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La pittura fiamminga e olandese attraverso la guida di Giovanni Bedotti.: Pittore, restauratore, critico e mercante d’arte
La pittura fiamminga e olandese attraverso la guida di Giovanni Bedotti.: Pittore, restauratore, critico e mercante d’arte
La pittura fiamminga e olandese attraverso la guida di Giovanni Bedotti.: Pittore, restauratore, critico e mercante d’arte
E-book669 pagine7 ore

La pittura fiamminga e olandese attraverso la guida di Giovanni Bedotti.: Pittore, restauratore, critico e mercante d’arte

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Info su questo ebook

Giovanni Bedotti è pittore, restauratore, critico e mercante d’arte, in attività nella prima metà dell’Ottocento tra la Francia e il Piemonte: con lo scopo di fornire un supporto pratico agli amanti dell’arte nordica, redige la “Guida ossia dizionario portatile”, composta da circa 800 voci relative agli artisti maggiori delle scuole fiamminghe e olandesi, di cui vengono fornite indicazioni biografiche unite a valutazioni tecniche, stilistiche ed economiche. Nel presente testo si è operata una revisione storica aggiornata sulla biografia di Bedotti e una ampia lettura critica del suo testo, includendo anche la completa trascrizione diplomatica della Guida e una serie di informazioni statistiche incluse in un database relativo alle sue fonti bibliografiche, ai pittori citati e alle quotazioni.
LinguaItaliano
Data di uscita30 lug 2023
ISBN9788863365955
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    Anteprima del libro

    La pittura fiamminga e olandese attraverso la guida di Giovanni Bedotti. - Paolo M. A. Triolo

    © il prato publishing house srl

    via Lombardia 43, 35020 Saonara (PD)

    tel. 049 640105

    www.ilprato.com • info@ilprato.com

    studio grafico: il prato

    ISBN 9788863365955

    Versione digitale realizzata da Streetlib srl

    In copertina:

    Dettaglio, Gaudenzio Ferrari, Madonna degli Aranci, 1529,

    olio su tavola, cm 328 x 170,

    Chiesa di San Cristoforo, Vercelli.

    Beni culturali e artistici dell'Arcidiocesi di Vercelli.

    Restaurata da G. Bedotti.

    Il testo del volume è stato sottoposto a doppia revisione anonima

    (Double Blind Peer Review)

    indice

    Introduzione

    I Cenni biografici su Giovanni Bedotti

    II Le caratteristiche della Guida o Dizionario portatile

    - Peculiarità editoriali e diffusione nelle biblioteche italiane e francesi

    - Il titolo, la finalità dell’opera e l’area geografica di destinazione

    - La prefazione

    - La struttura della Guida

    - Le fonti storiche dichiarate

    - Le fonti bedottiane e altri biografi dei pittori fiamminghi e olandesi.

    - Considerazioni statistiche

    III Le biografie: aspetti di particolare interesse

    - Considerazioni stilistiche, tecniche e conservative

    - Considerazioni di mercato e quotazioni

    - Valutazioni e considerazioni personali dell’Autore

    - Incongruenze di natura storico-biografica e propagazione degli errori in rapporto con le fonti.

    - Conclusioni

    IV Trascrizione diplomatica e critica della Guida

    - Prefazione

    - Testo

    V apparati

    - link al database

    - link a google books per il pdf anastatico

    https://www.google.it/books/edition/Guida_ossia_dizionario_portatile_per_gli/r_sld-ScbOAC?hl=it&gbpv=1&dq=dizionario+portatile+bedotti&printsec=frontcover

    Bibliografia

    INTRODUZIONE

    Questo contributo nasce dalle ricerche condotte durante il mio dottorato¹ in merito alla fortuna della pittura nordica in Piemonte durante l’Ottocento. Oltre a effettuare una revisione storica e statistica della presenza di opere fiamminghe e olandesi, sia originali sia in copia, nel contesto collezionistico pubblico regionale e nelle esposizioni torinesi, è stata studiata una fonte informativa molto tecnica e strettamente inerente al periodo e all’area geografica, quale è la Guida ossia dizionario portatile per gli amatori de’ quadri della scuola fiamminga e olandese compilata da Giovanni Bedotti (1845), del pittore, restauratore e commerciante d’arte Giovanni Bedotti (1789-post 1845).

    La scelta dell’ambito della ricerca è legata non tanto alla mera consistenza numerica di opere nordiche sul territorio del Ducato, poi Regno Sabaudo, quanto alla loro concentrazione in raccolte dal carattere specifico: veri e propri nuclei che conservano unitarietà anche a seguito di accorpamenti, specie quelli dinastici, e che sono in grado di influire sul collezionismo privato, sul mercato e sulla diffusione di modelli stilistici e tematici tra gli artisti piemontesi.

    Nel periodo storico in cui operò Bedotti si assistette a una progressiva evoluzione da collezioni dinastiche a collezioni pubbliche, che comportò una ridefinizione del significato della fruizione delle opere d’arte e una sistematizzazione in senso museale delle raccolte. Questo processo richiese il costituirsi di professionalità specifiche, rappresentate inizialmente da personaggi di spicco della nobiltà piemontese, come i fratelli d’Azeglio, i quali resero accessibili i luoghi della cultura alla borghesia. La nuova classe media metabolizzò il fenomeno collezionistico, restituendolo ad una dimensione privata, ma, allo stesso, tempo proiettata su un nuovo mercato antiquario, diventato, in ragione dell’aumento della domanda, progressivamente sempre più transnazionale. Nacquero figure di collezionisti privati che affrontarono viaggi per visitare le grandi esposizioni europee, acquistando opere in maniera mirata, sino a costituire veri e propri musei privati, come nel caso delle collezioni vercellesi Leone e Borgogna.

    Questa apertura in senso borghese del panorama artistico ha, tuttavia, radici nelle donazioni regie di Carlo Felice e, soprattutto, di Carlo Alberto: per osmosi l’aspetto filantropico permeò il collezionismo privato, che, particolarmente verso la seconda metà del secolo, diventò fonte di nuova linfa per i musei attraverso ampi lasciti e devoluzioni.

