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Rubata dal mio furfante: Legati attraverso il tempo
Rubata dal mio furfante: Legati attraverso il tempo
Rubata dal mio furfante: Legati attraverso il tempo
E-book146 pagine2 ore

Rubata dal mio furfante: Legati attraverso il tempo

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Info su questo ebook

Niente è come sembra...

Lady Elizabeth Kendall è cresciuta ascoltando le storie fantasiose raccontate da sua madre. Ma se non fossero affatto delle storie? Le visioni di un affascinante pirata in uno specchio la fanno dubitare di tutto ciò in cui crede. Il suo dubbio più grande è questo: è possibile viaggiare nel tempo?

Un pirata che diventa duca...

Jackerson Morgan Carwyn, duca di Whitewood, non ha sembre vissuto una vita incantata, come molti credono, infatti è cresciuto nelle zone peggiori di Londra. Ma era in un'altra epoca e questo è un segreto che solo lui conosce. Fino al giorno in cui incontra Elizabeth...Lei è più di quello che appare e possiede delle informazioni che Jack credeva sepolte da tempo.

Uno scontro di volontà...

Durante una partita a scacchi, fanno una scommessa- il vincitore potrà reclamare tutto il bottino. Alla fine della partita, resta loro una scelta: decidere di stare insieme, oppure distruggere la loro unica possibilità di essere felici. Accetteranno la decisione del destino o ignoreranno tutti i segni che li hanno fatti incontrare?

LinguaItaliano
Data di uscita2 dic 2020
ISBN9781071577455
Rubata dal mio furfante: Legati attraverso il tempo

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    Anteprima del libro

    Rubata dal mio furfante - Dawn Brower

    DEDICA

    ––––––––

    Questo libro è per chiunque abbia visto qualcosa nel capitano Jack nel Libro 1. Ci è solo voluto un po' di più di quanto pensassi. Mi sono divertita a scrivere di Jack ed Elizabeth e spero che vi piaceranno.

    PROLOGO

    Lady Elizabeth Kendall era seduta nella biblioteca della sua casa di famiglia e guardava fuori dalla finestra. I suoi due fratelli minori, Christian e Nicholas, stavano correndo sul prato ed inseguivano uno dei loro gattini. I ragazzi erano identici tra loro, dai capelli castano scuro, agli occhi verdi, fino alle camicie a righe ed ai pantaloni abbinati. Erano entrambi piuttosto in carne e non mostravano alcun segno di essere pronti ad abbandonare il loro grasso infantile. Christian riuscì infine a prendere la palla nera di pelo ed a stringerla forte. Il gattino si divincolò dalle sue braccia e scappò via di nuovo. Giocavano spesso a quel gioco: Elizabeth lo chiamava insegui il gattino.

    Quella piccola cosina doveva soffrire nelle mani dei gemelli. Elizabeth abbassò lo sguardo sull'altro gattino, che dormiva al sicuro sul suo grembo. Era l'esatto contrario di quello là fuori, bianco come l'altro era nero, ed aveva un temperamento migliore. Il gattino nero era più adatto alla natura scapestrata dei gemelli di dieci anni.

    Cosa ne pensi, Snowball? Elizabeth accarezzò il cucciolo, che aumentò le fusa ad ogni carezza di quelle dita sul suo pelo soffice. Pensi che a Shadow piaccia quando i gemelli lo inseguono?

    Snowball iniziò a fare le fusa ancora più forte, in risposta. Elizabeth la prese come una risposta affermativa. Dei tuoni riecheggiarono in lontananza e lei guardò di nuovo fuori. Le nuvole scure si muovevano sopra di lei, preannunciando la pioggia imminente. Qualcuno avrebbe dovuto fare rientrare i bambini. Dov'era la governante? Nicholas passò correndo davanti alla finestra, acciuffò la morbida palla di pelo e si diresse verso una porta vicina. Bene, almeno Nicholas e Shadow erano abbastanza furbi da cercare riparo. Ma dov'era Christian?

    Cosa stai guardando, Ellie?

    Elizabeth si voltò al suono della voce del fratello. Oltre alla loro madre, lei era l'unica persona che riusciva a distinguere i gemelli. Erano identici, ma in modo opposto- il riflesso allo specchio l'uno dell'altro. Ad esempio, avevano entrambi una fossetta, ma quella di Christian era sulla guancia sinistra, mentre quella di Nicholas sulla destra. Quando non sorridevano potevano fare finta di essere l'altro ed ingannare quasi tutti nella tenuta. Quella era la loro unica differenza notevole. Amavano vestirsi allo stesso modo, per fare scherzi alla servitù. Elizabeth sperava che prima o poi sarebbero cresciuti.

