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Incontro col milionario: Harmony Collezione
Incontro col milionario: Harmony Collezione
Incontro col milionario: Harmony Collezione
E-book162 pagine2 ore

Incontro col milionario: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Dalla Grecia agli Stati Uniti, dall'Italia all'Inghilterra, innamorarsi di un milionario non è poi così difficile. Ma riuscire a rapirne il cuore non è un'impresa da tutti.

Brianna Connelly è l'ultima persona che il noto milionario greco Dimitrios Giannakis vorrebbe rivedere, ma la bellissima modella di fama internazionale potrebbe rappresentare l'unica speranza per la vita di sua figlia, e Dimitrios è disposto a tutto pur di salvarla. Persino a incontrare nuovamente la sua ex fiamma, colei che lo ha abbandonato senza alcuna spiegazione. Anche Brianna, però, ha i suoi buoni motivi per temere quell'incontro.
LinguaItaliano
Data di uscita10 lug 2019
ISBN9788830501232
Incontro col milionario: Harmony Collezione
Autore

Catherine Spencer

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Incontro col milionario - Catherine Spencer

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Giannakis Bride

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2008 Spencer Books Limited

    Traduzione di Laura Premarini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-123-2

    1

    Erano solo le sei e quarantasei di un martedì del mese di maggio. Una splendida alba tingeva di un pallido rosa il cielo sopra Atene, ma per Dimitrios Giannakis la giornata era già inoltrata e sinistramente familiare. Quando lo staff medico si era riunito per il regolare consulto di ogni mattina, non era stato necessario ascoltare l’ultimo bollettino: un’occhiata ai loro visi aveva detto tutto ciò che doveva sapere. Ora, seduto nel suo ufficio, Dimitrios fissava il telefono sulla sua scrivania con un’espressione di profondo odio. Quella era una chiamata che non avrebbe voluto mai fare, e pur di evitarla sarebbe stato disposto a tutto, ma non aveva altra scelta. Brianna Connelly era la sua ultima speranza o, più precisamente, l’ultima speranza di Polly.

    Quando si trattava di sua figlia, Dimitrios non permetteva che niente, nemmeno il suo orgoglio ferito, si frapponesse tra lei e ciò di cui aveva così disperatamente bisogno. Le probabilità che Brianna acconsentisse alla sua richiesta erano quasi nulle. Quattro anni prima, lei aveva mostrato perfettamente qual era la sua priorità: il patinato e artificiale mondo dell’alta moda, dove contavano solo giovinezza e bellezza. In ogni caso, avrebbe provato a chiedere, era disposto anche a pregarla, se necessario, per dare alla sua bambina una piccola, ma concreta possibilità. Le lancette dell’orologio segnavano le sette, sulla costa occidentale del Canada dovevano essere quasi le nove. Era un buon momento per fare ciò che doveva.

    Con la mascella serrata, sollevò il ricevitore e digitò il numero dell’attico di Brianna dove, secondo le sue fonti, avrebbe dovuto trovarsi. Il tempo era di estrema importanza e, con il suo lavoro, l’indomani lei avrebbe anche potuto trovarsi in qualche angolo inaccessibile del Sahara o dell’entroterra australiano. Era una professionista richiesta in tutto il mondo ed era troppo ambiziosa per rifiutare qualunque incarico che avrebbe potuto incrementare la sua carriera.

    Il telefono suonò tre volte, poi partì una segreteria che gli chiedeva di lasciare un messaggio. Con aria truce, ruotò la sedia verso la finestra. «Sono Dimitrios Giannakis, Brianna. Devo parlarti con estrema urgenza non appena...»

    «Dimitrios?» La sua voce, leggermente roca e più sexy che mai, lo interruppe.

    Facendosi forza, lui osservò: «Ci sei, allora».

    Se non l’avesse conosciuta meglio, avrebbe potuto pensare che quel breve silenzio indicasse ansia o rammarico, ma lei si riprese velocemente. «Ovviamente. Che posso fare per te?»

    Per anni si era vantato di essere un uomo indipendente, capace di piegare il mondo alle proprie condizioni. Ora l’idea di doversi umiliare con qualcuno, soprattutto con una donna che disprezzava, lo fece quasi stare male. Ma il destino si era accanito sull’unica debolezza che aveva: la sua bambina, e, anche se sarebbe morto piuttosto che chiedere qualcosa per sé, non aveva scelta. Doveva ingoiare il gusto amaro che aveva in bocca e rivolgersi alla sola persona al mondo che, forse, sarebbe stata in grado di aiutare la sua povera piccola. Inimicarsi Brianna Connelly non era certo la strada giusta per ottenere il suo scopo. Tenendosi bene in mente questo, tentò di addolcire il suo approccio. «Come stai, Brianna?»

