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Come conoscere rapidamente se stessi e gli altri e come prendersi cura di sè
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E-book122 pagine1 ora

Come conoscere rapidamente se stessi e gli altri e come prendersi cura di sè

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Info su questo ebook

MEDICO ESPERTO DI VARIE DISCIPLINE INSEGNA COME CONOSCERE SE STESSI.

LinguaItaliano
Data di uscita6 ago 2014
ISBN9788891152565
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    Anteprima del libro

    Come conoscere rapidamente se stessi e gli altri e come prendersi cura di sè - Lorenzo Guerra

    fisica.

    Capitolo 1

    Eredità dei modelli di comportamento

    Provate a pensare all’abilità che hanno gli uccelli a costruirsi il nido.

    Chi glielo ha insegnato? Nessuno.

    Perché quando nascono, il nido è già fatto e quando sono grandi volano via dal nido per farsene, nel periodo giusto, uno loro senza che nessuno nel frattempo gli abbia dato lezioni di architettura.

    Quindi tale abilità deve essere già scritta nel loro DNA così come tanti altri comportamenti che troviamo nel mondo animale.

    Infatti tramite l’eredità anche noi non solo acquistiamo le caratteristiche fisiche e mentali, ma anche quei modelli chiave di comportamento che hanno guidato la nostra evoluzione e che dalla parte più primitiva del nostro cervello emozionale condizionano ancora nettamente il nostro comportamento.

    Tali modelli si sono sviluppati e radicati nel nostro cervello istintivo nel corso di milioni di anni: prima di branchi di scimmie antropomorfe e poi tribù di uomini primitivi che lottavano per la supremazia sul territorio di caccia.

    Gli ultimi 10-20mila anni di società più o meno civilizzate sono un tempo troppo breve per cambiarci radicalmente.

    Quindi quello che siamo realmente lo dobbiamo cercare in ciò che è stato indispensabile come comportamento istintivo per soddisfare ciò che l’evoluzione richiede; sopravvivere e riprodursi

    Il nostro comportamento attuale non è altro che l’adattamento alla società moderna di tali imprescindibili direttive comportamentali istintive

    Più noi riusciamo con la nostra intelligenza a mediare tale adattamento con le nostre caratteristiche individuali più ci sentiamo realizzati e felici.

    Per compiere questo interessante viaggio dentro di noi, nei prossimi capitoli, prima impareremo a conoscere le basi primitive (comuni a tutti) che condizionano, i nostri comportamenti poi scopriremo come fare a riconoscere in ognuno di noi il modo migliore per realizzarci con gioia e consapevolezza.

    Capitolo 2

    Storia di lupi…e di tribù primitive

    Siccome la parte primitiva del nostro comportamento risale alla preistoria (ed anche la prima) dobbiamo fare un breve ma molto istruttivo viaggio in tale periodo.

    Per fare ciò vi racconterò una storiella di due branchi di lupi. Ho scelto di parlarvi di animali, sia perché mi piacciono molto, sia perché poi la potrò facilmente rapportare ai nostri antenati primitivi.

    Tanto tempo fa…esistevano due piccoli branchi di lupi composti entrambi da tre maschi e tre femmine.

    Dei tre maschi di ogni gruppo due erano piccoli e gracili, mentre il terzo era grande e molto forte.

    Nel primo gruppo il maschio era buono e monogamo, quindi, tranquillamente si era scelto la sua femmina ed aveva lasciato le altre due agli altri due maschi.

    Pertanto, senza lottare vivevano felici e in armonia.

    Supponendo che ogni femmina ogni anno facesse quattro cuccioli: il primo anno nacquero quattro cuccioli forti (buoni e monogami come il padre) e otto deboli che poi nel secondo anno divennero otto cuccioli forti e sedici deboli, ricordate tali numeri…

    Nel secondo gruppo invece il lupo grande e forte era anche aggressivo e poligamo.

    Quindi dopo una breve lotta vittoriosa coi due lupi deboli si prese tutte e tre le femmine di lupo da cui pertanto il primo anno nacquero dodici lupi forti (aggressivi e poligami come il padre) che nel secondo anno divennero ventiquattro.

    Il terzo anno purtroppo i due territori di caccia si esaurirono.

    Ne rimaneva un terzo molto grande e bello che però bastava solo per un gruppo.

    Quindi i due gruppi dovevano lottare per la conquista di tale territorio e chi avesse perso, sarebbe morto per la mancanza di cibo.

    Chi pensate che abbia vinto per la sopravvivenza?

    Il gruppo dove (oltre ai genitori) c’erano gli otto lupi forti (buoni e monogami) e i sedici lupi deboli o quello con i ventiquattro lupi forti (aggressivi e poligami)?

    Naturalmente quest’ultimo gruppo.

    Quindi la legge dell’evoluzione ha dato la sua sentenza definitiva:

    Quando tribù e branchi lottano per la sopravvivenza vince il gruppo più forte, e, per essere forte, il gruppo deve scegliere il maschile più forte/ vincente il quale poi deve per accoppiarsi con più femmine possibili e fare così il maggior numero di figli forti che così renderanno sempre più vincente il gruppo.

    Siccome tali caratteristiche passano poi da padre in figlio, si sono radicate (sempre le stesse per milioni di anni) in maniera indelebile nel DNA di ogni maschio.

    Quindi ogni maschio presenta due caratteristiche fondamentali:

    innanzitutto la necessità di diventare un vincente, poi la tendenza poligama.

    Questo lo si vede tuttora, ad esempio, nelle tribù primitive delle foreste amazzoniche e africane (dove non è ancora arrivata la civiltà) dove il capotribù è il guerriero più forte e spesso ha più mogli.

    Per loro è naturale che sia così perché è sempre stato così e ciò gli ha permesso di avere molti guerrieri forti come il capotribù e quindi di sopravvivere fino ad ora.

    Però c’è una netta differenza fra le due caratteristiche maschili di vincente e poligamo perché quet’ultima necessità istintiva non è indispensabile che venga soddisfatta per essere felici in quanto il maschio (il perché lo vedremo in seguito) è sempre alla ricerca della femmina unica e speciale in grado di sedurlo e farlo stare bene anche solo con la sua presenza.

    Quando l’ha trovata è felice e le altre spariscono, diventano quasi invisibili e non sono più un richiamo irresistibile.

    Invece il bisogno di sentirsi un vincente è per ogni maschio una necessità irrinunciabile in quanto è la spinta più forte che viene dal suo cervello istintivo, fa parte della sua natura di maschio e siccome non si può andare contro natura deve realizzare tale esigenza , altrimenti si sente insoddisfatto, ansioso e perde autostima cadendo in una depressione autodistruttiva.

    Quindi per non fare inutili confusioni, per capire bene un maschio è sufficiente analizzarlo sotto quest’ultimo punto di vista.

    Possiamo tranquillamente considerare che fin dalla nascita la parte istintiva/primitiva del nostro cervello ci indica le modalità e gli scopi da raggiungere coi nostri comportamenti come fosse un telenovela a puntate da

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