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Piani con il Mio Duca
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E-book117 pagine1 ora

Piani con il Mio Duca

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Info su questo ebook

Serenity Drake è tornata indietro nel tempo per motivi altruistici. Sua sorella Peyton stava morendo e aveva bisogno che l'altra sorella tornasse per salvarle la vita. Non si aspettava di trovare sulla sua strada l'unico uomo al quale non poteva resistere.


Brandon Bennet, il duca di Branterberry, ha un figlio piccolo di cui occuparsi e nella sua vita non c'è spazio per Serenity, ma ha bisogno del suo aiuto dopo che lei è riuscita a convincere l'istitutrice di suo figlio a lasciare il lavoro. Serenity, con uno dei suoi caratteristici colpi di testa, si assume l'incarico. Brandon fa fatica a resisterle, ma non vuole risposarsi. Il suo primo matrimonio lo aveva privato di ogni desiderio.

In qualità di capo dello spionaggio, Brandon non ha solo Serenity e la sua famiglia con cui confrontarsi. Poiché è in gioco il destino del suo paese, deve prendere una decisione difficile: cedere alla sua attrazione per Serenity o abbandonarla per il bene dell'Inghilterra.

LinguaItaliano
Data di uscita12 apr 2020
ISBN9781071539965
Piani con il Mio Duca

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    Anteprima del libro

    Piani con il Mio Duca - Dawn Brower

    Piani con il Mio Duca

    Piani con il Mio Duca

    Dawn Brower

    Indice

    NOTE DELL’AUTRICE

    CAPITOLO UNO

    CAPITOLO DUE

    CAPITOLO TRE

    CAPITOLO QUATTRO

    CAPITOLO CINQUE

    CAPITOLO SEI

    CAPITOLO SETTE

    CAPITOLO OTTO

    CAPITOLO NOVE

    CAPITOLO DIECI

    RIGUARDO L’AUTRICE

    LIBRI DI DAWN BROWER

    La tua recensione e i tuoi consigli fanno la differenza

    Sei in cerca di un'altra bella lettura?

    Questa è un’opera di finzione. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono frutto della fantasia dell’autore o vengono usati in modo fittizio e non devono essere interpretati come reali. Ogni somiglianza con eventi, organizzazioni o persone reali, vivi o morti è puramente casuale.

    Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere utilizzata o riprodotta elettronicamente o stampata senza autorizzazione scritta, tranne nel caso di brevi citazioni incorporate nelle recensioni.

    NOTE DELL’AUTRICE

    Non possiamo mai sapere dove la vita ci porterà o quale sia la strada giusta da percorrere ma non lasciamo che questo ci impedisca di compiere un atto di fede che, a volte, è la scelta migliore. Si deve vivere, amare e fare del nostro meglio per trovare la felicità. In fin dei conti è tutto ciò che possiamo fare. Grazie per avermi dato una possibilità.

    Questo libro è dedicato a tutti i miei lettori. Godetevi la storia di Serenity e Brandon. Spero che la amerete tanto quanto a me è piaciuto scriverla.

    CAPITOLO UNO

    Serenity Drake sedeva nel giardino del Castello di Branterberry e, se non fosse stata annoiata da morire, avrebbe potuto apprezzare un po’ di più il paesaggio. Il giardino era stato modellato creando svariati percorsi. A seconda di quale avesse imboccato si sarebbe trovata davanti a una vasta gamma di piante verdi e fiorite deliziose alla vista. Alcuni fiori avevano aromi molto invitanti che la attiravano più di altri. La prima volta che aveva visto il giardino aveva immediatamente desiderato esplorarlo da cima a fondo, ma dopo una settimana dall'inizio dell'estate, Serenity era così stufa che era pronta a strapparsi gli occhi per non vederlo.

    Le sue mansioni, prendersi cura di Sebastian Bennett, il piccolo Marchese di Chisenhall, non erano particolarmente impegnative; gli avrebbe fatto lezione di mattina e poi avrebbe avuto i pomeriggi liberi. Il duca non voleva che Serenity viziasse suo figlio e le aveva permesso di essere la sua istitutrice solo per rispetto verso sua sorella Genevieve. Quest’ ultima era dovuta tornare a casa per salvare Peyton, la loro altra sorella. Per Serenity era stato difficile rimanere nel passato ma quella era la scelta giusta da fare.

    Le visioni di Peyton non erano mai sbagliate; Genevieve era destinata a stare nel ventunesimo secolo mentre il ruolo di Serenity era di rimanere accanto al duca e a suo figlio, anche se non era sicura di cosa ciò comportasse. Se il duca non le avesse permesso di essergli d’aiuto, Serenity avrebbe potuto tornare a casa, anche se non era quello che desiderava veramente... A Serenity mancava disperatamente Peyton e, una parte di lei avrebbe sentito la sua mancanza per sempre, ma Genevieve si sarebbe assicurata che Peyton stesse bene e che guarisse adeguatamente dalla sua malattia. Per quanto la riguardava, il duca e Sebastian avevano bisogno di lei, anche se lui era un uomo ostinato e, per farglielo comprendere, sarebbe stato necessario studiare un accurato piano. Fortunatamente, la caparbietà di Serenity avrebbe fatto sì che continuasse a insistere. Alla fine, l’avrebbe conquistato senza che il duca se ne rendesse nemmeno conto.

