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Al servizio della vita e dell'amore: Testi di Joël Weser - il lavoro di PrEssenz®
Al servizio della vita e dell'amore: Testi di Joël Weser - il lavoro di PrEssenz®
Al servizio della vita e dell'amore: Testi di Joël Weser - il lavoro di PrEssenz®
E-book294 pagine3 ore

Al servizio della vita e dell'amore: Testi di Joël Weser - il lavoro di PrEssenz®

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Info su questo ebook

Crescere e accompagnare la crescita

Questo libro è destinato a chiunque abbia la necessità di svilupparsi ulteriormente nella vita e nelle relazioni. E poiché per noi esseri umani la crescita è sempre una questione di relazioni, serve anche a sviluppare le nostre possibilità di accompagnare altre persone. Questo vale per tutte le situazioni di vita: come madre o padre, come donna o uomo in una relazione di coppia, come figlio dei nostri genitori, ma anche nel lavoro professionale con le persone, in contesti di aiuto, terapeutici, di insegnamento, di consulenza e di leadership.

"Ci deve pure essere dell'altro!"

Noi esseri umani siamo mossi dal profondo desiderio di scoprire noi stessi e di dispiegarci per vivere una vita piena e relazioni appaganti. Cosa ci impedisce di avvicinarci sempre di più a questo obiettivo e perché a volte ci troviamo di fronte ad ostacoli apparentemente insormontabili? Perché dubitiamo del successo, diventiamo angusti nelle nostre relazioni invece di aprirci, e diffidiamo della fortuna quando si manifesta a sorpresa? Perché ci portiamo dietro tante credenze che ci limitano e atteggiamenti che ci indeboliscono, del genere "do sempre il meglio di me, ma in qualche modo non è mai abbastanza", "quando le cose ti vanno troppo bene, vedrai che alla fine la paghi", "la vita non è una passeggiata" e molte altre ancora? Allo stesso tempo, c'è una profonda consapevolezza in noi, che a volte si manifesta sotto forma di intuizione. La voce interiore che suggerisce "questo non può essere tutto…!?" o "ci deve pur essere dell'altro!?" indica che c'è una spinta verso qualcosa di familiare che va oltre ciò che ci limita e spesso ci logora.

Il viaggio alla scoperta di sé stessi

Questo libro ci propone di avvicinarci a noi stessi e alla nostra essenza, a ciò che rappresenta la nostra unicità e che in ultima analisi può essere realizzato solo da noi stessi. Il nostro Essere è profondamente orientato allo sviluppo e alla crescita. Solo quando usciamo dal bozzolo, che sembra sicuro ma in realtà sta diventando sempre più angusto, diventiamo la farfalla che siamo realmente.

Farsi toccare

Anche se i testi trattano argomenti diversi, toccano sempre contesti essenziali che hanno a che fare anche con noi.

Affinché la nostra comprensione, il nostro sentire e il nostro agire vadano sempre più al di là del superficiale e per incontrare la vita e l'amore in modo più ampio: vivi e aperti.

Benvenuti con tutto...
...ad un avventuroso viaggio di scoperta.

Di cuore
Joël Weser
LinguaItaliano
Editoretredition
Data di uscita18 set 2023
ISBN9783910803046
Al servizio della vita e dell'amore: Testi di Joël Weser - il lavoro di PrEssenz®
Autore

