La figlia segreta: Harmony Collezione
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Catherine Spencer
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
La figlia segreta - Catherine Spencer
successivo.
1
La casa sembrava più piccola, perfino più povera di quel che rammentava, ma la berlina blu scuro parcheggiata ai bordi della strada che gli spazzaneve avevano provveduto a pulire era decisamente nuova e piuttosto costosa. Comunque, nemmeno per un attimo, Sally si sarebbe aspettata che appartenesse a Dan Cordell. Era troppo conformista, troppo pratica. Non rientrava affatto nel suo genere di accessori. Lui era tipo da Harley... una sgasata e via.
La voce che la salutò quando spalancò il portone d'ingresso di sua madre, però, fu decisamente quella di Dan: avvolgente e morbida come velluto. «E così, finalmente ti sei degnata di tornare» le disse a bruciapelo.
Sally si domandò se lo shock devastante che accusava dentro di sé si riflettesse altrettanto intensamente sul suo volto. «Certo che sì» rispose, stringendo disperatamente la maniglia della porta, nella speranza che il metallo di basso prezzo di cui era fatta le affondasse freddo nel palmo della mano, distraendola dal doloroso quanto improvviso tuffo al cuore avvertito a quell'inatteso incontro. «Mi hanno informato che mia madre ha avuto un incidente e che ha bisogno di qualcuno che l'aiuti a recuperare, quindi il mio ritorno non è mai stato in questione, come mi pare tu stia insinuando.»
Lui si strinse nelle spalle, come se non le credesse, e indicò Ariel con un cenno del capo. «E lei chi sarebbe?»
Sally sapeva che era una domanda alla quale avrebbe dovuto rispondere, ma non si era aspettata di doverlo fare così presto e proprio con lui come interlocutore. Dan non avrebbe mai dovuto indovinare alcunché. «È mia figlia.»
«Questo lo avevo capito da me.» Solo una parvenza del sorriso che un tempo l'aveva indotta a dimenticare ogni senso di quel pudore che il padre puritano si era tanto sforzato di instillare in lei gli sfiorò la bocca. «Ma io intendevo dire... come si chiama?»
«Ariel» disse lei, attirando a sé l'adorata figlia, come se questo potesse proteggerla dal dover apprendere chi era esattamente quell'uomo.
Il suo sguardo, sorprendentemente più azzurro e più diretto che mai, ma addolcito ora da una compassione che non aveva posseduto undici anni prima, si posò su Ariel. «È un nome davvero grazioso» commentò. «Proprio come colei che lo porta.»
Sebbene Ariel sorrise compiaciuta, una fitta di panico assalì Sally. Che cosa avrebbe fatto se la sua ricerca di una qualche traccia dei tratti aristocratici dei Cordell non fosse stata così accurata e infruttuosa come amava credere, e lui avesse invece notato nella bambina una qualche somiglianza con se stesso che le era sempre sfuggita? Che cosa avrebbe fatto se un lampo di intuito gli avesse suggerito che aveva appena incontrato il sangue del proprio sangue?
Prima che potesse fare quel collegamento, lei spinse Ariel verso la cucina in fondo allo stretto corridoio. «Va' a vedere cosa c'è nel frigorifero, tesoro. Forse dovremo fare un salto al negozio di alimentari giù all'angolo, prima di dedicarci a qualsiasi altra cosa. Controlla che ci siano latte, pane, uova e succo di frutta... insomma, il genere di cose che teniamo sempre in casa.»
Dan osservò Ariel coprire la distanza che li separava dalla stanza in questione sulle sue lunghe leve, e Sally si strinse nelle braccia, sicura che un destino avverso stesse alla fine per presentarle il conto. Invece, prima di infilarsi il giaccone di jeans che aveva precedentemente posato sull'appendiabiti, lui si limitò a dire: «Non sapevo che ti saresti portata appresso la famiglia, Sally».
«Così come io non sapevo che tu avessi le chiavi della casa di mia madre» replicò lei, pungente, mentre la scarica di adrenalina suscitata dalla paura cercava uno sfogo nel risentimento. «Oppure ti sei introdotto qui dentro illecitamente?»
