La libertà gentile
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Anteprima del libro
La libertà gentile - Sebastiano Zappulla
8
Sebastiano Zappulla
La libertà gentile
Sebastiano Zappulla
La libertà gentile
© GAEditori
Sede legale e deposito: via Pastore 18 - Agira (Enna)
Progetti, eventi e marketing: via Rosso di San Secondo 11 - Catania
www.gaeditori.it – gaeditori@gmail.com
ISBN: 9788832048247
Prima edizione: luglio 2020
Fotocomposizione: relegosplende communication
https://relegosplendecommunication.tumblr.com/
Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore
È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata
Ringraziamenti
Questo libro nasce durante la quarantena, tra marzo e maggio del 2020, tra le mura di casa mia.
Nel momento più difficile per il paese, con tutti noi costretti a casa da una pandemia mai vista prima, io, invece di condividere il tempo e lo spazio con le persone a me care, mi sono isolato, appartato, dedicandomi esclusivamente alla lettura e alla scrittura.
La mia famiglia ha rispettato questo atteggiamento; non ha invaso i miei spazi, ha ascoltato i miei silenzi, ha sopportato le mie ansie; ha accettato il mio essere sì fisicamente con loro ma spiritualmente distante. Insomma, posso dire che per certi versi, e viste le condizioni, sono stato come assente.
Per tutto ciò, sento il bisogno di utilizzare queste poche righe per esprimere il mio infinito grazie a Maria, mia moglie e a Paolo e Pietro, i miei figli; senza di loro e senza la loro comprensione, questo libro non ci sarebbe.
Un grazie di cuore anche al mio editore, per aver creduto in questo lavoro.
L’autore
Introduzione
La liberta è anche l’amore per la propria terra, la consapevolezza di essere nati in un posto unico e magico.
Un piccolo fazzoletto, uno stivale nel centro del Mediterraneo, come fosse l’ombelico del mondo.
Questo lavoro vuole essere una meravigliosa metafora che condurrà l’autore in un viaggio dentro se stesso, un cammino nato quasi per caso che inizia dall’arrivo della cartolina. Giulio, il protagonista, non immagina che da lì a poco avrebbe vissuto un’esperienza travolgente ed emozionante, un ricordo per tutta la vita.
Qualcuno disse che fu l’opera di Garibaldi ad unire l’Italia e che, da quel momento in poi, si doveva pensare a come costruire
l’Italiano. Inconsapevolmente Giulio, è stato uno dei tanti artefici di questa grande e lunga semina che dura da più di un secolo e che ha condotto il paese e il popolo a riconoscersi sotto una stessa bandiera.
Questo pamphlet vuole essere un inno alla nostra bellezza, un inno al suo meraviglioso popolo che dalle Alpi alla Sicilia, con tutte le sue diversità e contrarietà, risulta sempre una delle meraviglie del pianeta.
Culla della cultura mondiale, gremita di storia, traboccante di tradizioni, quella che ci racconta il protagonista è un’Italia gentile attraverso un romanzo poetico, ricco di insegnamenti e di speranza.
Antonello La Piana
A Sofia,
mia madre
Un sogno qualunque e il dna bastardo
*Carusi, dovete sapere che in questo triangolo di mondo, che il buon dio ha piazzato nel cuore di un mare che divide l'Europa e l'Africa, le stagioni si sovrappongono una su l'altra in un modo sempre uguale da anni, secoli e millenni.
I paesaggi, gli odori e i colori dell'ultimo pezzo d'inverno si mescolano ai paesaggi, agli odori e ai colori dell'inizio della primavera e i paesaggi, gli odori e i colori dell'ultima pezzo di estate si mescolano ai paesaggi, agli odori e ai colori dell'inizio dell'autunno.
Non c'è un passaggio netto da una stagione a un'altra, e gli effetti tipici di una li trovi spesso nelle fasi di quella successiva, compreso le usanze e i vizi. Nel periodo inverno-primavera, i campi e le alture si riempiono di papaveri rossi e margherite gialle, e le api si accovacciano sui loro pistilli -come minuscoli puntini gialli con le corna e le ali- e succhiano il nettare per il miele di autunno;
i mandorli sono ormai spogli, perché hanno perso i fiori bianchi e rosa del primo germogliare e sui rami degli ulivi non ci sono più le zagare ma solo foglie, verdi da un lato e grigie dall'altro, che quando vengono mosse dal vento riflettono nell'aria una luce argentata. Tra l'estate e l'autunno, nelle città di mare, le cui case sono basse e gialle e nei cui porticcioli le barche di legno dei pescatori, con la vernice ormai scrostata, sono tutte attraccate a dei piloni consumati dall'acqua salata, le strade e le piazze sono un pullulare di persone, tutte con un sorriso aperto e largo stampato in faccia, che si muovono con più frenesia che d' inverno, allegramente, come delle mosche nere con grandi occhi rotondi e fluorescenti, che volano nell'aria calda e *sciroccosa, disegnando piroette a zig zag; i balconi delle case più *sciccose sono pieni di gerani rossi con i fiori sbocciati, e i tavoli che i bar hanno distribuito in ogni spazio possibile, quasi sempre all'ombra di chiese e monumenti, sono appannaggio dei vecchi che giocano a carta e che consumano bicchieri grandi e ghiacciati di granita alla mandorla o al pistacchio. In inverno si può andare a sciare sui monti, e i borghi arroccati su quelle rocce alte, inospitali e spigolose, diventano teatro di manifestazioni folkloristiche e religiose per i pochi vecchi rimasti ad abitarli; si mangia da dio in questi posti, e la natura è rigogliosa e verdeggiante, e quando si è lì si ha la sensazione di trovarsi in un'altra parte del mondo e non nell'isola, perché non si vede il mare, nemmeno all'orizzonte, e quando sei in Sicilia, il mare, lo vedi sempre, da qualunque punto ti metti ad osservare. Infine, sui monti siculi l'aria che respiri è leggera