    L’istituzione che divenne il riferimento per i nuovi amanti dell’arte fu la Società Promotrice, anch’essa inizialmente rappresentata da esponenti della nobiltà locale, ma certamente rivolta verso il frizzante mercato dell’arte del XIX secolo: le frequenti esposizioni raccolsero un pubblico ampio e generarono un volano economico che portò molti artisti locali ad avvicinarsi alla produzione fiamminga e olandese. Fu questo il momento in cui le collezioni regie divennero riferimento, dapprima per copisti, con finalità celebrativa dei capolavori considerati sempre più patrimonio pubblico, in seguito per artisti di ispirazione o stile nordico, aperti al confronto con contemporanei provenienti dall’Olanda o dal Belgio.

    In questo panorama si inseriscono le figure del critico e del mercante d’arte che fungono da tramite tra l’artista e l’amateur, che da committente diretto si trasforma in acquirente. Durante l’Ottocento nel mare dell’arte l’atlante nautico dell’appassionato di pittura diventa un pratico portolano: il Libro di Pittura di Van Mander in due secoli si trasforma nel Dizionario portatile di Giovanni Bedotti sui pittori fiamminghi e olandesi, una guida fedele agli amatori delle belle arti, per conoscere ad uno sguardo il merito di quelli, e sapere presso a poco il valore delle opere, che li resero insigni, come l’Autore stesso suggerisce nella prefazione all’edizione del 1845.

    Al fine di documentare, dunque, il rapporto tra le collezioni pubbliche e il mercato antiquario ed espositivo piemontese, si è sentita la necessità di affrontare la trascrizione diplomatica e la revisione critica della Guida ossia dizionario portatile per gli amatori de’ quadri della scuola fiamminga e olandese compilata da Giovanni Bedotti, edita nel 1845 per i tipi di Marzorati a Torino e da quella data non più pubblicata.

    Il Bedotti è interprete dello stretto legame tra gli amatori della pittura nordica e il mercato grazie alle sue principali attività, ossia il restauro di opere pittoriche e la vendita di dipinti sul mercato piemontese, oltre che francese. La sua Guida nasce con l’intento pragmatico di fornire un supporto agile e di facile consultazione agli amatori che intendano avvicinarsi a un mercato dinamico, molto mutevole nelle valutazioni qualitative, assai fluttuante in termini di quotazioni economiche: è per questo motivo che l’Autore nelle sue brevi descrizioni dei protagonisti della sua panoramica sulla pittura fiamminga e olandese include assai frequentemente indicazioni sulle vendite effettuate, proiezioni sul successo commerciale nel tempo e personali giudizi di valore artistico che, a volte, non concordano con le stime valutative. È dunque un approccio che si differenzia dallo stile storico e biografico delle sue fonti, ma non si assesta in maniera acritica su mere statistiche mercantili, fondate principalmente sul principio di diffusione/rarità delle opere, sul prezzo e sulla fortuna, intesa in senso commerciale, di alcune scuole.

    Il percorso di studio della Guida del Bedotti è articolato in tre momenti: un iniziale excursus biografico, già ampiamente delineato nei lavori di Giuseppina Perusini e di Valentina Parodi², la descrizione delle caratteristiche dell’opera e la trascrizione diplomatica, corredata di commento critico.

    La trascrizione della Guida ha incluso le quasi ottocento voci riportate in ordine alfabetico dal Bedotti; in seguito, di ogni artista sono state reperite le fonti bibliografiche consultate dall’Autore, nonché quelle dei principali repertori contemporanei; parallelamente è stato costituito un database che includesse per ogni pittore descritto sia i riferimenti suddetti sia le quotazioni commerciali fornite dal Bedotti, ottenendo dei dati statistici utili per ricostruire gerarchie sia in termini di priorità di fonti bibliografiche sia di successo economico dei pittori elencati.

    Tra le fonti storiche del Bedotti quelle meno ricche di indici di riscontro non sono qualitativamente peggiori, poiché la minore quantità di descrizioni dipende dal fatto che i biografi più antichi, ovviamente, prendono in esame un numero di artisti inferiore a quello contemplato da autori più recenti. Quindi statisticamente ne consegue un esito grafico di minore consistenza; tuttavia, proprio i biografi più antichi risultano essere le fonti privilegiate dal Bedotti, come si evince dalle sue stesse affermazioni o dalla lettura critica delle pagine della Guida.

    Dall’intera mole delle biografie sono stati espunti alcuni casi di maggiore rilievo, cui è stata dedicata una particolare attenzione sia per motivi legati alle valutazioni personali, critiche, tecniche ed economiche espresse dall’Autore sia per la presenza di peculiari incongruenze storico biografiche, frutto della propagazione di errori a partire dalle fonti di riferimento.

    Di concerto con l’editore si è scelto di optare per la pubblicazione digitale di questo testo, in modo tale da potere fruire di collegamenti con piattaforme elettroniche che ospitano sia il database relativo alle mie ricerche sulla Guida del Bedotti sia la digitalizzazione dell’edizione stampata nel 1845, a corollario del testo critico e della trascrizione diplomatica.


    ¹ Dottorato di Ricerca in Storia e conservazione dei Beni Culturali Artistici e Architettonici, Scuola di dottorato do Società, Culture, Territorio, Università degli Studi di Genova, XXVI ciclo. Titolo della tesi di dottorato: La Guida ossia dizionario portatile per gli amatori de’ quadri della scuola fiamminga e olandese di Giovanni Bedotti e la fortuna della pittura fiamminga e olandese nel panorama collezionistico ed espositivo piemontese del XIX secolo. Relatore e tutor: prof.ssa M.C. Galassi.

    ² G. Perusini, Analogie e differenze fra i trattati di Köster e di Bedotti, in G. Perusini, a cura di, Christian Köster Sul restauro degli antichi dipinti a olio, Forum, Udine, 2001.

    V. Parodi, Giovanni Bedotti, Il restauro dei dipinti, Edifir, Firenze, 2010.

    In merito all’attività commerciale vedasi S. De Blasi, Restauratori e mercanti d’Arte a Torino: Angelo Boucheron, Giovanni Bedotti, Hector de Garriod e Paolo Orlandi in R. Poso, a cura di, Riconoscere un patrimonio, Congedo, Galatina, 2007, p. 342.

    G.C. Sciolla, I disegni fiamminghi e olandesi della Biblioteca reale di Torino, L.S. Olschki, Firenze, 2007, p. XX.

