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Se non sono pazzi non li vogliamo
Se non sono pazzi non li vogliamo
Se non sono pazzi non li vogliamo
E-book89 pagine1 ora

Se non sono pazzi non li vogliamo

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Info su questo ebook

Se non sono pazzi non li vogliamo è il mio primo romanzo e nasce dall’idea di toccare argomenti che per molte persone risultano essere ancora tabù. Alcuni dei personaggi hanno un profilo “particolare”, a volte tendente al patologico, ma non per questo meno affascinanti.

Dopotutto è vero che l’equilibrio tranquillizza, ma la “pazzia” è molto più interessante.

Le storie si intrecciano in situazioni estremizzate per mettere in luce e farne emergere aspetti ancora poco raccontati.

Questo libro parla di amore. Penso che l’amore sia fondamentale per la sopravvivenza e la crescita di una persona perchè il più nobile dei sentimenti agisce come un balsamo, allevia le ferite e sprona a vivere non a farsi vivere. Essere finalmente attori protagonisti sul palcoscenico della nostra vita: non solo comparse, come spesso accade. Tengo a precisare che la scelta di descrivere le scene d’amore in stile erotico è stata dettata dalla consapevolezza di voler alleggerire la lettura, avrei potuto lasciare al lettore libera interpretazione, ma credo che questo abbia reso il libro più accattivante: dopotutto dovevo trovare l’èscamotage per indurre il lettore a voltare pagina, no?

Passiamo al titolo: se non sono pazzi non li vogliamo vuole essere un tributo alla diversità.

Siamo tutti diversamente unici, siamo tutti un po’ pazzi e meno male!
LinguaItaliano
Data di uscita19 mar 2015
ISBN9786050366204
Se non sono pazzi non li vogliamo

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    Anteprima del libro

    Se non sono pazzi non li vogliamo - Federica Ferrari

    Federica Ferrari

    Se non sono pazzi non li vogliamo

    A Chiara 

    e a tutti quelli che mi hanno resa 

    una persona migliore.

    Il seme mette radici nel terreno fertile, proprio come un ovulo fecondato si impianta nell’utero della donna.

    Un albero per crescere maestoso nel suo splendore ha bisogno di radici che si fanno strada anche con difficoltà nell’impervio terreno. Un albero per dare buoni frutti deve nutrirsi, linfa che scorre, luce e acqua. Proprio come il cucciolo d’uomo ha bisogno di nutrimento e amore, un albero affronta il passare delle stagioni proprio come ogni uomo vive diverse primaverenella sua vita.

    Gli alberi crescono anche nel deserto, non per questo meno affascinanti, meno forti...

    Alberi bruciati dal sole, scalfiti e intagliati dal vento da secoli di bufere, intrisi di una bellezza surreale, ci abbagliano con la loro regale solitudine,in un cielo senza tempo.

    Sentilo il seme che è diventato albero e che continuerà a produrre frutti, che invecchierà con te, che morirà dentro di te... Sentilo, non soffocarlo. Senti il vento che soffia forte fra i rami e fa oscillare le fronde di quello stupendo albero che sei diventato e che nonostante le innumerevoli bufere nel ciclo della vita, rimane lì, ancorato alle profonde radici.

    Riconoscete l’albero che c’è in voi, osservatelo, abbracciatelo e alla fine amatelo quell’albero poiché è la vostra essenza. Gli alberi hanno lo sguardo rivolto verso il cielo perché nella loro solitudine, hanno capito, carpito e fatto loro l’essenza del loro essere: noi siamo nel tutto e il tutto è in noi.

    I personaggi e le situazioni descritte in questo libro sono immaginari. Qualsiasi riferimento a persone, avvenimenti, luoghi, attività commerciali esistenti nella realtà è puramente casuale. 

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    This ebook was created with BackTypo (http://backtypo.com)

    by Simplicissimus Book Farm

    CRISTIANO

    Mi sono stancato di vivere senza amare nessuno... e soprattutto non posso amare me stesso. Sai perché? Perché’ sono incapace di amare gli altri. Ed è soltanto amando gli altri, e essendo amati che si impara ad amare se stessi. Haruki Murakami

    Agosto 2013

    La testa pesante, gli arti indolenziti, come se non camminasse da una vita.

    La bocca impastata come se avesse inghiottito topi morti. Ha la sensazione di essere bagnato. Tocca con la mano il lenzuolo e non è fantascienza: è sporco di piscio. È arrivato il momento di aprire gli occhi e ci mette un interminabile attimo a mettere a fuoco. Con una fatica pazzesca solleva la testa che, oltretutto, gli fa malissimo. Un senso di nausea lo invade. Sgrana gli occhi che gli si riempiono di lacrime! Vuole urlare, ma sono solo delle parole soffocate:

    -Dove cazzo sono? Che cazzo di posto è questo?

