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Lucena
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E-book227 pagine2 ore

Lucena

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Info su questo ebook

".Lo scrittore Sefardita più importante di Israele."

Haaretz

 

 

Lucena è un viaggio interiore alla ricerca del perché dell'esilio. È un cammino moderno spruzzato da dialoghi, poesie, racconti e vari temi, tutto sotto la solenne

ombra di un personaggio che si chiama Lucena e che ha 1000 anni. Un ricco universo letterario al servizio dell'edonismo di chi desidera imparare e divertirsi al tempo stesso. Lì, ad Elí Hoshaana. Dio ci salvi: iniziò così l'egemonia dell'ebraismo a Sefarad e finì quella di Babilonia. Centocinquant'anni di una città ebraica, forte e ricca, la città della fede e del culto di Dio, della verità, non come oggi. La città dei miei avi e dei tuoi, una città dimenticata, non così importante o drammatica come Toledo o Granada, ma allora, nel XI secolo, era la città degli ebrei e nessuno credeva che potesse essere una città senza ebrei.

LinguaItaliano
Data di uscita10 giu 2021
ISBN9798201064891
Lucena
Autore

Mois Benarroch

"MOIS BENARROCH es el mejor escritor sefardí mediterráneo de Israel." Haaretz, Prof. Habiba Pdaya.

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    Anteprima del libro

    Lucena - Mois Benarroch

    Un giorno torneremo ma già saranno tornati.  E se devono andare sarebbe per arrivare in un luogo in cui comunque starebbero tornando.

    Esther Bendahan Cohen

    Il passato è un racconto che cambia senza mai fermarsi.

    Mois Benzimra

    A tutti coloro che sono  caduti lungo il cammino, neanche dieci generazioni vi hanno dimenticato, i vostri piedi stanchi e il vostro sguardo osservano come procediamo. Così come ci avete fatto arrivare al mare, quanto vi siete fermati sulla terra, tanto siete volati nel vento quanto avete vissuto nella fiamma eterna. Porteremo il vostro ricordo lì dove stiamo andando.

    È L’ULTIMA ORA, SARA

    L’ora dei gabbiani .

    Sono tanti, bellissimi e di tutti i colori.

    Ti amai.

    Sì, lo so. Nessuno mi ha amato come te.

    Né amerà un’altra donna come ho amato te. Sei il mio ultimo amore.

    Felice lascio ora questo mondo. Ti ho permesso di amarmi come solo tu sapevi amare.

    I gabbiani sapranno confortarti.

    Non voglio andare via, ancora no. Ho bisogno di passare più tempo con te.

    Voglio che mi ami ancora un’ora, un anno, un secolo.

    L’INQUISIZIONE

    Isaac Benzimra era stanco, molto stanco. Il lavoro, i bambini, la moglie, la tensione in banca, l’auto nuova, le rate da pagare, l’ipoteca e tutto il resto. Ora aveva tutto ciò che aveva sempre voluto: un grande chalet fuori da Città del Messico, in uno dei quartieri più prestigiosi, della città, una Volvo nuova (al posto del vecchio BMW), una moglie bellissima dopo due operazioni di chirurgia plastica che le avevano fatto un petto uguale a quello di una ragazzina di quindici anni, due bambini fortunati che studiavano in collegio, un ufficio in centro, insomma, tutto. Tutto e niente era la frase che gli ronzava incessamente in testa, giorno e notte, tutto e niente. A volte diventava tutto è niente, giorno e notte, in sogno, mentre parlava con un cliente, che sarà di te, Isaac, che sarà di Isaac Benzimra, che sarà della tua vita, della tua moglie, dei tuoi figli.

    Voleva mollare tutto, il lavoro, i figli, l’ipoteca, l’amante, le prostitute, i viaggi a Miami, le roulette a Las Vegas e l’ufficio al quinto piano. Voleva mollare tutto. Invece, un giorno disse alla moglie: Vado in Spagna, ho già preso i biglietti. Domenica, dopo la messa, andiamo a Malaga, vado nel paese dei miei antenati, Melisa. Capisci, devo trovare lì il senso della mia vita, a Granada. A Lucena o a Granada, devo capire, vado nel paese da dove vengono le mie disgrazie.