    I - CENNI BIOGRAFICI SU GIOVANNI BEDOTTI

    La vita e l'attività di Giovanni Bedotti sono state eccellentemente ricostruite e documentate nei testi di Giuseppina Perusini e di Valentina Parodi³ e citate nel contributo di Stefania De Blasi in merito alla sua attività mercantile in area torinese⁴.

    Questo breve excursus servirà esclusivamente per inserire la figura del Bedotti nel contesto storico, sottolineando le scansioni cronologiche della sua attività e riportando alcune informazioni, rinvenute nel corso della mia ricerca, a corollario della già completa biografia dell’Autore curata dalla Parodi. In particolare attraverso una serie di documenti verrà data concretezza alla figura, sinora poco delineata⁵, dell'Abate Dubeteck, collezionista vercellese, committente e grande estimatore dei restauri del Bedotti.

    Inoltre sarà fatta luce sulle sue prime esperienze di restauro a Vercelli, presso la Confraternita di San Giuseppe, e sui rapporti commerciali dell'Autore con musei e collezionisti di area francese.

    Giovanni Bedotti nasce nel 1789 a Mosso Santa Maria in provincia di Biella da Pietro Antonio e Rosalia Sprotti di Torino⁶.

    Dalle pagine introduttive del suo manuale De la restauration des tableaux⁷ si evincono alcune informazioni sul suo percorso di studi torinese, presso il maestro Riveli dell'Accademia di Belle Arti di Torino, agli inizi del XIX secolo.

    A questo momento fa seguito il primo soggiorno francese a Lione, dove frequentò le lezioni dei professori dell’Accademia Rivoile e Davide la bottega di Bideau⁸ che lo introdusse alla pratica del restauro⁹, in cui si specializzò presso i laboratori milanesi di Francesco Boldrini¹⁰, Antonio Vianelli¹¹ e Giovanni Dominicini¹².

    Durante la permanenza in Lombardia ebbe l’occasione di conoscere Angelo Boucheron¹³, divenuto poi professore dell'Accademia di Belle Arti di Torino. Già nella metà degli anni Dieci il Bedotti si occupa di commercio di quadri¹⁴ e, come accenna egli stesso¹⁵, affida il restauro di alcune opere ad altri restauratori per carpirne i segreti, spacciandosi anche per semplice appassionato, come nel caso del restauratore Giuseppe Guizzardi¹⁶, il cui atélier si trovava a Bologna.

    Nel suo testo il Bedotti riferisce di un soggiorno triennale a Firenze, a cavallo tra gli anni 1815 e 1821, durante il quale frequentò i restauratori Johann Matzeger¹⁷ e Antonio Garagalli¹⁸; successivamente si spostò prima a Roma, incontrando Giuseppe Candida¹⁹, Giovanni Colombo²⁰ e Francesco Coghetti²¹, poi a Venezia.

    Benché non ne sia trovata conferma nel testo del Bedotti e neppure nelle considerazioni della Parodi, si ritiene che l’Autore abbia soggiornato a Vercelli antecedentemente al 1816, poiché dagli archivi della Confraternita di San Giuseppe risulta il restauro ad opera del pittore Bedotto (sic) di un dipinto incluso nell’inventario dei beni del 9 aprile 1816, l’Adorazione di Gesù Bambino di Gaudenzio Ferrari²², oggi attribuito a Berardino Lanino. È questo dunque, a mio avviso, il primo approccio dell’Autore della Guida alla scuola vercellese.

    Negli anni 1819-20 si recò a Vercelli per occuparsi del restauro di alcune opere appartenenti alla collezione privata dell'Arcivescovo Giuseppe Maria Grimaldi²³, il quale lo introdurrà con successo nell’ambiente cittadino: in questo momento storico a Vercelli cominciano a riconfluire i beni sottratti durante l’occupazione napoleonica, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi e, probabilmente, si consolidano o si arricchiscono le collezioni private, costituitesi nel decennio precedente a causa delle spoliazioni. Una di queste raccolte appartiene al canonico Dubeteck (o meglio Dubettex)²⁴e il Bedotti durante il soggiorno vercellese venne contattato per il restauro delle opere pittoriche della galleria personale di colui che divenne poi il suo mecenate.

    Riguardo a questo personaggio la Parodi segnala l'assenza di fonti documentarie, ipotizzando un errore di trascrizione del nome da parte del Bedotti, durante la narrazione della propria vita. La Parodi propende per una possibile confusione con Jean Pierre Dupasquier²⁵, così come avviene nel caso del restauratore Metzeger, che è indicato come Mescher.

    Tuttavia il rinvenimento di materiale documentario mi ha permesso di accertare l’esistenza della figura di Francesco Dubettex (anche nella grafia Du Bettex)²⁶ e di confermarne il titolo di canonico che il Bedotti gli attribuisce, in quanto esponente del clero della Chiesa Metropolitana.

    Tra le opere appartenenti a Dubettex sui cui lavorò il Bedotti vi è una tavola di Bernardino Lanino, probabilmente l'Assunzione della Vergine o la Madonna con Bambino, tra il Battista che presenta un donatore e San Michele, oggi conservati presso l'Arcivescovado di Vercelli. Successivamente intervenne sulla tavola della Madonna delle Grazie, anche questa di mano di Bernardino Lanino, presso la chiesa di San Paolo²⁷, ottenendo un certificato di piena soddisfazione da parte del sindaco, il marchese Luigi del Carretto, in data 10 febbraio 1821, riportato in copia nel testo De la restauration des tableaux²⁸.

    Probabilmente il Bedotti a seguito delle esperienze vercellesi riuscì ad ottenere un incarico di restauratore presso la Galleria Reale, ma, nella temperie dell'abdicazione di Vittorio Emanuele I a favore di Carlo Felice, egli non venne riconfermato e, già nel 1822, ritornò a Vercelli. Presso la chiesa di San Cristoforo si occupò del restauro della tela della Madonna degli Aranci e degli affreschi con le Storie della Vergine e della Maddalena, entrambe di Gaudenzio Ferrari. A lavori completati, dopo un iniziale apprezzamento dei risultati, esplose una vivace polemica sulla qualità del restauro degli affreschi: il Bedotti dovette difendere il proprio operato richiedendo una perizia da parte dei professori Luigi Berbero e Angelo Boucheron dell'Accademia di Belle Arti di Torino²⁹.

