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La coppia evolutiva
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E-book121 pagine1 ora

La coppia evolutiva

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Info su questo ebook

Maddalena, una ragazza italo-brasiliana cresciuta a Criciúma (Santa Catarina, Brasile), decide di trasferirsi in Italia alla ricerca del vero amore. Lì, conoscerà un uomo che le cambierà la vita. Nella sua nuova casa, i momenti di gioia e di difficoltà si alterneranno nel costante appoggio della sua coppia evolutiva, la stella polare che le permetterà di superare i più grandi ostacoli che la vita le porrà davanti.
La biografia di Michelle Torres è questa, ma è soprattutto un faro di luce nella disillusione affettiva dei nostri giorni.


Michelle Torres è nata a Criciúma (Santa Catarina, Brasile). Dalla madre ha ereditato l’interesse per l’infermieristica; dal padre, invece, quello per la psicopedagogia. Ha conseguito una Laurea Magistrale in Politica sociale presso l’UFRGS (Universidade Federal do Rio Grande do Sul).
LinguaItaliano
Data di uscita31 mag 2023
ISBN9791220141529
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    Anteprima del libro

    La coppia evolutiva - Micheline Torres

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    Michelle Torres

    LA COPPIA EVOLUTIVA

    © 2023 Europa Edizioni s.r.l. | Roma

    www.europaedizioni.it - info@europaedizioni.it

    ISBN 979-12-201-3968-7

    I edizione maggio 2023

    Finito di stampare nel mese di maggio 2023

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distributore per le librerie Messaggerie Libri S.p.A.

    LA COPPIA EVOLUTIVA

    Dedico questo libro alla Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro,

    a La sedia gialla – I Professionisti della crescita

    e al Dott. Salvatore Auditore, per essere un bravissimo ginecologo, ma soprattutto una persona eccezionale

    PREFAZIONE

    Questa autobiografia è frutto di un sogno cullato fin da piccola, quando scrivevo in continuazione sul mio diario e sognavo le storie più belle. Il diario lo uso ancora oggi per appuntare le mie giornate: è il bacino da cui ho attinto tutti i ricordi che troverete lungo i capitoli. Ma questo libro non è solo un’autobiografia, vuole essere anche un esempio. Basta guardarci attorno per capire quanto ne abbiamo bisogno, anche se a nessuno sembra importare. Nessuno fa nulla per cambiare, fermarsi e ragionare. Anzi, continuiamo a comportarci sempre peggio, a perpetrare violenza su tutti i fronti, ad ucciderci con una facilità impressionante. E poi ci si chiede dove andremo a finire. La risposta è: verso il baratro, naturalmente, dove ci porta l’odio, la cattiveria, l’invidia, la malignità, l’indifferenza.

    Come coloro che, invece di praticare la pace, cercano la guerra, e fanno a gara a chi ha l’arma più potente. Il mondo è sempre andato così. Comandano i famosi poteri forti: mentre loro hanno in mano le redini del mondo, noi dobbiamo lasciarli fare. Noi, se vogliamo, possiamo iniziare a cambiare le cose a partire dal nostro quotidiano. Possiamo farlo, senza ascoltare chi governa questo posto. Abbiamo un’arma molto potente: quella dell’Amore, che vince sempre.

    Chi è stato colpito da una malattia improvvisa sa che la vita può cambiare, o finire, da un momento all’altro. Queste persone sanno che, in questi casi, è l’Amore a darci forza per andare avanti. C’è chi dice che l’Amore non esiste: è chiaro che questa gente non ha vissuto. Addirittura dicono, sempre loro naturalmente, che solo i deboli hanno bisogno d’amore. Ho scritto questo libro per tutte quelle persone – e sono tantissime – che hanno provato l’esperienza della malattia e dell’Amore, proprio come me. Spero sia di conforto a chi la sta vivendo e d’esempio a chi non è capitato.

    L’Amore, naturalmente, non serve solo a darci forza nei momenti difficili. L’Amore ci fa tirare avanti nel nostro quotidiano, per tutta la vita. Le persone che si amano davvero riescono ad affrontare qualsiasi cosa. Quelli che fanno finta, invece, cadono al primo ostacolo. Possiamo cambiare tutti insieme abbracciando l’Amore, che non è un’utopia, come qualcuno direbbe. È la forza necessaria per affrontare la vita, l’unica verità.

    L’Amore è anche gioia e, quando in una coppia arriva un bimbo, la gioia è doppia. Qualcuno pensa che si stia meglio senza figli, ma quando si arriva ad una certa età, ci si accorge che una vita senza figli è una vita sprecata. I figli danno senso ai ricordi. Il mio libro parla anche di questo.

    Trovare la persona giusta non è facile, ma vale la pena sforzarsi. L’Amore ci permette di trasmettere il nostro sentimento all’altro, finché non si entra in sintonia. Senza di esso non ha senso vivere. Che sia per una persona o per un animale domestico, è irrilevante, basta che sia incondizionato. In questa vita, l’Amore è tutto ciò che d’importante abbiamo, diamo e riceviamo. E, quando un giorno ci toccherà salutare e partire per l’ultimo viaggio, l’unica cosa che conterà sarà aver lasciato la nostra eredità, un piccolo seme che germoglierà in qualcun altro: la Forza dell’Amore.

    CAPITOLO 1 – DUE VOLTE IL PRIMO INCONTRO

    Non capitano molte cose a Criciúma, almeno per una ragazza di ventisei anni come ero io. Criciúma è un comune dello stato di Santa Caterina, nel Sud del Brasile. Certi suoi tramonti ti restano dentro molto più a lungo di quelli italiani, come in tutti i posti belli ed immobili. In quel periodo andai con mia madre ad un concerto e lì, sul palco, vidi il primo angelo passare per Criciúma. Cantava in un coro nel novembre del 1998.