    Nicholas ha preso Shadow ed è andato di corsa verso la porta più vicina, rispose lei. Vi siete stancati di inseguirlo per il prato?

    Il ragazzino scosse la testa. Ho sentito arrivare il temporale. Ho detto a Nick di prendere Shadow e di seguirmi dentro. Non è colpa mia se è così lento.

    Non è vero, disse Nicholas. Shadow saltò fuori dalle sue braccia e corse attraverso la stanza, lanciandosi in grembo ad Elizabeth e piantando le unghie nel pelo di Snowball. Un verso stridulo riempì la stanza, mentre i due gattini rotolavano dal suo grembo e cadevano a terra. Shadow è troppo veloce.

    No, non lo è, replicò Christian. Posso acciuffarlo facilmente. Sporse le labbra in avanti, con aria di sfida.

    Ellie, digli che è ridicolo. Non riesce ad acciuffare Shadow più di quanto ci riesca io, pretese Nicholas.

    Si voltarono entrambi verso di lei, incrociando le braccia sul petto. Christian batteva il piede sinistro con impazienza, e Nicholas quello destro. Sarebbero sempre stati l'esatto opposto l'uno dell'altro? Elizabeth scosse la testa. Cosa doveva fare con loro? Perché aveva pensato che sarebbe stato bello avere un fratello? Ecco, quello era il problema: aveva desiderato un fratello, non due. Nessuno dei due riusciva a pronunciare il suo nome quando avevano iniziato a parlare, quindi era diventata Ellie per loro. Era più facile rispondere che correggerli. Inoltre, le piaceva abbastanza quel soprannome.

    Sia Shadow che Snowball sono veloci quando vogliono. Se non vogliono essere presi, non ci riuscirete. Non ha niente a che vedere con quanto voi due siate veloci. I tuoni risuonarono in lontananza e la pioggia prese a battere contro i vetri. Perché non facciamo un gioco?

    Non voglio, disse Christian con aria ribelle. Vuoi sempre fare dei giochi noiosi.

    Nicholas sembrava essere interessato, ma dopo una rapida occhiata decise di seguire le orme del fratello maggiore. Chris ha ragione. Non vuoi mai fare niente di divertente.

    Elizabeth non sapeva bene cosa fare con loro. Se non avessero trovato qualche distrazione, forse avrebbero finito per fare a pugni. Avrebbero lottato, rotto qualcosa e poi se ne sarebbero dimenticati. Erano maestri nel negare; non facevano mai niente di male.

    Elizabeth si alzò, dirigendosi verso lo specchio appeso al muro.  Volete che vi racconti una storia? Aveva gli occhi persi nel vuoto e riusciva quasi a scorgere delle immagini nello specchio.

    Oh, sì, acconsentì Christian. Tu e la mamma raccontate sempre le storie migliori.

    Parlaci di nuovo del capitano Jack, chiese Nick.

    I due fratelli erano piuttosto assetati di sangue ed amavano la storia del pirata malfamato. La loro madre diceva che quella era una storia che sua nonna le raccontava quando era una bambina. Non ci si poteva fidare dei pirati, ma il capitano Jack sembrava un uomo d'onore. Certo, riusciva a far credere quello che voleva e forse quella era la ragione. Elizabeth tenne lo sguardo fisso nello specchio, poi scosse la testa.

    Era quello? No, non era possibile.

    Molto bene, iniziò. Molto tempo fa una signora si imbarcò per un viaggio verso l'Inghilterra per sposare il duca di Southington.

    No, disse Christian. Salta subito alla parte più bella.

    Non posso farlo. Ogni storia ha un inizio, una parte centrale ed una fine. Se volete sentirla, inizieremo da qui. Si voltò a guardarlo. Vuoi che vada avanti?

    , risposero i fratelli in coro.

    Elizabeth sorrise e ricominciò. Il padre di Lady Evelyn era molto severo, quindi lei non vedeva l'ora di farsi una vita lontano dalle sue aspre pretese. Ma ciò a cui non era preparata, era che i pirati attaccassero la nave.

    Elizabeth si voltò a dare un'altra occhiata allo specchio: si era appannato e sembrava che al suo interno vorticasse  della nebbia. Continuò a parlare, visto che conosceva a memoria quella storia. I gemelli non sembrarono accorgersi che la sua attenzione era divisa tra loro, la storia e la nebbia misteriosa nello specchio.