    Chiudendo con fermezza la porta a inutili ricordi, aspettò la sua risposta.

    Lei rise, gelida. «Considerando che in tutti questi anni non ci siamo scambiati più di dieci parole, non vedo che cosa possa importarti della mia salute. Né capisco che cosa possiamo avere da dirci dopo la morte di mia sorella. Quindi, perché non arrivi al punto e mi spieghi subito quello che stai cercando veramente? Ho un volo domani mattina presto e ho bisogno di dormire.»

    Avrebbe dovuto immaginare che Brianna era ancora così. Ci sono cose che non cambiano mai, mentre altre purtroppo sì. Tornando alla scrivania, afferrò una fotografia di Polly scattata solo sei mesi prima che la malattia lasciasse il suo visetto così sciupato e pallido. Poi, con una smorfia di disgusto, fece quello che doveva. «Molto bene, allora. Ho un favore da chiederti e, ti avverto subito, è enorme.»

    Quattro anni prima, Brianna aveva giurato solennemente che non avrebbe mai più rimesso piede in Grecia. A parte il funerale di Cecily, per assistere al quale era arrivata e ripartita da Atene lo stesso giorno, aveva mantenuto quella promessa. Eppure, dopo sole quarantotto ore dalla telefonata di Dimitrios Giannakis, non solo era tornata in quel paese, ma anche sulla soglia di casa sua, depositata lì dall’autista in uniforme che era andato a prenderla all’aeroporto. Cambiare la sua destinazione di viaggio era stato abbastanza semplice. Le valigie erano già fatte per la tanto pregustata pausa di un mese a Bermuda, e gli abiti estivi che aveva preparato sarebbero andati bene anche ad Atene.

    «Sono perfettamente in grado di andare da sola dall’aeroporto all’hotel» aveva chiarito a Dimitrios al telefono, ma lui era stato perentorio.

    «Troverai qualcuno ad accoglierti» aveva ribadito, «e alloggerai a casa mia durante tutta la tua permanenza. È davvero il minimo che posso fare, ti sono profondamente debitore.»

    A casa sua? La parola non si avvicinava neppure a descrivere la residenza che aveva davanti agli occhi. Abbarbicata su una collina sopra l’Egeo e circondata da lussureggianti giardini, brillava alla luce rossa del tramonto. Il luogo era davvero imponente, quasi sontuoso, e Brianna non era certo poco avvezza al lusso. Ma, del resto, cos’altro si poteva aspettare? Sapeva per esperienza che Dimitrios non era il tipo d’uomo che faceva le cose a metà. Avrebbe riso all’ironia di quel pensiero, ma era così tesa da riuscire a malapena a respirare. Non voleva ammetterlo, ma la prospettiva di rivederlo e vivere sotto il suo stesso tetto la terrorizzava. Lui le aveva spezzato il cuore già una volta e le erano occorsi quattro interi anni per riprendersi. Ora non aveva alcuna intenzione di permettergli di sconvolgerla una seconda volta, ma temeva che la vicinanza in presenza di circostanze tanto dolorose gli avrebbe dato l’opportunità di farlo di nuovo.

    «Avresti potuto dirgli di no» aveva osservato Carter Maguire, suo agente e amico di vecchia data, quando Brianna gli aveva spiegato la ragione per cui avrebbe dovuto cancellare tutti i suoi impegni. Certo, avrebbe potuto benissimo voltare le spalle a Dimitrios, ma a una bambina di tre anni gravemente ammalata?

    L’autista, un uomo piuttosto taciturno, posò il bagaglio e diede uno strattone alla catena del campanello che pendeva accanto alla porta d’ingresso. Poi, senza aspettare che qualcuno rispondesse, fece un cenno di saluto, risalì sulla Mercedes e se ne andò.

    Brianna sentì dei passi avvicinarsi da dentro la casa e si preparò: il momento della verità era arrivato. Se fosse riuscita a superare quel primo incontro con Dimitrios, il peggio sarebbe passato. L’uomo che aprì la porta era troppo basso, anziano e calvo, perché lei lo scambiasse per il cognato.

    Con un sorriso smagliante, la fece entrare in casa. «Kalispera, signorina Connelly e benvenuta! Noi tutti l’aspettavamo e siamo molto felici del suo arrivo.»

    Lei gettò un’occhiata nervosa nell’ampio ingresso dal pavimento in marmo, aspettandosi di vedere comparire Dimitrios da un momento all’altro, ma scorse soltanto una profusione di cespugli in fiore nel giardino interno e un’ampia scalinata candida che portava ai piani superiori.

    L’uomo portò dentro il suo bagaglio. «Sono Alexio» si presentò. «Io e mia moglie Erika ci occupiamo della casa. La sta aspettando in cortile con un piccolo rinfresco e più tardi le mostrerà la sua stanza. Nel frattempo, io mi occuperò del suo bagaglio.»