    Negli anni 1830-32 il Bedotti è impegnato nella vendita alla Pinacoteca Vaticana di un tondo attribuito a Cesare da Sesto, raffigurante la Madonna con Bambino e i Santi Agostino e Giovanni Battista detto la Madonna della cintola³⁰, in realtà opera di Giovanni Perosino³¹. La transazione avviene con la cooperazione del pittore romano Giovanni Maldura³², probabilmente già conosciuto negli anni 18151821.

    Successivamente si trasferì a Parigi, dove aprì un laboratorio in Rue de Marais-Saint-Martin in cui si occupò sia di restauro sia di compravendita di opere d'arte: si hanno testimonianze riguardanti la vendita del dipinto Il Cancelliere di Francia Daguessau di Victor Caron al Castello di Versailles³³. A Parigi, inoltre, pubblicò il suo manuale De la restauration des tableaux nel 1837³⁴.

    Nella permanenza parigina si inserisce la breve parentesi di un viaggio a Madrid nel 1836³⁵, per documentarsi sulla scuola spagnola; il soggiorno in Francia e si interrompe probabilmente prima del 1845, quando venne dato alle stampe il Dizionario portatile, edito da Marzorati a Torino³⁶, nel quale è possibile rinvenire informazioni su aste d'arte bandite a Parigi negli anni 1837-1841, alle quali verosimilmente l’Autore potrebbe avere assistito³⁷.

    A Torino il Bedotti proseguì l'attività mercantile tra il 1839 e il 1840, vendendo alla Reale Galleria tre opere nordiche, il Ritratto di vecchia di Schalcken, il Paesaggio con bovini di Roos e il Combattimento di galli di Hondekoeter³⁸. Parallelamente il Bedotti intrecciò rapporti commerciali con le città Parigi, Lione e di Grenoble³⁹, dove negli anni 1841-1843 realizzò la vendita dei dipinti Diana con le ninfe al bagno di Dick van der Lisse (attribuito a Cornelis Poelenburgh con monogramma apocrifo), Testa di Cristo del Sassoferrato, Ritratto del Barone van Wasaenar di Karel de Moor, un dipinto della scuola di Paolo Veronese e un'opera di Nuvolone, all'epoca attribuita a Murillo⁴⁰.

    Alla II Esposizione annuale della Società Promotrice delle Belle Arti, organizzata presso un palazzo del Conte di Benevello a Torino nel 1843, il Bedotti espone un dipinto a olio intitolato Paese con animali⁴¹.

    Le ultime tracce documentarie sono relative alla donazione dei suoi due testi alla Biblioteca Reale di Torino, il 27 novembre 1845⁴².


    ³G. Perusini, Analogie e differenze fra i trattati di Köster e di Bedotti, in G. Perusini, a cura di, Christian Köster Sul restauro degli antichi dipinti a olio, Forum, Udine, 2001, pp. 145-151.

    V. Parodi, Giovanni Bedotti, Il restauro dei dipinti, Edifir, Firenze, 2010, pp. 13-26.

    ⁴ S. De Blasi, Restauratori e mercanti d’Arte a Torino: Angelo Boucheron, Giovanni Bedotti, Hector de Garriod e Paolo Orlandi in R. Poso, a cura di, Riconoscere un patrimonio, Congedo, Galatina, 2007, p. 342.

    ⁵ V. Parodi, op.cit, p.113, nota n.24:La figura citata dal restauratore attualmente non è nota agli studiosi.

    ⁶ Archivio Storico della Curia di Mosso Santa Maria, Comune di Biella. Atti di Battesimo.

    ⁷ J. Bedotti, De la restauration des tableaux, traité spécial sur la meilleure manière de rentoiler, nettoyer et restaurer les tableaux anciens et modernes composè par Jean Bedotti, de Turin, peintre et restaurateur de tableaux, Chez l’auteur-Rue des Marais-Saint-Martin 50 bis et chez MM. Dauvin et Fontaine, libraires-éditeurs, Passage des panoramas, Paris, 1837.

    ⁸ G.C. Sciolla, I disegni fiamminghi e olandesi della Biblioteca reale di Torino, L.S. Olschki, Firenze, 2007, p. XX. le sieur Riveli, professeur de l'Académie de Turin, M. Rivoile, professeur de l'Académie de Lyon, et enfin David, chef de l'école francaise sous l'empire; Divenuto in seguito restauratore, studiò dapprima a Lione con un certo Bideau".

    ⁹ J. Bedotti, De la restauration des tableaux […], cit. , p. 9, Voici bientôt vingt-six ans que je me consacre à l’étude de la restauration des tableaux; p. 10, …vingt-six années d’experience pratique et sérieuse sur les différentes écoles de peinture…. Poiché l’opera è stata pubblicata nel 1845 si ritiene che le esperienze lionesi siano databili al 1811.

    ¹⁰ A.P Torresi, Dizionario biografico di pittori restauratori italiani dal 1750 al 1950, Liberty house, Ferrara, 2002, p. 51, voce Boldrini Francesco, Vicenza 1760-Verona 1825. Pittore e restauratore.

    ¹¹ Bullettino di notizie statistiche ed economiche italiane e straniere Anno 1833, Presso la Società degli Editori degli Annali Universali delle Scienze e dell’Industria, Milano, 1833, p.18, "Nuova Galleria pubblica di Belle Arti aperta in Torino. […] Chi ebbe in cura di ordinare questa pubblica Galleria è il Conte Roberto d’Azeglio direttore della medesima. Unanime fu la lode impartitagli per l’ottima scelta delle luci a cui egli fece porre ogni dipinto e per la cura infinita che egli si prese onde i restauri de quadri più antichi fossero sì bene condotti da restituirli al primitivo splendore. Tra i più distinti restauratori di quelle dipinture e debito di giustizia che rammentiamo Antonio Vianelli veneziano.

    P.A. Paravia, Pel giorno onomastico di S. M. il Re Carlo Alberto: orazione recitata nella recitata nella Regia Università di Torino al IV novembre M DCCC XLII, Fontana, Torino, 1842, p.32. Nella gran sala del Real Palazzo detta tuttavia degli Svizzeri dall egregio restaurator viniziano sig. Antonio Vianelli fu testé ripulito il quadro di Palma il giovane rappresentante la battaglia di S. Quintino […] Lo stesso Vianelli ristoro con pari diligenza le pitture in buon fresco che fregiano la superiore della predetta sala e che sono opera d ignota sé ma lodevole mano.

