogni uomo dovrebbe vivere intensamente il proprio tempo, amando, realizzando e collaborando, non rubando, non violentando e non facendo guerra.
La disparità delle divinità nel mondo deve far ritrattare le affermazioni di coloro che ritengono vero il proprio Dio e considerare «parola verace» la propria Scrittura sacra. Tutti dovrebbero convenire che i loro rispettivi credi, elaborati in totale ignoranza scientifica, sono immaginazioni, semplici supposizioni e che la verità non può essere multiforme, ma unica.
Sia rispettato il concetto che se la scienza – che ha favorito grandemente il progresso fino a pervenire agli attuali portentosi gioielli fisici, elettronici, chimici, biologici e di altro tipo – rivela e rileva, si deve tenerne conto a riguardo delle religioni, che confuta con criteri indiscutibili. Uno dei principi cui si è pervenuti riguarda la realtà in cui tutto l’universo è immerso e che bisogna tenerne conto, anziché eluderla religiosamente, quindi inconsistentemente.
Capitolo 1
La certezza della fede
Da dove può derivare la certezza di un credo, se non da qualcosa che sia incontrovertibile? Si contesta la fede cattolica, come tutte le altre esistite ed esistenti, non tanto con i principi filosofici, quanto con la scienza. Questa, scartandone quella teorica, che può variare con ulteriori studi, riflessioni e rivelazioni, e considerando quella sperimentale, accertata con prove e controprove in tutto il mondo, è indubitabile. Vane sono quindi le critiche dei religiosi che la contestano puerilmente. Essa, con gli elementi storici e archeologici, evidenzia le falsità delle religioni e dei relativi testi, varcandone gli usci sacri, ritenuti inviolabili. Questi sconfinano nel mondo metafisico, nell’irrealtà dei dogmi e delle credenze fittizie, che imprigionano le menti, le quali si abbandonano sia a voli fantasiosi che inebriano intimamente con l’illusione di percepire la divinità, sia alle folli motivazioni derivanti dalle degenerazioni delle convinzioni religiose come quella di accedere a Dio, morendo in guerra.
Per il costante flusso della crudeltà che caratterizza la storia, l’odio ne è stato il motore, contro il quale l’amore, di derivazione religiosa, ha fatto ben poco, come si constata ancora attualmente.
L’autore è certissimo di essere pervenuto, dopo anni di meditazioni, indagini e letture, favorito dal suo silenzio esistenziale (lo augurerebbe a tutti, allontanandosi da rumori e distrazioni di vario genere, almeno per una frazione di tempo), alla suprema verità. Quale sarebbe? L’inesistenza delle divinità e, quindi, di ogni credenza relativa alle anime, ai dogmi, ai miracoli e agli eventi eccezionali che ruotano intorno a esse. È una gran consolazione per lui sentirsi affiancare agli studiosi del passato e del presente, che hanno spesso sofferto per imporsi contro gli appiattimenti religiosi e i loro insegnamenti inconsistenti. Ancora oggi questi sono un ostacolo per migliorare la situazione generale del pianeta.
La scienza è come un vento gagliardo che tende a spazzare via ogni nebbia metafisica e celestiale, facendo apparire la realtà per quella che è effettivamente con la sua «sovrastruttura delle leggi e delle energie» che governa la vitalità terrena e la dinamica dell’intero universo.
Questa sovrastruttura è un Mistero, già espresso altrove, in cui è inglobato il pianeta Terra con tutto il sistema solare e il resto dell’universo. La vita, sia essa botanica o faunistica (compresa quella umana), si sviluppa in base all’effetto delle energie e delle leggi correlate, che sono eterne. Non è la divinità che sovrintende a tutto, ma un suggestivo e immenso sistema autonomo, a se stante, che provvede a tutto, alla rigenerazione della vita, alle rivoluzioni dei pianeti e alle conflagrazioni intergalattiche del cosmo. Si deve immaginare tutto l’universo inserito in una infinita sfera racchiusa tra energie e leggi che lo governano e lo governeranno finché si sosterrà il suo equilibrio fisico.
È impegnativo, ma anche lacerante per l’uomo penetrare nelle profondità della non conoscenza, se è stato plasmato sin dall’infanzia con irreali cognizioni e credenze prive di fondamento, per trovare il vero ed esaustivo recondito della natura, ossia il Mistero della sovrastruttura che regola tutto. È su questo cardine che l’autore fa ruotare gran parte della critica antireligiosa dei suoi saggi precedenti e dell’attuale.
