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TangoOlistico Ai confini del contatto
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E-book204 pagine2 ore

TangoOlistico Ai confini del contatto

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Info su questo ebook

Il TangoOlistico è il metodo di crescita personale ideato da Massimo Habib che si ispira al Tango Argentino. Di questa meravigliosa danza vengono utilizzati soprattutto due elementi fondamentali: la divisione nei ruoli maschile e femminile, che diventano specchio delle nostre parti interiori, ed il tipo di contatto a livello del petto nell’abbraccio, oltre naturalmente alla musica. Il libro si propone di spiegare e commentare questa nuova disciplina con un linguaggio semplice e accessibile a tutti, attraverso suggestioni ma anche esempi concreti. Per scoprire un nuovo strumento che, attraverso la conoscenza di noi stessi ed il superamento delle cause del nostro disagio, può condurci verso un nuovo equilibrio di benessere.
LinguaItaliano
Data di uscita16 nov 2012
ISBN9788867518968
TangoOlistico Ai confini del contatto

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    Anteprima del libro

    TangoOlistico Ai confini del contatto - Massimo Habib

    lettura.

    PERCHÉ IL TANGO

    Le energie benefiche del Tango

    Argentino

    Sul tango argentino è stato scritto di tutto: della sua storia, della sua bellezza e della sua passione. In questo volume mi limiterò ad analizzare ed enucleare ciò che dal tango ho preso per il mio lavoro, così lontano da una semplice e bella lezione di tango ma anche così vicino… Quando una coppia balla tango, al di là della tecnica, dell’appreso, c’è qualcosa che appare chiaro e, al contempo, di difficile definizione. Si tratta, lo so bene, di una dimensione di complementarietà e di chiarezza di energia, ma soprattutto, di chiarezza.

    L’uomo guida e la donna segue, quale formula, questa, di totale semplicità e grandezza?

    Nel benessere fisico, spirituale e psichico, ogni fenomeno presente in noi può essere ricondotto al concetto di chiarezza. Ogni qualvolta conosciamo (emotivamente, intimamente) un nostro disagio nel dettaglio, questo si modera, si stempera, a volte svanisce. Soprattutto, questo è evidente nei nostri problemi, in ciò che ci crea disagio. Ciò che davvero, sempre, ci fa stare male è la paura e questa è parente diretta della confusione e della indeterminatezza. È il non sapere che ci angustia, che ci fa sentire forte la distanza dall’oggi al domani e ci porta ad acuire quel senso di impotenza, mancanza di autostima, angoscia e malessere. Questo è vero in ogni caso della vita: problemi relazionali con genitori, figli, partner ecc. sono sempre dovuti alla nostra difficoltà a prendere decisioni, a prendere nuove strade o a decidere di restare in quelle passate.

    Il tango argentino, con le sue regole limitate e pure precise è di per se un’ottima metafora di una situazione di benessere e di chiarezza. È per questo che è così facile vedere il malessere presente in una persona che inizia a ballare tango. Se abbiamo un disagio legato alla mancanza di chiarezza, come sempre si verifica, questo appare chiaramente nella relazione di ballo, a volte con precisione di lettura incredibile. Così anche, quando ballo bene con un uomo o una donna, appare lampante il suo benessere, il suo equilibrio.

    Perché, dunque, il tango?

    Perché è uno straordinario contenitore energetico dove tutto ha il suo posto: la dimensione dell’abbraccio, il contatto alto al livello del petto e comunque mai casuale, il respiro che si contagia, i due ruoli che innescano processi di benessere o di malessere, la musica che viene interpretata e amplifica i processi in atto.

    Vediamo quali sono le caratteristiche che distinguono in modo fondamentale questo ballo dagli altri. In primo luogo abbiamo i ruoli che, come vedremo, saranno la base per il funzionamento del TangoOlistico.

