Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Un sogno senza fine: Harmony Collezione
Un sogno senza fine: Harmony Collezione
Un sogno senza fine: Harmony Collezione
E-book158 pagine1 ora

Un sogno senza fine: Harmony Collezione

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

NUMERI E BACI - Jennifer Faulkner sa che l'attendono mille emozioni, che riguardano il suo presente e il suo passato: ha appena ereditato dal nonno una fattoria e una vincita da capogiro alla lotteria, ma soprattutto sta tornando nell'adorata cittadina di Jester. È lì, infatti, che dieci anni prima è svanito il suo sogno di portare all'altare l'attuale sceriffo, il bellissimo Luke McNeil. Appena si rivedono, succede che...

LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2015
ISBN9788858941362
Un sogno senza fine: Harmony Collezione

Leggi altro di Charlotte Douglas

Autori correlati

Correlato a Un sogno senza fine

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Un sogno senza fine

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Un sogno senza fine - Charlotte Douglas

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Surprise Inheritance

    Harlequin American Romance

    © 2003 Harlequin Books S.a.

    Traduzione di Velia De Magistris

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-136-2

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Prologo

    «Tutto?»

    Con le gambe che tremavano, Jennifer Faulkner strinse convulsamente fra le mani il telefono portatile e si lasciò andare sulla sedia più vicina.

    «Tutto, incluso Cottonwood Farm» confermò l’avvoca-to. «E anche la recente vincita alla lotteria. Suo nonno le ha lasciato tutto quello che possedeva.»

    «Capisco» replicò Jennifer, ma in realtà non capiva proprio nulla. Per più di dieci anni suo nonno aveva rifiutato ogni contatto con lei; da quando, il giorno dopo la morte della nonna, le aveva ordinato di lasciare la fattoria, precisando di non volerla vedere mai più. E adesso la nominava unica erede di tutta la sua ingente fortuna. La cosa non aveva senso.

    «Dovevano esserci molte tasse da pagare» riprese l’avvocato, parlando con l’accento tipico del Montana, «ma suo nonno ha già provveduto a ogni cosa. Quello che rimane del denaro, e cioè poco più di un milione di dollari, è stato versato su un conto bancario intestato a suo nome.»

    «Un milione di dollari» ripeté Jennifer lentamente, quasi per concedere alla sua mente il tempo necessario ad afferrare il senso di quelle parole. Non desiderava quei soldi. Quello che davvero voleva era tornare indietro nel tempo, rivivere quei momenti sereni che aveva trascorso nella fattoria dei nonni mentre i suoi ricchi genitori andavano in giro per il mondo. Ma nulla, neanche un milione di dollari, avrebbe ormai potuto realizzare quel sogno.

    «Signorina Faulkner? È ancora in linea?»

    «Sì, mi scusi. Cosa stava dicendo?»

    «Che dovrebbe venire qui al più presto per firmare i documenti e per prendere possesso della fattoria. Il mio ufficio è a Pine Run, una città a venti miglia da Jester. Conosce la zona?»

    «La conoscevo dieci anni fa.»

    «Non è cambiato molto da allora» replicò l’avvocato. «Il mio ufficio è proprio di fronte al municipio.»

    «Potrebbe ripetermi il suo nome?»

    «Hank Durham.»

    Jennifer sorrise. Nel Montana anche gli avvocati avevano nomi che rievocavano gli eroi dei rodeo. Nel Montana, cioè a casa sua.

    «Quando pensa di arrivare?»

    «Devo organizzarmi» gli rispose ignorando la sensazione di nostalgia. «Glielo farò sapere» concluse. Poi interruppe la comunicazione e si appoggiò sospirando alla spalliera della sedia.

    La giornata aveva preso un corso decisamente diverso dal previsto. Quando quella mattina si era svegliata e aveva guardato dalla finestra la neve che turbinava portata dal vento e che si accumulava ai lati della strada di Chicago dove abitava, aveva capito senza ombra di dubbio di non poter affrontare un altro giorno come assistente di Brad Harrison presso la Lake Investment Consultants. Aveva telefonato in ufficio per comunicare di essere malata, con l’intenzione di inoltrare al più presto una lettera di dimissioni.