    C. Bon Valsassina, Acquisizioni e donazioni : arte dal Medioevo al Novecento, 1996-1998 , Gangemi Editore, Roma, 1999, vol.II p.54. Si indica Antonio Vianelli conservatore della Reale Galleria di Torino nel 1833.

    ¹² R. Bossaglia, a cura di, I pittori bergamaschi dell'Ottocento, Bolis, Bergamo, 1992, vol. II, p. 16. Si cita il pittore Giovanni Dominicani di cui si conosce anche un’attività di restauratore.

    ¹³ Dizionario Biografico degli Italiani, vol. XIII, 1971. Voce BOUCHERON, Angelo, Torino 1776-1859. Professore dell’Accademia, regio disegnatore, collezionista e mediatore d’arte.

    ¹⁴ Nella Prefazione alla Guida edita nel 1845 Bedotti afferma per la sperienza, che tenghiamo da trent’anni in qua nel commercio de’ quadri in tutte le più cospicue città d’Italia….

    ¹⁵ J. Bedotti, De la restauration des tableaux […], cit. , p. 11, Comme je m’occupais en même du commerce des tableaux je le donnais à restaurer aux uns et aux autres afin de me ménager les moyens de m’introduire chez eux, et je leur demandais que mon tableau fût restauré de telle ou telle manière.; in merito a Guizzardi …me présenter sous le titre modeste de simple amateur et lui donnais un tableau à restaurer.

    ¹⁶ A.P Torresi, Dizionario biografico di pittori restauratori italiani dal 1750 al 1950, Liberty house, Ferrara, 2002, p. 83, voce Giuseppe Guizzardi, 1779- 1861. Pittore e restauratore.

    ¹⁷ G. Perusini, Christian Köster. Sul restauro degli antichi dipinti a olio, Forum, Udine, 2001, pp.137, 147. Johann Matzeger 1777-1844, copista, restauratore e commerciante d’arte.

    ¹⁸ A.P Torresi, Dizionario biografico di pittori restauratori italiani dal 1750 al 1950, Liberty house, Ferrara, 2002, p. 82, voce Antonio Garagalli 1785-?. Pittore, copista, restauratore.

    ¹⁹ Dizionario Biografico degli Italiani, vol. XVII, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma,1974. Voce Giuseppe Candida 1777-1835.

    A.P Torresi, Dizionario biografico di pittori restauratori italiani dal 1750 al 1950, Liberty house, Ferrara, 2002, p. 36, voce Giuseppe Candida. Pittore e restauratore.

    ²⁰Dizionario Biografico degli Italiani, vol. XXVII, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma,1982. Voce Giuseppe Colombo 1784-1853.

    A.P Torresi, Dizionario biografico di pittori restauratori italiani dal 1750 al 1950, Liberty house, Ferrara, 2002, p. 65, voce Giovanni Colombo. Pittore e restauratore.

    ²¹ Dizionario Biografico degli Italiani, vol. XXVI, 1982. Voce Coghetti, Francesco. Figlio di Giuseppe e di Caterina Baldi, nacque a Bergamo il 12 luglio 1801. Spesso il Coghetti viene confuso con il quasi omonimo Luigi Cochetti romano, anch'egli pittore, contemporaneo e compagno, a Roma, in importanti imprese, quali la decorazione della villa Torlonia sulla Nomentana e di S. Paolo fuori le Mura. Fondamentale, per una distinzione tra i due e l'esatta biografia del C., è l'accurato opuscolo del Pinetti, che utilizzò un cospicuo fondo di lettere, carte e appunti vari (Fondo Coghetti) conservato alla Biblioteca civica di Bergamo; anche se, per campanilismo, il biografo bergamasco riferisce al C. alcune opere del Cochetti romano, e cioè una gran parte dei dipinti eseguiti nella villa e nel palazzo Torlonia.

    ²² La confraternita nasce nel 1553 con la denominazione di Compagnia di San Giuseppe, sita in un primo momento nell’area dove fu edificato il Collegio delle Orfane, nell’attuale via Gioberti, a partire dal 1831 presso la chiesa di San Giuseppe, in via Libertà. L’opera è oggi conservata presso il Museo Borgogna di Vercelli.

    Archivio di Stato di Vercelli, Confraternita di San Giuseppe, Inventario dei beni del 9 aprile 1816. A. Cerutti Garlanda, I documenti delle confraternite di Sant’Antonio e di San Giuseppe in Vercelli dal Medioevo all’Ottocento - atti del convegno Vercelli 24-25 maggio 1991, a cura di M. Cassetti, Associazione archivi e storia-archivio di Stato di Vercelli, 1998.

    ²³ Calendario generale pe' regii stati, p. 36, anno I, 1824, Stamperia Sociale degli Artisti Tipografi, Casa Pomba, Torino, 1824. Monsignore D. Giuseppe Maria Grimaldi nato in Moncalieri il 3 gennaio 1754 consacrato Vescovo di Pinerolo il 6 agosto 1797 traslato in Ivrea il I febbraio 180З preconizzato Arcivescovo di Vercelli il 1 ottobre 1817. Nato nel 1753. Morto nel 1830 a Vercelli.

    ²⁴P. Astrua, Scheda n. 33, in P. Astrua, G. Romano, a cura di, Bernardino Lanino, catalogo della mostra a Vercelli nel 1985, Electa, Milano, 1986, pp.119-123.

    ²⁵ Delegato del governo francese per la compravendita dei beni requisiti. Vedasi A.Folliet, Révolution française. Les volontaires de la Savoie, 1792-1799, par André Folliet,... La légion allobroge et les bataillons du Mont-Blanc, L. Baudoin, Paris, 1887, p.169, Jean-Pierre Dupasquier né à Chambéry en 1768. Lieutenant le 21 août 1793. Passé à l‘état major général.