Joël Weser

Opera come assistente sociale con particolare attenzione all’educazione degli adulti. Dopo aver condotto studi pedagogici presso l’Università di Francoforte, ha seguito una formazione in design con il professor Heinz Deuser, maestro falegname. Possiede 45 anni di esperienza nelle arti marziali. Si occupa di sviluppo del lavoro PrEssenz ®, e svolge attività di trainer/terapeuta per le costellazioni sistemiche DGfS ed europee. Per 13 anni è stato docente di formazione per le costellazioni familiari con Bert e Sophie Hellinger e per molti anni anche docente presso l’Università privata Jean Monnet di Bruxelles. Il fulcro del suo lavoro è formare le persone che lavorano con le persone: accompagnatori (pedagoghi sociali, insegnanti, terapisti, educatori ecc.), managers, lavoratori autonomi e imprenditori. Conduce seminari introduttivi al lavoro Pressenz ®, gruppi annuali e corsi di formazione triennali per diventare formatori/coach/accompagnatori Pressenz ® . Da molti anni lavora nell’ambito aziendale occupandosi di sviluppo delle risorse umane, con corsi di formazione Pressenz ®. Nel lavoro individuale, conduce coaching a tutti i livelli dirigenziali, nonché supervisione e supporto vitale. Si occupa di formazione degli operatori sistemici nel mondo (Brasile, Argentina, Russia, Ucraina, Cina, Italia, Svizzera, ecc.). È autore del libro “Ciò che serve la vita e l’amore” e della brochure “Pressence – un’introduzione”. È anche coautore di “Embodiments” e “Constellation work in social and pedagogical professional fields”, entrambi editi da Carl-Auer-Verlag (Germania).

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    Anteprima del libro

    Al servizio della vita e dell'amore - Joël Weser

    Al servizio della vita e dell’amore

    Osare e gioire nella crescita

    E’ un grande piacere per me incontrarvi attraverso queste righe, espressione della mia decennale esperienza di lavoro con persone in situazioni, ambiti di vita e Paesi diversi. Ora il libro è nelle vostre mani, forse solo per un breve incontro. Chissà, potrebbe invece essere l’inizio di un lungo viaggio insieme… Qualunque sia la pagina su cui vi soffermerete sfogliando il libro, imboccando un pezzo di strada con me, vi farà immergere in tutto ciò che muove noi esseri umani.

    Incontreremo ciò che è veramente efficace nelle nostre situazioni e relazioni private e professionali, al di là delle nostre percezioni quotidiane. Basandoci sul vostro percorso di vita e sulle vostre esperienze precedenti, esamineremo insieme ciò che ci fa crescere come esseri umani e vedremo come prendere il nostro posto e il nostro spazio in un modo che ci rafforza, così che la nostra vita e le nostre relazioni diventino più appaganti.

    Che cosa sta suscitando in voi ciò che avete appena letto? Apertura, chiusura o indifferenza? Crea un interesse o piuttosto mobilita in voi resistenza o ripiegamento? E a livello fisico? Comunque sia, non può essere privo di effetti, perché noi risuoniamo sempre in qualche modo, reagendo a situazioni, incontri e a ciò che leggiamo o pensiamo.

    E io stesso, come mi pongo mentre scrivo queste righe? Sono seduto qui, alle strette e forse teso, lo sguardo fisso sullo schermo del computer, nel tentativo di formulare l’essenziale? Oppure guardo voi, i lettori, mi sento in contatto con voi e scrivendo vi parlo?

    Ed ecco che ci troviamo già nel bel mezzo delle dinamiche che agiscono dentro di noi e tra noi esseri umani.

    Crescere personalmente e accompagnare la crescita

    Questo libro si rivolge a chiunque senta il bisogno di crescere ulteriormente nella vita e nelle relazioni. E poiché la crescita personale per noi umani ha sempre a che fare con le relazioni, serve anche a sviluppare le nostre possibilità di accompagnare altre persone. Questo vale per tutte le situazioni di vita: come madre o padre, come donna o uomo in una coppia, come figlio dei nostri genitori; ma anche professionalmente, nel lavoro con le persone, nell’aiuto, nella terapia, nell’insegnamento, nella consulenza e come dirigenti.

    Ci deve pure essere qualcos’altro!

