A Winter's Tale - Solo un altro Natale
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Bonnie Meisel, dopo un’estate trascorsa a Bournemouth, torna nella cittadina di Bath dove trascorrerà il suo primo Natale con Adam Comte, l’amico d’infanzia che è diventato il suo primo amore. La sua felicità è però oscurata dal pensiero che Adam sia intenzionato ad arruolarsi in marina appena ottenuto il diploma, abbandonando lei e il Luna Park che gestisce insieme al padre.
Il timore di Bonnie di perdere il ragazzo che ama si intreccia con l’appassionante storia d’amore della sua insegnante di letteratura inglese Margaret Canfield che rimpiange la separazione dal giovane e affascinante pittore Robert Prichard, poi diventato un celebre e ricercato artista a Parigi. L’essere stata persuasa a lasciarlo molti anni prima a causa del nome oscuro e delle scarse possibilità l’ha resa arida, distaccata, quasi cinica, portandola a negare la sua nascente vocazione letteraria e poetica.
Tra amori perduti, amori ritrovati, grandi amicizie e un concorso letterario a cui è costretta a partecipare, Bonnie riflette sull’amore, sulla speranza e sulle storie narrate nei romanzi. Coinvolta suo malgrado in un mondo in cui la vita imita l’arte e l’arte imita la vita, ritrova parte della sua storia e di quella di Margaret descritte nel romanzo “Persuasione” di Jane Austen, autrice vissuta proprio nella cittadina dorata di Bath, tanto da avere la sensazione di ripercorrerne i passi.
Inevitabilmente la giovane Bonnie, come Margaret, come Jane attraverso la sua protagonista, si pone una domanda: l’amore di un uomo può essere profondo, duraturo e costante quanto quello di una donna?
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Anteprima del libro
A Winter's Tale - Solo un altro Natale - Barbara Morgan
A WINTER’S TALE
Solo un altro Natale
Barbara Morgan
D:\Dati\Downloads\LOGO GW SCRITTA NERA.pngProprietà letteraria riservata
Copyright ©2021 Ghostly Whisper Ltd.
Prima edizione: 2016
Progetto grafico: Le Muse - Grafica
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi e luoghi narrati sono un’invenzione dell’autore o usati in maniera fittizia. Qualsiasi analogia con persone, eventi e luoghi reali è puramente casuale.
A norma della legge sul diritto d’autore e del codice civile è vietata la riproduzione di questo libro o parte di esso con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilm, registrazioni o altro.
ISBN 978-1-915077-42-4
Website: http://www.ghostlywhisper.com
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Instagram: https://www.instagram.com/ghostlywhisperltd
Twitter: https://twitter.com/GW_BooksEtc
Solo un altro Natale per ritrovare la speranza, la felicità. Sullo sfondo della cittadina dorata di Bath un tenero amore appena sbocciato, una fiamma ancora viva nonostante lo scorrere del tempo. Come d’incanto, presente e passato si intrecciano mentre la passione riemerge e si riaccende, più intensa e travolgente che mai.
Bonnie Meisel, dopo un’estate trascorsa a Bournemouth, torna nella cittadina di Bath dove trascorrerà il suo primo Natale con Adam Comte, l’amico d’infanzia che è diventato il suo primo amore. La sua felicità è però oscurata dal pensiero che Adam sia intenzionato ad arruolarsi in marina appena ottenuto il diploma, abbandonando lei e il Luna Park che gestisce insieme al padre.
Il timore di Bonnie di perdere il ragazzo che ama si intreccia con l’appassionante storia d’amore della sua insegnante di letteratura inglese Margaret Canfield che rimpiange la separazione dal giovane e affascinante pittore Robert Prichard, poi diventato un celebre e ricercato artista a Parigi. L’essere stata persuasa a lasciarlo molti anni prima a causa del nome oscuro e delle scarse possibilità l’ha resa arida, distaccata, quasi cinica, portandola a negare la sua nascente vocazione letteraria e poetica.
Tra amori perduti, amori ritrovati, grandi amicizie e un concorso letterario a cui è costretta a partecipare, Bonnie riflette sull’amore, sulla speranza e sulle storie narrate nei romanzi. Coinvolta suo malgrado in un mondo in cui la vita imita l’arte e l’arte imita la vita, ritrova parte della sua storia e di quella di Margaret descritte nel romanzo Persuasione
di Jane Austen, autrice vissuta proprio nella cittadina dorata di Bath, tanto da avere la sensazione di ripercorrerne i passi.
Inevitabilmente la giovane Bonnie, come Margaret, come Jane attraverso la sua protagonista, si pone una domanda: l’amore di un uomo può essere profondo, duraturo e costante quanto quello di una donna?
L’amore non passa.
È sempre uguale,
negli anni,
nei secoli.
L’amore vive
e perdura
attraverso i decenni,
le epoche
e le guerre
dell’anima.