    Dunque Hank Durham non avrebbe potuto scegliere un momento migliore per comunicarle la notizia dell’eredità. Era pronta per lasciare Chicago, e un trasloco non sarebbe stato così difficile, pensò guadandosi intorno. Nulla in quel piccolo appartamento le apparteneva, se non il grande vaso di terracotta, la fotografia che ritraeva i suoi nonni nel giorno del quarantesimo anniversario di matrimonio e la bella pietra di agata che Luke McNeil le aveva regalato un giorno di quell’estate speciale di dieci anni prima.

    Luke McNeil.

    L’uomo le aveva spezzato il cuore, e tuttavia le capitava ancora spesso di pensare a lui durante il giorno e di sognarlo di notte, anche se ormai da tanto tempo non lo vedeva e non aveva sue notizie. Ma cosa si era aspettata, d’altra parte? Davvero aveva creduto possibile dimenticare l’uomo di cui era stata innamorata per ventitré anni, sin da quando era stata solo una bimbetta di cinque anni e lui le aveva salvato la vita?

    Se chiudeva gli occhi, riusciva a rivedere la verde prateria che separava la fattoria dei Faulkner da quella dei McNeil, e risentiva persino sulla pelle il tiepido vento di quella splendente mattina di giugno.

    «Vediamo chi arriva prima al ruscello!» propose Vickie, la sorella minore di Luke.

    Jennifer non se lo fece ripetere due volte. Aveva solo cinque anni, come la sua amica, ma già non si sarebbe tirata indietro di fronte a una sfida. Iniziò a correre con tutta la velocità che le era possibile verso il corso d’acqua che delimitava il confine della fattoria McNeil, incitata dal rumore dei passi di Vickie che risuonavano alle sue spalle. Non rallentò nemmeno giunta sul ponticello che sovrastava il ruscello. Ma il legno era coperto di ghiaccio, lei scivolò e, quasi senza rendersene conto, si ritrovò immersa nell’acqua gelida.

    Non sapeva nuotare ma, anche in caso contrario, le forze non le sarebbero bastate per superare il vortice creato dalla corrente.

    L’ultimo suono che sentì prima di andare a fondo fu il grido terrorizzato di Vickie. Poi, come per miracolo, fu riportata a galla da un paio di forti mani.

    «Una giornata un po’ fredda per fare un bagno, vero piccolina?» La voce di Luke era scherzosa, ma la preoccupazione era evidente sul suo viso mentre la trascinava verso riva.

    «So... sono caduta» mormorò lei lottando per reprimere le lacrime. Luke aveva cinque anni più di lei ed era il suo eroe. Mortificata, Jennifer si liberò dalla sua presa e andò a sedersi sul terreno ghiacciato, battendo i denti per il freddo.

    «Ehi, Jenny, il tuo ginocchio sanguina!» notò Luke. Sfilò un fazzoletto dalla tasca, lo bagnò nel ruscello e la ripulì dal sangue con delicatezza. «Devi esserti ferita su una roccia quando sei caduta» commentò poi.

    Le sorrise e Jennifer sentì il cuore fare una capriola. Luke aveva capelli lisci e folti, neri come l’ala di un corvo, zigomi alti e colorito olivastro, tutti indizi che indicavano fra i suoi antenati Indiani mentre gli occhi blu erano eredità del lato scozzese della sua famiglia. Quando montava a cavallo, sicuro come se fosse nato su una sella, lei restava per ore ad ammirarlo.

    Lo guardò in quel momento, il suo cuore da bambina già conquistato, mentre lui strappava un lembo della sua camicia e con quello le fasciava il ginocchio.

    Aveva conservato quel pezzo di stoffa per anni, ricordò Jennifer, fino a quando era partita da Cottonwood Farm, subito dopo che Luke le aveva chiesto di sposarlo.

