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Voglia di… salsiccia
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E-book97 pagine1 ora

Voglia di… salsiccia

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Info su questo ebook

VOGLIA DI … SALSICCIA

Il rapporto genitori/figli viene sviscerato in questo libro attraverso il racconto coraggioso di una storia vera e autobiografica.

La dedica è per il figlio Andrea, il grande Maestro, che si è “sacrificato” perché la mamma apprendesse…

Una lettura diversa delle difficoltà della vita, positiva e di guarigione, che non indulge su facili argomentazioni di destini complicati, ma guarda alla loro reale valenza di opportunità per comprensione e crescita.

Il libro si avvale di importanti contributi di uno psichiatra e due psicologhe.

Un testo da leggere e su cui riflettere.
LinguaItaliano
Data di uscita27 ago 2012
ISBN9788867514090
Voglia di… salsiccia

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    Anteprima del libro

    Voglia di… salsiccia - Segnan Flavia

    PS

    PREFAZIONE DELL’ AUTRICE

    Parte Prima

    "Bello il tuo libro Un’anima chiamata papà" mi dice Egisto subito dopo averlo letto.

    Ben scritto, intenso, ma come mai, tra le tante cose che hai ritenuto di riportare come momenti salienti, pietre miliari della tua vita e della tua crescita hai dedicato a nostro figlio Andrea solo qualche frettoloso accenno?

    Un anno dopo di nuovo quella domanda davanti ad una pizza che condividiamo in tre: il mio ex marito, Andrea, venuto in ferie da Barcellona per qualche giorno, ed io.

    Ho scritto quel libro nel 2004, gli dico, anche se la sua pubblicazione e la tua lettura sono recenti. Allora noi due eravamo distanti e il rapporto con Andrea era davvero difficile. Di solito si riesce a scrivere bene di qualcosa che si è compiuto, che ha avuto un epilogo, perché lo si può vedere in maniera distaccata e maggiormente obiettiva, ma quando si vive l’esperienza le emozioni sono contrastanti ed è difficile estraniarsene.

    Si, però adesso il rapporto è cambiato e potrebbe essere un bel tema quello di genitori e figli insiste lui. Pensaci!!!

    Chiedo ad Andrea se, nel caso, avesse nulla in contrario, sperando in una sua qualche obiezione…

    Che compito enorme mi sta proponendo suo padre, aldilà delle mie possibilità! Far emergere il grande amore che ho per mio figlio, raccontando una storia difficile che ancora fa male…

    Scrivi pure tutto quello che ti pare è la sua disarmante risposta non pongo veti. So che sarà un bel libro.

    Abbozzo ancora, ma quella notte non riesco proprio a dormire. Una sveglia biologica mi costringe ad aprire definitivamente gli occhi alle tre. Mi giro e mi rigiro nel letto senza trovare pace, con i pensieri che cominciano a prendere il sopravvento sull’inutile tentativo di fugarli ed è così che mi appare il libro, nel suo titolo e nel suo contenuto.

    Nei giorni che seguono, butto giù qualcosa, scrivo, cancello e riscrivo…

    Non faccio significativi passi avanti, ma chiarisco i pensieri. Realizzo, tra l’altro, che i vari temi presi in considerazione, che posso trattare unicamente alla luce dell’ esperienza vissuta e della comprensione personale, potrebbero utilmente esser completati con pagine curate da professionisti quale approfondimento.

    Penso di poter coinvolgere alcuni miei validi amici: Giorgio Crismani, psichiatra e psicoterapeuta, Donatella De Colle psicologa e musicoterapeuta e Ylenia Harrison psicologa.

    La loro disponibilità a partecipare con interventi semplici, da chiacchierata, ma non per questo privi di profondità, è immediata, ma sono io che non sono ancora pronta.

    Ho bisogno di altro tempo, per depositare le emozioni e trovare il coraggio.

    E senza dimenticare l’impegno preso mi dedico con rinnovata energia a finire l’altro libro in cantiere: 101 piccole storie vere.

    Dopo, mi dico, ci riproverò.

    PREFAZIONE DELL’ AUTRICE

    Parte Seconda

    E’ il giorno del mio sessantesimo compleanno.

    Per una concatenazione di accadimenti per i quali non giurerei che i miei scherzosi Angeli Custodi siano stati estranei, questa sera alle 20 e 55, ora esatta della mia nascita, brinderò con parenti ed amici il mio nuovo anno zero.

    Anno zero??? Già. Tutto è iniziato con una rovinosa caduta.

    Venerdì sera, buio pesto, sono malamente inciampata su un fil di ferro posto a protezione di un’aiuola e, volata senza paracadute nella sottostante stradina di cemento, ho sbattuto violentemente il ginocchio sinistro, che ci ha messo un attimo a gonfiarsi di brutto; altro sangue usciva copioso dalla base delle dita della mano destra, dove il palmo risultava profondamente slabbrato e si intravvedeva l’osso.

    Il sabato, immobilizzata a letto, l’ho trascorso costantemente impegnata a scacciare il fastidioso, ma purtroppo realistico pensiero, di dover rimandare la festa:

    Ho ancora del tempo per recuperare e riuscire a piegare la gamba quel tanto che basta per infilarla in automobile mi sono più volte ripetuta per aiutarmi a trovare fiducia, mentre tutti gli altri, ragionevolmente dubbiosi, continuavano ad insistere perché mi facessi vedere, anche per mettere qualche punto di sutura alla brutta ferita della mano.

    …Sì…beh sì… casomai dopo, dopo la festa…

    Qualche inconfessabile dubbio, a dire il vero, nella giornata di ieri era venuto anche a me, quando, ancora impossibilitata dal dolore ad appoggiare il piede a terra, mi sono ritrovata a constatare gli scarsi progressi. L’immagine di me con la gamba costretta in un gesso ascellare mi ha però subito fatto scrollare di dosso pensieri nefasti e spinto invece a compiere un gesto significativo e benaugurante verso la realizzazione della festa.

    Sapevo per certo che Mario e Nadia avrebbero contribuito al rinfresco con dolci, che sarebbe arrivata in dono da Eleonora una sontuosa torta di compleanno confezionata con una ricetta tramandata in famiglia, mentre Laura, che metteva a disposizione il suo bel locale, si sarebbe occupata del salato.

    Non sarebbe mancato né da mangiare nè da bere, ma io avrei partecipato con la mia torta, quella che avevo promesso e che non manca mai alle mie feste di compleanno…il segreto sta nella crema, ma di più non posso proprio dire!!!

    Ho quindi incaricato mio marito di andare a comprare gli ingredienti necessari, le cialde di pan di spagna, le decorazioni e le candeline.

    Sai, mi ha detto un po’ imbarazzato al ritorno non ho trovato abbastanza candeline sfuse e ho optato per quelle con i numeri… Non so, forse è troppo brutale… un 6 e uno 0.

    Ho riso dicendo che erano gli anni che compivo, che non era brutale e

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