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Storia di un morto che non era morto
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Storia di un morto che non era morto
E-book185 pagine1 ora

Storia di un morto che non era morto

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Info su questo ebook

A Milano, la sera del 14 febbraio il maestro Piccinini, detto Pirletta, decide di gettarsi nel Naviglio. il tentativo di suicidio è sventato dal ragionier Pistoletti, detto Philologus, un morto in permesso speciale. Salvatore e salvato incontrano due belle signorine, tanto attraenti quanto sfortunate. Nell’osteria “da Amleto” si sviluppa un’allegra convivialità.
Colpo di scena: il Pistoletti rimuore… il racconto è un mix di serio e faceto, di originale e banale, di saggezza e follia.
LinguaItaliano
Data di uscita17 feb 2024
ISBN9791280273758
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    Anteprima del libro

    Storia di un morto che non era morto - Massimo Madella

    I edizione 2023

    ISBN: 9791280273758

    Riferimenti dell’autore:

    massimomadella@gmail.com

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    © Argentodorato Editore

    Via Lucrezia Borgia 13/a

    44121 Ferrara

    info@argentodorato.it

    www.argentodorato.it

    Editing: GIULIO ZAMBON

    Progetto grafico: SILVIA UNGARO

    Questo romanzo è un’opera di fantasia. Personaggi e situazioni sono invenzioni dell’autore. Qualsiasi analogia con fatti, eventi, luoghi e persone vive o scomparse è puramente casuale,

    Versione digitale realizzata da Streetlib srl

    Title

    Gli dèi ci creano tante sorprese.

    L’atteso non si compie e all’inatteso un dio apre la porta.

    Euripide

    INDICE

    QUATTORDICI FEBBRAIO, VENTO DI FOHN A MILANO

    FIORI VISTOSI E RAMOSCELLI STRIMINZITI

    La FATIGUE DE VIVRE

    IL PONTE DELL’ARCHITETTO

    UN TIPO PICNICO

    TRE SEGNI DELLA CROCE

    SASSI IN TASCA

    VESTITO DA MORTO

    ASCOLTARE SENZA GIUDICARE

    IL RAGIONIER PISTOLETTI, DETTO PHILOLOGUS

    UN ALUNNO MODELLO

    SAPERE E SENTIRE, RAGIONE E PASSIONE

    EL SCIUR CARERA

    LIBER

    POPOLO BUE

    CHIUSO NELL’ARMADIO

    DRAGO VERDE

    COCCO DI MAMMA E ZUZZURELLONI

    ACQUA E LIMONE

    AD LIBRORUM INFERIAS

    UN TRUCE RITO PAGANEGGIANTE

    DIURESI ABBONDANTE…

    … E DIARREA FULMINANTE

    IL MAESTRO FALEGNAME

    UN MAESTRINO TIMIDO, RISERVATO E VISIONARIO

    INVIDIA, PRIMO PECCATO DEL DIAVOLO

    LA CATAPULTA

    LA CATAPULTA, GIOCATTOLO DIVERTENTE E ARMA PERICOLOSA

    … E LA VITA L’È STRANA

    IL PATATRAC DEL TREDICI FEBBRAIO

    LAMIA

    STORIA ROMANZESCA E TRESCA ROCAMBOLESCA

    UN POVERO PIRLA, POVERO E PIRLA

    CASINÒ ADMIRAL

    MIRAGGI OLTRE IL BIZZARONE

    UN COLPO DI FORTUNA

    DAVANTI SAN PIETRO

    MISTERI

    L’ANIMA DI MILANO

    LE COLONNE DI SAN LORENZO

    «DIAMOCI DEL TU»

