Poveri Pensionati
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I due arzilli vecchietti escogiteranno uno stratagemma per conoscere i lavoratori dai quali dipenderanno le proprie pensioni, rimarranno però coinvolti nelle loro singole vicissitudini di vita. La simpatica lingua romanesca favorirà l'evolversi delle storie con dialoghi, gags e scenette, con sorpresa finale.
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Anteprima del libro
Poveri Pensionati - Luigi Amoretti
Luigi Amoretti
Poveri pensionati
Poveri pensionati
Luigi Amoretti
Edizione Gennaio 2015
ISBN 9786050343274
Copyright: Luigi Amoretti (da un’idea di Alessandro Amoretti)
Autopubblicato con Narcissus.me
www.narcissus.me
Versione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl
UUID: 9786050343274
This ebook was created with BackTypo (http://backtypo.com)
by Simplicissimus Book Farm
Table of contents
E se l’ INPS non ci fosse più ????
Poveri pensionati
E se l’ INPS non ci fosse più ????
In un ipotetico, prossimo futuro, due poveri vecchietti, pensionati, apprendono la notizia, tramite un telegiornale, che L’I.n.p.s. (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) non potrà più far fronte direttamente al pagamento delle pensioni. Bensì queste dipenderanno unicamente da alcuni lavoratori in servizio attivo. Essi verranno assegnati a ciascun pensionato, ed i loro contributi alimenteranno le pensioni degli attuali pensionati. Passato un primo periodo di disperazione i due vecchietti saranno costretti ad organizzarsi e le loro vite, ormai all’epilogo, saranno inevitabilmente coinvolte dai sentimenti e dalle storie, anche personali, di quei lavoratori dai quali dipenderanno ...………
La sorpresa arriverà alla fine .
Poveri pensionati
Roma, Anno 2025, una sera di ottobre. Un vecchietto, pensionato, è davanti al televisore e aspetta il notiziario delle 20,00 che sta per iniziare.
D'un tratto viene annunciata l'interruzione dei programmi in rete per un T.G. in edizione straordinaria.
Si apre L'edizione straordinaria e, al termine della caratteristica sigla musicale, lo speaker, con il tono dei momenti più gravi, annuncia :
Interrompiamo momentaneamente tutti i programmi per trasmetterVi, a reti unificate, e in Edizione straordinaria un T.G. recante una grave notizia. L'I.N.P.S., Istituto Nazionale della Previdenza Sociale Italiana ha chiuso il bilancio di settembre in un pauroso e disastroso default che ha letteralmente messo in ginocchio l'Ente di Previdenza. Il Governo, nell'estremo tentativo di salvare l'Ente dal fallimento, ha varato una manovra straordinaria d'urgenza e contemporaneamente ha nominato un Commissario ad acta per gestire l’emergenza. La manovra prevede, in primo luogo, la tutela delle pensioni da erogare, almeno per quanto sarà possibile. A partire da domani, ciascun pensionato, riceverà una lista di lavoratori in attività, con le relative istruzioni, e da questi lavoratori dipenderà esclusivamente l'importo della pensione che riceveranno. Le liste contengono nominativi di lavoratori i cui importi contributivi che saranno versati sono rapportati a ciascun pensionato e tengono conto degli importi di tale pensione su cui sono parametrati. Tali liste saranno personali, irrinunciabili e non intercambiabili. Tenuto conto delle gravose condizioni dell'Ente e del particolare momento contingente, non saranno ammessi reclami, ricorsi, modifiche, etc. Il pensionato che non si adeguerà a tali regole sarà considerato rinunciatario e verrà definitivamente cancellato dagli elenchi dell'I.N.P.S.-
Appresa la terribile notizia il vecchietto, preoccupatissimo, telefona a Osvaldo, un secondo vecchietto suo fraterno amico:
A Osvà!! Hai sentito la notizia alla televisione ?
Aho ! Mario, è certo che l'ho sentita, sti fii de na...M. Questi c'è vonno fà morì de fame. Io lo sapevo che annevamo a fenì così
.
Poi, quasi consolandosi, aggiunse :
"Meno male che armeno già 25 anni de penzione glie l'ho fregati sinnò ansai che fregatura 'n'pieno che piavo. Mo però penso a quei poracci che so annati
n' penzione da poco, quelli si che l'hanno preso n'quer posto"
" A Osvà, ma mo' come famo ? And' annamo a pià fiato?. Io poi nun è che che
c' hò capito tanto"
E andò voi annà, a Mario! Ma l'hai sentiti no ? Che nun vonno manco li reclami, sinnò te cancelleno
Mamma mia a Osvà, io c’ho propio paura che stavorta nun magnamo più. Ma che se pò fà ?
Io n'idea ce l'avrei, Mario, dovemo innanzi tutto da vedè chi c'avemo ' nde sta lista e poi contattalli, uno a uno, anche pe' vedè che tipi so'. Si lavoreno, si c'hanno fantasia, si so' gente pe’ bene.
E' vero a Osvà! E’ interesse nostro conosceli, anche perchè me sembra d'avè capito che noi la pensione piena la piamo solo se sti soggetti de stè liste lavoreno a pieno reggime
.
E' proprio così, caro Mario. Noi, da oggi in poi, dipennemo unicamente da sti soggetti. E perciò dovemo da controllà che questi nun sgareno nimmanco n'giorno de lavoro, sinnò addio Frascati, semo persi.
"Ma tu guarda che guaio che c'è capitato Osvà . Nun me lo sarei mai aspettato che dovevo da fà er guardiano a chi deve da lavorà pe damme la penzione mia.-
Vabbè a Mario, domani se vedemo e ne parlamo meio. Mò però mettete tranquillo, te sento aggitato, vattene a dormì e cerca de riposatte bene, Ciao Ma! Bonanotte
Ciao Osvà ! Bonanotte , e speramo bene.
Per tutta la notte il povero Mario non riesce a dormire. Si gira e rigira nel letto senza riuscire a prendere sonno. Il pensiero và sempre alla sua povera pensione. Se, non sia mai, la dovesse perdere passerebbe veramente un grosso guaio. Anche se è poca, quei pochi soldi oggi gli permettono di tirare avanti.
Lui ha lavorato trent'anni per ottenere 900 euro di pensione al mese, compresa quella di reversibilità della moglie. La povera moglie era morta dieci anni prima, all'età di 75 anni, e siccome non avevano avuto figli, lui si era ritrovato solo. Oggi aveva 85 anni e quella pensione, oltre alla casa che gli aveva lasciata sua madre, era l'unica risorsa che gli restava. Solo all'alba il povero Mario riuscì ad addormentarsi.
Osvaldo, l'amico suo, aveva la sua stessa età, era anche lui vedovo e solo come lui. Anche se aveva ancora una figlia che aveva sposato un poliziotto che con gli anni era diventato Commissario Capo e prestava servizio a Frascati, un grazioso paese dei Castelli Romani, ma per un pregiudizio che perdurava da anni non si frequentavano quasi più.
La mattina dopo, verso le nove, Mario si scosse da un sonno tormentato, di poche ore ma cariche di angoscia e pensieri foschi. l’improvviso suono del telefono lo riportò tra i vivi e lo svegliò del tutto. Chissà? Forse era Osvaldo, l'amico suo. Sperava che avesse trovato qualche scappatoia o qualche bella idea, come faceva di solito nei momenti di bisogno.
Corse a rispondere. Era proprio Osvaldo, dalla voce sentiva