    Una persona è mossa dal profondo desiderio di scoprire sé stessa e di dispiegarsi per vivere una vita piena e relazioni appaganti. Cosa ci impedisce di avvicinarci sempre di più a questo obiettivo e perché a volte ci troviamo di fronte ad ostacoli apparentemente insormontabili? Perché dubitiamo del successo, diventiamo angusti nelle nostre relazioni invece di aprirci, e diffidiamo della felicità quando si manifesta a sorpresa? Perché ci portiamo dietro tante credenze che ci limitano e atteggiamenti che ci indeboliscono, del genere do sempre il meglio di me, ma in qualche modo non è mai abbastanza, quando le cose ti vanno troppo bene, vedrai che alla fine la paghi, la vita non è una passeggiata e molte altre ancora?

    Allo stesso tempo, c’è una profonda consapevolezza in noi, che a volte si manifesta sotto forma di intuizione. La voce interiore che suggerisce questo non può essere tutto…!? o ci deve pur essere qualcos’altro!? indica che c’è una spinta verso qualcosa di familiare che va oltre ciò che ci limita e spesso ci logora.

    Incamminarsi verso se stessi

    Come ho detto all’inizio, vi invito a fare un percorso, simile a un viaggio in treno, che consiste nell’avvicinarci a noi stessi e alla nostra essenza, a quello cioè che ci rende unici e che in definitiva solo noi possiamo fare emergere.

    Durante la lettura del libro, avrete la possibilità di salire o scendere dal treno in qualsiasi momento del viaggio secondo i vostri impulsi. Io vi consiglio di soffermarvi dove un titolo, una parola chiave o un’asserzione vi arriva o vi fa arrestare. E se qualcosa vi tocca o vi sconcerta, staccatevi per un attimo dalle righe per lasciare che le sensazioni cadano dentro di voi. Fate come quando un sasso cade in un tranquillo stagno in mezzo al bosco e i cerchi nell’acqua si espandono in ogni direzione: ascoltate, percepite, stupitevi… e vivrete un incontro delicato con voi stessi e con ciò che vi si svela e si muove in voi. Siate il lago nel bosco, perché ogni volta che venite toccati, qualcosa in voi vuole mostrarsi. Quando riflettiamo su noi stessi in questo modo, cioè quando il nostro corpo e i nostri sensi sono in modalità ricezione, siamo raggiunti da molte informazioni, sensazioni, impressioni e intuizioni sulle cose che ci muovono. Attraverso la sola mente sarebbe impossibile.

    Lo sviluppo è un movimento verso l’ignoto

    Si tratta quindi di un viaggio alla scoperta di sé stessi. Una tale esplorazione comporta il raggiungimento dei confini nazionali e il loro superamento, per raggiungere nuovi paesaggi interiori che si accompagnano al cambiamento. E se da un lato il diverso e la vastità ci attraggono e ci seducono, dall’altro possono anche metterci a disagio e spaventarci. Per questo molte persone si stabiliscono entro i propri confini familiari, apparentemente sicuri. Pur rendendosi conto che la loro vita è stressante e logorante, preferiscono rimanere fedeli alle loro abituali immagini interiori, a sentimenti, idee, atteggiamenti fisici, credenze o strategie tradizionali. Ma il nostro Essere è profondamente orientato allo sviluppo e alla crescita. Solo quando usciamo dal bozzolo, che sembra sicuro ma in realtà sta diventando sempre più angusto, diventiamo la farfalla che siamo realmente.

    Il viaggio può iniziare

    I viaggi di esplorazione richiedono una certa preparazione, un equipaggiamento e un atteggiamento adeguati. Le vostre esperienze di vita passate possono fungere da preparazione, per esempio se hanno portato a grossi punti interrogativi sul vostro futuro. Forse affermazioni quali "questo non può essere tutto…!?" o ci deve pure essere qualcos’altro!? si sono sempre più radicate in voi e sono divenute certezze.

    Forse avete la chiara sensazione di sbagliare e sentite che la vostra vita attuale vi sembra in qualche modo vuota e insoddisfacente, benché esteriormente tutto sembri normale e giusto. È possibile anche che vi troviate in uno stato di bisogno, che per necessità siate spinti verso qualcosa di nuovo.

