La musica che guarisce: Esperienze e considerazioni all'interno dei laboratori di musicoterapia didattica
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Info su questo ebook
Tommaso Scuccimarra è nato a Roma (quartiere di Testaccio) il 7 marzo 1971. Sposato e padre di una bambina, vive e lavora a Gaeta, preziosa località turistica in provincia di Latina, mèta ambita ed apprezzata per le sue doti naturali, storiche ed artistiche (tanto da essere soprannominata la “Perla del Tirreno”). Diplomatosi in chitarra classica nel 1998 presso il Conservatorio Statale di Musica “N. Sala” di Benevento e laureando in Filosofia nel 2018 con una tesi su “Carlo Sini e le Arti Dinamiche” presso l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, ha conseguito nel 2016 un master triennale di 600 ore in “Musicoterapia e Arti Terapie Integrate” presso la sede di Roma del circuito Ar.Te.D.O (Polo Mediterraneo delle Arti Terapie e delle Discipline Olistiche). Iscritto al C.U.M. – Sanità (Consiglio Unitario Musicoterapisti – Sanità), divide la sua attività professionale tra l’insegnamento dello strumento musicale ai più giovani, la pratica semi-professionale di musicista e quella professionale di esperto in musicoterapia ispirandosi a due modelli, tra loro complementari: quello psico-dinamico che si rifà all’originalissimo concetto di ISO (identità sonora) esplicitato da Rolando Omar Benenzon (tra i massimi esponenti mondiali della musicoterapia “attiva”), e quello psico-fisiologico integrato che si rifà, tra i vari, al concetto di “postura esistenziale” di Vezio Ruggieri.
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Anteprima del libro
La musica che guarisce - Tommaso Scuccimarra
Tommaso Scuccimarra
La musica che guarisce
Esperienze e considerazioni all'interno dei laboratori di musicoterapia didattica
The sky is the limit
ISBN: 9788893456715
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com
Indice
Premessa
Introduzione
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Conclusioni
Bibliografia
A Francesca, Elisabetta, mamma e papà,
ragioni di vita e fonti di ispirazione …
Non togliere a nessun uomo la sua canzone
(Sheldon B. Kopp)
Premessa
La creatività reclama un rapporto diretto con l'emozione: quando creiamo ci emozioniamo!
Il gesto creativo è un atto di onnipotenza; non stiamo generando, cioè producendo qualcosa a partire da qualcos'altro, ma appunto creando, ovvero portando alla luce qualcosa a partire dal nulla: è la massima aspirazione ed ambizione dell'essere umano (lo assimila al divino), la nostra personalissima attribuzione di significato al mondo che ci circonda e che ci fa riscoprire soggetti agenti capaci cioè di intervento, di modificazione del reale, ri-conoscendo il nostro sé organizzato.
In questo modo la creatività ci dona emozione, gioia, serenità, sicurezza, stabilità e soprattutto conforto nel realizzare che la realtà non è e non può essere soltanto un’oscura minaccia dipendente da chissà quali fattori esterni
, ma anche nostra soggettiva rappresentazione simbolica.
Questa dipendenza assoluta dall’orizzonte semantico ed emozionale, ci induce ad esempio a ritenere che la creatività espressa dal bambino mediante il gioco (da Donald Winnicott definito spazio transizionale
) rappresenti per certi versi un'appendice, una proiezione e nello stesso tempo una sostituzione del mondo affettivo, sicuro e stabile fornito al bambino nei primi mesi di vita dal rapporto simbiotico con la madre (attraverso la funzione di contenimento e di nutrimento emotivo-affettivo del sé).
In questa prospettiva allora lo stare da solo
è per il bambino condizione necessaria ed imprescindibile che si esplica alla massima potenza proprio attraverso il gioco quale personale re-interpretazione creativa dei rapporti interno-esterno
: il gioco è la madre sostituita, è il processo autonomo di ri-creazione indipendente del senso di sé fino a pochi attimi prima dipendente dal sé della madre, ora introiettata
e per ciò non più necessaria come presenza fisica costante.
Con la creatività e nel gioco il bambino inaugura una nuova stagione della sua vita, impara ad essere genitore di se stesso
, a prendersi cura di sé autonomamente e in questo senso il gioco diventa ponte privilegiato tra il proprio mondo interiore e la scoperta fantastica e fantasmatica del mondo circostante.
Ai genitori il compito di condurre pazientemente il bambino attraverso questo delicato passaggio, senza anticipazioni né ritardi.
Introduzione
La miglior risposta al dolore è la creatività
è il titolo di un articolo curato da Maria Grazia De Donatis all’interno della Rivista di Neuroscienze e Artiterapie n. 1 del 15 febbraio 2010; questa creatività <
E in effetti ci ritroviamo completamente abbandonati tra le braccia di questa madre grande e muscolosa
(la società, appunto) che ci reclama forti, competitivi, belli, sani; il dolore non può appartenere a questo abbandono, è evento da ripudiare, da rimuovere, da seppellire nell’intimo perché distrae dagli obiettivi imperanti, è un ostacolo da saltare, un nemico da abbattere
. Chiaramente accade così che, giorno dopo giorno, occasione dopo occasione, si perda irreversibilmente il contatto con la parte più vera e profonda di ciascuno di noi, dimentichiamo di metterci in ascolto con essa e di accogliere