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Le Avventure di Benjamin Crosse - Episodio I: La Prima Porta
Le Avventure di Benjamin Crosse - Episodio I: La Prima Porta
Le Avventure di Benjamin Crosse - Episodio I: La Prima Porta
E-book61 pagine49 minuti

Le Avventure di Benjamin Crosse - Episodio I: La Prima Porta

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Info su questo ebook

Tutto ebbe inizio con una lettera di mio zio. Sono perso in un mondo magico popolato da mostri, in fuga da una strega malvagia che vuole ridurmi ad uno stufato…sempre che i miei nuovi ed insoliti amici non mi uccidano prima. E come se non bastasse, niente pizza! 

Così cominciano le spassose disavventure del semplice Benjamin Crosse, protagonista di viaggi in mondi nuovi alla scoperta di quello che gli riservirà il destino. Un’avventura in itinere ad episodi.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita8 dic 2015
ISBN9781507126929
Le Avventure di Benjamin Crosse - Episodio I: La Prima Porta

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    Anteprima del libro

    Le Avventure di Benjamin Crosse - Episodio I - Rain Oxford

    Capitolo 1

    Tutto ebbe inizio con una lettera di Vincent, mio zio.

    Non ricordavo granché dello zio Vincent. Lo avevo visto solo in due occasioni in tutta la mia vita: a sei anni, ad una riunione di famiglia e al funerale di mia madre, quando ne avevo nove. Per quanto ne so, lui non proferì parola con nessun altro membro della famiglia eccetto me. Mi aveva preso per le spalle e mi aveva abbagliato con uno sguardo che arrivava dritto al cervello per poi voltarsi borbottando qualcosa sul sangue. Per quanto fosse strano, non mi faceva paura, sebbene fosse chiaro che il resto della famiglia lo temesse.

    Avendo appena seppellito mia madre e con mio padre morto da tempo, fui consegnato alle cure della sorella di mia madre. Zia Melissa e zio Ray avevano un portamento vittoriano e niente figli; la mia presenza in casa loro fu a malapena tollerata fin quando, raggiunta la maggiore età, venni messo alla porta con modi gentili ma che non davano spazio a repliche.

    Negli anni successivi mi gettai in diverse carriere, tutte fallimentari, e in un matrimonio naufragato, il quale sembra essere un caposaldo della formazione nella società moderna ma che non contribuì in alcun modo agli avvenimenti che seguirono. Certe cose sono soltanto dei segnalibri tra le pagine della vita.

    Normalmente, nella mia cassetta finiva posta indesiderata, volantini pubblicitari e bollette. Niente di eccitante, se vogliamo. Di solito, lasciavo che si accumulassero per giorni prima di gettarli nella spazzatura. Fu per puro caso che scorsi la lettera di Vincent. Il nostro destino è appeso a sottilissimi fili di possibilità.

    I contatti con il resto della famiglia erano stati scarsi e saltuari. Non avevo visto mio zio per più di vent’anni e, con ogni probabilità, non pensavo a lui da più di un decennio. Non avevo idea di come avesse avuto il mio indirizzo. Quella lettera fu una sorpresa, ma niente di paragonabile a quella che avrei avuto di lì a breve.

    Nella busta c’erano tre cose: un breve biglietto, una mappa disegnata a mano e un assegno di cinquemila dollari. Mi fu abbastanza difficile mettere via quell’assegno. Era più di dieci volte la somma dei miei risparmi all’epoca e immediatamente mi si balenò la visione di cene a base di pizza al posto della zuppa. La mappa doveva servire a raggiungere la casa di mio zio. Indicava un posto sperduto nelle colline del Massachusetts.

    Il biglietto era un enigma. Era redatto con una grafia sottile e filiforme, chiaramente quella di mio zio, su carta ingiallita ma di buona qualità.

    Caro nipote,

    Ho bisogno di te, ora. Non conosco lo stato delle tue finanze, per questo ti ho mandato un assegno per ogni evenienza. Se non puoi venire, tienilo e usalo come più ti aggrada. Abbiamo molto da fare e poco tempo. C’è una via d’uscita per te.

    Tuo zio,

    Vincent

    Non era certo la sequenza di parole più esaustiva che avessi mai letto ma, con quell’assegno come esca, si era guadagnato la mia attenzione incondizionata. L’unica conclusione a cui giunsi era che mio zio si era cacciato in un qualche guaio.

    O era da fuori di testa.

    O entrambe le cose.

    Dovevo decidere se incassare l’assegno, pagare l’affitto e dare una festa oppure chiudere tutto, lasciare il lavoro e andarmene in un posto remoto per motivi ignoti, seguendo le parole di un parente sconosciuto per fare non si sa bene cosa.

    Scelta facile.

    Prima di colazione ero già in aereo diretto lì.

    *      *      *

    Affittai una macchina all’aeroporto e cominciai a seguire la mappa dello zio. Era autunno inoltrato e il paesaggio del New England si stava spogliando dell’ultima parvenza d’estate. È bellissimo ma anche deprimente, in un certo senso sentimentale, che qualcuno possa provare nostalgia di un posto in cui non è mai stato.

    Ci volevano due ore di guida verso nord per trovare la residenza di mio zio, su per quei tornanti dove i rami degli alberi si toccano in cielo per formare dei tunnel oscuri. Trovai la casa al tramonto. Fermai la macchina e diedi una bella occhiata alla

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