Come chi amò
prima di me,
io amo,
amo ancora,
come un giorno
ho amato,
contro la mia volontà,
contro le ragioni
del dolore…
e sempre mi ribello
e sempre mi ferisco.
(Barbara Morgan)
CAPITOLO 1
Bonnie
Solo due mesi. Poco più. Due mesi e una settimana. La mia vita era cambiata. Io restavo sempre la stessa Bonnie Meisel, la ragazza fuori moda che scriveva lettere d’amore per altre persone. Che viveva la vita di altri oppure un’esistenza fittizia attraverso diari di personaggi inventati. Però avevo Adam al mio fianco e questo faceva davvero una grande differenza, per me.
Quindi no, non scrivevo più lettere d’amore. Qualcuna per me, per noi. Ma in qualche modo sembravo aver perso quel mio talento particolare. Perché Adam Comte c’era davvero. Era vivo, reale, accanto a me ogni giorno. Nonostante dall’esterno tutto sembrava aver assunto un’altra dimensione, io dentro restavo decisamente la stessa. E incredibilmente ad Adam piacevo proprio così.
Non mi sarei mai accorta che mancava solo un mese a Natale se a scuola non avessero iniziato a infarcire ogni conversazione con l’assillo della festa incombente, delle luci colorate, di quell’euforia un po’ magica e un po’ artefatta che avrebbe trascinato con sé i giorni e le settimane precedenti al grande evento.
Il grande evento era soprattutto la festa scolastica dell’antivigilia più che il Natale in sé. Evento che io, come una sorta di Grinch in gonnella, evitavo accuratamente da almeno quattro anni.
Non sapevo ancora come mi sarei comportata in proposito quel Natale del 1984. C’era Adam. Probabilmente avrebbe amato anche la mia versione Grinch, però… Insomma, potevo fare uno sforzo per trasformarmi in ragazza carina e accomodante anche se non necessariamente alla moda e popolare. Perché comunque senza Stephanie sarebbe stato impensabile. Mi mancava. La mia migliore amica, manipolatrice, egocentrica Steph. Non sapevo che mi sarebbe mancata così finché si era trasferita con sua madre nel Kent, dopo la separazione dei suoi.
Per fortuna però avevo Adam. Era diventato la mia ancora di salvezza, a tutti gli effetti. Il timore di perderlo mi legava a lui ancora di più, a dire la verità. Un’incomprensione e dopo la nostra estate trascorsa a Bournemouth avevo rischiato di perderlo per sempre.
È davvero così l’amore? Basta davvero così poco per non ritrovarsi più? Non lo sapevo. Non avevo sufficiente esperienza in proposito. La grande esperta era Stephanie, che manteneva viva la sua relazione con Clayton Stone attraverso lettere che si scambiavano settimanalmente. Era un po’ come se i nostri ruoli si fossero magicamente invertiti, come per il curioso sortilegio di un mago burlone. Io vivevo il mio amore, lei scriveva il suo.
CAPITOLO 2
Margaret
Non ero ancora certa che fosse stata una buona idea. Probabilmente non lo sarei stata mai. Avevo vissuto a Bath per i primi diciannove anni della mia vita, allontanandomene per i successivi diciotto. Non solo fisicamente. Londra non era così lontana, del resto. Era stato il mio cuore a subire un totale distacco da quella che era stata la mia vita, il mio spazio, il mio mondo. Come se fossi stata emarginata, esclusa, esiliata. Come se avessi commesso un crimine imperdonabile.
Tornando mi ritrovavo tra ragazzini che avevano all’incirca la stessa età di quando io ero andata via. Faceva male. Non avrei mai creduto che potesse fare così male. Mi aggrappavo al mio lavoro con tutta me stessa perché era l’unica cosa che mi restava davvero. L’unica per cui continuare a lottare.
Quella passione, quella vita che ritrovavo solo nelle parole altrui. Perché in me nascevano esanimi, assenti, senz’anima. Le mie parole non avevano vigore, probabilmente non lo avrebbero mai trovato.
Eppure amavo la mia città con tutta me stessa. O forse di Bath amavo solo i ricordi. Quella sottile brezza che spirava in primavera, ancora un po’ frizzante, rigida a volte. Il gelo dell’inverno che mi sferzava il viso. La piazza, i vicoli, i monumenti, il suo stile antico, severo ma confortevole. No, non era il luogo. Era solo una cittadina inglese come tante altre. Ero io in quel luogo. Io a sentirla viva, palpitante. Umana. Perché ogni luogo ha un’anima, ma dipende sempre dagli occhi con cui lo si guarda. Io a Bath avevo lasciato la mia.
Parlami dell’anima.
Ora.
Dell’anima mia
che chiama
che invoca
che fremendo
scala cime elevate
solca mari profondi.
Parlami dell’anima.
Amore. Amante.
Dell’anima tua
ben poco
mi è noto.
Descrivimi l’anima.
Io ti ascolterò.
