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IL GRANDE INGANNO sulle pensioni
IL GRANDE INGANNO sulle pensioni
IL GRANDE INGANNO sulle pensioni
E-book61 pagine52 minuti

IL GRANDE INGANNO sulle pensioni

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Info su questo ebook

Si tratta di un saggio sintetico, da leggere tutto d'un fiato, sul sistema pensionistico italiano con una critica alla riforma Fornero che si accanì sui lavoratori dipendenti del settore privato per ottenere dei risparmi che servivano ad altro, soprattutto a limitare l'intervento dello Stato per il buco dell'Inpdap e della spesa Assistenziale
LinguaItaliano
Data di uscita31 ott 2014
ISBN9786050325263
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    IL GRANDE INGANNO sulle pensioni - Michele Caponi

    Michele Caponi

    Il grande inganno sulle pensioni

    IL GRANDE INGANNO SULLE PENSIONI

    di Michele Caponi

    Ottobre 2014

    ISBN 9786050325263

    Autopubblicato con Narcissus.me

    www.narcissus.me

    ________________________________________________

    Versione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl

    ___________________________________________________

    UUID: 9786050325263

    This ebook was created with BackTypo (http://backtypo.com)

    by Simplicissimus Book Farm

    PREFAZIONE

    Devo e voglio parlare delle mezze verità divulgate dalla Fornero e trasversalmente appoggiate da esponenti di tutti i Partiti o ipocritamente ignorate dai Sindacati e riprese e amplificate da Stampa, politici e opinionisti, giuslavoristi. Cioè voglio dire subito e spiegherò meglio in seguito che il debito pubblico italiano dal 1989, anno in cui si stabilì formalmente la distinzione tra previdenza ed assistenza, non è stato influenzato dalle pensioni del lavoro dipendente del settore privato, per capirci quelle pagate dall’INPS, prima della fusione con l’INPDAP, ma sulle quali si è accanita la riforma del 2011. Le pensioni del settore privato sono finanziate con i contributi dei lavoratori e nel caso dei lavoratori dipendenti in buona parte dai contributi dei datori di lavoro. Marginalmente ci sono stati interventi per quelle Gestioni in passivo cronico: Clero, Artigiani, Commercianti, Coltivatori diretti, Lavoratori Autonomi anche se con le solidarietà improprie all’interno del sistema pensionistico e dei bilanci dell’INPS, lo Stato è intervenuto solo marginalmente per ripianare i disavanzi.

    In particolare i conti dell’INPS per la gestione dei lavoratori dipendenti sono stati dichiarati in equilibrio fino al 2030 ed oltre già dalle relazioni annuali del 2009 e 2010 e confermate in quella del 2011, quindi prima dell’introduzione della L. 214/2011, meglio conosciuta come riforma Fornero.

    Riforma scorretta poiché ha avuto il solo scopo di far cassa operando, non sulla fiscalità o sul taglio della spesa pubblica, bensì sui contributi versati dai lavoratori ed imprese privati. Ma la Riforma doveva stupire l’Europa dei Capitali andando ad attingere su Fondi e accantonamenti di soldi privati.

    Il grande inganno si riferisce al fatto che la riforma pensionistica del 2011 è stata giustificata al Popolo, come ho già detto, perché l’Europa ci aveva chiesto di abbassare il debito pubblico e per mettere in sicurezza il sistema pensionistico. Indirettamente tutto il popolo è pertanto convinto che le pensioni le ha pagate finora lo Stato tramite la fiscalità generale per cui in generale la riforma è stata considerata opportuna. Nel 2011 tutti hanno colto l’aspetto che più toccava da vicino i lavoratori pensionandi e cioè l’innalzamento improvviso dell’età pensionabile dopo circa 10 riforme delle pensioni succedutesi dal 1992 in poi. In effetti non era mai avvenuto che un provvedimento di innalzamento dell’età pensionabile avesse un preavviso di un solo mese. Basti pensare che la riforma Maroni del 2004 che aumentava l’età pensionabile dal 2008 chiamata lo Scalone, fu osteggiata soprattutto dalla sinistra, ma entrava in vigore oltre tre anni dopo.

    Da un punto di vista tecnico la vera novità della riforma Fornero non è stata quello di anticipare repentinamente ciò che già era previsto con più gradualità, ma è stata l’incorporazione dell’INPDAP ( e in verità anche dell’Enpals- Ente di Previdenza dei Lavoratori dello Spettacolo- ma senza problemi di bilancio) nell’INPS, cioè di confondere le pensioni del pubblico Impiego con quelle del settore o privato.

    Ufficialmente la fusione nell’INPS veniva giustificata dalla necessità di ottenere risparmi di gestione derivanti dalla eliminazione di un Centro Elettronico, di intere categorie dirigenziali, di chiusura di alcuni edifici etc. Non si trattava tuttavia di eliminare un Istituto che seguiva qualche migliaio di lavoratori e di pensionati, ma di milioni di lavoratori. Se mai c’è stato un Ente che avesse avuto il diritto di una sua autonomia, quello era proprio l’INPDAP anche per le molteplici peculiarità che hanno caratterizzato e caratterizzano il Pubblico Impiego. Per tale ragione credo che non si possano ottenere risparmi significativi, né che si possano

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