Dispiace moltissimo che i credenti di ogni religione non si rendano conto di vivere con le falsità che, pur gratificandoli illusoriamente, li imprigionano fra le assurdità, disorientandoli talvolta. In maggioranza pensano che per tutta l’immensità dell’universo debba esserci necessariamente una divinità che ogni religione plasma in maniera opportuna. Plagiati sin dall’infanzia, non possono capire che non si tratta di un personaggio assiso sul trono celestiale che tutto dispone e governa, anche se non è interventista, ma di una sovrastruttura che ha originato e sprigionato in lunghissime ere atomi, cellule e minerali che si sono aggregati, per cui oggi si ha la vita, botanica e faunistica. Questa si autogoverna, evolvendosi lentamente fra le insidie atmosferiche, telluriche e anche umane. Il pianeta Terra, che la ospita, è inserito nell’immenso universo di sistemi solari e ammassi galattici. Non può assolutamente esserci il Dio che ascolta ed è coadiuvato dallo Spirito Santo, da Gesù e dalla Vergine, senza mai intervenire almeno nelle grandi tragedie. I miracoli, che i testi sacri riportano e di cui qualche credente riferisce di esser stato protagonista, sono menzogneri, come già accertato: sono favole che incantano e fanno sperare vanamente i fedeli. I prodigiosi miracoli di Lourdes ammontano a poche decine, insignificanti di fronte ai milioni di fedeli pervenuti alla grotta, ma non sarebbero autentici, essendo stati coinvolti altri fattori (taluni sconosciuti), che li hanno favoriti.
Il filosofo greco Plutarco (46 d.C.-127 d.C.) affermava: La mente non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere perché s’infuochi il gusto della ricerca e l’amore della verità.
Quindi occorre disporre di sapienza, altrimenti con qualsiasi «legno» si può devastare tutto, come in effetti è accaduto nelle molteplici vicende storiche e come sta accadendo attualmente. Quindi occorre educare gli individui sin dall’infanzia, con i principi realistici, non con racconti sovrannaturali, edulcoranti o avvincenti, ma inconsistenti.
Fra le ingiustizie, le ipocrisie, le arroganze e le violenze che si constatano nel mondo, nonostante gli appelli morali che le guide religiose, etiche e politiche diffondono dai loro alti piedistalli, qualcuno, proponendosi di essere giusto, onesto e rispettoso, per realizzare qualcosa di positivo, deve lottare tenacemente.
Non è facile resistere sempre o essere incrollabili davanti a difficoltà e a ostacoli ma, ciò nonostante, deve perseverare in tal senso, stimolato dalla caducità esistenziale, oltre la quale non esiste più nulla, non ci sono nemmeno le anime che per alcune religioni andrebbero in cielo. È presente soltanto la polvere, cui si riduce tutta la vitalità, che si ricicla gradualmente per rigenerarsi con altre vite. Per non alterare questo processo esistenziale, l’uomo deve evitare ogni inquinamento compromettente, ogni conflitto deleterio e ogni guerra distruttiva, tenendo sotto controllo la propria indole ferina con l’educazione morale e la sana istruzione.
Bisogna contribuire a lasciare per i posteri tracce della propria vita con opere lodevoli che possano resistere in mezzo alle squallide macerie della distruzione, spesso di origine religiosa, cercando di ridurle.
Tra gli innumerevoli agenti condizionanti procede l’evoluzione biologica per i regni della flora e della fauna, a cui si unisce quella virtuosa, specifica per gli uomini, che tende a ridurne la bestialità ancestrale, come aveva inteso il biologo Charles Darwin (1809-1882), purtroppo ancora consistente.
Capitolo 2
Modus vivendi
Nel silenzio dell’infinito cosmico nulla si trova, perché non c’è nulla, se non l’arcano Mistero della complessa sovrastruttura, come riferito, a cui la vita è sottesa sin dalla remotissima prima alba. Tutto si svolge autonomamente, per cui l’uomo deve vivere rispettosamente con il suo simile, in armonia con la natura. Essendo questa un complesso ambientale, botanico e faunistico, deve considerarne le regole non solo strutturali, ma anche virtuose, per non averne lo sfruttamento insensato e deleterio, per il quale è stato favorito fra l’altro l’arricchimento esagerato di pochi individui e lo squallido impoverimento di gran parte dell’umanità.
La realtà esistenziale non poteva essere compresa nell’antichità, per cui la conflittualità sociale era intensa con la formazione graduale di clan, tribù, popoli e Stati che si reggevano con accordi di collaborazione e commercio, come accade tuttora, ma spesso con conflitti che degeneravano in guerre per brama di conquista, appropriazione e sfruttamento.