    L’equipaggiamento da viaggio può includere, ad esempio, la consapevolezza che c’è una forza in noi che ci ha sempre sorretto, anche se abbiamo raggiunto dei limiti nel nostro precedente percorso di vita e abbiamo pensato di non poter più andare avanti - ad esempio, in una grave crisi professionale, familiare o di salute.

    L’attitudine ad impegnarsi nel cambiamento e quindi in qualcosa di nuovo può essere frutto della determinazione e del coraggio che sono cresciuti con l’intuizione ricorrente che non è più possibile o desiderabile continuare in questo modo. A volte è anche utile e importante chiedere aiuto all’addetto al treno o cercare un compagno di viaggio esperto per un certo periodo di tempo.

    Qualunque cosa vi muova, in questo viaggio non potete fare errori. Ma non potete nemmeno non farne. Si tratta esclusivamente di essere presenti con ciò che accade e ciò che si mostra. Il semplice non affrontare le cose interiori ed esteriori nel solito modo, cioè ricorrendo costantemente alle tradizionali valutazioni, rappresenta il cambiamento. Da un lato, ciò significa che nel cervello vengono sovrascritti modelli di comportamento sempre più familiari e angusti. D’altra parte, con il tempo, il nostro corpo raggiunge un’eutonia più sana e la nostra anima si apre a nuove esperienze e ad incontri più profondi. E se all’improvviso vi ritrovate di nuovo in un carosello di pensieri familiari o in un comportamento consueto, tornate semplicemente morbidamente nel presente e nei sensi. Questo vi permette di mettervi di nuovo sulle tracce di voi stessi, del sensato e del senso in genere: presenti, vigili e stupiti.

    Durante ogni tappa del viaggio, cioè in ogni brano del libro, l’occhio si concentra su ciò che ci permette di trascendere le condizioni interiori ed esteriori che limitano il nostro sviluppo o lo ostacolano. Si tratta infatti di incontrare e sviluppare noi stessi, di vivere una vita appagante e relazioni arricchenti. Anche se il testo tratta argomenti diversi, tocca comunque tutte le connessioni essenziali che hanno a che fare anche con voi. Potete sedervi più rilassati nello scompartimento del treno, guardare fuori dal finestrino e lasciare che cose e situazioni vi passino accanto e dentro di voi.

    Alcune cose passano in fretta, altre più lentamente; a volte ci fermiamo più a lungo in una certa stazione, fino a quando non possiamo andare avanti, arricchiti da una nuova prospettiva. Spesso un dettaglio cattura la nostra attenzione, e a volte ne siamo talmente affascinati che sembra non esista nient’altro. Ma poi, a suo tempo, quando allarghiamo di nuovo il nostro orizzonte e guardiamo l’intero paesaggio, riconosciamo come il dettaglio è inserito in un contesto più ampio. Forse ci rendiamo conto anche che il nostro respiro si è appiattito e la tensione del nostro corpo è aumentata. Qualcosa in noi si unisce, diventa più calmo, e involontariamente tiriamo un sospiro di sollievo, arricchiti dall’intuizione o dalla contezza dell’importante passo successivo.

    Con il tempo, la nostra comprensione, il nostro percepire e il nostro agire vanno ben oltre il superficiale, e incontriamo la vita e l’amore in un modo più completo: vivi e aperti.

    Benvenuti con tutto…

    …nel nostro comune viaggio di esplorazione.

