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Un cammino pericoloso
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E-book112 pagine1 ora

Un cammino pericoloso

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Info su questo ebook

Maria Paola Sozio ci parla nuovamente dell’importanza di una vita mentale sana (non solo libera da malattie ma anche e soprattutto svolta in un contesto positivo e propositivo) e di come la civiltà di oggi – con tutta la sua sofferenza, la violenza sempre più diffusa e le sue problematiche civili e sociali – stia rendendo i rapporti umani sempre più problematici, sia con chi ci è accanto sia con l’umanità in senso più esteso.
 
Maria Paola Sozio (1950), dopo la laurea in Architettura e un’esperienza come insegnante di Educazione Artistica, si è interessata al settore medico-assistenziale, conseguendo diversi diplomi e ampliando le sue conoscenze in materia, dedicandosi anche alla pubblicazione di diversi volumi.
LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2019
ISBN9788830615359
Un cammino pericoloso

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    Anteprima del libro

    Un cammino pericoloso - Maria Paola Sozio

    Sozio

    Gli uomini nel mondo femminile

    (Un mondo in mutamento)

    Gli uomini vivono un momento di difficoltà, perché non sanno più gestire le relazioni nel mondo femminile, in continuo mutamento.

    Per le donne è dura, la battaglia per affermare se stesse, ma riflettendo sugli uomini, loro portano sulle spalle il peso della cultura che rappresentano, devono inoltre essere forti e coerenti. L’uomo del nostro tempo, avendo sacrificato la propria dimensione femminile, è un combattente, ma non sa contro chi agire e non sa qual è il suo nemico. Egli ha perso il senso di giustizia, poiché non ha più la sua interiorità, con l’introduzione delle regole sociali si sono bloccate in lui sia la sua sensibilità, sia la sua ispirazione, favorendo il senso pratico.

    Il patriarcato nacque circa 6.000 anni fa, quando il surriscaldamento della terra provocò lo scioglimento dei ghiacciai ed una eccessiva siccità. I nostri antenati, dopo essere diventati sedentari, dovettero tornare ad una vita nomade, predatoria; per sopravvivere, bisognava essere poi, insensibili ed aggressivi.

    Le regole del patriarca tolsero valore alla donna (altrimenti sarebbe stata troppo potente) ed esaltarono i valori d’indipendenza e di forza maschile. Nel DNA sono scritte le regole (da migliaia di anni) per cui è impossibile sottrarsi dal loro potere. La donna racchiude in sé il mistero del ciclo della vita (gravidanza); secondo la visione patriarcale, la donna è la parte debole, ciò comporta una risorsa poiché diventa libera di esprimere tutte le sue vulnerabilità.

    La donna può cambiare umore, parere, può avere paura, può piangere... La vulnerabilità però è malvista nella nostra cultura è solo un aspetto femminile indegno di un uomo o di un uomo di successo. Ma la vulnerabilità è un aspetto privilegiato poiché ci fa intuire i bisogni più necessari e comprendere cosa è meglio per noi; riusciamo inoltre a capire le necessità dell’altro, con i suoi bisogni.

    Nell’uomo il primo motivo di paura nella vita è nel sistema educativo patriarcale.

    Educazione: dal latino e da fuori e ducére trarre condurre. Un buon educatore è colui che porta fuori dalla persona le sue inclinazioni (positive), i talenti, le sue risorse. Chi educa accompagna il bambino alla scoperta di sé ed a prendere coscienza nel rispetto del mondo in cui vive. Educare significa essere diversi da sé con l’osservazione di modelli. Però l’originalità implica diversità e sempre si è soggetti a subire un giudizio.

    Chi educa compie la stessa funzione che effettuava Michelangelo Buonarroti (scultore del ‘500) che riteneva per via di levare liberare la forma già compresa nella materia e prigioniera di essa, sottraendo il marmo in eccesso.

    Nella nostra società la madre ci insegna a sottostare alle regole del padre e a tramandare le sue leggi. La madre è la prima persona con cui entriamo in relazione, il rapporto con lei incide in modo formativo per la personalità della persona. Ella rappresenta il nucleo attraverso cui leggiamo il mondo, inoltre la madre rappresenta la nostra possibilità nel nutrirci, nel soddisfacimento dei bisogni materiali e interiori, oltre che di sostegno.

    L’uomo autonomo si troverà ad avere nei confronti delle donne un atteggiamento di passività, di dipendenza, che provava dalla madre fin da bambino, da cui aveva preso le distanze per camminare da solo nel mondo. Ma fuori dalle mura di casa egli sa combattere per ottenere e sviluppando strategie, riesce a superare tutto correttamente.

    La pazienza è un aspetto della parte femminile, l’uomo non sopporta aspettare... il suo modo concreto ha a che fare con l’azione.

    L’uomo lontano dalla madre trova una sua forma di equilibrio per cui diventerà libero, unico, e prende coscienza dei propri bisogni. Però oggi l’uomo raramente si allontana dal nucleo familiare poiché sceglie la comodità all’autonomia, la causa è la paura. Il bambino dipendente diventa uomo, si passa poi da una condizione umana a un’altra. La difficoltà è quella di esplorare ambienti nuovi, l’uomo al centro dell’attenzione immagina d’essere oggetto di critica, egli appare chiuso, esiste la difficoltà di relazionarsi con lui. L’uomo ha bisogno di riscoprire la propria naturalezza per seguire gli obiettivi, egli vuole rincorrere i sogni per poterli realizzare. Sognare è la capacità di lasciarsi andare ad immagini costruttive creando così i presupposti e la meta dell’azione.

    L’eccesso di civiltà corrisponde alla perdita del contatto con la terra con le proprie radici. Bisogna avere fiducia del proprio intuito, senza di esso l’uomo è costretto a ripercorrere le strade già fatte. L’intuito è una dote femminile che supera ogni crisi ed è adatta al nostro tempo. Se l’uomo perde la facoltà di sognare, non ha più la prospettiva del nuovo ma bisogna fidarsi dei sogni per stare meglio e per realizzare se stessi. Altrimenti perderemmo ogni speranza!!! L’uomo, seguendo il suo naturale impulso, rompe il legame con la madre per fare esperienze nel mondo alla ricerca di se stesso ed è così preso dal fare e dall’osservazione esterna che ha un vuoto interiore perché perde i bisogni reali, le aspirazioni ed i sogni!!!

    Mass-media – Donne che compiono i crimini

    Tra i due sessi le donne che compiono i crimini sono in minoranza; nei mass-media ciò suscita grande scalpore e curiosità. La speranza è che queste tragedie non siano interpretate come fatti d’emancipazione femminile.

    Mi chiedo: "Cosa si acuisce nella sfera mentale della persona? Scatta un meccanismo perverso? O di sofferenza mentale riversandosi sulla vittima fino ad ucciderla? O le donne chiedono aiuto? A mio parere sono donne con il disturbo di personalità D.O.C. (Disturbo-Ossessivo-Compulsivo) od anche con la dissociazione mentale (il sistema nervoso è diviso in

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