La Regia di George Harris Brooks

Di Adriano Fedeli

Anni '60. Micheal De Vegno, giovane disoccupato, perde la zia e si trova ad ereditare il posto di portiere nella palazzina 23 di Barbon Street, dove inizia a conoscere la vita in tutti i suoi aspetti e anche alcuni personaggi, come il regista George Harris Brooks.

• Lingua: Italiano
• Editore: Youcanprint
• Data di uscita: 15 feb 2014
• ISBN: 9788891132918

Anteprima del libro

fine

1-benvenuta cattiva notizia

Spesso le persone confondono delle cose diverse tra di loro, anche se apparentemente uguali, come per esempio il bene e il male. Sembra facile riconoscere le differenze, ma non è cosi... e chi dice che la prima impressione conta non dategli retta.

Perchè fidandomi di loro mi trovai a vedere la prima di quel film a casa mia con i fan provenienti da ogni parte del mondo insieme ai giornalisti, per vedere il protagonista di quel film (che nemmeno sapeva di esserlo); almeno fino a quando non accesi la televisione... e la coscienza pesava sempre di piu per gli atti compiuti ..anche se rimembrando gli anni passati non era stata colpa mia....ma ora lasciando le chiacchere a un altro testo vi racconto la mia storia e quella del signor Brooks.

Negli anni '60 ero una persona abbastanza autonoma e come ogni persona autonoma e giovane (sottolineo, giovane!) non me la passavo bene. Facevo decine di lavori per racimolare qualche soldo e posso dire che il mio mestiere ideale era il giardiniere, o un qualcosa del genere: tagliavo solo le siepi.

Forse vi domanderete il perchè; semplice, l'unica volta che presi tra le mani il manico di un tosaerba oltre a tagliare il manto erboso della villa degli zii, tagliai anche l'alluce valgo del povero zio Gerold, che a pochi metri di distanza si stava prendendo cura delle sue amatissime rose rosse prese in Asia qualche tempo prima.

Che fine ha fatto dopo quell'evento non l'abbiamo mai saputo: se è morto, se è vivo, o se è tornato in Asia a curare le rose al sicuro da me; ma noi non lo sapevamo. Sì noi, perche zio Gerold si era sposato con una donna di una grazia e di una bontà sopra ogni genere, che io chiamavo zia Livia.

Zia livia mi accolse dentro la sua piccola dimora quando i miei non