    Raccolse un fiore di un rosso acceso, e ne rigirò in mano il gambo. Dopo aver ripetuto il gesto diverse volte, decise di portarselo al naso per carpirne il meraviglioso aroma. Non aveva idea di che tipo di fiore fosse, ma le piaceva. Il colore l’aveva attirata perché, sotto una luce particolare, sembrava quasi uguale ai suoi capelli rosso mogano. Questa, in realtà, era una forzatura, perché le sue lunghe ciocche erano più tendenti al castano che al rosso, ma lei in ogni caso amava quando il sole ne esaltava i riflessi.

    Serenity strappò capricciosamente uno dei petali e lo gettò dietro le spalle, poi ripeté il gesto una seconda volta. Mi ama,disse ad alta voce. Ne strappò un altro e ripeté, Mi ama. Continuò a strapparli ancora e ancora, fino a quando ne rimasero solamente tre, dicendo ogni volta, Mi ama.

    Che cosa ti ha fatto quel povero fiore? chiese Brandon Bennett, duca di Branterberry, con un misto di divertimento e sconcerto nella voce.

    Serenity si affrettò ad affrontarlo ficcandosi il fiore dietro la schiena. Quanto era riuscito a sentire? Le sue guance avvamparono come sotto un sole infuocato e non c’era nulla che potesse fare per nasconderglielo. Forse lui avrebbe pensato che ad arrossarle fosse una piccola scottatura.

    Mi stai spiando? chiese con aria di sfida. Meglio cambiare discorso che ammettere che stava facendo un giochino ridicolo da ragazzina e poi, tanto per cominciare, che cosa l’aveva spinta a strappare i petali di quel fiore?

    Questa è casa mia, disse il duca inarcando un sopracciglio, non sono tenuto a dare spiegazioni. Si avvicinò, le strappò il fiore di mano e lo tenne davanti ai suoi occhi. "Peraltro stai deturpando parte della flora nel mio giardino."

    Maledizione! Aveva intenzione di alterarsi per qualcosa di così sciocco come raccogliere un fiore? Be’, non gli avrebbe permesso di darle ordini. Forse per una volta il duca avrebbe dovuto stare sulla difensiva dal momento che non gradiva molto quando lei riusciva a capire cosa provava. Serenity inclinò la testa, esaminando la sua aura; come il solito, un alone di menzogne e segreti gli aleggiava intorno ma, in quanto capo dello spionaggio, li teneva ben nascosti e non permetteva a nessuno di venirne a conoscenza. Quante persone avrà protetto grazie alle sue informazioni segrete?

    Mi stavi controllando, hai visto qualcosa di me che ti piace? Disse avvicinandosi a lui.

    Il duca si allontanò da lei. Le sue narici si dilatarono mentre la studiava. Ho di meglio da fare che una cosa così futile come spiarti.

    Oh, aveva protestato un po’ troppo e adesso stava facendo marcia indietro. Il duca era così: un guardone senza gli aspetti perversi. Serenity perciò, avrebbe potuto approfittarne, dal momento che lui non apprezzava che glielo si facesse notare. Peggio per lui. La noia le faceva fare cose impulsive, e il duca stava per diventare il suo nuovo giocattolo.

    Fece un passo avanti e gli posò la mano sul petto, scivolando delicatamente verso il basso fino a fermarsi sullo stomaco. Allora, Vostra Grazia, disse seducente, facendo scorrere le dita giù, fino a sfiorargli la parte superiore dei pantaloni, quante volte sente il bisogno di spiarmi? Si avvicinò e disse in un sussurro: Mi hai vista...senza niente addosso?

    Il duca trattenne il fiato, la fissò e arrossì violentemente, mentre il suo respiro si faceva affannoso, poi schiarendosi la gola disse, Non lo farei mai. Come osi infangare il mio nome in questo modo? Sono un gentiluomo!

    Serenity rise e fece un passo indietro. Oh, quanto amava stuzzicarlo. Mio caro duca, disse facendo l’occhiolino, prima di tutto sei una spia e, per quanto ti affanni a negarlo, sei un uomo focoso e che apprezza ciò che ha davanti. Negalo quanto ti pare, ma se per ora te l’ho fatto notare solo una volta, te lo farò notare mille volte ancora. Sorrise e incrociò audacemente il suo sguardo. "Ti vedo. So tutto di te. Non c’è niente che tu possa nascondermi. È meglio che lo accetti finché rimarrò qui." Serenity non riusciva a capire perché non avesse già...

    Almeno si era dimenticato del fiore deturpato e del suo piccolo scherzo. C’era mancato poco. Il duca la fulminò con lo sguardo, come se lei potesse bruciare tra le fiamme solamente per effetto della sua ira. Pover’uomo. Non sapeva come gestirla. Un giorno avrebbe smesso di opporsi a ciò che lei già sapeva. Tra loro stava nascendo una fortissima attrazione. Non appena si fossero lasciati andare si sarebbero resi conto di quanto potessero fare faville insieme.

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