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La Principessa Incantata
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E-book228 pagine3 ore

La Principessa Incantata

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Info su questo ebook

Una guerra è iniziata… Potrà la principessa Elodie vincerla?

Come erede della corona reale di Zelnon, la principessa Elodie dovrebbe vivere una vita meravigliosa. Ma in realtà la sua vita è incantevole solo nell'accezione negativa del termine dato che qualcosa di diabolico potrebbe distruggere presto la sua esistenza e anche quella di tutti coloro a cui tiene di più. La sua incoronazione è prevista per il suo diciottesimo compleanno, ma una forza malefica è determinata a distruggere ogni sua possibilità di diventare una regina.

Una settimana prima del suo compleanno un incantesimo la manda nel reame degli incubi di Maledizione - prendendo lei, una guardia fidata e il principe di un regno vicino tra le sue oscure grinfie. Scappare da quel luogo è impossibile, ma se non trovano una via per fuggire moriranno o diventeranno abitanti a vita di quel mondo delle illusioni. Se Elodie non tornerà in tempo nel suo regno potrebbe smarrirsi per sempre.

Mentre combattono per le loro vite, ogni decisione esige un prezzo immane. Dovranno fare sacrifici che scaveranno vuoti nelle loro anime e ogni passo porterà a nuovi rischi. Quando la vittoria sarà a portata di mano, capiranno che richiederà una irrimediabile perdita e dovranno venire a patti con le conseguenze delle loro azioni.

LinguaItaliano
Data di uscita3 giu 2023
ISBN9798223819646
La Principessa Incantata

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    Anteprima del libro

    La Principessa Incantata - Dawn Brower

    Capitolo 1

    Il segreto di una principessa


    Il sole apparì sull’orizzonte mentre sorgeva per salutare l’alba. Al di là delle sinuose colline verdi si levava sulla valle una fortezza di pietra circondata da uno specchio d’acqua. Il fossato era stato disegnato come un grande e profondo cerchio per tenere i predatori sulla riva. Un ponte levatoio di legno era poggiato su di esso, come per dare il benvenuto alle persone che attraversavano le mura esterne. Echi di acciaio su acciaio riempivano l’aria mentre i cavalieri della Guardia reale si allenavano per perfezionare le loro abilità.

    Era il momento per lei di tornare dentro e far finta di essere la ragazza che gli abitanti della fortezza credevano lei fosse. Almeno per un altro po’ di tempo e poi avrebbe potuto fare tutto ciò che voleva. Prendendo il suo cesto di fiori, passeggiò sopra il ponte levatoio in direzione delle sue stanze. Posò il cesto in un tavolo vicino all’ingresso cosicché la sua domestica potesse acconciargli i capelli dopo, poi velocemente uscì dalla stessa via da cui era entrata sparendo per alcune ore. Per andare fuori di lì dove faceva finta di essere qualcuno che non era, e, soprattutto, per scappare dal castello e da tutte le aspettative che aveva addosso.

    Per Elodie Kendrick, la principessa di Zelnon, il castello era sia una prigione che un rifugio. Dal momento in cui era nata era stata la sua casa e l’unico posto dove si trovasse a suo agio. Questa era finita con l’essere una conclusione molto errata da fare. Il castello era soffocante, le aspettative dei suoi abitanti non corrispondevano a ciò che lei voleva per se stessa. Uscire fuori dai cancelli non era consentito. Se si fosse assunta la responsabilità di allontanarsi, la sua sicurezza non sarebbe stata garantita. Nelle menti di molti uomini, una donna non era capace di proteggersi da sola.

    Poche settimane prima del suo diciassettesimo compleanno, il desiderio di ribellione era cresciuto dentro di lei così tanto che aveva deciso di cambiare il corso della sua vita. Un anno dopo aveva imparato ogni tecnica che un volenteroso cavaliere, convinto da lei stessa, era riuscito ad insegnarle. Si allenava duramente e a lungo, nel più assoluto segreto. Le sue armi preferite erano due spade corte che teneva nascoste in un fodero di pelle che le abbracciava la schiena quando lo indossava.