    La storia è nota. Uomini immigrati da lontano che inventano passi nel porto di Buenos Aires, scene finte o quasi di lotta fra maschi frammista a passi di danza. Poi questi uomini, privi dei propri affetti femminili lasciati per necessità in lontani paesi europei quali l’Italia o la Spagna, incontrano le donne dei bordelli, fanno l’amore, parlano e… E qui incontriamo il primo nocciolo energetico per capire la dinamica del Tango Argentino e, quindi, del TangoOlistico: l’uomo propone alla prostituta alcuni movimenti che ha inventato.

    Ma, prima, la abbraccia.

    Dunque, la comprensione della direzione di guida è facile e immediata. L’uomo spiega la sua invenzione alla donna ma lo fa con un intenzione tutta affettiva, legata a quel rapporto con la mamma, la sorella, la figlia, la moglie lasciate in Europa per necessità economiche.

    Allora, sta nascendo un ballo dove l’affettività, prima dell’erotismo, crea il meccanismo centrale della danza e la guida dell’uomo e l’affettività sono legate indissolubilmente. La chiarezza con la quale l’uomo guida nel tango è una condizione necessaria per poter ballare. Così non è in tutti gli altri balli sociali, dove la responsabilità sulla conduzione è in vari modi condivisa e, spesso, come nei balli latinoamericani, l’uomo si limita a indicare il passo con il corpo ma, energeticamente, la costruzione del passo è condivisa nella coppia.

    Nel tango, l’uomo dona la propria energia, la sua direzione, alla donna che, comprendendo il suo impulso, la sua forza, la trasforma in movimento, eleganza, gioco.

    Il secondo elemento che distingue chiaramente questa danza da tutte le altre è l’abbraccio e la forma che assume durante il ballo. Chi abbraccia chi? Quando abbracciamo un amico, una fidanzata, una mamma è logico immaginare che l’abbraccio sia finalizzato ad una condivisione affettiva paritaria. E così, auspicabilmente, è. Poco importa se sei tu ad abbracciare lei oppure se è lei che ti vuole stringere, ciò che conta è tenersi stretti.

    Nel tango, invece, l’uomo, sempre, propone l’abbraccio e la donna, se vuole, lo accetta. Questo processo è chiaro nella forma dell’abbraccio e nella posizione delle braccia. Soprattutto, l’uomo cinge il corpo della donna con il suo braccio destro mentre la donna appoggia (senza mai tirare a se) il braccio sinistro, a seconda delle altezze, fin su dietro al suo collo o sulla sua schiena. Anche nei balli standard quali il valzer o la mazurca lo schema è simile ma con una differenza, per noi, fondamentale. E arriviamo al terzo elemento che ci interessa enucleare: la postura.

    Nel tango entrambi i partner assumono una identica postura. Uomo e donna sono, in primo luogo, rivolti uno verso l’altro con il baricentro spostato in avanti. Se i loro corpi potessero parlare (e sarà questa una suggestione centrale della nostra disciplina) direbbero semplicemente di .

    È questo che crea il contatto a livello molto alto, dove batte il cuore. Questo particolare contatto nei balli standard non esiste ed è volutamente così. Quando nasce il valzer, infatti, nel diciottesimo secolo, i contatti relazionali sono pochi, selezionati, a volte improponibili nell’austera Vienna. Curiosamente, nei balli standard, si predilige un contatto basso, a livello del bacino, mentre è inimmaginabile che si possa insistere dove batte il cuore ovverosia dove si creano la relazione, l’affetto, l’amore.

    Ancora oggi, quando ballo con una qualunque delle mie clienti, spesso lei mi confida il suo imbarazzo nell’offrirmi il suo seno, nel concedere questo contatto speciale, intimo, compromettente, molto più di un contatto a livello della vita, del bacino, perché in gioco c’è la confessione d’un sentimento, quello che sta provando in quel medesimo momento. Vedremo più avanti come questa confessione sia al centro di una tecnica speciale che utilizzo nei seminari avanzati e che prende il nome di racconto intimo.