    Sono cresciuta in un nucleo familiare pieno di serenità e rispetto. La gioia di vivere non viene da sola, va insegnata come hanno fatto i miei con me. È lì che ho imparato ad amare. L’amore che ricevi da piccolo ti permette di amare dopo. Sono la seconda di tre figli: James, Nicole ed io, Maddalena. Siamo di origini venete. I miei nonni erano di Belluno, come molti a Criciúma. Abbiamo addirittura abitudini culinarie norditaliane, come la polenta o i salumi.

    I miei si conobbero al coro della chiesa, così coro e chiesa gli indicarono la strada giusta. Nei miei ricordi mio padre suona sempre la chitarra e mia madre canta con lui. Avevano fede e voglia di vivere, e così ero io. Una ragazza sveglia e dal carattere forte, ma a volte anche ingenua, come qualsiasi ragazza con un sogno. Il mio era l’amore. È sempre stato l’amore. Quello dei miei genitori era così grande che ho iniziato a sognarne uno mio. Ma l’amore è difficile: non basta sognarlo, bisogna anche avere la forza di aspettarlo ed il coraggio di cercarlo. È una cosa che ho imparato col tempo. A ventisei anni non lo capisci ancora.

    Avevo sofferto per amore, perché quello che avevo trovato non era puro, non era vero, non era amore. Se trovare l’amore è difficile, in Sud America lo è ancora di più. Da noi la sessualità inizia troppo presto e molti uomini non guardano dal collo in su, ma dal collo in giù. Io ero cresciuta con una mentalità diversa, non ero così, ed ero stufa. Chiesi il mio amore al Signore, più e più volte. Iniziai a sognare l’Italia dai racconti delle mie origini. Sognavo di andare là, dove speravo di trovare un uomo diverso da quelli che avevo conosciuto. Sapevo già il dialetto veneto, perché in famiglia si parlava, così mi iscrissi ad un corso d’italiano per affinarlo. Volevo andare a Perugia ed iscrivermi all’università, avevo persino iniziato ad ascoltare solo musica italiana. Qualcosa dentro di me diceva che dovevo crederci, che sarebbe arrivata la mia dupla, qualcuno che mi avrebbe rispettato, con cui sarei cresciuta insieme e sarei stata felice, come i miei genitori mi avevano insegnato.

    Era novembre quando l’Italia venne da me. Ogni anno a Criciúma si tiene il Festival Internazionale del Coro, per cui la città invita due o tre cori da loro patrocinati. Quell’anno invitarono il Coro Cortina. Andai a sentirli con mia madre, come facevo spesso durante il Festival. Lei fece amicizia con il maestro, un uomo che veniva ogni anno in Brasile. La mia città è gemellata con Vittorio Veneto e lui aveva molti contatti con questo e quel coro. Mia madre parlava molto bene italiano, così chiacchierarono a lungo e finì per parlargli di me.

    «Mia figlia, Maddalena, avrebbe tanta voglia di venire in Italia, sta persino facendo un corso di Italiano» gli disse.

    Non capii subito l’urgenza di parlargli di me, ma mia madre era così, aveva una voglia matta di parlare con la gente e di raccontargli dei suoi figli. Gli raccontò persino delle mie delusioni amorose. Non ci presentammo neanche, ma Carlo, questo signore, in poco tempo seppe tutto di me. A me restò in testa quella sera magica, in cui ebbi la percezione che per la prima volta qualcosa si stesse muovendo a Criciúma.

    C’era un ragazzo quella sera, che mi guardava. Non si era presentato e quasi nemmeno lo ricordavo, ma mi lasciò una sensazione strana. Cambiò qualcosa in me. Iniziai a sentire un calore insolito, come il sole nello stomaco. Io non ricordavo nemmeno il suo viso, ma avevo nel cuore la sensazione che questa persona fosse già accanto a me in qualche modo. L’avevo vista solo una volta, ma era già nella mia vita. Col senno di poi, posso dire che certe anime sono allacciate in qualche modo. C’è qualcosa tra due persone che a stento si conoscono, ma che possono inviarsi segnali a chilometri e chilometri di distanza. A me è successo.

    L’anno dopo, il 1999, fu il coro di mia madre ad andare a Cortina. Io non andai con loro, ma seppi dopo che qualcuno mi aspettava. Seppi da madre che quel ragazzo che mi aveva visto in Brasile non aveva fatto altro che pensare a me. Lui mi aspettava, ma come potevo saperlo? Ad ogni modo, mia madre parlò di nuovo con Carlo dei miei sogni. Mia madre era una donna molto gentile e sapeva farsi voler bene da tutti, così lui si mise a disposizione e disse che se fossi venuta mi avrebbe dato una mano. Io avevo appena finito il mio corso d’italiano e mi misi a preparare i documenti per la cittadinanza e tutto il resto.

    Carlo le spiegò che in città da lui c’era una signora brasiliana, di Urussanga, vicino alla mia città. Aveva deciso di venire in Italia dopo la pensione e lì si era sposata con un uomo che aveva un albergo. Ci disse che era gente per bene e che mi avrebbero dato una stanza ad un prezzo di favore. Chiamai il luogo e loro mi diedero la camera. Volevo fare un’esperienza di tre mesi e poi, con la cittadinanza, trovare un lavoro. Contai i soldi e partii. Serviva molto coraggio, ma

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