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Imperfetta armonia: Dal commercio tradizionale alla vendita digitale. La storia di un ragazzo che ha visto di tutto.
Imperfetta armonia: Dal commercio tradizionale alla vendita digitale. La storia di un ragazzo che ha visto di tutto.
Imperfetta armonia: Dal commercio tradizionale alla vendita digitale. La storia di un ragazzo che ha visto di tutto.
E-book289 pagine3 ore

Imperfetta armonia: Dal commercio tradizionale alla vendita digitale. La storia di un ragazzo che ha visto di tutto.

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Info su questo ebook

Cresciuto in una famiglia dove il commercio scorreva nelle vene da generazioni, Marco Zaino ha sempre saputo che il destino lo avrebbe condotto lungo le strade tracciate dai suoi antenati. Consapevole dei sacrifici compiuti per stabilire l'attività di famiglia, ha abbracciato l'innovazione come la chiave per adattarsi ai tempi mutevoli del settore. Con una narrazione avvincente di trent'anni di esperienza nel commercio, offre non solo un resoconto delle sfide e dei trionfi del passato, ma anche un prezioso manuale per aspiranti imprenditori. Dalla rivoluzione dell'e-commerce alle lezioni di economia di Schumpeter, emerge un racconto avvincente che unisce la storia del retail alla guida pratica per affrontare il futuro. Con un approccio empatico, Marco condivide le sue esperienze, offrendo un'illuminante panoramica delle fondamenta dell'intraprendenza, della competenza e della formazione continua nel mondo del commercio.

Preparati a essere guidato attraverso una storia di successo e resilienza, mentre Zaino rivela le strategie per creare un'attività pronta a sfidare il cambiamento e abbracciare il progresso. Questo libro è molto più di una semplice narrazione; è una mappa per coloro che vogliono navigare nel mondo del commercio con sicurezza, determinazione e visione.
LinguaItaliano
EditoreBookness
Data di uscita24 apr 2024
ISBN9791254894866
Imperfetta armonia: Dal commercio tradizionale alla vendita digitale. La storia di un ragazzo che ha visto di tutto.

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    Anteprima del libro

    Imperfetta armonia - Marco Zaino

    PREFAZIONE

    Quando Marco mi ha parlato del suo progetto letterario e delle idee che lo avevano ispirato, ne ho immediatamente colto l’aspetto sentimentale, sebbene l’opera fosse ancora in gestazione, ed ho avuto conferma di questo tratto del libro dopo aver avuto il privilegio di leggerlo in anteprima.

    L’autore, attraverso una significativa disamina del fenomeno - sociale ed economico - del commercio, racconta in realtà sé stesso e la propria famiglia di commercianti, con un intrigante intreccio tra la storia dell’azienda familiare e i cambiamenti - così rapidi e tumultuosi - che hanno caratterizzato il passaggio dal secolo breve al nuovo millennio.

    Per questa sua fisionomia, il libro si presta ad essere molto apprezzato non solo da un pubblico inclita, cioè da chi è dedito al commercio, ma da chiunque sia incuriosito dalla pratica dello scambio economico, a partire dalla forma più rudimentale del baratto sino a quella delle attuali piattaforme digitali, delle quali siamo ormai tutti utenti, ma non sempre sufficientemente consapevoli.

    La profondità dell’opera è, in realtà, insospettabile, non perché avessi dubbi sulla sensibilità e sulla competenza di Marco nel settore, quanto perché, nei pur frequenti dialoghi con lui sulle turbinose attività che nel tempo ha messo in piedi, mi era stato rappresentato soprattutto il risultato del suo impegno, ma molto meno la fatica del percorso.

    Oggi, invece, mi è tutto più chiaro: all’indubbio ingegno del commerciante, germogliato da un gene familiare così radicato e fecondo, Marco ha saputo unire la capacità di innovare, senza alcun timore del cambiamento, cogliendo anzi le opportunità che ne derivano e facendosi trovare pronto ad ogni occasione, accrescendo e migliorando le proprie competenze con rigore ed umiltà.

    Non a caso, la parola chiave del libro è innovazione, nel suo autentico significato etimologico: alterare l’ordine delle cose stabilite per fare cose nuove.