    Melisa lo guardò preoccupata e gli ricordò che doveva concludere una causa importante in tribunale per la compagnia internazionale di computer Lacroft.

    Sì, è vero, ma ho un socio, no? Non ho diritto anch’io a una vacanza? Se continuo così divento matto, matto Melisa.

    Subito, come un bambino che fa i capricci a scuola, si lasciò cadere sull’enorme letto tondo al centro della stanza.

    Abbiamo tanti debiti, disse Melisa e se lui si presenta alla causa, si prenderà buona parte della commissione. Ti ricordi l’accordo preso con lui, grazie al tuo buon cuore, quando non aveva niente? Amico, ah, amici, vorrei proprio vedere se ti aiuterebbe se invece tu non avessi niente.

    Ci sarà sempre sempre denaro e ci saranno sempre debiti, e banche che me lo presteranno e carte di credito con un enorme credito per farmi spendere ancora di più. Sai quanto credito abbiamo nelle nostre venticinque carte? Carte d’oro, di platino, la Super American Express, la V.I.P. di Visa Platino, e poi? Non mi ricordo. Ah, sì, la Diners Supersonic, sai quanto? Due milioni di dollari, lei spenda spenda, sappiamo che è una macina al lavoro e che lavorerà come un matto per pagare.

    D’accordo, Melisa si arrese di fronte alla situazione così strana in cui suo marito l’aveva messa. Lo so, è vero, hai bisogno di una vacanza. Andremo a Malaga.

    Devo dirti che soggiorneremo in un hotel economico, sono stufo del lusso e delle stelle. Staremo in un hotel a tre stelle, uno economico.

    Tu? Sei sull’orlo della bancarotta o cosa? Tu vuoi andare in un hotel a tre stelle? Ma se quando avevi vent’anni già non ti sentivi a tuo agio negli hotel che costavano meno di quattrocento dollari a notte! Mi sa che è meglio se vai dal medico, da uno psichiatra, altro che vacanze.

    Sapevo che avresti reagito così, non voglio andare in nessun hotel di quelli che ti fanno entrare nel casinò per spillarti soldi, o di quelli che ti leccano il culo per avere duecento dollari di mancia. Voglio qualcosa di sobrio, quindi mettimi dei vestiti comodi in valigia.

    Non ho vestiti comodi.

    È semplice. Prendi cento dollari e vai a comprarti della roba economica, che ti faccia sembrare la moglie di un funzionario, non di un avvocato importante.

    Questo è davvero troppo, sai? Troppo. Viaggierò con i miei vestiti, non meno di tre valigie. Inizio a prepararle, non so se mi darai tempo. Chiederò alla mia amica Luisa di aiutarmi.

    Isaac udì nuovamente quella voce, tutto è niente.

    Tutto è niente disse a sua moglie.

    Mi porto il vestito rosso? Quello con la scollatura? Che dici? Magari non va bene ora, dovrò andare a comprarmi dei vestiti.

    Isaac salì in auto, si sentiva veramente a disagio – Tutto è niente. Alzò il volume del disco dei Rolling Stones con Angie, si mise a cantare con loro e questo lo fece sentire un po’ meglio, ma quando la canzone terminò udì nuovamente tutto è niente. Stavolta frenò. Quella voce era ancora più pressante delle altre volte, come se non provenisse dalla sua testa, come se qualcuno seduto di dietro gli stesse dicendo tutto è niente.

    Quando arrivò in ufficio la sua segretaria gli disse che Luisa aveva già chiamato cinque volte.

    Non importava. Come al solito, non richiamò. Aveva vari appuntamenti, ma chiese alla segretaria di annullarli. Quest’ultima credette che lui volesse qualcosa da lei, come l’ultima volte che le aveva fatto annullare tutti gli appuntamenti.