Come se il fatto di averlo trovato lì non l'avesse scombussolata abbastanza, lui le diede anche una risposta non certo tranquillizzante. «Sono il medico di tua madre, e sono di stampo abbastanza vecchio da credere ancora nelle visite a domicilio.»
La bocca di Sally si spalancò. Dan Cordell, il cui principale passatempo undici anni prima era stato quello di andare a donne e fare collezione di multe per eccesso di velocità, un dottore? E, per giunta, di vecchio stampo? «Ma certo!» lo derise lei, studiando i suoi jeans e il dolcevita bianco ghiaccio. «E io sono Anna, ex istitutrice dei molti figli del Re del Siam.»
«Al contrario, Sally. Tu sei la figlia assente che si vergognava talmente dei suoi genitori da scegliere di dimenticare perfino che esistessero, una volta accalappiato un ricco pieno di soldi, quindi cerchiamo di non confondere la realtà con la fantasia.»
Pareva che Dan potesse distribuire insulti con la stessa facilità con cui un tempo aveva emanato il suo fascino. La sua gelida disapprovazione gettò un'ombra perfino più lunga di quella proiettata dal suo fisico, che rasentava il metro e novanta, illuminato da dietro dall'incerto sole di metà marzo che filtrava attraverso la finestra alle sue spalle. In ogni caso, la battuta perse in parte la sua incisività con il riferimento al suo stato civile.
Dibattuta fra uno scoppio di risa isteriche e un moto di cocente indignazione, lei per poco non squittì. Marito pieno di soldi? Questa sì che è fantasia! Anzi, è fantascienza! Tuttavia, riuscì a mantenere il controllo e a rispondere con distacco: «Approvo e sottoscrivo il tuo invito. Niente voli di fantasia, ma solo dati di fatto. Posto che tu stia dicendo la verità per una volta nella vita, e che tu sia davvero il suo medico, come sono le condizioni di mia madre?».
«Abbastanza critiche da esigere che non cerchi di muoversi senza qualcuno che l'assista. Una caduta dal letto o giù per le ripide scale di casa potrebbe esserle fatale. Già prima dell'incidente era messa male.»
«Quanto male?»
Lui sottopose Sally a una breve ispezione critica, facendo scorrere lo sguardo dai suoi stivali di pelle, che avevano tutta l'aria di essere soffici come un guanto, al maglione di cachemire che s'intravedeva attraverso il collo di pelliccia del cappotto. «Trovo deprimente che tu lo debba chiedere a me. Se avessi...»
«Se non fossi il pessimo esempio di figlia che sono, conoscerei già la risposta alla mia domanda» tagliò corto lei. «Be', non lasciarti ingannare dai miei abiti eleganti, dottore! Sotto, sono ancora la spudorata ragazzina indisciplinata e ribelle di un tempo. Quella che, un giorno sì e l'altro pure, rischiava di spezzare il cuore ai suoi genitori, che la credevano posseduta dal diavolo.»
«Queste sono parole tue, Sally, non mie.»
«Sono le parole che mi hanno indotta a lasciare il paese prima ancora di compiere diciotto anni, e che venivano sussurrate abbastanza forte perché chiunque potesse udirle. Immagino che, ora che sono tornata, troveranno nuova linfa.»
«È per questo che sei stata via tutto questo tempo? Perché non ti sentivi a tuo agio?»
Sally dovette reprimere un sospiro, restia, anzi incapace, di dirgli la verità. E la verità era che, dopo che lui si era stancato di lei e della loro clandestina relazione estiva, e aveva scoperto di essere incinta, aveva temuto che se lo avesse scoperto suo padre l'avrebbe uccisa di botte, e si era ritrovata sola perché neanche sua madre aveva avuto il coraggio di sfidare le ferree regole comportamentali fissate da suo marito per cercare di aiutarla. E, di conseguenza, odiava tutti quanti per quel che aveva dovuto subire.