    E, per innovare, bisogna innanzitutto innovarsi.

    In questo brioso cammino tra passato, presente e futuro, intersecando la storia evolutiva del commercio nel mondo con quella personale e familiare, Marco ci accompagna tra eventi epocali dei nostri anni, aiutandoci a comprendere il ruolo dei cambiamenti economici e l’influenza che hanno sui cambiamenti sociali.

    Senza tralasciare la forza della tradizione, ci racconta il passaggio dalla prospettiva del grossista commerciale, in cui l’incontro tra la domanda e l’offerta è caratterizzato dalla fisicità, a quella del grossista digitale, in cui lo scambio avviene con modalità virtuali, fino a perscrutare le possibili implicazioni dell’intelligenza artificiale.

    Il libro scorre agevolmente, esibendo con disinvoltura - al contempo - un’identità saggistica ed una autobiografica, e non ha un effettivo epilogo, come si conviene – appunto - alle opere di prospettiva.

    L’autore si congeda dai lettori (ma forse solo temporaneamente…) con una riflessione che è una sorta di aforisma: crisi uguale cambiamento.

    È il vero messaggio del libro, più che una vera riflessione, l’invito positivo a percepire ed a rappresentarsi un momento "down" dell’esistenza come un’opportunità per migliorarsi, com’è avvenuto con le inedite modalità di lavoro e di comunicazione che abbiamo sviluppato nel periodo della pandemia, e come è sempre avvenuto nella storia dell’uomo.

    Dalla grande crisi del 1929, con il crollo della borsa nel nefasto "Black Tuesday, gli Stati Uniti risorsero con il New Deal di Roosevelt, che ne affermò il primato mondiale nell’economia; dalle macerie del secondo dopoguerra gli italiani seppero realizzare il boom" economico, che produsse il più grande incremento demografico della storia del Paese.

    Concludo con due notazioni personali, spero utili per far comprendere come mai Marco abbia affidato proprio a me la gravosa responsabilità di questa prefazione.

    La prima, è che il lettore mi troverà (generosamente) citato nel terzo capitolo del libro, quale inventore del nome "Zainoil", in quella fatidica giornata dell’11 settembre 2001.

    È tutto vero, lo confesso.

    Usai quell’epiteto scherzoso per distrarre dalla tensione del momento mio figlio Giovanni, che all’epoca aveva nove anni, e che con Marco stavamo portando a vedere la sua prima partita di Champions League tra la Roma e il Real Madrid.

    Ma quando seppi, più tardi, che Marco avrebbe utilizzato quel nome di fantasia per il sito aziendale, ebbi un moto di preoccupazione, perché mi sembrava di aver coniato il nome di una compagnia petrolifera.

    Immagine che contiene testo, uomo, vestiti, Viso umano Descrizione generata automaticamente

    Perché il mio outing sia completo, devo anche confessare che mi precipitai a consultare il dizionario di inglese e mi rassicurai quando ebbi conferma che il sostantivo "oil" viene usato indifferentemente per denominare sia l’olio vegetale, sia il petrolio.

    La seconda, in realtà, è il ricordo della familiarità di Marco con i miei figli Giovanni e Francesca, che da bambini lo vedevano come uno zio divertente e giocherellone.

    A proposito di olio, un prodotto distribuito dall’azienda di Marco portava il nome e l’immagine di Chicca, come ho sempre chiamato mia figlia.

    Scrivo in serata queste righe con particolare emozione, perché proprio oggi Francesca, Chicca, è diventata un avvocato.

    Ora, però, il prefatore deve lasciare il posto all’autore, che - ne sono certo - vi affascinerà con i suoi racconti e vi coinvolgerà nel suo percorso - ancora gravido di futuro - di mercante del terzo millennio.

