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Qualcosa sulla vita
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Qualcosa sulla vita
E-book80 pagine56 minuti

Qualcosa sulla vita

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Info su questo ebook

Parabola esistenziale di Francesco Micheli, tra amori che crescono, finiscono e ritornano, barbe che celano malattie, sedute psicanalitiche, io interiori danneggiati e ricostruiti, sesso, autolesionismi dell'anima, corse forsennate per spiccare quel salto che ci fa diventare uomini... Qualcosa sulla vita è un romanzo sulla vita e sulla morte.
LinguaItaliano
Data di uscita12 ott 2015
ISBN9788867931910
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    Anteprima del libro

    Qualcosa sulla vita - Mauro Gelatti

    http://creoebook.blogspot.com

    Mauro Gelatti

    QUALCOSA SULLA VITA

    Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono fittizi o usati in modo fittizio. Tutti gli episodi, le vicende, i dialoghi di questo libro, sono partoriti dall’immaginazione dell’autore e non vanno riferiti a situazioni reali se non per pura coincidenza.

    A tutti quelli che non mi parleranno più dopo aver letto questo libro, sappiate che è grazie anche a voi se sono Mauro.

    1.

    Matias

    Una gamba.

    Due gambe.

    Una coscia.

    Due cosce.

    E poi su, fin dentro la grotta che genera.

    Un fil di voce, quasi un sussurro, e un uomo che corre, forse scappando a un pianeta che lo insegue, o forse che sol fluttua nello spazio assente dal mondo; ma non assente, solo non presente.

    Le mie cosce… Dov’ è quella dolce grotta?

    E dov’è colei che la protegge?...

    ... Un suono lontano… Ossessivo… Ritmico… Allarmante…!

    Il mio cellulare si muove, canta, suona e mi sveglia.

    La sveglia?

    No.

    Una chiamata.

    Un numero.

    Rispondi, mi intima mia moglie con gli occhi ancora chiusi e innervosita da quel suono.

    Sì?.

    Francesco?.

    Sì....

    Il maestro vorrebbe vederla.

    Credo abbia sbagliato….

    No, no! Francesco Micheli?, continua la donna dall’altra parte.

    Sì, ma… Quale maestro?, e mi alzo per cambiare stanza e cercare di non disturbare ulteriormente mia moglie.

    Mi reco in bagno e chiudo la porta.

    Sono seduto sul water, chiuso, e ascolto.

    Matias la vuol vedere.

    .

    Non fosse chiuso, ci cadrei dentro; nel water, intendo.

    … Ma perché? E poi è sicura che… Beh, se ha ancora il mio numero, vuol dire che….

    Lui abita ancora là, cioè qua… Insomma, la aspettiamo.

    Telefonata terminata.

    Fuori comincia ad albeggiare e io, seduto su questo comodo sgabello, fisso fuori dalla finestra, lontano, lontano, percorrendo tutta la pianura come un grosso e lento uccello che dall’alto con i suoi occhi guarda. E arrivo là dove abita lui.

    Alzo la tavoletta e ne approfitto.

    Mi appoggio alla finestra, scosto la tenda e ora guardo con i miei, di occhi.

    Sta salendo… E su tutto si versa un barattolo color rosso pesca e io mi sento dentro quell’emozione senza nome che tutti cerchiamo di ingabbiare in parole; ma lei, che è sempre stata, sfugge a ogni classificazione, e io la lascio fluire, la lascio riempire ogni mio poro, sentendomi un poco più vuoto, un poco più consapevole.

    Poi passerà.

    Chi era?, e la faccia di mia moglie compare da dietro la porta.

    Mi volto, mi sposto e lei si siede.

    Una cascata rumorosa.

    Allora? Ma che ore sono?.

    Sai… Le 6 sono, le 6, sai.

    Ma giochi con le parole, mi interrompe.

    No, dico, sai chi era al telefono….

    Mi guarda, pronta per la battuta.

    Siamo sposati da troppo poco tempo per poterti leggere nel pensiero. Dimmi chi era, non farmi fare sforzi, ché sono anche seduta al posto giusto.

    Si alza per lavarsi.

    La segretaria, o almeno credo, di Matias.

    Che Matias, per un lavoro?.

    No, Matias per un sogno.

    Ma che dici… Su, basta scherzare.

    Matias il pittore.

    Quel Matias?. Non attende risposta: Quello con i quadri al museo di, di….

    Di Amsterdam.

    E che c’entra con te?.

    È un lontanissimo parente di mio padre o qualcosa di simile. Quando ero piccolo mi portavano a trovarlo: si rientrava dal mare e ci si fermava a trovarlo.

    Erica, mia moglie, mi guarda con un sorriso pronto ad allargarsi a ogni mio nuovo racconto. In silenzio mi esorta a continuare.

    E io, quando entravo in quella casa, mi sentivo in un altro mondo. Lui, pittore del fantastico con i suoi mondi paralleli fatti di donne nude, scatolette di sardine, angeli e racconti… E tra quei mondi il mio, di bambino, si perdeva, ci giocava, si nascondeva e voleva tornarci…Ora mi cerca.

    E sai perché?.

    … No… Ma domani vado a trovarlo.

    Erica mi guarda, sorride e poi con tono serio sbotta: Che cavolo parti, ché domani sei in volo per Nizza!?.

    … Ma….

    Un lavoro mi aspettava.

    Dovevo andare a portare avanti il cantiere di Nizza: una palazzina proprio di fronte al mare. Il lavoro si era incagliato per un anno, burocrazia e piccoli fastidi economici, ma ora tutto stava per ripartire e il mio capo mi voleva lì.

    Ci laviamo insieme sotto la doccia: mani che scivolano aiutate dal bagnoschiuma, occhi chiusi, bagnato umido e piacevolmente caldo.

    Poi colazione, giornale e la solita tranquilla domenica passata nella piacevole abitudine di un matrimonio.

    Prendo il volo delle 21 da Milano.

    In aeroporto sono circondato da gente d’affari che telefona e manda e-mail, da coppie silenziose assenti e da anziani vocianti che devono per forza far sapere a tutti la loro esotica destinazione.

    Mi isolo e prendo a giocare col cellulare.

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