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Donne, quanto danno!
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E-book72 pagine1 ora

Donne, quanto danno!

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Chi può comprendere la complessità di una mente femminile?
Bella domanda non è vero?

Cosa sono l’universo, i protoni, gli elettroni, i “quanti” stessi, di fronte a ciò che frulla nel cervello di una donna?
Roba da ragazzi la teoria della relatività!

Praticamente da quando esiste l’umanità, pensatori, filosofi, re e cantanti hanno cercato di dare una spiegazione logica di come ragioni una donna elaborando teorie e ipotesi tra le più disparate: “Il vaso più debole”, “la parte artistica che manca all’uomo comune”, “l’altra metà del cielo” , “portatrici di vita” fino alla raffigurazione sulla terra del lato femminile di Dio. Strano questo Dio che spacca se stesso in due elementi complessi dando a uno, quello di cui ha bisogno l’altro. E allora chi non ha una compagna, un compagno, potremmo definirlo un essere incompleto? Un infelice? Un essere contro natura?
Amore, passione, famiglia, sentimento sono stati rappresentati e mitizzati in film e soap opere proprio tramite donne capaci di interpretare la vita, meravigliose perle di rara bellezza, almeno nella finzione scenica.
Complicate, anzi “dolcemente complicate” come raccontate nella canzone di Fiorella Mannoia, in grado di soffrire per amore, di fingere per i figli, di lottare per la vita. Femminili, femministe, operaie, avvocati, insegnanti, veline, atlete, sempre e solo donne! Competitive, arroganti, vanitose, irripetibili, uniche, vendicative, cattive, sante e diavoli, artiste, giornaliste, personaggi comunque nella società capaci di lasciare il segno.
Sulle donne si è già scritto praticamente tutto e qualcuno del pubblico femminile che mi legge adesso a questo punto dirà: “esattamente come gli uomini, siamo come gli uomini, siamo esseri viventi con pregi e difetti”, alludendo ad una sorta di discriminazione di questo vanesio trattato, ad un errore in partenza nel voler differenziare i generi maschile e femminile.
L’intento dichiarato di questo libro non è quello di cambiare le opinioni degli uomini sulle donne o delle donne su se stesse ma semplicemente di analizzare la realtà dei fatti in questo 2012 attraverso gli occhi di un osservatore, certamente prevenuto e disincantato, riuscito a sopravvivere a una madre, una sorella e a un matrimonio (fallito ) quasi ventennale.
Non a caso l’introduzione di questo libro la sto scrivendo oggi otto marzo, festa delle donne!
Abbondano sui siti e sui blog le celebrazioni, le frasi ridondanti, la voce delle donne che gridano il loro diritto ad essere rispettate e trattate a pari livello di un maschio! Pare quasi che siano state in tutti questi anni, secolo dopo secolo, dall’inizio della vita sulla terra, trattate sempre come schiave, serve di casa, succubi del potere dell’uomo. Chi ha mai consegnato al maschio il diritto di comandare sulla donna? Chi ha privato la donna della sua dignità?
LinguaItaliano
Data di uscita29 giu 2013
ISBN9788868551681
Donne, quanto danno!

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    Donne, quanto danno! - Antropoetico