    Roma, 16 novembre 2023

    Tommaso Marchese

    Non è la specie più forte, né la più intelligente che sopravvive,

    bensì quella più adatta al cambiamento

    (C. Darwin)

    INTRODUZIONE

    Il commercio fa da sempre parte della mia vita e fin dalla mia infanzia sapevo che avrei seguito le orme di mio padre e di mio nonno, consapevole dei sacrifici che loro avevano fatto per creare quella che poi sarebbe diventata l’attività di famiglia. Naturalmente il settore del commercio ha subito notevoli trasformazioni negli anni e certamente il modo in cui mio nonno e mio padre erano abituati a vendere le loro merci è radicalmente cambiato, ecco perché io mi sono dovuto adeguare ai tempi e posso dire che una delle parole d’ordine che ho voluto adottare nel mio lavoro è innovazione. Credo, infatti, che per quanto la tradizione, il passato restino dei buoni insegnanti in questo come in tutti i settori economici, non potresti mai andare avanti se non ti adegui ai tempi: non si può rifiutare la modernità, non si può rimanere ancorati al passato per paura di trasformarsi. Il cambiamento è qualcosa di inevitabile, niente rimane sempre uguale e ciò è dimostrato dal fatto che ogni giorno si assiste alla diffusione di nuove mode, alla messa a punto di nuove invenzioni, alla pubblicazione di nuove scoperte e non adattarsi significa rimanere indietro, perdere tutte le opportunità che invece avresti a tua disposizione se ti mettessi al passo con i tempi. La tecnologia non deve essere considerata un mostro da cui difendersi bensì un alleata da cui trarre tutti i vantaggi che essa può offrire, perché indubbiamente il progresso spazza via alcune situazioni, condizioni, modi di agire e modi di considerare le cose, ma ne crea di nuovi, per cui ciò che davvero conta è non farsi trovare impreparati per non farsi sopraffare, per non soccombere.

    Quando ho deciso di scrivere questo libro il mio primo obiettivo era quello di far conoscere ai lettori la mia storia, la storia della mia famiglia e della mia attività: quest’anno saranno ben trent’anni da quando ho deciso di dedicare la mia vita al commercio, prima come agente di commercio e poi come imprenditore, e in questo tempo sono riuscito a creare qualcosa di veramente mio, dando tutto me stesso nella mia attività. Ciò non vuol dire che sia stato fortunato o che non abbia mai incontrato nessuna difficoltà, anzi, ne ho incontrato di ostacoli, ne ho fatti di errori, com’è normale che sia ma mi sono sempre rialzato, ho sempre trovato il modo per superarli e andare avanti per la mia strada, con tenacia e determinazione. In questi trent’anni tante cose sono cambiate nell’ambito del retail, termine molto spesso usato per indicare la vendita al dettaglio, cioè la vendita, finalizzata all’ottenimento di un profitto, di beni o servizi all’utente finale per uso personale o familiare, distinguendola in tal modo dalla vendita all’ingrosso.

    Quando io ho cominciato a lavorare come agente di commercio l’e-commerce stava muovendo i primi passi ma ancora resistevano i negozietti di paese e persino i venditori ambulanti, che passavano periodicamente nei paesini più lontani dai grandi centri per portare merci e prodotti che difficilmente si potevano trovare nelle botteghe di paese che vendevano solo generi alimentari e articoli di uso quotidiano. Nel 1994, però, Jeff Bezos ha lanciato il primo e più famoso sito di e-commerce: è infatti l’anno di nascita di Amazon, che oggi è considerato il principale mercato online ma in realtà è partito semplicemente con la vendita di libri. A dire il vero già esisteva, e da tanto tempo, una modalità di vendita simile e si trattava della vendita per corrispondenza, che in Italia ha fatto la sua comparsa nel periodo tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale ma era già utilizzata, in altre parti del mondo, fin dal 1912, riscuotendo subito un discreto successo, anche se i primi cataloghi, che erano gli strumenti principali attraverso cui si esplicava questa particolare tipologia di vendita, presentavano non pochi difetti. Infatti questi cataloghi contenevano le fotografie degli articoli in vendita e tutte le istruzioni per poterli ordinare, compreso un modulo che doveva essere compilato con i riferimenti dell’articolo da acquistare e spedito, ma le immagini erano di scarsa qualità e le descrizioni molto scarne. Successivamente, però, è diventato palese che le immagini potevano essere uno strumento formidabile per convincere la gente ad acquistare la merce e da quel momento si è cominciato ad utilizzare fotografie di indossatrici sorridenti o di famiglie felici e ad utilizzare colori, sfondi e scenari che potevano benissimo rappresentare ciò che la maggior parte delle persone avrebbe voluto. La vendita per corrispondenza si è affermata in poco tempo come una delle forme di acquisto più utilizzate e più comode, in quanto la merce arrivava direttamente a casa e il pagamento avveniva nel momento della ricezione del pacco, ma soprattutto più convenienti, in quanto i prezzi relativamente vantaggiosi hanno consentito a chiunque, magari anche a persone meno abbienti, di ottenere articoli che altrimenti difficilmente avrebbero potuto possedere. Così rapidamente come si era diffuso, però, questo tipo di vendita ha cominciato a mostrare alcuni svantaggi, come la lentezza nell’evasione degli ordini e i costi di spedizione abbastanza elevati, cominciando ad essere sostituito da altri metodi. E con l’ascesa dell’e-commerce la vendita per corrispondenza è stata quasi del tutto abbandonata, con l’eccezione di alcuni prodotti editoriali, ma anche in questo caso l’invio dell’ordine cartaceo è affiancato da altre possibili modalità, come l’ordine online e l’ordine per telefono, quest’ultimo già sperimentato negli anni ‘70.

