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Lampada per i miei passi è la tua parola
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Lampada per i miei passi è la tua parola
E-book119 pagine1 ora

Lampada per i miei passi è la tua parola

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Info su questo ebook

Le meditazioni di Marco Cè sono un prezioso aiuto per vivere la missione sacerdotale all’interno di una profonda unità interiore che è fonte di gioia autentica pur dentro la concretezza di una vita che può incontrare le inevitabili fatiche di ogni vicenda umana.
Prefazione di Francesco Moraglia, patriarca di Venezia
Postfazione di Fabrizio Favaro, rettore del Seminario Patriarcale di Venezia
LinguaItaliano
Data di uscita11 giu 2018
ISBN9788865126554
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    Lampada per i miei passi è la tua parola - Marco Cè

    Marco Cè

    La lampada per i miei passi è la tua parola

    A cura di

    don Fabrizio Favaro,

    Matteo Gabrieli,

    Lorenzo Manzoni

    © 2018, Marcianum Press, Venezia

    Marcianum Press

    Edizioni Studium S.r.l.

    Dorsoduro, 1 – 30123 Venezia

    t 041 27.43.914 – f 041 27.43.971

    marcianumpress@marcianum.it

    www.marcianumpress.it

    Impaginazione: Tomomot, Venezia

    ISBN: 9788865126554

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Prefazione

    Introduzione*

    Parola di Dio

    L’anima della pastorale è l’annuncio di Cristo morto e risorto*

    La Bibbia è viva nella Chiesa*

    Ascolta Israele*

    Mettere al centro la parola*

    Perché siete così paurosi?*

    La stagione della semina*

    Eucaristia

    Eucaristia cuore della Chiesa*

    Eucaristia scuola di vita*

    L'Ultima Cena: i tre doni di Gesù*

    Io sarò con voi*

    Vi chiedo solo un pane*

    L'eucaristia genera la comunità cristiana*

    Il dono della vita è pienezza del servizio*

    Il nucleo più intimo*

    Fare esperienza di Gesù nel mondo di oggi*

    Come figli obbedienti*

    Missione

    Il Presbiterio nella costruzione della comunità cristiana*

    Il dono dei ministri consacrati è segno dell'amore di Dio*

    Capire, credere, accogliere contemplare, adorare il Cristo*

    Una pastorale più missionaria*

    Fedeli alla grazia ricevuta*

    La povertà è scelta di libertà*

    Dio sarà sempre con noi*

    Chi cerchiamo?*

    Donarsi nella sequela*

    Servire i fratelli testimoniando la nostra fede*

    Gettare le reti senza paura*

    Pastori secondo il cuore di Dio

    IL CALAMO

    Catechesi

    21

    MARCO C È

    LAMPADA PER I MIEI PASSI

    È LA TUA PAROLA

    Prefazione di Francesco Moraglia

    Prefazione

    Questa bella raccolta di scritti del Patriarca Marco unisce testi scritti in tempi differenti ma, fra di essi, vi è un filo comune che li lega: l’esser stati composti per i presbiteri della Chiesa che è in Venezia. Si tratta di un libro prezioso che aiuterà certamente quanti avranno modo di leggerlo. Ogni pagina, infatti, ci ridona la limpidezza dell’insegnamento spirituale, la testimonianza di vita e del ministero episcopale del nostro amato Patriarca.

    Le suddivisioni della raccolta richiamano alla mente e al cuore i suoi fuochi: la centralità della Parola di Dio nell’esistenza quotidiana della Chiesa e di ogni credente come recupero di genuina autenticità evangelica (…) per dare a Dio il suo posto; l’Eucaristia come fonte, cuore, culmine ma anche " volto, qualità del vivere e scuola di comportamento" che incessantemente ridona ai discepoli la Pasqua di Cristo; l’istanza irrinunciabile della missione come impegno deciso di fedeltà all’identità cristiana.

    L’attualità delle parole del Cardinale emerge in tanti passaggi. Già la pagina introduttiva ha grande rilevanza ma, poi, ogni riflessione aiuta il presbitero e chi si avvia ad abbracciare tale vocazione a fissare i punti fondanti il profilo spirituale e pastorale che deve via via emergere in chi consacra, nel sacerdozio ordinato, la propria vita al Signore Gesù e, quindi, al servizio nella Chiesa.

    Ma questi testi sanno dire molto ad ogni uomo e donna di fede – di qualsiasi vocazione – perché contengono elementi che fanno bene a tutti e che valgono tanto oggi quanto ieri. Sì, sono attuali tanto oggi quanto ieri.