    Scosse la testa per schiarirsi le idee, poi rivolse di nuovo l'attenzione allo specchio. La nebbia si era leggermente alzata ed un uomo attraente era apparso in lontananza. Stava camminando in mezzo a degli alberi che lei non riconosceva. Che genere di piante erano quelle? Avevano delle strane foglie a punta, con delle palline marroni sotto. I tronchi erano lunghi e sottili e sembravano toccare il cielo.

    Un uomo dai lunghi capelli biondo-dorati era in piedi dall'altra parte dello specchio. Elizabeth si stava immaginando quella storia? Era tutto frutto della sua immaginazione? Aveva sentito quella storia e l'aveva raccontata così tante volte che adesso iniziava a crearla nella sua mente. Quell'uomo non era veramente dentro lo specchio. Tutto ciò era ridicolo. Un altro uomo lo raggiunse: sembrava pazzo. Era quello il membro dell'equipaggio che aveva spinto Lady Evelyn oltre la fiancata della nave?

    "L'avete spinta fuoribordo? La voce del capitano era fredda e colma di minacce, mentre si rivolgeva al membro della ciurma. Come avete potuto farlo, Percy? Sapevate cosa significava per me e che nessuno doveva farle del male, ma avete deciso di occuparvi di lei perché avete delle assurdità nel cervello. Dovete avere un desiderio di morte."

    Aveva sentito delle voci? Non potevano aver parlato veramente ad alta voce. Elizabeth stava perdendo la testa e non voleva pensare a cosa ciò potesse significare.

    L'uomo biondo teneva la mano su un pugnale al suo fianco. Un uomo dai capelli neri si mosse nell'immagine; sembrava aspettare qualcosa. Elizabeth non sapeva esattamente cosa, ma non riusciva a stare fermo. Quel tipo sembrava prepararsi ad agire.

    "Ho dovuto farlo. Dovete capirlo. L'uomo della ciurma fece un gesto con la mano verso il cielo. Sta usando di nuovo la sua magia. Un'altra tempesta sta per colpirci. Dobbiamo ucciderla, se vogliamo salvare noi stessi."

    "Quest'uomo è pazzo. Evelyn non è una strega, gridò l'uomo dai capelli scuri. Nessuno ha il potere di controllare il tempo."

    "Non do la colpa ad Evelyn. Il capitano Jack- ormai Elizabeth era certa che si trattasse di lui- si fermò ed alzò lo sguardo sull'altro uomo. So cosa deve essere fatto."

    Prima che il capitano potesse reagire, Percy lo spinse via e lo superò. Correva verso una donna bionda che Elizabeth non aveva notato prima. Evelyn!, urlò l'uomo dai capelli scuri.

    Lady Evelyn si spostò fuori dalla portata di Percy e si voltò, tornando indietro verso l'uomo dai capelli scuri. "Aiutatemi, Paul!" Inciampò e cadde, mentre Percy si avventava su di lei. Paul reagì e lo spinse lontano da lei, prima che potesse arrecarle qualche danno permanente. Il pirata ricadde verso il capitano Jack. Percy tremava dalla paura, mentre passava lo sguardo da Paul a Jack.

    "Deve morire. Lo sapete entrambi. Avete paura. Guardate oltre il suo fascino e vedrete la verità", li implorò Percy.

    Paul guardò Jack negli occhi e disse: "Uccidetelo o lo farò con le mie mani."

    Elizabeth non ricordava che sua madre avesse parlato di qualcuno che era stato ucciso, quando aveva raccontato la storia. Era così che era successo? No, non era possibile. Sua madre non le avrebbe raccontato una storia vera. Quello che aveva inventato era pura fantasia.

    "Lo farò con piacere." Il sorriso del capitano Jack sembrava minaccioso, mentre si avvicinava a Percy.

    Evelyn si alzò e corse verso Paul, che aprì le braccia e la tenne stretta. Il vento acquistò velocità, mentre il capitano Jack tirava fuori il pugnale. Stava per colpire Percy, quando l'uomo del suo equipaggio allungò la mano e lo fece inciampare. La lama cadde a terra, finendo accanto a Percy. Il vento vorticava intorno a lui, sollevando Jack. Il capitano scomparve, come se non fosse mai stato lì.

    La foschia nello specchio iniziò a vorticare e le immagini scomparvero di nuovo. Il cuore di Elizabeth si era fermato a quella

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