    ²⁶ G. A. De Gregory, Istoria della vercellese letteratura ed arti di G. De-Gregory, p. 252, vol. II, Tipografia Chirio e Mina, Torino, 1820. In merito ad un quadro di Vergine col Bambino a cui fanno corte molti Angeli, S. Rocco e S. Lorenzo conservato nel coro della confraternita di Confienza del pittore Pompeo Secondiano di Vercelli si indica che Li signori canonici Dubettex e Villa di Vercelli entrambi amatori delle belle arti che hanno esamiriato questo quadro m assicurarono che è di ottimo stile e che merita l’attenzione del viaggiatore non meno che un onorevole menzione;

    Dichiarazioni e ritrattazioni degl'indirizzi stampati in Milano l'anno 1811 …, Lazzarini, Roma, 1826. Tra i componenti il Capitolo di Vercelli in sa 14 febbraio 1811 si cita Francesco du Bettex;

    Calendario generale pe' regii stati, p. 45, anno III, 1826, Torino, Giuseppe Pomba, 1826. Si indica presso il capitolo metropolitano della città di Vercelli Dubettex Francesco, dottore d’A.L. (arti liberali) all’epoca del vescovo Giuseppe Maria Grimaldi nato in Moncalieri il 3 gennaio 1754 consacrato Vescovo di Pinerolo il 6 agosto 1797 traslato in lvrea il 1 febbraio 1805 preconizzato Arcivescovo ai Vercelli il 1 ottobre 1817;

    Supplemento alla Gazzetta Piemontese n.111 del 15 settembre 1831. Continuazione dello Stato n.5 delle oblazioni per prestito volontario aperto con Regie Patenti del 23 di agosto 1831. Si indica relativamente alla provincia di Vercelli e alla data 10 settembre DUBETTEX signor Canonico Francesco Amministratore del Capitolo Metropolitano di Vercelli £. 9,000. In Gazzetta Piemontese n.101 del 23 agosto 1831 si indica Torino 23 agosto S.M. con Regie Patenti ha approvato l’erezione di uno Spedale nel Comune ili Barengo provincia di Novara a norma della pia fondazione fatta dal fu Conte Marco Bellini;

    Gazzetta Piemontese n.128 del 25 ottobre 1831. Si indica relativamente alla Provincia di Pinerolo 24 ottobre detto DU BETTEX signor Abate Francesco Canonico della Chiesa Metropolitana di Vercelli versate nella Tesoreria Provinciale di Torino in detto giorno 24, £. 900; Calendario generale pe' regii stati, p. 152, anno XXIV, 1847, Stamperia Sociale degli Artisti Tipografi, Casa Pomba, Torino, 1847. Si indica tra i cavalieri dell’Ordine di SS Maurizio e Lazzaro Dubettex canonico D. Franc.;

    A.Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, p. 1415, Società piemontese di archeologia e belle arti, 1963-1982, Torino. Relativamente a Bernardino Laninotavola in cui s'ammirava, fra le altre, la figura di S. Gregorio. È ricordata dal De Gregory, II, 237. Apparteneva all'abate Dubettex arcidiacono di Vercelli, ...;

    F. Dalmasso, P.Gaglia, F.Poli, L’Accademia Albertina di Torino, Istituto Bancario San Paolo, Torino, 1982, pp.127-128. Viene citata la posizione di Giuseppe Monticoni in merito alla necessità di fare sì che la collezione del Canonico Dubettex non uscisse dallo Stato, durante l’asta. Si indica anche la presenza di un’opera di Bernardino Lanino valutata 15.000 £. Vedasi L.C. Bollea, Una donazione del Re Carlo Alberto alla R. Accademia Albertina di Belle Arti di Torino in Bollettino storico Bibliografico Subalpino, nn.5-6, 1932, doc. n.27, p.93;

    Relativamente al cognome Dubettex:

    C. Saluzzo, Ricordi militari degli Stati Sardi / estratti da parecchie opere si stampate che manoscritte da Cesare Di Saluzzo, Tipografia scolastica di S. Franco e figli e compagnia, Torino, 1858, pp. 237238, viene citato il cavaliere Michele du Bettex (savoiardo), eroe nell’assedio di Valenza del 1722 e delle battaglie di Camposanto e di Madonna dell’Olmo, negli anni 1744 e 1745;

    A. Lo Faso di Serradifalco, La difesa di un regno: il sacrificio dell'esercito del Regno di Sardegna nella guerra contro la Francia, 1792-1796, Gaspari editore, Udine, 2009, pp. 210, 223-224. Si citano personaggi della famiglia Dubettex o du Bettex.

    ²⁷ A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Spaba, Torino, 1982, vol. IV, p.1413. Voce Bernardino Lanino. Nell’elenco cronologico delle opere di Lanino si riporta: "1568. Ancona del coro della chiesa di S. Paolo in Vercelli. Nel mezzo la Vergine seduta che regge il Bambino in atto di benedire. Alla sua destra sono s. Giuseppe, un pontefice, s. Giovanni evangelista, e S. Paolo. Alla sinistra S. Giovanni Battista, S. Pietro, S. Teonesto ed un cardinale. In basso sono tre angeli che suonano, ed in alto altri otto angeli. Nel fondo, in un cartello : BERNARDINVS LANINVS. F. 1568. Alt. m. 3,40; larg. 2,35 – Fu ristaurata nel gennaio 1821, a spese della città di Vercelli, alla quale appartiene, da Giovanni Bedotti, autore del libro De la restauration des tableaux, Paris, 1837". Vesme indica la proprietà civica dell’opera, coerentemente con la certificazione effettuata del sindaco Luigi del Carretto.

    A. Conti, Storia del restauro e della conservazione di opere d’arte, Electa, Milano, 2002, p. 133. Si indicano anche i restauri di Bedotti in San Cristoforo;

    Vedasi in V. Parodi, Giovanni Bedotti, cit.:

    Lettera di Prospero Balbo Ministro degli Affari Interni alla Municipalità di Vercelli, autorizzazione ai lavori con partecipazione per 200 £; del 30 dicembre 1820. La Parodi reca il refuso 1821! Archivio di Stato di Torino, Sez. I, Paesi per A e B, V. Mazzo 12, Cartella n.40.

    Informativa del sindaco Del Carretto in merito all’autorizzazione ai Lavori ricevuta dall’intendente Solaro, del 9 gennaio 1821. Archivio Storico Biblioteca Civica di Vercelli, Documento dell’amministrazione-1821.

    Lettera di risposta dell’Intendente Solaro a Prospero Balbo Prospero Balbo Ministro degli Affari Interni, dell’11 gennaio 1821, Archivio di Stato di Torino, Sez. I, Paesi per A e B, V. Mazzo 12. tutto il quadro è tornato con quel finito che nulla lascia a desiderare […] Il pittore che ne fè il restauro è il sig. Giovanni Bedotti nativo di Mosso, il quale ha già dato in questa città felici saggi di sua abilità in lavori di tal genere.