    La leggerezza dell’accompagnare

    Accompagnare un cliente è come planare

    Accompagnare lascia all’altro la sua libertà

    I consigli producono quasi sempre una chiusura

    Solo noi stessi possiamo trovare quello che è nostro

    Non esiste una crescita di seconda mano

    La leggerezza dell’accompagnare

    "Per favore, non dirmi come devo essere,

    perché lo possa scoprire per conto mio

    e rimanere vicino a te"

    Accompagnare un cliente è come planare

    La radice del verbo tedesco begleiten in italiano accompagnare – rimanda alle azioni di planare e scivolare."Be-gleiten" è una parola meravigliosa, perché richiama la leggerezza del planare, dello scivolare. Mentre il prefisso Be (simile al re italiano) si riferisce al "re-lazionarsi" con una persona, il termine planare indica il ruolo dell’accompagnatore in questo incontro.

    Egli plana o scivola.

    Che cosa associamo all’azione del planare?

    Forse la poiana che, sfidando le leggi della gravità, volteggia nel cielo; un veliero con le sue bianche vele spiegate in lontananza, dolcemente ondeggiante sul mare mosso dal vento; oppure i bambini che, levando grida di gioia, scivolano con le braccia aperte sulla pista di pattinaggio.

    Planare trascende ogni sforzo. Ha a che fare con il benessere, perché siamo in armonia con le cose e le condizioni.

    Comprende fiducia, dedizione e apprezzamento. La resistenza e la lotta per o contro qualcosa sono estranee a questo modo di muoversi. Ecco perché la bellezza e la leggerezza del planare si perdono immediatamente quando un’intenzione o un’idea in noi diventa così forte che iniziamo a lottare con le condizioni inte-riori ed esteriori, subite come un ostacolo o un impedimento.

    Accompagnare lascia all’altro la sua libertà

    Accompagnare significa stare con qualcuno che è in movimento, nel suo movimento. Se invece abbandoniamo lo stato dell’accompagnare perché interferiamo nel movimento dell’altro, produciamo una serie di effetti immediati di vasta portata. La persona non sarà più in grado di muoversi in modo liberatorio, e noi stessi perdiamo la spensieratezza del planare. Improvvisamente il nostro accompagnare diventa preoccupare, sforzare, impensierire o compatire.

    Nella maggior parte dei casi diventiamo così simili all’altro, perché ora anche noi abbiamo preoccupazioni, siamo tesi, ce ne facciamo carico o soffriamo. Abbiamo cioè perso la possibilità di accompagnare qualcuno con efficacia – in quanto genitori, ma anche insegnanti, consulenti, educatori, coach e chiunque lavori o viva con esseri umani.

    Vari sono gli esercizi d’incontro PrEssenz® che uso e descrivo in questo libro, ma tutti ci mostrano che l’azione deliberata e diretta consolida le situazioni e quindi ostacola o addirittura impedisce la soluzione, la crescita e la guarigione. Possiamo verificarlo e sperimentarlo tramite una crescente consapevolezza verso i processi interpersonali nella vita di tutti i giorni. Se ci orientiamo verso un’azione o un’intenzione, la nostra percezione si restringe immediatamente. Di conseguenza, l’essenziale è escluso, dentro e fuori di noi.

    Se invece ritorniamo al nostro posto e nel nostro spazio, per poi essere raccolti, aperti e senza intenzioni, saremo liberi. Ed è libero anche l’altro, che con questo atteggiamento può essere visto e quindi avverarsi. In questo modo, anche l’altro entra in un movimento verso se stesso e verso ciò che gli appartiene.

    I consigli producono quasi sempre una chiusura

    Suggerimenti, consigli e insegnamenti, seppure mossi da buone intenzioni, provocano la chiusura del nostro interlocutore quando mettono in dubbio il suo essere giusto. Ogni persona vuole essere vista, lasciata e presa così com’è. Se, d’altra parte, una persona non è pienamente riconosciuta, deve lottare per la propria integrità e dignità. Ciò implica che non può più aprirsi a sé stesso. Avendo la necessità di proteggersi, difendendosi si lega alla controparte. Possiamo osservarlo già nei bambini piccoli.