    Allenarsi era la sua attività preferita. Ogni mattina, dopo che la Guardia reale finiva il suo esercizio quotidiano, incontrava uno dei suoi cavalieri più letali, Cale Griffin. Non voleva aiutarla, ma l’alternativa avrebbe potuto essere peggiore. Quell’uomo, stupidamente, pensava che si sarebbe fatta del male se l’avesse lasciata da sola con i suoi piani. Con il passare del tempo era nata una semplice amicizia fra i due. A volte Elodie credeva ci sarebbe potuto essere di più tra loro se i loro ruoli nella vita non fossero stati tanto diversi. La regina non avrebbe mai permesso ad Elodie di sposare qualcuno con un rango così molto al di sotto del suo.

    Stupida regina.

    Non era nemmeno sua madre, almeno non nel vero senso della parola. Suo padre aveva sposato Fiona perché fosse una figura materna per Elodie. Fiona Kendrick, però, non aveva niente di remotamente buono o gentile all’interno del suo corpo. La regina era una stronza di ghiaccio che regnava con un pugno di ferro. Nessuno osava metterla in discussione. Era la prima donna ad aver guadagnato il loro rispetto, e Elodie avrebbe dovuto essere grata per questo. Quando sarebbe stato il suo turno per regnare, probabilmente il popolo non l’avrebbe liquidata con facilità, ma dentro di sé non poteva trovare pensieri amabili nei confronti della madre adottiva. Dire che la loro relazione era tesa era un eufemismo.

    Elodie si intrufolò in una stanza vuota dove teneva i suoi abiti, attenta a controllare che non fosse osservata. La regina aveva spie ovunque, e fino a quel momento era stata fortunata. Finché la sua madre adottiva non avesse saputo delle sue nuove abilità, non avrebbe potuto fare niente per impedirle di impararne di nuove. Soddisfatta che nessuno la stesse seguendo, si spostò verso un baule appoggiato contro una parete. Lo aprì, prendendo gli oggetti che cercava e togliendosi i vestiti per indossare qualcosa di più appropriato per ciò che aveva pianificato.

    Indossò un paio di pantaloni di pelle neri così soffici che sembrava quasi le abbracciassero le gambe. Quindi si infilò una tunica abbinata. Recuperò il suo fodero e controllò le spade corte. Legò il fodero alla sua schiena, e spostò un cappuccio scuro sopra la testa per nascondere i suoi capelli. Le ciocche castano chiaro venate d’oro erano rivelatrici e chiunque l’avesse vista avrebbe dato l’allarme. Così non avrebbe mai incontrato Cale in tempo per il loro rituale mattutino e i suoi allenamenti sarebbero stati fermati per sempre.

    Elodie si sistemò gli oggetti sulle spalle, uscì in silenzio dalla stanza e si diresse fuori dalla camera. Non vedere più Cale sarebbe stata la parte peggiore. Non doveva accadere. Cale era un cavaliere di bell’aspetto con lunghi capelli neri e occhi così scuri da abbinarsi perfettamente al colore dei suoi capelli. Ogni centimetro del suo corpo era formato da muscoli finemente levigati da ore di allenamento. Qualcosa che Elodie non avrebbe dovuto sapere, se non fosse che, durante il suo periodo di apprendimento, non fosse finita a toccarlo più volte di quanto riuscisse a ricordare. Il suo corpo era vigoroso, e sperava un giorno di poter magari esplorare il suo petto nudo. Attraverso i vestiti sembrava meraviglioso, e alimentava l’immaginazione di una ragazza innocente.