Si sono formate le classi governative e quelle sacerdotali, le quali, con le loro divinità, tenevano sottomesse le genti, rendendole acquiescenti. Così si giustificavano da una parte le servitù schiaviste e dall’altra le cerimonie, che inizialmente erano cruente. Pur essendo sfrenata la ferinità che si manifestava in vari modi, emergeva ugualmente il pensiero nobile che si riversava non soltanto nell’arte scultorea, pittorica e musicale, ma anche nelle virtù. Queste furono gradualmente concretizzate nelle filosofie e nelle stesse dottrine religiose. Molte divinità furono elaborate, intese per lo più come nazionali, ossia protettive dei propri paesi. Fra tutte queste emersero YHWH con l’ebraismo e Ahura Mazda con lo zoroastrismo.
In seguito la divinità ebraica fu intesa anche cristiana, ritenendola però il padre di Gesù, un ebreo che fu dissociato dalla propria religione mosaica. Questa fu poi perseguitata lungamente, ma senza estinguersi e, resistendo con la diaspora, ha permesso nel secolo scorso la realizzazione dello Stato d’Israele, che gli arabi non vogliono riconoscere. Da queste due religioni infine è emerso l’islamismo che, con le sue guerre e le sue restrizioni, ha cercato di dimensionarle, ma non ci è riuscito; altrettanto ha fatto contro lo zoroastrismo, senza eliminarlo, per cui oggi se ne riscontrano poche centinaia di fedeli nella sua terra d’origine.
Si può immaginare quanto siano state frequenti le tensioni e le tenzoni che, secondo alcuni studiosi, hanno promosso il progresso, perché si tendeva ad avvalersi di mezzi sempre più persuasivi per sconfiggere il nemico. Ne sono derivate alcune ricadute che hanno migliorato la vita, favorendo le aggregazioni e qualificando il pensiero. Quest’ultimo poi ha prodotto la scienza che, con i suoi enunciati e i suoi fondamenti, è oggi accettata universalmente. Ed è questa che sta confutando da alcuni secoli il cristianesimo, infarcito di credenze assurde, e tutte le altre religioni, come si evidenzierà in seguito nel testo. Nonostante l’evidenza illusoria, queste stanno resistendo all’assalto ateo-scientifico, soprattutto per due motivi: sono inculcate sin dall’infanzia, per cui in età adulta la gente vive spesso la sensazione che siano vere, restandone schiava. Il secondo motivo è da ricercarsi nell’aridità con cui gli studiosi, confutandone la credibilità, propongono la realtà in tutta la sua evidenza, ma senza la spiritualità. Questa non si deve assolutamente trascurare, essendo matrice dei buoni sentimenti (amore, rispetto, sensibilità ed empatia), che esorcizzano la caducità della vita e l’angoscia della morte.
Il progresso, che ha migliorato notevolmente la vita, deve essere utilizzato sia per rimediare alle irresponsabilità umane, sia per lottare contro i nemici insiti nella natura, quali possono essere i terremoti, gli uragani, le grandinate, le inondazioni, le pandemie virali, gli incendi, la siccità, le malattie gravi e i disastri fitopatologici. L’impegno collettivo per opporsi a tutte queste negatività dovrebbe favorire l’armonia sociale.
Gli arsenali, che oggi hanno il massimo potere distruttivo, con i vari tipi di bombe atomiche, bombe H, batteriologiche e chimiche, devono essere chiusi definitivamente.
Con la confutazione delle religioni e la consapevolezza di vivere in una stessa patria, quale è da considerare il pianeta Terra, si potrà perseguire un’ulteriore aggregazione dei popoli, unendoli fraternamente e culturalmente. Bisognerà privarli di rivalse, egoismi, vendette e rivendicazioni, relative a un passato che si deve chiudere una volta accertate le responsabilità con scuse e riparazioni.
Ognuno deve poter trovare la propria dimensione umana, tenendo ben domata la perversione ancestrale e lasciarsi trovare da altri per condividere virtù e valori. Deve costantemente proseguire la ricerca dell’ignoto e del meglio, senza chiudersi egoisticamente, ma aprendosi alla collaborazione. Chi è intraprendente può evitare di stare nel flusso conformista, soprattutto se è stantio, ma tenendo sempre tese le mani fraterne, generose e collaborative.
È sconfortante assistere alla crescente violenza, che coinvolge anche gli adolescenti e si manifesta con la criminalità, la droga, la rapina, il femminicidio e altro, per cui si dequalifica squallidamente la vita di molti individui che soccombono anzitempo. A tutto