    Per esempio quando i genitori ben intenzionati si spingono troppo in là (nello spazio del bambino) con la loro cura e preoccupazione. Quando osserviamo i bambini piccoli durante tali processi, notiamo chiaramente come la loro espressione, fino a quel momento aperta, forse gioiosa o stupita, cambia repentinamente. All’improvviso sembrano irrigiditi, senza vita, e tutto il corpo perde la mobilità e permeabilità presenti fino a qualche attimo prima.

    Oppure in noi adulti: come ci sentiamo quando qualcuno ci dice in realtà saresti a posto…!? Questa frase probabilmente, invece di aprire, produce una chiusura nell’interlocutore.

    Perché ci si rende conto che c’è in arrivo un "ma" implicito che sta per mettere in discussione qualcosa di te stesso.

    Solo noi stessi possiamo trovare quello che è nostro Noi siamo i soli a poter scoprire quello che è nostro e lo scopriamo coi nostri tempi e modi. Solo ciò che noi stessi troviamo e scopriamo ha veramente un significato e una forza. Noi umani abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Tuttavia, perché possa mostrarsi e formarsi, occorre uno spazio relazionale di apertura: noi, in quanto esseri sociali, cresciamo solo nelle e attraverso le relazioni.

    Non esiste una crescita di seconda mano

    Soluzioni, intuizioni, crescita e vita di seconda mano non esistono. Se qualcuno vive con qualcosa che non si è manifestato in lui stesso, prima o poi si troverà di nuovo davanti alla stessa porta, questa volta per scoprire da solo quello che c’è dietro.

    Se come accompagnatori sappiamo essere presenti in un modo raccolto e aperto, ci rendiamo conto che ciò che apre il nostro interlocutore apre anche noi e ciò che ci rafforza, rafforza anche l’altro. In questo modo, l’accompagnamento di successo permette sempre ad entrambe le parti di crescere in modo meraviglioso.

    E’ in arrivo un invito…

    Cos’è un invito?

    La risonanza ha per noi un’importanza fondamentale

    Quando l’atteggiamento differisce dal messaggio

    Il continuo riorientamento nella dinamica relazionale

    Aprirsi a una nuova esperienza

    Il corpo come corrimano verso il presente

    1° Esercizio d’incontro:

    Sciogliersi in una situazione di tensione

    Trovare la massima eutonia possibile

    Reazioni dei partecipanti

    Gli inviti come espressione di relazione sociale

    L’invito a diventare simile all’altro

    Rifiutare un invito induce un cambiamento

    Ogni elemento influenza il sistema sociale

    (la giostrina) di cui fa parte

    La perdita di risonanza crea instabilità

    Attività spiazzanti per una nuova localizzazione

    Il tatticismo non crea relazioni

    Gli inviti come qualcosa di quotidiano

    Gli inviti hanno un forte effetto trainante

    Risonanza come conferma e potenziamento

    La mancata risonanza rende insicuri e indebolisce

    La provocazione come invito

    Invito accettato!

    Accettare l’invito ci cambia

    L’alunno controlla la situazione

    Uscire nuovamente da un invito accettato

    La crisi come luogo di cambiamento

    Il trasferimento come invito

    Esistono inviti che aprono e inviti che chiudono

    Gli inviti che generano relazione sono i più potenti

    La scoperta di ulteriori potenzialità

    2° Esercizio d’incontro:

    Essere e rimanere sciolti

    Reazioni dei partecipanti

    Essere un invito che apre

    Osare entrare in relazione richiede coraggio

    Accettare la nostra vita

    E’ in arrivo un invito…

    Cos’è un invito?

    Per me, invito è un’espressione delle dinamiche essenziali che si svolgono tra noi umani in tutti gli ambiti della vita e in tutti gli incontri. Sono presenti inviti sia nel rapporto di coppia che in quello genitore-figlio; a scuola, in ogni classe e nel corpo insegnante. Permeano tutti i settori del lavoro sociale, comprese le sessioni terapeutiche, e influenzano efficacemente ogni situazione nei team e nei reparti di istituzioni e aziende. Questo capitolo tratta dei molti inviti, per lo più inconsci, con i quali noi umani ci influenziamo continuamente nella nostra esistenza.