    Elodie rimase in allerta mentre si spostava verso il loro punto di incontro. Cale non aveva voluto all’inizio che andasse da sola, ma alla fine lei l’aveva convinto. Se avesse aspettato per scortarla fuori dal castello, le persone lo avrebbero notato e si sarebbero chieste chi lei fosse. Andare da sola le dava più libertà, e nessuno le avrebbe prestato attenzione facendosi domande sulla sua identità. Si guardò dietro le spalle e velocizzò il passo. Una strana sensazione di esser osservata la invadeva. Doveva essere la sua immaginazione…

    Si inoltrò nella foresta e tirò un sospiro di sollievo per la copertura che gli alberi le davano. Cale probabilmente era già arrivato al loro punto di incontro. La guardia non si trovava nella fortezza quando se ne era andata. Elodie passò una fila di alberi ed entrò in una radura che terminava sulla sponda di un piccolo lago. Il suo cavaliere si trovava sulla riva, stava guardando giù negli abissi.

    Stai riflettendo su tutti i problemi della vita? Elodie domandò mentre abbassava il suo cappuccio.

    Lui si girò e incontrò il suo sguardo, una mano riposava tranquillamente sull’elsa della sua spada. Un pugnale con il manico ad anello dondolava elegantemente dall’alto della sua armatura – un pezzo decorativo con gioielli incastonati nell’impugnatura. Gli aveva chiesto una volta di quel pugnale, ma lui aveva rifiutato di dirle perché lo portava con sé. Forse un giorno si sarebbe sentito a proprio agio e avrebbe condiviso i suoi segreti con lei. La pazienza non era sempre una delle più forti qualità di Elodie, ma la sua testardaggine avrebbe potuto aiutarla a trovarne un poco.

    Non siete stata seguita?

    Le faceva sempre quella domanda. Ogni. Singola. Volta. Come se, dopo mesi, avrebbe finalmente fallito nel suo tentativo di arrivare in segreto. Quando avrebbe iniziato a fidarsi di lei?

    In realtà, c’è una mandria di cavalli che stanno per arrivare. Ho provato a dir loro che non ti piace essere osservato, ma... Elodie fece spallucce. Scherzare le permetteva di allentare la tensione che si era depositata sulle sue spalle. Non c’era nessuno ad osservarli – almeno lo sperava. Lo avrebbe notato se fosse stata seguita. Quella era stata la prima cosa che Cale le aveva insegnato. Non erano disposti ad ascoltarmi. Mi dispiace, dovrai avere a che fare con del pubblico oggi. Spero non ti dispiaccia.

    Lui la guardò male. I suoi occhi diventarono blu ghiaccio, cosa che dentro di lei la fece contorcere di dolore. Elodie non poteva cedere al desiderio. Il bastardo l’avrebbe usato contro di lei. Mostrare debolezza era il più grande errore che potesse commettere. Cale non aveva punti deboli. Non sembrava preoccuparsi che lei fosse una donna e la trattava, per la maggior parte del tempo, come se fosse un altro cavaliere durante l’allenamento. A volte, Elodie lo trovava quasi irritante. Non appena aveva accettato di insegnarle tutto, la loro dinamica era cambiata. Prima era stato appropriato e cortese in tutto ciò che faceva. Era destinata a diventare regina un giorno e già solo per quello le sarebbe valso il rispetto della sua posizione. Cale non avrebbe ceduto per nessuna ragione se lei non l’avesse pregato fino a farlo arrendere.

    La vostra bocca vi metterà nei guai un giorno di questi.

    Elodie alzò gli occhi al cielo. Era sulla punta della sua lingua la risposta che avrebbe decisamente portato pericoli di altra natura. Ciò che lei voleva fare con la sua bocca non aveva niente a che fare con le parole e riguarda il suo bel cavaliere. Tuttavia, lui probabilmente non avrebbe preso alla leggera il fatto che la sua studentessa volesse baciarlo. Cale non sembrava neanche interessato a lei per la maggior parte del tempo.

    È una buona cosa che il giorno non sia questo, rispose. Sei pronto ad insegnarmi qualcosa, o mio saggio?