CAPITOLO 3
Bonnie
Non sapevo come prendere la gelosia che Adam provava nei confronti di Clayton. Non ero nemmeno certa che si trattasse proprio di gelosia, ma non riuscivo a interpretarla. Adam sapeva che io e Clay avevamo avuto un flirt a Bournemouth, mentre Steph provava a conquistare lui. Quindi forse era davvero gelosia perché i loro rapporti erano ancora un po’ tesi. O forse si trattava più di un senso di fastidio. Ecco, ero talmente poco avvezza ai legami sentimentali che non riuscivo ancora a dare una definizione a certe emozioni. Nemmeno alle mie. Perché, in tutta onestà, mi sentivo lusingata di aver suscitato tali sentimenti.
In ogni caso non avevo alcun dubbio sulla mia scelta. Su ciò che provavo per Adam. E volevo aiutarlo a rimettersi in pari con il liceo. Era rimasto indietro a causa del tempo che aveva perso con i continui trasferimenti e del perpetuo vagare con il Luna Park che suo padre gli aveva imposto nel corso degli anni precedenti.
Il Luna Park in periferia si stava attrezzando per il Natale. Avevamo bisogno di aree coperte nel caso, altamente prevedibile, di maltempo. Probabilmente sarebbe arrivata anche la neve. Parlavo del Luna Park quasi come se fosse mio. Forse non me ne rendevo conto a quel tempo, ma me ne sentivo parte. Il suo successo sarebbe stato anche il mio. E avrebbe significato che Adam sarebbe rimasto. Per questo motivo volevo aiutare a gestirlo, perché non venisse chiuso definitivamente.
Non desideravo che Adam si sentisse forzato a restare, da suo padre e anche da me. Sapevo che non aveva rinunciato al suo sogno di entrare in marina. Proprio per questo era importante che recuperasse a scuola. Per realizzare il suo sogno e ottenere il meglio. Forse il suo meglio non avrebbe incluso me, ma dovevo rispettare la sua decisione.
«Non ho mai visto il Luna Park in inverno.» Mi guardavo intorno mentre passeggiavo con Adam tra le giostre illuminate. Il padre di Adam, Steve Comte, non si era risparmiato nello scopo di rendere il Luna Park un luogo magico. Aveva assunto degli aiutanti extra a tal proposito.
«Sei sempre stata a Bournemouth solo in estate, Bonnie. Forse per questo non l’hai mai visto… Ne avrai visto un altro in inverno.» Adam sorridendo mi attirò a sé.
«No Adam, non ne ho mai visto nemmeno un altro. In inverno me ne sono sempre stata chiusa in casa, molto peggio che in estate!»
Sollevando il viso verso di lui incrociai i suoi occhi azzurri.
«A scrivere lettere per altri e diari, immagino.» Annuì serio accarezzandomi i capelli mentre io rigirandomi lo abbracciavo.
Mi sentivo più bella insieme a lui. Più bella e più viva. In qualche modo cercavo di esserlo. Avevo raccolto tutti i suggerimenti di Stephanie anche se il più delle volte fingevo di non dare importanza ai consigli con cui mi affliggeva quasi quotidianamente per telefono. Sicuramente se non si fosse trasferita mi avrebbe costretta a vestirmi, pettinarmi, truccarmi trasformandomi in una ragazza alla moda, una copia di se stessa anche se con occhi e capelli castani. Forse non essendo bionda come lei sarei stata comunque meno appariscente. O forse no. In realtà era meglio non scoprirlo. Almeno finché non sarebbe tornata per le vacanze natalizie.
Coloro che continuavano a divertirsi incuranti dei problemi e delle difficoltà erano i nostri fratelli minori. Mio fratello Eddie, uno scapestrato di dodici anni. E Dennis, il fratello di Adam, che aveva la stessa età. Noi li soprannominavamo il mostro a due teste
. Per loro era come se la vacanza non finisse mai. Io invece alla loro età già mi lanciavo in profonde meditazioni sulla vita e sul destino. Ma forse ero sbagliata io. Leggevo troppo, scrivevo troppo. La mia massima aspirazione a tredici anni era essere lasciata in pace da chiunque mi circondasse.
Adam viveva con suo padre e suo fratello in una villetta rustica che avevano preso in affitto e si trovava a poca distanza dal Luna Park ma orientata verso la città. In modo tale che Adam e Dennis non avessero troppa difficoltà a raggiungere la scuola in autobus.
«Aiuterai me, vero Adam? Sono tuo fratello!» Dennis, che sembrava una copia più giovane e paffuta di Adam, con i capelli biondi scompigliati e le guance rosse per il freddo e per la corsa, si impiantò di fronte a noi impedendoci il passaggio.
«Aiutarti in cosa?» Adam, stringendosi nelle spalle, finse noncuranza.
«Ma lo sai!» Gli occhi azzurri di Dennis sprizzavano scintille. «Quella cosa…»
«No, aiuterai me perché sono il fratello della tua ragazza e se non mi aiuti le parlerò male di te!» Eddie lo interruppe con un impeto crescente, come il suo tono di voce che si