    Isaac era un amante fantastico. Nonostante le tensioni, quando toccava una donna, compresa sua moglie, si liberava completamente. Le sue mani accarezzavano il corpo della donna così teneramente che nessuna poteva dimenticarlo. Una cosa inusuale tra gli avvocati. Ma no. Questa volta Isaac si chiuse nella sua stanza e non parlò con nessuno. Abbassò le persiane fino alla metà e chiese alla segretaria di non passargli nessuna telefonata e di non entrare per nessuna ragione. Così passò tutto il venerdì, tappato nella sua stanza, cercando con tutte le forze di disfarsi di quel tutto è niente, fumò degli avana, sebbene lo facessero respirare a fatica, ma non riusciva a farne a meno.

    Isaac ripeteva a se stesso: Isaac, chi sei, Isaac?

    Prima disse il suo nome, parlando con se stesso. Da un lato pensava che tutti gli psichiatri l’avrebbero creduto un pazzo ma, dall’altro, ogni volta che sentiva il suo nome pronunciato con suono gutturale, si sentiva bene.

    Il sabato dormì fino a sera, chiese a sua moglie di non passargli alcuna telefonata, neanche quella di un amico. Le chiese solo di mettere molte mutande nella valigia, per far sì che non succedesse di nuovo quello che era successo alle Hawaii, quando non aveva avuto abbastanza mutande e non era riuscito a trovare in nessun negozio dei box che gli piacessero. Molte mutande, è importante, disse insistendo ancora una volta.

    Dopo aver mangiato schiacciò un pisolino e quando si svegliò disse a Melisa di prenotare una limousine per andare all’aeroporto il giorno dopo. Ma poi disse: Perché abbiamo bisogno di una limousine? Basta un taxi, per una settimana saremo poveri, che te ne pare?.

    Assolutamente no, disse Melisa, Se vuoi fare il povero, fallo, io andrò in limousine. Non ti ho sposato per essere povera, altrimenti avrei sposato Moís, il poeta. Mi amava più di te e ora non ha nemmeno un’auto, non ha il becco di in quattrino.

    Mi piacerebbe sapere che fine ha fatto questo tossico, credo che fosse anche un po’ gay.

    Ti assicuro che non è così. A volte era un po’ fuori di testa, un po’ matto, ma non era gay.

    Alcune mie amiche dicevano che non gli importava molto del sesso, ma che importa? Appena ho preso una tequila con lui, ha vomitato dopo il caffè corretto e non l’ho più visto.

    Quelle ragazze mi odiavano solo perché mi amavi.

    D’accordo, come credi, prendi una limousine, non importa, andremo in ‘limo’. È uguale.

    Isaac voleva mollare tutto: i soldi, le limousine, la moglie, i figli, l’ipoteca, l’ufficio, la città, anche la vita. Ma la vita non voleva mollare lui. La vita gli si aggrappava come una spina nel fianco, un’assicurazione sulla vita di milioni di dollari, pensava sempre di valere molto più da morto che da vivo, anche senza capire la logica di quello che aveva. Da vivo, il suo passivo  era di mezzo milione di dollari e, se fosse morto la sua assicurazione sulla vita sarebbe salita a tre milioni di dollari. A sua moglie e ai suoi figli sarebbero andati due milioni e mezzo. C’era una logica in tutto questo? Perché una moglie non uccide il marito se questi ha guadagnato abbastanza per l’assicurazione sulla vita? Basta fare qualcosa all’auto per fare in modo che abbia un incidente convincente. Isaac si mise a pensare a tutta una serie di teorie secondo le quali il cinquanta per cento degli incidenti sono omicidi e il restante suicidi. Sembra molto più rispettabile morire in un incidente d’auto che spararsi una pallottola in testa. Tutto è niente. In verità, lui non ci pensava affatto al suicidio. Sebbene non fosse praticante, era credente, e sua madre gli aveva inculcato il senso del castigo dopo la morte per il suicidio e il terrore dell’inferno.

    Sabato pomeriggio dormì talmente tanto da non avere più sonno la sera. Alle due del mattino era già in giro per casa in attesa di prendere l’aereo. Succedeva sempre così quando doveva viaggiare, era molto nervoso prima di volare.