    Sappiamo bene che lo sbadiglio, il buon umore, lo stress o l’insicurezza sono contagiosi. Agiscono come un invito all’altro ad entrare in un sentimento o in uno stato. Tuttavia, i processi in corso ogni giorno, in ogni luogo e in ogni incontro, raggiungono un livello molto più profondo e vanno ben oltre la mente cosciente.

    La risonanza ha per noi un’importanza fondamentale

    Ad ogni incontro, il nostro modo di essere presenti funge da invito all’altro. Tutto si riflette sul nostro interlocutore: come appariamo, quello che diciamo, lo stato in cui siamo e quello che ci muove al momento. Per noi esseri sociali, tali interazioni e quindi anche la risonanza reciproca sono di importanza esistenziale. Diversamente, da neonati non potremmo sopravvivere, né potremmo diventare adulti capaci di comunicazione empatica e di interazione sociale. Ci ritroviamo e sviluppiamo la nostra essenza solo nel e attraverso il nostro rapporto con gli altri.

    Molti inviti sono espressi senza che venga pronunciato verbo. Si trasmettono soprattutto attraverso ciò che ci muove realmente, quello cioè che sta dietro alle semplici parole: l’atteggiamento, l’emozione o lo stato momentaneo in cui ci troviamo. Allo stesso modo reagiamo all’istante ai più piccoli cambiamenti nella mimica, nei movimenti degli occhi, nei gesti e nella tensione del corpo.

    Quando l’atteggiamento differisce dal messaggio

    Siamo consapevoli di alcuni di questi processi. Conosciamo, infatti, l’incertezza che sorge quando qualcuno non si comporta in modo univoco. Per esempio, quando il padre dice al figlio che sta bene, ma il figlio ha una percezione completamente diversa. Il figlio reagisce all’effettivo stato d’animo del padre ed è reso insicuro dalla divergenza fra ciò che sente e ciò che percepisce. In questo caso da adulti diciamo che una persona non è autentica o vera, oppure notiamo che c’è qualcosa di strano. Possiamo essere certi che anche l’altra persona è insicura, anche se dissimula la sua condizione reale o non la percepisce affatto.

    Emana insicurezza ad esempio un manager teso e in ansia, a causa del rischio di fallimento di un progetto, ma che apparentemente tranquillo invita il suo team a calmarsi e a rilassarsi. In questo modo ottiene l’opposto di ciò che vorrebbe effettivamente. L’ambiguità rende sospettosi e crea incertezza e ripiegamento, laddove sarebbero necessarie fiducia e apertura per poter agire insieme e raggiungere gli obiettivi. La reale condizione del dirigente risuona in tutti e ha un effetto dissociante, indebolendo tutti i soggetti coinvolti.

    Una dinamica simile avviene in classe, quando l’insegnante, egli stesso in uno stato di agitazione, richiama alla calma i suoi studenti altrettanto agitati. Sarebbe meglio non gridare "calma, ma inquietudine"! Nel primo caso, l’insegnante amplifica l’agitazione degli studenti con la propria. L’inquietudine che si crea nel cervello dei ragazzi è ulteriormente alimentata dallo stato d’animo dell’insegnante. La situazione si carica ulteriormente. In sostanza, l’insegnante chiede ai suoi studenti ciò che lui stesso non sta facendo in quel momento, e cioè "scendere". Anche se i bambini o gli adolescenti dovessero calmarsi in seguito al suo invito, non lo fanno perché si sono davvero calmati, ma perché temono conseguenze. Si mantengono tranquilli nonostante l’inquietudine interiore, il che continua ad avere un effetto negativo sulle dinamiche in classe e sull’apprendimento.

    Se, d’altra parte, l’insegnante prende coscienza di ciò e

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