    Dopo la creazione di Amazon i mercati online hanno avuto una rapida diffusione, e così sono nati EBay e Alibaba, e da lì in avanti la maggior parte degli articoli possono essere acquistati online, stando comodamente a casa propria, anche perché moltissimi negozi, oltre ad una sede dove fare fisicamente gli acquisti, hanno un sito che consente di effettuare acquisti e ricevere la merce al domicilio indicato al momento dell’ordine. Ormai tutto è acquistabile su Internet e non si può assolutamente negare l’importanza e la necessità per chiunque lavori nel settore commerciale di utilizzare anche questo canale di vendita, che ormai rappresenta il presente e senza dubbio il futuro del retail.

    Credo, dunque, che sia indispensabile per chiunque voglia affacciarsi oggi al mondo del commercio conoscere il modo in cui questo settore si è evoluto ed essere consapevole dei cambiamenti che si sono susseguiti nel tempo. L’economista Joseph Alois Schumpeter una volta ha detto: Fare le cose vecchie in modo nuovo, questa è innovazione, ed anch’io ne sono fermamente convinto, ed ecco perché penso che sia fondamentale conoscere la storia del commercio per capire l’enormità dei progressi che ha fatto nel tempo.

    Via via che questo progetto cominciava a prendere forma nella mia testa, si faceva strada anche un’altra idea, e cioè: Perché non scrivere un testo che sia, oltre che un racconto dell’evoluzione del commercio anche un testo formativo per chiunque voglia dedicarsi ad un’attività legata al commercio?. Probabilmente la mia esperienza può essere di aiuto a chi vuole intraprendere questa carriera e attraverso questo libro voglio darti dei consigli che spero ti siano utili e possano darti la spinta di cui hai bisogno per non rinunciare ai tuoi progetti e per affrontare le difficoltà e gli ostacoli che incontrerai senza arrenderti mai.

    Intraprendenza, competenza, formazione continua: ecco di cosa hai bisogno per creare un’attività che ti soddisfi al 100% e che sarà in grado di resistere a qualunque cambiamento e di adattarsi al progresso.