    Le vostre battute non sono per nulla divertenti, principessa, disse. La sua voce era affilata dalla furia che provava e la cosa colpì anche lei. Se venissimo sorpresi...

    Il senso di colpa era amaro e difficile da accettare. Le si accumulava nella pancia e cresceva, passando attraverso il suo stomaco. La sua colazione divenne un peso morto che avrebbe voluto mandar via dal suo corpo. Si sforzò di calmarsi e ricordare il suo obiettivo. Cale le stava facendo un favore, e aveva ragione. Se fossero stati sorpresi, lui sarebbe stato esiliato e lei con tutta probabilità sarebbe stata chiusa in una torre.

    Mi scuso, disse lei. Non sembrerà sempre così, ma apprezzo ciò che mi avete insegnato.

    Lui annuì. Iniziamo.

    Cale si concentrò su di lei come se niente altro esistesse. Estrasse la sua spada e la tenne alta. Il vento soffiò attraverso il lago e spinse le sue ciocche scure contro il volto, ma, nonostante questo, lui rimase immobile in attesa. Elodie iniziò a girare attorno a lui studiando la sua posizione. Era una danza che eseguivano all’inizio di ogni allenamento. Lei l’avrebbe attaccato da un angolo diverso ogni volta, e lui avrebbe parato i suoi attacchi con una tecnica che Elodie ammirava.

    Voleva sorprenderlo, ma non era sicura di sapere come farlo. L’aveva già attaccato da ogni angolo possibile e ancora non era riuscita a coglierlo di sorpresa. Cosa serviva per sorprenderlo con la guardia abbassata? Questo uomo, così sicuro di ogni possibile mossa che l’avversario poteva fare, riusciva ad anticipare tutto e tutti. Come aveva fatto a diventare l’incredibile guerriero che era davanti a lei? Solo tre anni li separavano in età, ma una eternità aveva riempito quella differenza con l’esperienza. Elodie era una giovane inesperta in confronto alla vecchia anima che abitava il corpo di Cale.

    Forse era tempo di usare la sua gioventù a suo vantaggio. Il fatto non era che lui si aspettasse di vederla muovere in un certo modo, ma che lui era stato la persona che le aveva insegnato ciò che sapeva. Se lo avesse affrontato con qualcosa che non le aveva mai visto fare prima, avrebbe avuto una possibilità di sconfiggerlo. Forse era il momento di avvicinarsi molto al suo uomo preferito.

    Elodie incontrò lo sguardo di Cale e fece alcuni passi nella sua direzione. Non guardò altrove mentre si avvicinava e non fece per prendere le sue spade. Non appena le avesse sguainate, la battaglia sarebbe imperversata e avrebbero duellato finché uno dei due non avesse ceduto. Cedeva sempre lei. Oggi, sarebbe stata lei ad uscire vittoriosa da quell’incontro.

    Principessa? La stanchezza riempì lo sguardo di lui mano a mano che lei si avvicinava. Era quasi ad un soffio di distanza. A che gioco state giocando ora?

    Nessun gioco, cavaliere.

    Era una bugia. Quello era esattamente ciò che stava per fare. Per vincere, doveva alzare la posta e fare l'inimmaginabile. Elodie ridusse la distanza che li separava e poggiò le sue labbra su quelle di lui. Una scintilla si infiammò, ma non lasciò che avesse il sopravvento. Le labbra di lui erano morbide mentre il resto del suo corpo ancora rigido. Un’altra volta avrebbe esplorato quella sensazione e scoperto se si trattava di più di una scintilla di fuoco. Per oggi Elodie aveva altri piani.