    saluti

    Introduzione

    Chi può comprendere la complessità di una mente femminile? Bella domanda non è vero? Cosa sono l’universo, i protoni, gli elettroni, i quanti stessi, di fronte a ciò che frulla nel cervello di una donna? Roba da ragazzi la teoria della relatività! Praticamente da quando esiste l’umanità, pensatori, filosofi, re e cantanti hanno cercato di dare una spiegazione logica di come ragioni una donna elaborando teorie e ipotesi tra le più disparate: Il vaso più debole, la parte artistica che manca all’uomo comune, l’altra metà del cielo , portatrici di vita fino alla raffigurazione sulla terra del lato femminile di Dio. Strano questo Dio che spacca se stesso in due elementi complessi dando a uno, quello di cui ha bisogno l’altro. E allora chi non ha una compagna, un compagno, potremmo definirlo un essere incompleto? Un infelice? Un essere contro natura? Amore, passione, famiglia, sentimento sono stati rappresentati e mitizzati in film e soap opere proprio tramite  donne capaci di interpretare la vita, meravigliose perle di rara bellezza, almeno nella finzione scenica. Complicate, anzi dolcemente complicate come raccontate nella canzone di Fiorella Mannoia, in grado di soffrire per amore, di fingere per i figli, di lottare per la vita. Femminili, femministe, operaie, avvocati, insegnanti, veline, atlete, sempre e solo donne!  Competitive, arroganti, vanitose, irripetibili, uniche, vendicative, cattive, sante e diavoli, artiste, giornaliste, personaggi comunque nella società capaci di lasciare il segno. Sulle donne si è già scritto praticamente tutto e qualcuno del pubblico femminile che mi legge adesso a questo punto dirà: esattamente come gli uomini, siamo come gli uomini, siamo esseri viventi con pregi e difetti, alludendo ad una sorta di discriminazione di questo vanesio trattato, ad un errore in partenza nel voler differenziare i generi maschile e femminile. L’intento dichiarato di questo libro non è quello di cambiare le opinioni degli uomini sulle donne o delle donne su se stesse ma semplicemente di analizzare la realtà dei fatti in questo 2012 attraverso gli occhi di un osservatore, certamente prevenuto e disincantato, riuscito a sopravvivere a una madre, una sorella e a un matrimonio (fallito ) quasi ventennale. Non a caso l’introduzione di questo libro la sto scrivendo oggi otto marzo,  festa delle donne! Abbondano sui siti e sui blog le celebrazioni, le frasi ridondanti, la voce delle donne che gridano il loro diritto ad essere rispettate e trattate a pari livello di un maschio! Pare quasi che siano state in tutti questi anni, secolo dopo secolo, dall’inizio della vita sulla terra, trattate sempre come schiave, serve di casa, succubi del potere dell’uomo. Chi ha mai consegnato al maschio il diritto di comandare sulla donna? Chi ha privato la donna della sua dignità? Spopolano frasi e teorie che, se il mondo fosse in mano alle femmine, se esse governassero paesi e culture la guerra non esisterebbe più, si metterebbero fiori nei cannoni e i bambini in Africa non morirebbero più di fame. Ovviamente la condizione femminile risulta molto differente a seconda di quale parte del mondo sia capitato loro di nascere; non possiamo nascondere le violenze, le torture e gli abusi che certamente sono già avvenuti e avverranno, purtroppo, anche nel futuro. Tuttavia la situazione della donna nell’Italia di oggi è ampliamente emancipata a tal punto che in alcuni casi siamo andati all’opposto. Ecco il punto: parlare di questa donna, di quella a cui si può far riferimento nel mondo cosiddetto occidentale, scandagliando nella sua psiche alla ricerca dei meccanismi che fanno scattare reazioni, comportamenti ed emozioni. Un’analisi dichiaratamente di parte di un maschio in conflitto con il popolo femminile e la sua psicologia tutt’altro che succube e soccombente.

    Uomini e donne sono essenzialmente diversi

    La prima cosa che bisogna tenere in considerazione è la differenza biologica tra i due generi: L’uomo è dotato di attrezzo idoneo ad entrare, esplorare il corpo femminile in tutta la sua straordinaria bellezza. E che indagini a volte riesce a compiere!  La donna, al contrario è ricettiva, pronta ad accogliere, ospitare, morbida, fondamentalmente desiderosa di essere penetrata come una presa di corrente non aspetta altro che la spina giusta. E’ ovvio che i meccanismi ormonali abbiano effetti diversi in un uomo e in una donna ma la vera differenza consiste nella psicologia: Sesso, partita di calcio, divano. Cosa vi fanno pensare queste tre cose? Esatto! Immediatamente la mente femminile avrà già sintetizzato la visione stereotipata che ha del maschio. Al contrario se dico scarpe, parrucchiere e shopping verrà spontaneo pensare al femminile nei suoi interessi fondamentali. La differenza però consiste in questo: mentre è difficile collegare altri veri interessi agli uomini, tranne in rari casi, per le donne l’elenco potrebbe essere quasi infinito. Moda, vacanza, dieta, centro benessere, animali da compagnia, aerobica, tecniche di rilassamento, fitness solo per citarne alcuni. E allora possiamo enunciare una prima fondamentale verità: La mente delle femmine è molto più complessa nel suo modo di ragionare di quella di un maschio. Attenzione però. Ciò non vuol dire migliore o superiore. A volte il ragionamento che la donna deve fare è talmente complicato e contorto da costringerla in modo automatico alla conclusione istintiva per non correre il rischio di andare in tilt! Tra l’altro la spiegazione logica di questa differenza è facilmente comprensibile dal retaggio culturale della donna, la quale non potendo, in tempi antichi, sovrastare l’uomo dal punto di vista fisico, ha dovuto elaborare tecniche più sottili e raffinate di

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