«Lasciamo perdere me» disse Sally. «Ti ho chiesto di mia madre. So che l'auto dei miei genitori è finita sotto un treno a un passaggio a livello incustodito, che mio padre è morto sul colpo e che mia madre ne è uscita gravemente ferita. Gradirei conoscere l'entità di quelle lesioni e sapere se guarirà.»
Qualcosa attraversò lo sguardo di Dan, un'espressione fugace che ricordava da vicino un vago rimpianto. «Tu sei cambiata, Sally. Non sei più la ragazza che conoscevo.»
«Lo spero bene!»
«Hai perso la tua dolcezza.»
«Ho perso le mie illusioni giovanili, dottore. E se tu culli ancora le tue, allora non sono sicura che tu sia idoneo a prenderti cura di mia madre. A proposito, perché non è tuo padre a occuparsi di mia madre? Da quel che ricordo, è il nostro medico di famiglia da sempre.»
«È andato in pensione l'anno scorso, quindi se è un secondo parere medico che cerchi, non è da lui che lo otterrai. Comunque, sarò più che felice di indicarti qualcuno, ma se è uno specialista che vuoi, allora dovrai uscire da Harmony Cove. Ho già consultato l'unico ortopedico e l'unico pneumologo che ci sono in paese, ed entrambi concordano con il mio parere di modesto medico di famiglia.»
«Forse sonderò ulteriormente il terreno.» Sally batté ripetutamente il tacco di uno stivale contro il pavimento di linoleum e sperò che lui lo interpretasse come un segno di impazienza piuttosto che di nervosismo. Quando aveva appreso che era stato il dottor Cordell a suggerire ai servizi sociali di contattarla, non le era nemmeno passato per la testa che si trattasse del figlio subentrato nella condotta medica, e le ci volle un po' per abituarsi all'idea. «Nel frattempo, apprezzerei una risposta diretta a una domanda che tu sembri ansioso di dribblare. Come sta mia madre... e, ti prego, non disturbarti ad addolcirmi la pillola. Se non c'è speranza che si riprenda, o se è destinata a rimanere invalida per sempre, dillo e basta.»
La bocca di lui, che una volta le aveva ispirato una passione talmente prorompente che ancora adesso, undici anni dopo, il solo ricordo le trasmise un'ondata di calore all'altezza del basso ventre, si serrò con durezza. «Il prolungato uso di steroidi per curare l'asma l'ha lasciata alle prese con i problemi dell'osteoporosi secondaria. A questo aggiungi l'età, una dieta povera e una generale incuria per la sua salute, e ti ritrovi con una donna che ha un costato talmente fragile che un abbraccio troppo caloroso potrebbe quasi spezzarle le ossa. L'impatto dello scontro l'ha lasciata con un'anca malamente fratturata, che ora è tenuta insieme grazie a dei perni impiantati chirurgicamente. È possibile che possa tornare a camminare. È improbabile che possa farlo senza l'ausilio di un deambulatore. In quanto alle condizioni delle sue ossa, potrebbero anche migliorare, ma solo marginalmente e solo se assume i farmaci che le sono stati prescritti. Però è smemorata e depressa. Non penso che sia particolarmente interessata a riprendersi. Oserei perfino dire che desidera morire. Questa ti sembra una risposta sufficientemente diretta?»
Sufficientemente diretta? Santo cielo, stava tremando da capo a piedi per lo shock, e il dolore era tale che stentava a credere di poter mantenere il controllo dei nervi. «Sì» disse, spalancando il portone di casa. Il freddo vento dell'Atlantico le sferzò il viso, e lei lo accolse benevolmente. Infatti, l'aiutò a riprendersi meglio di quanto non avrebbero potuto fare un tè caldo o una buona dose di compassione. «Grazie per essere passato di qui.»
Dan prese tutto il tempo che gli serviva per abbottonarsi il giaccone e chiudere la borsa professionale di pelle. «La tua ansia di vedere la mia schiena è prematura, mia cara. Prima di andarmene, affidandola alle tue amorevoli mani, voglio assicurarmi che tu abbia capito i limiti di tua