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Sulle tracce di Erato: Poesie
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Sulle tracce di Erato: Poesie
E-book124 pagine58 minuti

Sulle tracce di Erato: Poesie

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SULLE TRACCE di ERATO, l’ultima fatica poetica di Pietro Assetta Proietto, raccoglie poesie in lingua raggruppate in sezioni, ognuna delle quali comprende quelle che traggono lo spunto da riflessioni sulle stesse tematiche. L’anima, L’amore, Ricordi e Sogni, Rime Sparse racchiudono il delicato, malinconico, romantico sentire di questo poeta che predilige gli stilemi della classicità, propenso più all’introspezione che a scoprire il mondo, anzi il mondo sembra quasi soffocarlo, inestricabile com’è, e lui si rifugia in se stesso, senza peraltro trovarne conforto. Prof.ssa Gabriella Serafini
LinguaItaliano
Data di uscita13 mar 2023
ISBN9791222080017
Sulle tracce di Erato: Poesie

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    Sulle tracce di Erato - Pietro Assetta Proietto

    Pietro Assetta Proietto

    Sulle tracce di Erato

    Poesie

    Atile edizioni

    PREFAZIONE e ANALISI CRITICA

    Prof.ssa Gabriella Serafini

    SULLE TRACCE di ERATO , l’ultima fatica poetica di Pietro Assetta Proietto, raccoglie poesie in lingua raggruppate in sezioni, ognuna delle quali comprende quelle che traggono lo spunto da riflessioni sulle stesse tematiche. L’anima, L’amore, Ricordi e Sogni, Rime Sparse racchiudono il delicato, malinconico, romantico sentire di questo poeta che predilige gli stilemi della classicità, propenso più all’introspezione che a scoprire il mondo, anzi il mondo sembra quasi soffocarlo, inestricabile com’è, e lui si rifugia in se stesso, senza peraltro trovarne conforto.

    L’incontro con la poesia di Assetta stimola alla ricerca di come si possa snodare la creatività artistica di un poeta che, pur non privilegiando i caratteri della modernità, può essere considerato un esponente di tutto rispetto nel panorama dei poeti abruzzesi sia in lingua che in dialetto. Viene, dunque, spontaneo chiedersi: Assetta come si pone con le avanguardie postcontemporanee? Cosa trasmette a un lettore della nostra epoca: frantumata, liquida, sfuggente? Qual è il suo messaggio in questo contesto? Che lezione ci lascia, infine, di stile e di sensibilità o forse di prospettiva?

    Senza soffermarci troppo sulla relazione tra società e linguaggio poetico e sull’essere e la sua oggettivazione, possiamo affermare che l’espressione poetica ha la capacità di rappresentare l’essere dell’artista che vive qui e ora e che in diversa misura riesce ad esprimere ciò che la società contestualizzata gli offre come momento o occasione di riflessione. Heidegger affermava che la poesia è il primo barlume della speculazione filosofica e il linguaggio è l’espressione più connaturata all’essere. L’essere che si pone in correlazione con il contesto sociale, il rapporto tra uomo e società: è questo il dilemma speculativo che ci insegue dall’antichità. Oggi, in una società ridondante, contraddittoria, senza punti di riferimento, estremamente individualista, che va dall’estrema libertà alla nascita di nuovi fascismi, il poeta ha bisogno di trovare una collocazione anche se sembra vagare nel mondo, in cerca dell’essere autentico. Ma come si pone in questo sistema sociale permeato da ciò che Girard chiama desiderio mimetico, cioè, nella società dove tutti desiderano ciò che hanno gli altri (tablet, iphone, ville, successo) o desiderano altri (mode, pubblicità, spettacolo)? La poesia è sì espressione dell’essere, ma quale essere? L’essere che si lascia prendere dal desiderio mimetico o piuttosto l’essere che non si è ancora adattato al sistema? O l’essere che si lascia trasportare dal modernismo tecnologico?

    La letteratura poetica attuale cerca di portare avanti il discorso della postcontemporaneità che si connota in rapporto a una società dallo stupefacente sviluppo tecnologico e informatico della robotica e della cibernetica .

    L a poesia ha subito e subisce, ogni giorno, gli stessi cambiamenti delle società: abbiamo assistito alla nascita di tante correnti, siamo passati dalla poesia romantica alla poesia decadentista, dalla poesia del futurismo alla poesia del neorealismo, dalla poesia moderna, intorno agli anni ’60, alla poesia postmoderna che, in questi anni, sta cedendo il passo alla nuova poesia postcontemporanea. Secondo Carruba, i poeti italiani devono sapersi adattare alla società postcontemporanea. La maggioranza di essi non ha ancora questa consapevolezza e quindi scrive poesie secondo il suo modo tradizionale e cioè quello di scegliere e proporre temi tradizionali e forme tradizionali. La maggioranza dei poeti italiani si trova nelle condizioni di chi non vede, nel cielo, passare sopra la sua testa gli aerei e le navicelle spaziali e afferma ancora che vive in una società moderna, senza aerei.

    La società globalizzata obbliga, quasi, i poeti italiani ad allargare il loro spazio d’azione e il proprio punto di vista e a guardare non solo l’Italia, ma gli avvenimenti che accadono in tutto il mondo. Il poeta, in conclusione, non deve esprimere solo se stesso, ma deve anche rappresentare, descrivere e interpretare il mondo contemporaneo nella sua complessità e rapidità di cambiamento.

    In realtà oggi m ancano molti generi di poesie: la poesia politica, religiosa, satirica, comica e sarcastica, prevalente è la riflessione sulle proprie emozioni, lo scrutare dentro di sé per capire il senso di smarrimento che l’uomo vive al di fuori di sé.

    La postcontemporaneità, dominata da una realtà mutevole, caratterizzata dalla velocità del cambiamento sta rischiando, tuttavia, di generare frammentazione delle identità, incertezza esistenziale, precarietà e solitudine tanto che Bauman si interroga: che cos’è dunque dell’essere umano nel nostro contesto storico, e soprattutto quale sarà il suo destino? Angoscia, fragilità, perdita di senso sono le cifre dei vissuti più comuni, e i risvolti materiali di questo processo sono: disuguaglianze e povertà crescenti, diritti umani calpestati, prepotente ritorno di violenza e guerre. Tuttavia, lo stesso Bauman getta una zattera di salvataggio, se ogni epoca ha le sue luci e le sue ombre è giusto cercare la luce e diradare le ombre.

    In questo dilemma si inserisce la poesia di Pietro Assetta: vede il mondo, non riesce né a stare al passo, né lo considera

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