    Cosa? Non viaggeremo in prima classe? Non credi che sia troppo? Dieci ore di volo in...seconda classe? Non sono d’accordo. Chiedi un cambio.

    Signor Benzimra, c’è stato un errore, gli disse lo stewart di terra della compagnia aerea. Sembra che ci sia stato un errore e che l’abbiano messa nella classe economica.

    No, no, nessun errore. L’ho chiesto io.

    Perché? Forse la nostra prima classe non è di suo gradimento?

    No, non è per questo. Volevo solo fare uan sorpresa a mia moglie.

    Melisa disse: Proprio un bello scherzo, sicuramente riuscito, ora signor... – guardò la targhetta con il nome sulla giacca – signor González, la prego, trovi una soluzione.

    Sì, signor González. Gli fece il tipico occhiolino tra uomini che condividono un segreto. Ma nessuno dei due sapeva quale fosse.

    Isaac si sentiva molto stanco e questa sua stanchezza lo aiutò a dormire per tutta la durata del viaggio. Durante il volo, sua moglie bevve fiumi champagne e mangiò montagne  di caviale. Guardava suo marito con disprezzo mentre dormiva perché non approfittava dei piaceri della vita offerti dalla prima classe.

    Pioveva molto a Malaga quando l’aereo atterrò nell’aeroporto che nasce dal mare.

    Pioggia, una benedizione, disse Isaac.

    Sì, una benedizione, ma non quando sono in vacanza, disse Melisa.

    Isaac noleggiò un’auto e si diressero in hotel.

    Melisa rimase molto delusa, non c’era nemmeno il servizio in camera. Mi piacciono gli alberghi che ti accolgono con una bottiglia di champagne.

    Non so se stai con me per i soldi o anche per i soldi. C’è qualcosa che ti interessa oltre a questo?.

    Sì, il sesso con te.

    Sorrise gentilmente, non si aspettava quella risposta. Ma fecero l’amore. A Melisa piaceva sentire le mani di lui sul proprio corpo, sebbene ora facessero meno l’amore rispetto agli anni passati. Sembra che sia normale. Era soddisfatta perché aveva rapporti sessuali con suo marito almeno due volte a settimana, cosa che non succedeva a nessuna delle sue amiche,  che potevano contare il numero di rapporti annuali sulle dita di una mano.

    Passarono la giornata a letto. Domani vado a Cordoba.

    Non è lontano?

    Vado via alle sei domattina. Voglio arrivare presto. Devi venire con me, vado alla villa dei miei antenati, a Lucena. Sai che nell’antichità Lucena era conosciuta come la città degli ebrei?

    Ma tu non sei ebreo, sei cristiano.

    Sono ebreo e cristiano.

    Io me ne starò qui. Camminerò sul lungomare, faro un po’ di shopping a Malaga e mi riposerò. Buon viaggio.

    ALLE TRE DEL MATTINO vagavano entrambi per la camera, svegli come se fosse mezzogiorno.

    Ho fatto un sogno, un sogno strano. Ho sognato che l’uomo era sottoposto a ogni tipo di mutazione genetica, che all’inizio sono stati commessi degli errori e sono nati molti esseri strani e che, per fare in modo che non venissero visti, erano lasciati in un villaggio lontano dal mondo. Io stavo dando un’occhiata a quel villaggio e vedevo uomini con genitali femminili sul ginocchio, o persone con mani nelle orecchie, altre con intestini esterni, molti con un occhio solo o tre piedi...e poi mi sono svegliato.

    Be’, sono paure di Malaga.

    Una volta volevo fare lo scrittore, lo sai, prima di iniziare a studiare legge. Ci sono molti scrittori che studiano legge e poi lasciano la professione. Magari devo trasformare il mio sogno in realtà e diventare uno scrittore. Ora o mai più.

    E con cosa vivremmo?

    Semplice: possono vendere il mio ufficio per almeno un milione di dollari e dedicarmi alla scrittura.

    Un milione di dollari finisce subito, e poi?

    "Possono anche finire più in là se ci

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