    La voce esce a fatica dalla sua gola; sente la cinghia che lo tiene legato poco sopra la vita e altre cinghie costringono le gambe. È legato al letto di un ospedale psichiatrico, ora ne ha la certezza. L’odore di merda che stagna nell’aria proviene dal suo compagno di stanza; urla, risatine isteriche e vagiti non ben definiti arrivano dal corridoio, rompendo quel silenzio angosciante che gli schiaccia l’anima. Gli manca l’aria, si sente soffocare e le lacrime che sente rigargli le guance pargono l’unica cosa vera di tutto quel momento. Le lecca e il gusto salato lo riporta alla realtà.

    Sente dei passi avvicinarsi al letto, una mano gli afferra il polso, intravede la siringa. Pochi attimi e la sua vista si annebbia. Di nuovo sonno profondo.

    Quanto tempo va avanti quel rituale? A lui pare duri da sempre, pochi attimi di connessione seguiti dal sonno forzato. In realtà, dura due settimane.

    Le due più lunghe, fottutissime settimane della sua vita.

    - Signor Cristiano?

    Sente due colpetti sulla guancia.

    - Cristiano, sono il dottor Mancini. Mi sente? Apra gli occhi.

    La testa gira forte e le parole non escono.

    Il dottore si accorge dell’accenno al movimento delle sue labbra e lo rassicura:

    - È normale che faccia fatica a esprimersi: è l’effetto dei sedativi, fra qualche giorno andrà meglio, vedrà. Ora, brevemente, le spiegherò perchè è stato ricoverato e mi raccomando, se quello che dirò le dovesse procurare dei ricordi che non riesce a gestire, mi faccia un segno con la mano: io mi fermerò. Ho dato disposizione all’infermiera di slegarla, non ritengo sia più necessario. Il 17 agosto 2013 è stato portato qui dalla polizia in stato confusionale, dopo aver avuto un raptus violento. Lei ha completamente distrutto la sagrestia della chiesa in seguito alla celebrazione del matrimonio con la sua compagna, Veronica, dopo aver aggredito quello che si è rivelato essere l’amante della sposa. Ricorda?

    I ricordi riaffiorano nella sua mente con una lentezza angosciante. Vede lei, vestita in abito avorio, con la gamba alzata che mostra la giarrettiera che lui avrebbe dovuto sfilare, magari stringendola tra i denti. E invece le mani di quel porco...

    Quell’abito costato un patrimonio, quella cerimonia costata un patrimonio. Digrigna i denti.

    - Puttana.

    - Per ora può bastare, Cristiano. è importante che inizi a elaborare, a piccoli passi; cercheremo il modo di rimetterla in piedi e di capire cosa ha scatenato in lei tanta violenza. Ora le consiglio di farsi una doccia: domani la aspetto nel mio studio in fondo al corridoio a sinistra.

    Passate due settimane, dopo aver firmato la dimissione, Cristiano chiama la sua segretaria chiedendole di trovare una psicoterapeuta con le palle - sì, aveva usato proprio quell’espressione - e un avvocato, perchè il suo, dopo il casino del matrimonio non se la sente proprio di affrontarlo. Ha bisogno di ricostruirsi un giro di conoscenze, ripartendo da zero, dopotutto durante il ricovero si è formato il vuoto intorno a lui: tutti, parenti compresi, si sono dileguati e come biasimarli, anche lui probabilmente avrebbe fatto lo stesso. Circondarsi di gente nuova, ecco di cosa ha bisogno: nuove amicizie, e perchè no, un nuovo amore. Anche se ora si sente svuotato, sa che non impiegherà molto a rimettersi in forma e ritrovare il suo fascino: dopotutto, per lui, è sempre stato così.

    ZOE

    Si no tardas mucho, te espero toda la vida. Oscar Wilde

    I suoi occhi profondi, color anice, la sua bocca sottile, le sue mani, piccole come lei, la sua pelle vellutata, il suo seno perfetto e la sua pancia non del tutto piatta, segnata dalle gravidanze.

    Cristiano esce dall’acqua e rimane incantato dalla sua figura minuscola, ma proporzionata. I loro sguardi si incrociano per un breve attimo. Cristiano infila l’accappatoio e si dirige verso l’ingresso del centro benessere adiacente alla piscina.

    Acqua trasparente, limpida, fresca. Gli idromassaggi che solleticano i glutei, la musica al giusto volume, i tuffi dei bambini che rompono il silenzio della piscina semi deserta.

    Cristiano è lì, a

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