    Tra l’Informativa del Sindaco e la lettera di risposta passano due giorni: tenendo presente che il Marchese del Carretto nella certificazione del 10 febbraio 1821 testimonia che l’intervento fu di restauro e pulitura, stupisce la velocità di intervento di Bedotti.

    ²⁸ J. Bedotti, De la restauration des tableaux […], cit. , p. 13.

    ²⁹ V. Parodi, Giovanni Bedotti, cit., pp. 25-26.

    ³⁰ Catalogo Pinacoteca Vaticana N. 336.

    M. G. Aurigemma, A proposito del Macrino della Pinacoteca Capitolina, in Intorno a Macrino d'Alba: aspetti e problemi di cultura figurativa del Rinascimento in Piemonte: atti della giornata di studi, venerdì 30 novembre 2001, Auditorium Fondazione Ferrero, Alba, Fondazione Ferrero, Alba, 2002. Giovanni Bedotti presenta il dipinto con Perizia di Pietro Camuccini, confermata da G. silvagni dell’Accademia di San Luca, il valore sale da 600 a 880 scudi che saranno consegnati all’intermediario romano Giovanni Maldura. Vedasi Archivio Segreto Vaticano, Palazzi Apostolici, Titoli, b.112.

    ³¹ U. Thieme-F. Becker-H.Vollmer, Allegemeine Lexicon der Bilden Kunstler, verlag von E.A. Seeman, Leipzig, 1907-1950, vol. XIX, 1926, pp.328-329. Voce Jungi, Giovanni, gen Perugino, attivo in Piemonte tra il 1517 e il 1524.

    Treccani on line. Voce Iungi, Giovanni (detto Perosino perché oriundo di Perugia) Attivo ad Alba e Mondovì nel primo quarto del XVI secolo. Di lui si conoscono: un affresco (Deposizione) nel coro di S. Domenico in Alba (1517); due affreschi (Cristo; La Vergine intercedente presso Cristo) in un'ex cappella a Mondovì-Carassone (1523); la tavola a tempera con la mezza figura di San Giovanni Evangelista nella galleria di Torino (1524). Nelle sue opere sono presenti i caratteri della pittura umbra misti a influenze lombardo-leonardesche.

    ³² U. Thieme-F. Becker-H.Vollmer, Allegemeine Lexicon der Bilden Kunstler, verlag von E.A. Seeman, Leipzig, 1907-1950, vol. XXIII, 1929, p. 590. Voce Maldura Giov., 1772-1849.

    A. Guattani, Memorie enciclopediche romane sulle belle arti…, Mordacchini, Roma, 1806, vol. IV, p. 146; vol. V, p. 14; vol. VI p. 61-62, 88. Vedutista nello stile di Claude Lorraine, con lo studio in Piazza di sspagna e esperienze di restauratore con Camuccini.

    ³³ S. De Blasi, op.cit., p. 342.

    ³⁴ Il testo è dedicato al Barone Isidore Justin Séverin Taylor, (Bruxelles 1789 – Paris 1879). Critico d’arte, illustratore, filantropo. Fu commissario reale del Théâtre-Français, ispettore delle Belle Arti (1838), fondatore della Société des gens de lettres. Ispettore dei musei, senatore (1869), scrisse opere teatrali, relazioni di viaggio nonchè i Voyages pittoresques et romantiques de l'ancienne France (1820-1863), illustrato da H. Vernet, Géricault, J.-B. Isabey, A. E. Fragonard, Viollet-le-Duc, Dauzats, L. Daguerre, P. Ciceri, etc. Fonte Enciclopédie Larousse online http://www.larousse.fr.

    Bibliographie de la France ou journal général de l’imprimairie et de la librairie, anno XXXII, Pillet ainé, Paris, 1843-1844. DE LA RESTAURATION DES TABLEAUX, Traité spécial sur la meilleure manière de rentoiler, nettoyer et restaurer les tableaux anciens et modernes, par Jean Bedotti, de Turin. Brochure in-8. Prix. 2—50;

    Feuilleton du Journal de la Librairie, n.32, 6 agosto 1853. RESTAURATIONDES TABLEAUX, Traité spécial sur la manière de rentoiler, nettoyer et restaurer les tableaux anciens et modernes,par BEDOTTI. 1 vol. in-8°. Prix: 2 fr. 50 c. Nët.;

    Feuilleton du Journal de la Librairie, n.46, 15 novembre 1854. RESTAURATIONDES TABLEAUX, Traité spécial sur la manière de rentoiler, nettoyer et restaurer les tableaux anciens et modernes, par BEDOTTI. 1 vol. in-8°. Prix: 2 fr. 50 c. Nët.;

    L’intermediarire des Bibliophiles-libraires-amateurs, n.248, gennaio 1904. Durel, Paris, 1904.n.2031 BEDOTTI (Jean). De la restauration des Tableaux Traité spécial sur la meilleure manièrede rentoiler, nettoyer et restaurer lestableaux anciens et modernes, composé par Jean Bedotti, de Turin, peintre et restaurateur de tableaux. forts, c/te:!t;f/ef: 1837, in-8, de 47 pp br. (i67) 2 fr.;

    Vedasi ancora M-N. Bouillet, Dictionnaire universel des sciences, des lettres et des arts..., p.1429, Hachette, Paris, 1854. RESTAURATION (en latin instauratio), réparation, rétablissement. Dans les Arts, il se dit des réparations faites à une oeuvre d'art pour la rétablir dans son état primitif. Ainsi, en Peinture et en Sculpture, on restaure des tableaux et des statues qui ont été endommagés par suite d'un accident ou par l'effet de la vétusté. La Restauration des tableaux, pastels, etc., est devenue de nos jours une industrie fort lucrative. On a de Bedotti un Traité de la restauration des tableaux, où sont indiqués les mettleurs procédés pour les nettoyer, les rentoiler, etc. Voy. RENTOILAGE.

    ³⁵ J. Bedotti, De la restauration des tableaux […], cit. , p. 9, L’été dernier je suis (sic) allé à Madrid par la route de Valence, et je me suis arrêté assez de temps dans cette capitale pour me faire une juste idée de l’école espagnole. Poichè il testo è edito nel 1837, si fa riferimento per la permanenza in Spagna all’anno 1836.