    Sì, si era innamorata di Luke McNeil ventitré anni prima, e da allora, nonostante avesse provato e riprovato, non era più riuscita a dimenticarlo. Probabilmente era per quello che la sua storia con Brad Harrison non aveva funzionato. E neanche le storie con la mezza dozzina di uomini che aveva frequentato prima di lui. Ma chi, d’altra parte, poteva sostenere un tale paragone?

    Il telefono squillò di nuovo. Quasi l’avesse evocato, questa volta era Brad. «Devi venire immediatamente qui, Jen» esordì lui senza preamboli. «Sei tu che conosci i dettagli dell’affare Radner-Whitcomb. Arriveranno fra pochi minuti.»

    «Chiama un sostituto. Io non verrò.»

    «Per oggi?»

    «Per sempre» replicò lei secca. «Ti farò recapitare la mia lettera di dimissioni in mattinata.»

    «E io come farò? Tu sei la sola a sapere dov’è tutto.»

    «Tutto è nel mio ufficio» commentò Jennifer. «Serviti pure» aggiunse. Poi interruppe la comunicazione provando solo un vago senso di colpa. Aveva iniziato a vedere Brad Harrison sotto una luce completamente diversa da qualche settimana, e cioè dal loro disastroso viaggio a Parigi. Lui le aveva promesso una vacanza romantica, loro due soli nella Ville Lumiére. Aveva omesso di dirle però che, guarda caso, la loro vacanza sarebbe coincisa con la partecipazione a un congresso di consulenti finanziari francesi, che aveva comportato un lavoro sufficiente per cinque segretarie.

    Un lavoro che Brad aveva affidato solo a lei.

    Una vacanza romantica... come no!

    A peggiorare le cose, al ritorno a Chicago aveva trovato sulla sua segreteria telefonica un messaggio di Finn Hollis, un vecchio amico di suo nonno. L’aveva richiamato immediatamente e aveva appreso che, mentre lei si stava divertendo a Parigi, suo nonno era morto e che ormai era troppo tardi anche per presenziare ai funerali.

    Aveva deciso di telefonare al nonno almeno due mesi prima, cioè quando aveva letto su un giornale un articolo che riguardava la grande vincita della lotteria avvenuta a Jester, nel Montana. Aveva visto le fotografie di Henry e di altre undici persone che, per otto anni, avevano comprato i biglietti della lotteria con una sorta di fondo comune che avevano istituito: un dollaro a testa ogni settimana. Quando infine uno dei loro biglietti era stato estratto, si erano divisi un montepremi di quaranta milioni di dollari. La quota di suo nonno, a parte le tasse, doveva aggirarsi sul milione di dollari.

    «Dovresti andare a far visita al vecchio» aveva commentato Brad. «Digli che posso dargli dei buoni consigli su come investire il suo denaro.»

    Jennifer, che aveva pensato di contattarlo ancora prima di tanta pubblicità, aveva cambiato idea. «Non posso telefonargli adesso» aveva affermato.

    «E perché no?»

    Aveva nel cuore il nonno e Cottonwood Farm, ma era andata via in spiacevoli circostanze. Riallacciare una relazione con Henry le era sempre sembrato difficile ma, con le nuove circostanze, era addirittura impossibile. «Dopo tutti questi anni, penserà che sono interessata solo al suo denaro» aveva mormorato.

    In realtà, non aveva mai capito perché le avesse chiesto di lasciare la fattoria. Non le aveva dato giustificazioni, limitandosi a dirle che il solo guardarla gli risultava insopportabile. Per mesi lei aveva continuato a scrivergli e a telefonargli. Le lettere erano state rispedite al mittente e non una volta era riuscita a parlargli al telefono. Anche quando, tre anni prima, i suoi genitori erano morti in un disastro aereo, e lei aveva scoperto che avevano dissipato tutto il loro ingente patrimonio prima di morire, il nonno non aveva cercato di contattarla. Aveva

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1