    «Grazie» rispose Brianna. «È molto gentile.»

    «Di nulla. Lei è la benvenuta, la cena sarà servita alle nove, quando tornerà Dimitrios.»

    «Non c’è?»

    Il sorriso di Alexio si affievolì. «È alla clinica con la piccola» spiegò, conducendola attraverso una porta a vetri in un cortile interno. «Rimane là tutte le sere finché Polly non si addormenta. Probabilmente sarà a casa entro un’ora.»

    Altre piante in fiore, una fontana e confortevoli mobili in vimini abbellivano il cortile, rendendolo un’oasi di ombrosa tranquillità. La donna che l’aspettava non aveva la stessa aria affabile di Alexio. Dietro la gelida cortesia, Brianna indovinò un certo risentimento.

    «Desidererà sedersi e rilassarsi un po’ dopo un così lungo viaggio...» ipotizzò Erika, indicando una caraffa di tè e una ciotola di frutta sul tavolo.

    Le sue parole sembrarono più un ordine che un invito, tuttavia, a Brianna era stata concessa una breve tregua e non aveva intenzione di sprecarla. Non poteva evitare Dimitrios per sempre, ma almeno avrebbe avuto la possibilità di rinfrescarsi ed essere in ordine prima di affrontarlo.

    «È molto gentile da parte sua, ma sono rimasta seduta per la maggior parte delle ultime ventiquattr’ore e non desidero altro che rilassarmi con un bagno caldo.»

    La donna spostò il suo sguardo su Alexio e mormorò qualcosa in greco, lui le rispose con calma di non agitarsi. Poi, rivolgendosi a Brianna, tentò di alleggerire la tensione nell’aria. «Mia moglie è preoccupata perché non ha ancora disfatto il suo bagaglio, né rinfrescato gli abiti che lei desidera indossare a cena.»

    «La prego, non è il caso» spiegò Brianna. «Io sono abituata a viaggiare e posso cavarmela da sola.»

    Erika replicò sprezzante: «A Dimitrios questo non piacerà. Ci ha ordinato di trattarla come se fosse un membro della famiglia reale».

    «Mi assicurerò che sappia di essere stato preso alla lettera. Ora, se gentilmente volesse mostrarmi la mia camera...»

    «Da questa parte, allora.»

    Come si aspettava, la stanza che le avevano assegnato superava in splendore il più lussuoso hotel di Atene. Ampia e ariosa, da un lato aveva un’alcova dotata di una porticina che si apriva su un ponticello che conduceva a un giardino sul retro, al centro del quale si trovava una grande piscina di acqua salata. Il letto era rivestito di finissimo lino. Collegato a un bagno in marmo travertino, c’era uno spogliatoio pieno di specchi. Era un luogo dove avrebbe potuto ritirarsi e stare in pace, se le cose fossero divenute troppo difficili con Dimitrios.

    «Nel caso avessi trascurato qualunque cosa potesse occorrerle, sia così gentile da farmelo sapere» dichiarò Erika formalmente, preparandosi ad andarsene.

    Brianna lanciò un’occhiata alle composizioni di fiori freschi sistemate in diversi punti della camera, alla caraffa di acqua ghiacciata posata su un vassoio, e pensò alla schiera di articoli da toeletta nel bagno.

    «Non riesco a immaginare cos’altro possa servirmi. A parte... un’informazione...»

    «Sì?»

    «Ha parlato di cambiarsi per cena. Esattamente, come dovrei vestirmi?»

    «Decentemente» rispose la donna. «In linea con gli standard di questa casa.»

    Ammutolita e sorpresa da tanta scortesia, Brianna si limitò semplicemente a guardarla. Alexio, che le aveva seguite con il bagaglio, spinse la moglie fuori dalla stanza, richiudendo la porta dietro di lei, poi si rivolse di nuovo a Brianna. «Sa, l’inglese di Erika non è sempre dei migliori» si scusò. «Quello che intendeva dire è che la cena è più... elegante della colazione o il pranzo. Un abito carino andrà benissimo, ma quando la signora Giannakis era viva...» Si spostò imbarazzato da un piede all’altro. «Le sue idee riguardo a ciò che era decoroso e appropriato non sempre coincidevano con quelle di suo marito.»

    «Capisco perfettamente» rispose Brianna, ed era proprio così. Cecily non era mai stata il genere di donna disposta a sottostare alle regole di qualcuno, se non alle proprie, e probabilmente si era divertita a farsi beffe dei desideri di Dimitrios. Non c’era da stupirsi, quindi, che Erika fosse così ostile. Di certo si aspettava che lei non fosse diversa della sua povera

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