Sherlock Holmes e il sequestratore di Kensington

Di John A. Little

Giallo - racconto lungo (27 pagine) - Un enigmatico puzzle… ma non solo!

In questa nuova avventura all’insegna di messaggi in codice e riscatti, la vittima coinvolta sarà qualcuno di veramente caro al primo detective investigativo al mondo. Per risolvere il caso, Sherlock Holmes e John Watson dovranno investigare tra tanti piccoli pezzi di un enigmatico puzzle… e non solo!

John A. Little è uno scrittore irlandese freelance che ha pubblicato molti articoli su riviste e scritto due libri di saggistica, due thriller ambientati nel mondo dei Sistemi Informativi, un'autobiografia comica, una rappresentazione teatrale, dieci sceneggiature e diciassette storie di Sherlock Holmes.

• Lingua: Italiano
• Editore: Delos Digital
• Data di uscita: 6 dic 2022
• ISBN: 9788825422573

Anteprima del libro

Sherlockiana

A cura di Luigi Pachì

Delos Digital

John A. Little

Sherlock Holmes e il sequestratore di Kensington

RACCONTO LUNGO

Traduzione di Flavia Napoleone

ISBN 9788825422573

© 2017 John A. Little

Titolo originale: Sherlock Holmes And The Kensington Kidnapper

Edizione ebook © 2022 Delos Digital srl

Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano

Versione: 1.0

Traduzione di Flavia Napoleone

Copertina di Dante Primoverso

Collana a cura di Luigi Pachì

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Indice

Copertina

Il libro

L'autore

Sherlock Holmes e il sequestratore di Kensington

1.

2.

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Un enigmatico puzzle… ma non solo!

In questa nuova avventura all’insegna di messaggi in codice e riscatti, la vittima coinvolta sarà qualcuno di veramente caro al primo detective investigativo al mondo. Per risolvere il caso, Sherlock Holmes e John Watson dovranno investigare tra tanti piccoli pezzi di un enigmatico puzzle… e non solo!

L'autore

John A. Little è uno scrittore irlandese freelance che ha pubblicato molti articoli su riviste e scritto due libri di saggistica, due thriller ambientati nel mondo dei Sistemi Informativi, un'autobiografia comica, una rappresentazione teatrale, dieci sceneggiature e diciassette storie di Sherlock Holmes.

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1.

– Signora Hudson! SIGNORA HUDSON! Dove diamine è quella benedetta donna?

– Probabilmente l’ha sentita, Holmes. Non è sorda – commentai vagamente.

– Ma è da quando ha acceso il fuoco questa mattina che non si fa vedere! Ho dovuto ravvivarlo da solo – si lamentò Holmes, mentre si spaparanzava indolente sul divano di vimini e infilava uno scovolino nel cannello della sua pipa di ciliegio.

– Di solito sale le scale come una vecchia gazzella, più che entusiasta di soddisfare ogni mia richiesta. Lei prende del tè, vero Watson? Immagino che la sua non sia solo una visita di cortesia, e sono consapevole di quanto il suo tè pomeridiano sia per lei un rituale prezioso, tanto che non sono riuscito a convincerla a rinunciarvi prima che commettesse l’errore di sposarsi una seconda volta. La prima volta si può perdonare, ma la seconda è solo una pia illusione da parte sua, vecchio mio. E ha messo su altri tre chili e mezzo, se non mi sbaglio.

Il mio cuore si riempì di gioia non appena accennò al mio nuovo stato civile. Contrariamente a quando affermato dal mio cinico amico, io e la mia seconda moglie Beatrice, sposati da circa un mese, eravamo felici come potrebbero esserlo due persone qualunque. Era il 6 novembre del 1902, ed eravamo appena tornati da una lunga luna di miele alle Seychelles. Avevo affrontato la densa nebbia caratteristica di Londra per fare visita a Holmes al 221B di Baker Street, e per vedere come se la stava passando senza di me come suo coinquilino. Non benissimo, a quanto pareva. Il suo umore suggeriva che si era da poco iniettato un qualche tipo di narcotico.

– Sono così annoiato, Watson – disse, soffiando attraverso la punta della pipa verso il fuoco scoppiettante per ripulire il bocchino. – Non c’è alcun argomento scientifico che valga la pena studiare che non abbia già esplorato a fondo. Il violino non mi tenta affatto. Soprattutto ora che lei non è qui per apprezzarlo. Il crimine a Londra è ai minimi storici. Non c’è stato niente di interessante dall’affare del Cerchio Rosso. Mi trovo addirittura a sperare che Jack faccia un ritorno di scena. Lei mi conosce. Non posso vivere senza far funzionare il cervello. Aborro la monotona routine dell’esistenza. La mia mente si ribella alla stasi. Bramo l’ebrezza mentale. Signora Hudson! SIGNORA HUDSON!

– Questa dev’essere lei, Holmes.

Avevo sentito un rumore di passi sulle scale. Tuttavia non era l’andatura solenne della padrona di casa, ma semplicemente Billy il fattorino, che aveva bussato timidamente alla porta del salotto prima di entrare con un vassoio d’argento sul quale era posata una sola busta color crema.

– È arrivata questa lettera per lei, Signore – disse, porgendo il piatto al mio amico, che con delicatezza sollevò la busta tra due dita.

– Aspetta – ordinò a Billy, mentre tirava fuori un coltellino dalla