    Ne cito solo alcuni:

    l’esigenza vitale di una continua e radicale conversione alla persona di Gesù Cristo e di restaurare un rapporto personale con Gesù Cristo, basato sulla fede e purificato dalle grandi tentazioni;

    l’importanza che la figura del presbitero risalti in particolare come formatore e animatore della comunità e, soprattutto, dei fedeli laici avendo cura di aiutarli nel discernimento dei loro doni, perché crescano secondo la loro vocazione realizzando il progetto di Dio sulla loro vita;

    un costante ed attualissimo pensiero alla responsabilità che grava su ogni pastore per il futuro della Chiesa tanto che già parecchio tempo fa sollecitava, tra l’altro, uno sforzo convinto di collaborazione tra comunità (…) che vedano anche i laici come veri protagonisti del servizio al Vangelo.

    Riaffiorano, di frequente, i tratti di profonda umanità e fede che caratterizzavano l’anima del nostro amato Patriarca Marco che sempre ricordiamo con affetto immutato. Io mi sforzo di capire la storia e le strade su cui il Signore ci chiama – scrive a un certo punto –. Il ministero presbiterale e sacerdotale è certamente strada di santità eroica, proprio nell’esercizio della carità pastorale del nostro lavoro quotidiano, con la passione missionaria di Gesù. Senza passione non si fa il prete e non se ne sperimentano la bellezza e la gioia.

    Rinfrancato e illuminato dal leggere questi testi, possa ciascuno di noi proseguire il suo impegno a vivere con fede, amore e gioia evangelica il dono della chiamata (vocazione).

    E, come invoca il Cardinale, la dolcissima Madre di Gesù e Madre nostra possa custodirci sempre nel mistero del Suo Figlio e ci conduca ad essere, ogni giorno di più, luogo sacramentale della sua presenza.

    Francesco Moraglia, patriarca

    Lampada per i miei passi

    è la tua parola

    Introduzione*

    * Testo pro manuscripto. Archivio personale del card. Cè.

    Più volte alcuni sacerdoti mi hanno posto il problema della loro solitudine spirituale e, talora, della mancanza d’un tracciato lungo cui camminare, di cui peraltro sentivano forte il bisogno.

    Sono stato toccato da tali colloqui; essi hanno rinnovato in me la coscienza d’un problema vivo, realmente esistente e grave. Vorrei testimoniarvi la mia esperienza. Anch’io, sulla mia strada, ho sperimentato la povertà della mia situazione e il freddo della solitudine. Non ho avuto straordinari direttori spirituali; ho incontrato però uomini di fede sincera, onesti e forti, come l’austero Rettore del Seminario Lombardo in Roma. A un certo punto della mia vita a Crema ho incontrato un Vescovo, Mons. Manziana, uomo di grande intelligenza, santità e carisma, temprato dalla malattia, dalla persecuzione fascista e dal campo di concentramento di Dachau, che mi fu padre fino alla sua morte (1998).

    Grande influsso nella mia vita hanno avuto anche le amicizie – mi riferisco in particolare a Mons. Magrassi e al Card. Ballestrero – e le buone letture; mi hanno molto aiutato lo studio di San Paolo e gli scritti, meditati per anni, di Dom Colomba Marmion O.S.B., ora beato.

    Crebbi nella tradizione spirituale del clero lombardo. Fu Mons. Manziana a iniziarmi alla teologia del Clero Diocesano, fondata sul sacramento dell’Ordine, e alla sua spiritualità. E io me ne innamorai. Essa mi esplicitò le motivazioni teologiche di ciò che vivevo. Ho avuto poi la fortuna singolare di vivere il Concilio e di studiare a fondo, con la Sacrosanctun Concilium e la Lumen Gentium, anche l’Optatam totius sulla formazione dei futuri preti, e la Presbyterorum Ordinis sul ministero e la vita del prete. Da lì, e dalle letture paoline trassi l’ispirazione cristocentrica che, poi, mi accompagnò per tutta la vita. Ho avuto anche la fortuna di partecipare al Sinodo sulla formazione dei sacerdoti, da cui è uscita l’esortazione apostolica Pastores dabo vobis del 1992.

    Ormai sono decenni che vivo con gioia, anche nelle croci e nella debolezza, la coscienza di avere nella grazia del sacramento dell’Ordine e nell’esercizio della carità pastorale i piloni portanti d’una vita vergine, povera e obbediente, tutta donata al ministero, sull’esempio del Signore Gesù: certo affidata alla mia libertà, che è rischio e fatica, ma è anche un grande dono.

    Io sono innamorato del mio essere prete diocesano; vedo che per me è la strada, la strada della mia santità. Godo della fraternità presbiterale e ne sento il bisogno: il Signore me la dà più di quanto io la sappia valorizzare. Godo anche della paternità pastorale a cui il Signore mi ha chiamato: essa è gioia e croce; talora martirio, se la prendo sul serio. Ma è soprattutto un grande dono che riempie il tempo e la vita, e dilata il cuore.

    Godo della mia verginità, vissuta in una rete di rapporti fraterni, in un dare e ricevere continuo, soprattutto in una esigenza di oblatività totalmente disinteressata. Ma è così bello, se ci si pensa, anche se costa fatica; talora quanta fatica!

    Godo infine

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