    ³⁶ Archives du Bibliophiles –Livres rares et curieux, n.211, gennaio 1885. n.4140. Peinture. Guida ossia dizionario portatile pa gli amatori de' quadri della scuola Fiamminga ed Olandese compila da G. Bedotti. Torino, 1845, in-8, br. 1 fr. 500, sic.;

    Archives du Bibliophiles –Livres rares et curieux, n.228, gennaio 1886. n.17814. Peinture. Guida ossia dizionario portatile pa gli amatori de' quadri della scuola Fiamminga ed Olandese compila da G. Bedotti. Torino, 1845, in-8, br. 1 fr. 500, sic.;

    Archives du Bibliophiles –Livres rares et curieux, n.235, gennaio 1887. n.41968. Peinture. Guida ossia dizionario portatile pa gli amatori de' quadri della scuola Fiamminga ed Olandese compila da G. Bedotti. Torino, 1845, in-8, br. 1 fr. 500, sic.

    ³⁷ Catalogue descriptif des tableaux de l'école hollandaise, flamande et française, provenant de l'ancienne galerie du palais de l'Elysée... La vente aura lieu les... 4, 5 et... 6 avril 1837..., [expert] Charles Paillet, Bataillard : C. Paillet, 1837. Opere di proprietà della Duchessa di Berry.

    Questo catalogo è stato stilato certamente prima dell’asta, in quanto ne indica la data usando l’espressione la vendita avrà luogo….

    Al contrario il catalogo del Bedotti è stato verosimilmente compilato dopo la vendita, poichè le indicazioni di prezzo riportate non sembrano essere quotazioni di base d’asta, dato che i prezzi sono molto dettagliati: ad esempio Ostade Adriano, La danza del Villaggio, £ 22005; Weéninx, Il tetto rustico, £4951; Winants Giovanni, Canale arenoso, £5499. Si potrebbe ipotizzare dunque che il Bedotti abbia assistito a questa asta, poichè in quell’anno si trovava a Parigi. La stessa considerazione può essere fatta per le altre aste;

    Catalogue de tableaux... de l'ancienne collection de feu M. le chev. de Burtin, de Bruxelles,... Vente 29 mars 1839…, Paillet, Paris, 1839;

    Catalogue de tableaux des écoles espagnole, italienne, hollandaise... provenant de la collection de feu M. Casimir Périer... Vente 18 avril 1838... / [expert] La Neuville, Benou-La Neuville, Paris, 1838; Catalogue de la galerie du comte de Sommariva, comprenant la collection de tableaux de l'école d'Italie, celle des peintres de l'école française, quelques tableaux d'après les plus grands maîtres et de différentes écoles, La vente, par suite de décès, aura lieu les 18, 19, 20, 21, 22 et 23 février [1839] / [expert] Charles Paillet, Paris, 1839;

    Catalogue d'une riche collection de tableaux des écoles hollandaise, flamande et française, formant le cabinet de M. Tardieu fils et provenant des collections les plus célèbres ... dont la vente aura lieu les mercredi 31 mars, jeudi 1er, vendredi 2 et samedi 3 avril 1841 ... par Le Ministère de Me Bonnefons de Lavialle, Etc., 1841;

    Catalogue raisonné des tableaux de diverses écoles, composant la précieuse galerie de feu M. le Cte Perregaux,... La vente de cette collection se fera le... 8 et... 9 décembre 1841... / Par George,.expert., Iimpr. et lithogr. de Maulde et Renou, Paris, 1841. dans l’anciene galérie Lebrun;

    Catalogue... de tableaux... recueillis par M. Héris, de Bruxelles... Vente 25 mars 1841, Paillet, Paris, 1841.

    ³⁸ S. De Blasi, Restauratori e mercanti d’Arte a Torino […], cit. p. 342. Sono citate le seguenti note presso l’Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Casa di S.M., m. 1927: 6 novembre 1839 per Schalcken; 1 febbraio 1849 per Roos e Hondekoeter. Se ne può dedurre, dunque, un ante quem per datare la transazione.

    ³⁹ In merito alle attività mercantili di Bedotti.

    Le Cabinet de l'amateur et de l'antiquaire: revue des tableaux et des estampes anciennes, des objets d'art, d'antiquité et de curiosité, pp. 526-528. Librairie Firmin-Didot frères, fils et cie, Paris, 1842-1863. Si cita una causa tra Bedotti all’epoca a Parigi, e Botton di Lione per un dipinto rifiutato dal primo dopo l’acquisto come non originale. Il contenzioso vedrà la vittoria del Botton per il principio che Hors le cas d'une stipulation formelle, le vendeur d'un tableau n'est pas garant de son originalité, et la vente n'en doit pas être annulée, parce qu'il ne serait pas du maître sous le nom duquel il a été vendu. La vendita avvenne in data 5 giugno 1841, per due dipinti su tavola, uno attribuito a Gerad Dou-La venditrice di aringhe- l’altro a Van der Heyden-Veduta di Amsterdam. Bedotti compare anche nella transazione di un’opera attribuita a Van Dyck.

    Se ne dà trascrizione diplomatica.

    Décisions judiciaires.

    Nous saisirons toujours avec empressement, chaque fois qu'elle se présentera, l'occasion de mettre sous les yeux de nos lecteurs les décisions judiciaires relatives aux choses d'art et d'antiquité. Les arrêts motivés des cours souveraines, destinés à former la jurisprudence, sont les sources où les amateurs doivent puiser la connaissance de tout ce qui peut établir leur droit, ou les guider pour lés précautions à prendre dans les stipulations écrites qu'il est toujours bon de faire, lorsqu'il s'agit de transactions de quelque importance. Hors le cas d'une stipulation formelle, le vendeur d'un tableau n'est pas garant de son originalité, et la vente n'en doit pas être annulée, parce qu'il ne serait pas du maître sous le nom duquel il a été vendu. Le 5 juin 1841, un sieur Botton, de Lyon, vendit au sieur Bedoti deux tableaux désignés comme il suit : l'un de Gérard Dow, peint sur bois, représentant une marchande de harengs, avec bordure dorée ; l'autre de Van der Heyden, peint sur bois, représentant une vue d'Amsterdam. Cette vente fut faite moyennant 4,000 francs, pour laquelle somme Bedotti remit immédiatement à Botton : 1° quatre tableaux signés..., représentant les quatre saisons, avec bordures dorées ; 2° une marine signée..., peinte sur bois, avec bordure dorée; 5" une chaîne démontre en or, de la valeur de 200 fr., le

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