    Ho deciso di utilizzare il tango per costruire la mia disciplina perché in questi tre elementi cardine, i ruoli, l’abbraccio e la postura, ci sono gli ingredienti per dare una forma sostanziosa a una modalità introspettiva del nostro esistere relazionale, del nostro affermarci nell’ambiente, della nostra più pura confessione con l’altro e, in definitiva, con noi stessi. Ma di questo più avanti.

    Eppure il tango può essere un perfetto alibi per non guardarsi dentro. La tecnica, pur necessaria per ballare, imprigiona e limita e, come il nostro carattere, ci illude di vivere un equilibrio che però spesso non ci soddisfa. In particolare, la tecnica, come una corazza, ci protegge. Così due ballerini possono vivere l’illusione del benessere per il solo fatto di aver imparato bene le regole e pure, possono non accorgersi che non stanno ballando davvero.

    Scrivo questo ora, anche se ritornerò sul tema più avanti, perché voglio dire che uno degli obiettivi del TangoOlistico è quello di vedere una persona che, grazie al suo ballare vero, vissuto, possa vedere i suoi meccanismi emozionali con una favolosa lente di ingrandimento e, grazie a questa, percorrere i dettagli del suo disagio partendo da ciò che il suo corpo dice, disciplinato dalle regole e dimensioni di questo ballo.

    Prima di proseguire spiegando nel dettaglio i contenuti della disciplina del TangoOlistico è necessario spiegare al lettore cosa si intenda con il termine Tangoterapia e perché il mio metodo, oggi, non abbia adottato questo nome.

    Dalla Tangoterapia al TangoOlistico

    Chi mi segue nel mio percorso ben sa che per quattro anni, dal 2008 al 2011 ho chiamato il mio metodo Tangoterapia. Registrai subito il marchio, valido tuttora nel territorio nazionale, intuendo che questa parola potesse avere un futuro, così evocativa e suggestiva, al tempo stesso, di benessere. Subito però mi accorsi che altri operatori, nel mondo, iniziavano a proporre metodi con lo stesso nome. Cosa proponevano?

    Troverete una dettagliata bibliografia in fondo al libro che documenta il lavoro di colleghi attivi in tutto il mondo. Qui vorrei limitarmi a trasmettervi un aspetto nucleare. Diversi operatori, più o meno contemporaneamente intorno al 2008, stavano notando che ballare il Tango Argentino faceva bene. Ben lo sanno i ballerini che frequentano le milonghe, i locali dove in tutto il mondo si balla tango. È una esperienza talmente bella che si attraversano periodi di vera e propria dipendenza. Uomini e donne stregati da un ballo unico, da una musica connotata e separata da ogni altro genere.

    Proverò, con alcuni esempi frutto della mia esperienza come insegnante, a mostrare come il tango possa far stare bene. A volte, direi spesso, vedo uomini che con impegno imparano i passi base, si sforzano, si applicano e infine tentano di guidare una donna in un primo tango: con risultati disastrosi. Perché? Eppure i passi li avevano studiati e da soli venivano benone.

    Quel che accade è che il contatto del tango cambia le carte in tavola. Spesso paure non accettate condizionano la capacità dell’uomo di convincere la donna a fare anche solo un passo. Come si può fidare la donna di un uomo che improvvisamente manifesta paura e la trasmette attraverso un contatto così sensibile? Il nostro uomo, ormai preoccupatissimo, ha davanti una scelta da compiere, anche se questo avviene in modo non molto consapevole: continuare così finendo per farsi rassicurare dalla donna (che in quel momento sogna un altro uomo) e violando così una regola base del tango, perché la donna finirà per guidarlo, oppure farsi coraggio e provare a cambiare qualcosa. Ma a volte non basta.

    Vedremo più avanti come il nostro carattere, per manifestarsi, ha bisogno del contatto con l’altro e per questo aspetto il tango ci offre uno strumento eccezionale.

    Poi abbiamo un altro modello di maschio molto diverso dal primo esposto. Ricordo una coppia venuta da me per migliorare la tecnica di ballo. Lui mi spiega subito che i problemi del loro ballo riguardano principalmente lei. Infatti, lui, sa

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