    CAPITOLO 1

    L’EVOLUZIONE DEL COMMERCIO

    Con il termine di commercio si fa riferimento alla concessione di beni e servizi in cambio di una somma di denaro o di qualsiasi altro strumento pattuito tra venditore o acquirente, o anche direttamente tra produttore e consumatore, come pagamento. Il commercio ha sempre avuto un’importanza fondamentale, soprattutto considerando che si basa sul concetto di scambio, ed è proprio grazie a questo che gli individui, fin dalla notte dei tempi, hanno potuto ottenere ciò che a loro mancava: infatti già durante la preistoria l’essere umano ha cercato di sopperire a delle carenze ottenendo ciò di cui aveva bisogno attraverso il baratto, che può essere considerato il primo rudimentale esempio di commercio. Il baratto, come forma di scambio di beni e servizi, risale addirittura al 6000 a.C. ed è stato introdotto per la prima volta in Mesopotamia, e da qui si è diffuso in tutto il mondo allora conosciuto, finendo poi per essere utilizzato non solo per gli scambi tra individui della stessa comunità ma anche tra persone appartenenti a diversi popoli. Infatti quando ancora la moneta non esisteva, e quindi non era ancora stato inventato uno strumento di pagamento comune a tutti, gli individui scambiavano ciò che loro possedevano, sia che si trattasse di generi alimentari o altri oggetti di uso quotidiano, con qualcosa di cui avevano bisogno ma che non era nella loro disponibilità: ad esempio se un contadino aveva bisogno di lana per confezionare degli abiti caldi per l’inverno poteva facilmente ottenerla recandosi da un allevatore di pecore e scambiandola con gli ortaggi che lui produceva; oppure se un allevatore di mucche aveva necessità di procurarsi del grano poteva barattarlo, appunto, con il latte prodotto dai suoi animali. Ecco, dunque, che fino all’introduzione della moneta il baratto è stato l’unico mezzo di scambio e l’unico strumento attraverso cui ottenere beni o servizi. Si trattava, però, di un metodo che aveva non pochi svantaggi, primi fra tutti il fatto che i beni scambiati erano di solito merci deperibili, che di conseguenza dovevano essere consumati entro breve tempo e non potevano essere conservati, e la difficoltà a fissare, di volta in volta, il valore da attribuire ai beni o servizi oggetto di scambio, pertanto si è deciso di creare uno strumento che potesse essere utilizzato ovunque come mezzo di pagamento, perché aveva un valore prestabilito e conoscibile, e nello stesso tempo potesse essere conservato: ecco. quindi, che è nata la moneta, ma di questa storia ti parlerò più avanti.

    E quando la moneta si è diffusa, che fine ha fatto il baratto? In realtà ha continuato ad essere utilizzato e ancora oggi, sebbene abbia cambiato nome, esiste e anzi viene regolamentato da specifiche leggi o norme. L’Art. 1552 del Codice Civile definisce la permuta come il contratto che ha per oggetto il reciproco trasferimento della proprietà di cose, o di altri diritti, da un contraente all'altro ma la caratteristica peculiare di tale contratto è che questo trasferimento, che al pari di qualunque contratto di vendita è consensuale e implica un diritto reale, esclude del tutto o parzialmente l’utilizzo di denaro, rappresentando di fatto quello che nell’antichità era definito con il termine di baratto. La permuta è disciplinata sotto tutti i suoi aspetti negli artt. 1552, 1553, 1554 e 1555 e oggi è abbastanza utilizzata, ad esempio, nel campo immobiliare, dove la permuta consiste nello scambio di immobili tra due contraenti, o per l’acquisto di mobili o automobili, caso in cui il vecchio si scambia con il nuovo, pagando poi in denaro la differenza di valore. Con l’avvento di Internet, poi, il baratto ha riacquistato un po’ della sua importanza come strumento di scambio commerciale grazie a quello che è stato denominato swapping, il quale si basa sullo scambio di oggetti usati, in particolare capi di abbigliamento ma anche libri, articoli per la casa o articoli di elettronica, informatica e telefonia, riducendo al minimo l’uso del denaro se non proprio eliminandolo.

    Se, dunque, il baratto può essere considerato il primo tipo, sebbene rudimentale, di commercio, con l’invenzione della moneta il fenomeno ha cominciato ad acquisire tutte quelle caratteristiche e modalità che ci sono perfettamente note, ma, come per qualsiasi cosa, con il tempo ha subito notevoli trasformazioni e progressi che nei prossimi paragrafi analizzeremo più dettagliatamente.

    Breve storia del commercio

    Probabilmente la prima moneta risale al VII secolo a.C. ed è stata inventata nella Lidia, un’antica regione della Turchia meridionale, dal re Creso o da suo padre Aliatte, ma già nel III millennio l’uomo aveva compreso la validità dei metalli come strumento di pagamento, sebbene non avessero la forma della moneta così come la conosciamo oggi: infatti i metalli avevano, rispetto al baratto, il grandissimo vantaggio di non essere deperibili, pertanto potevano essere conservati ed utilizzati successivamente per acquistare altre merci, e inoltre il loro valore veniva definito in base al

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