    IL BARBIERE DEI ROM

    VILLAPIZZONE E IL BOSCO DELLA MERLATA

    INTERVIENE SENECA

    DA AMLETO, OSTERIA STORICA

    PAVONIANI VANITOSI

    TAVOLI GONALI E DONNE COL CULO BASSO

    EL PEPPIN

    CIAMBELLE COL BUCO

    VERDEA DELLA TONSA

    UN VINELLO LIMPIDO E BELLO

    PENTIMENTO E PERDONO

    PAURA DI COMPRENDERE, PAURA DI PERDONARE

    UN PATTO D’ACCIAIO

    LA CAPACITÀ DI ASCOLTARE

    LA SERATA DEGLI UNGULATI

    SANGUE DI GIUDA

    POESIA

    IL POETA DI LONATE POZZOLO

    FERRAGOSTO ALLA BOVISA

    ANGOSCIA NERA

    MERAVIGLIA E INTUIZIONE ESTETICA

    FILASTROCCHE

    CANTILENE PEDAGOGICHE

    IL DARIO FO DELLA SITUAZIONE

    FIORI ESTINTI: GIGLI, FIORDALISI…

    … E LINDI

    DESIDERIO E ASPIRAZIONE

    L’ESALTAZIONE DELL’EFFIMERO

    LA DIFFI CILE ARTE DELL’ATTENZIONE

    ONESTÀ EMOTIVA

    CONDIVISIONE

    LA FELICITÀ DI CHI DONA E CONDIVIDE

    ECONOMIA UGUALE SOLIDARIETÀ

    L’ACQUA CHE TOCCHI DEI FIUMI

    IL VALORE DEL TEMPO

    VIVERE A LUNGO, VIVERE BENE

    QUANDO MORÌ IL POETA

    SPENGONO LE LUCI, TACCIONO LE VOCI

    ARMONIA

    COMMENSALITÀ E UMANIZZAZIONE

    AMABILMENTE

    UN INFELICE ATTIVO

    LA VERITÀ E LE VERITÀ

    SU LE CHIAPPE

    GARBATI E GENTILUOMINI

    PROTESI DI PLASTICA E STATUE DI SALE

    UN DE CUIUS PER AMICO

    ARIMORTIS

    IL COMMIATO

    BRILLANTINA LINETTI E LUCIDO BRILL

    UNA CASA MODESTA E DIGNITOSA

    TREMORI DI MEZZANOTTE

    VIA SOLFERINO VENTOTTO

    UN ORFANELLO SENZA COCCODRILLO

    IL VATE DELL’EUTRAPELIA

    VINCITA E RIVICINTA

    QUATTRO COLPI DI TOSSE A CALVAIRATE

    UN MONOLOCALE ANONIMO E SCIALBO

    UNA VALANGA DI PENSIERI E UNA BOTTA DI CULO

    UNA NOTTE VENEZIANA

    REGRESSUS AD UTERUM E SOGNI DI GLORIA

    MERLOT ALLE OTTO DEL MATTINO

    UNA NUOVA ALBA

    CAFFÈ ALLA CICORIA

    VICI

    DIO SCRIVE DRITTO

    TRAMONTANA

    IL DRAMMA DELLA SOLITUDINE

    IN SAN SIMPLICIANO

    LA FEDE POPOLARE

    CREDENTI, PENSANTI E PAOLOTTI

    «ZEPHIRO TORNA…»

    «… E IL BEL TEMPO RIMENA»

    GIOIA DI VIVERE

    UN TRONO COLOR ARCOBALENO

    TAVOLO 47

    IL PANE DEL CIELO

    INEFFABILE VISIONE

    FILASTROCCHE AD ALTA QUOTA

    UN SANTO BURLONE

    AMICI PER SEMPRE

    UNA BARA PIENA DI CARTA STRACCIA

    I MITICI POOH

    QUATTORDICI FEBBRAIO, VENTO DI FOHN A MILANO

    FIORI VISTOSI E RAMOSCELLI STRIMINZITI

    È la sera del quattordici febbraio, festa di San Valentino, vescovo e martire.

    Siamo a Milano.

    È un inverno particolarmente rigido e la gente desidera il ritorno della primavera.

    Oggi, però, è stata una giornata diversa. Già dal primo pomeriggio, quasi per miracolo, la temperatura si è alzata di qualche grado. Un venticello gradevole gira per le vie della città, promettendo sollievo e buonumore alla bella serata che sta per cominciare. È arrivato il fohn.

    Il fohn, come tutti sanno, è un elettrodomestico che butta fuori aria calda e serve prevalentemente per asciugare i capelli o gratificare le orecchie.

    Sì, è vero, ma cosa c’entra?

    C’entra, perché questo utile attrezzo ha preso il nome da un vento tipico della regione alpina. È un vento di caduta, secco e tiepido, che, nel bel mezzo dell’inverno, in giornate eccezionali scende giù dalla Svizzera sulla Pianura Padana, facendo salire la temperatura e regalando sensazioni piacevoli.

    In italiano si chiama semplicemente favonio. In questa sera speciale si è messo a soffiare leggero e gentile, riscaldando gli animi e accarezzando i pensieri dei mille innamorati che si corrono incontro con il batticuore. Tutti, o quasi tutti, tengono in mano un pacchettino ben confezionato, oppure una borsina dal contenuto misterioso, un mazzo di fiori vistoso, un rametto striminzito.

    Tutti, o quasi tutti, tengono a mente una bellissima frase da pronunciare quando si troveranno di fronte alla propria innamorata o al proprio beneamato.

    Una volta superata la tachicardia, raggiungeranno insieme una pizzeria, un ristorante, un pub, un circolo ARCI, una libreria multifunzionale e chi più ne ha più ne metta.

    LA FATIGUE DE VIVRE

    Il quartiere dei Navigli, solitamente molto frequentato per i suoi locali caratteristici, oggi è ancor più popolato. Qui si muove una folla multiantropica e variegata, che comprende esemplari umani di tutti i generi, le specie e le caratteristiche: maschi, femmine e indecisi, pelli chiare e pelli scure, gialle e olivastre, lisce e ruvide, occhi a mandorla schiacciati e denti d’avorio acuminati.

    Ci sono milanesi e provinciali, sudamericani e nordafricani, gente elegante e trascurata, gente scialba e colorata. I turisti del nord indossano pantaloncini corti, i turisti del sud si coprono le orecchie con i colbacchi.

    Questa è Milano, la città dell’amaro Pompa, un superbo digestivo a base di erbe rare inventato negli anni ’60 del secolo scorso.

    Il maestro elementare Paolo Piccinini non ha in mano né regalini né ramoscelli. Non ha in mano un bel niente, non ha in mente rien de rien.

    È una penosa icona della fatigue de vivre.

    È uno straccio ambulante.

    Lo tormenta una severa malattia: il cancro dell’anima.

    IL PONTE DELL’ARCHITETTO

    UN TIPO PICNICO

    Paolo Maria Piccinini, docente di scuola primaria paritaria (insegnante di scuola elementare privata), vien su dalla Darsena costeggiando il Naviglio Grande e camminando di sghimbescio con le mani in tasca. Avanza con palese difficoltà, affaticato da qualcosa che lo appesantisce.

    Ho detto ‘vien su’ perché procede in senso contrario rispetto al canale che scorre giù, dal Ticino alla Darsena, per effetto di quella leggera pendenza che fu accuratamente studiata dagli ingegneri idraulici dei secoli passati. Geni insuperabili, che progettarono le vie d’acqua della Lombardia facendo sì che i marmi per la costruzione del duomo giungessero dalle sponde del Lago Maggiore fino al cuore di Milano.

    Ma il Piccinini non

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