    Cale rimase un attimo sorpreso quando non fu più alla sua portata. Elodie estrasse entrambe le sue spade e prese la posizione di combattimento. Il suo cavaliere scosse la testa leggermente, non ancora preparato al suo attacco. Fu lei a balzare in avanti girandosi per affrontarlo. Entrambe le sue lame si scontrarono con l’acciaio della spada di lui. Danzarono così per alcuni istanti. Lei attaccava e lui parava, il rumore delle loro lame che si incontrava risuonava per tutta la vallata. Lui era più forte, ma lei più agile. Parte del suo allenamento era imparare ad usare quella caratteristica a suo vantaggio.

    Elodie corse contro Cale, fece una giravolta in aria e atterrò dietro di lui. Lui si girò dopo che il gomito di lei incontrò il suo naso. Il sangue uscì fuori mentre l’osso si rompeva. Si asciugò la faccia e avvolse con il suo braccio la vita di lei spingendola verso di sé. Lei sfuggì alla sua presa e si buttò a terra. Cale la seguì, probabilmente pensando di avere un vantaggio. Le labbra di lei si incurvarono verso l’alto mentre alzava una delle sue spade per incontrare quella di lui, allora incrociò le gambe attorno alla sua caviglia e lo buttò a terra. La spada di lui sfuggì dalla sua presa mentre si preparava all’impatto col suolo. Elodie balzò in piedi e gli si avvicinò. Cale scivolò sulla sua schiena fino ad incontrare la lama di lei sulla sua gola.

    Mi concedi la vittoria?

    Un rumore basso riempì l’aria mentre una risata sfuggiva dalle labbra di Cale. Era ora.

    Elodie era confusa. Era ora per cosa? Invece di chiederlo, rivendicò, Ammetti la sconfitta. L’avrebbe preso a calci se doveva, ma gli aveva già rotto il naso. Non voleva rovinare ancor di più il suo corpo.

    Principessa, disse con leggerezza, Ho ammesso di essere stato sconfitto mesi fa quando mi avete convinto ad allenarvi. Si rotolò su un lato e si alzò. Ma, sì, oggi avete vinto, e con delle tattiche che non vi avrei mai potuto insegnare.

    Il bacio? Per tanto tempo Elodie aveva desiderato provare la sensazione delle sue labbra sulle proprie e aveva deciso di usare la loro battaglia come scusa per farlo. Almeno si lasciava consolare dal fatto che l’aveva ingannato. Un giorno avrebbe scoperto cosa un vero bacio davvero volesse significare e sperava che fosse lui quello che glielo avrebbe concesso.

    Lo guardò e ripose le sue spade nel fodero. Mi dispiace essere io a dovertelo dire, ma non possiedi tutta la conoscenza della terra, Sir Griffin. Sono capace di apprendere queste cose anche da altre persone.

    Elodie vedeva sempre più di quanto avrebbe dovuto e molte persone la ignoravano. All’apparenza una principessa non doveva saper nulla. Se suo padre fosse stato ancora vivo, o se lo fosse stata sua madre, probabilmente le cose sarebbero andate in maniera diversa…

    Non ho mai detto che non siate in grado di farlo, replicò, avvicinandosi. Alcune cose si imparano nel peggiore dei modi. Tornate alla fortezza. Vi seguirò a distanza.

    Elodie avrebbe voluto discutere ma capì che sarebbe stato inutile. Per quanto Cale fosse preoccupato, la loro lezione era finita. Comunque, domani era un altro giorno, e avrebbe scoperto un altro modo per batterlo di nuovo.

    Rientrare di nascosto dentro il palazzo non era così facile come sgattaiolare via. Il pranzo sarebbe stato servito presto, e molti degli abitanti del castello si aggiravano lì intorno affaccendati. Elodie mantenne la testa bassa e strinse saldamente il suo cappuccio perché le coprisse la testa. Controllò il giardino e seguì i movimenti di tutti mentre si faceva strada dentro l’edificio principale della fortezza. Una volta dentro, usò le scale dei servitori per poter arrivare al suo nascondiglio. La strada era libera davanti a lei mentre girava l’angolo ed entrava nella stanza. Tirò un sospiro di sollievo e

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