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La signorina Fifì
La signorina Fifì
La signorina Fifì
E-book42 pagine34 minuti

La signorina Fifì

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Info su questo ebook

Nella Francia occupata, cinque uffi­ciali prussiani si fanno portare delle prostitute. Il più giovane di questi, soprannominato la signorina Fifì, per aver insultato la Francia, verrà accoltellato dalla sua compagna di gozzoviglie.
Maupassant, in questo racconto esemplare del suo stile, torna sul tema della prostituta di buon cuore, donna coraggiosa che mette i propri ideali davanti alla sua stessa vita.
LinguaItaliano
Data di uscita4 dic 2023
ISBN9788892968196
La signorina Fifì
Autore

Guy de Maupassant

Guy de Maupassant was a French writer and poet considered to be one of the pioneers of the modern short story whose best-known works include "Boule de Suif," "Mother Sauvage," and "The Necklace." De Maupassant was heavily influenced by his mother, a divorcée who raised her sons on her own, and whose own love of the written word inspired his passion for writing. While studying poetry in Rouen, de Maupassant made the acquaintance of Gustave Flaubert, who became a supporter and life-long influence for the author. De Maupassant died in 1893 after being committed to an asylum in Paris.

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    Anteprima del libro

    La signorina Fifì - Guy de Maupassant

    I LEONCINI

    frontespizio

    Guy De Maupassant

    La signorina Fifì

    ISBN 978-88-9296-819-6

    © 2012 Leone Editore, Milano

    www.leoneeditore.it

    FRA

    Il comandante prussiano, maggiore, conte di Farlsberg, stava finendo di leggere la posta con la schiena sprofondata in una grande poltrona di stoffa e i piedi poggiati sul marmo elegante del caminetto, dove gli speroni degli stivali, dopo tre mesi di occupazione del castello di Uville, avevano finito per creare due solchi che diventavano ogni giorno più profondi.

    Una tazza di caffè fumava su un tavolino macchiato dai liquori, bruciato dai sigari, intagliato dal coltellino dell’ufficiale invasore che a volte, smettendo di temperare una matita, tracciava sul grazioso mobile cifre o disegni a suo piacimento.

    Terminata la lettura della posta e sfogliati i giornali tedeschi che il portalettere gli aveva appena consegnato, si alzò e, dopo aver gettato sul fuoco tre o quattro enormi pezzi di legna verde, poiché quei signori stavano abbattendo poco a poco tutto il parco per riscaldarsi, si avvicinò alla finestra.

    La pioggia cadeva a fiotti, una pioggia normanna che sembrava gettata da una mano furiosa, una pioggia obliqua, spessa come una cortina, che formava una sorta di muro storto, una pioggia tagliente, che infradiciava e annegava ogni cosa, una vera pioggia da dintorni di Rouen, vaso da notte della Francia.

    L’ufficiale guardò a lungo i prati inondati e più lontano lo straripare dell’Andelle in piena. Tamburellava contro il vetro un valzer del Reno quando un rumore lo fece voltare: era il suo secondo, il barone di Kelweingstein, che si fregiava del grado di capitano.

    Il maggiore era un gigante: largo di spalle, con una lunga barba a ventaglio che si adagiava sul petto come una tovaglia; tutta la sua grande e solenne figura evocava l’idea di un pavone militare, un pavone con la coda ripiegata all’altezza del mento. Aveva gli occhi azzurri, freddi e dolci, una guancia solcata da un colpo di sciabola durante la guerra d’Austria; si diceva fosse un brav’uomo e un altrettanto bravo ufficiale.

    Il capitano, un tipo piccolo e rubicondo dalla pancia grossa, stretta a forza da una cintura, aveva una barba fitta, rasata quasi a pelle, le cui setole rosse, se esposte a una certa luce, facevano pensare a un volto ricoperto di fosforo. Due denti persi in una notte di bagordi senza che potesse ricordarsi come fosse accaduto gli facevano spiccare parole impastate, non sempre facili da comprendere; era calvo, ma solo alla sommità del cranio, tosato come un monaco, con una criniera di piccoli capelli ricci, dorati e lucidi, intorno a un cerchio di pelle nuda.

    Il comandante gli strinse la mano, mentre ascoltava il rapporto del suo subordinato riguardo gli incidenti sopraggiunti durante la missione, bevve d’un fiato la sua

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