Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Un isola per due: Harmony Collezione
Un isola per due: Harmony Collezione
Un isola per due: Harmony Collezione
E-book161 pagine2 ore

Un isola per due: Harmony Collezione

Valutazione: 5 su 5 stelle

5/5

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Irresistibili milionari 2/2

Maria Vincenti va su tutte le furie quando il migliore amico di suo fratello, il milionario Nicolas César, la porta sulla sua isola privata nel Mediterraneo per proteggerla dalle attenzioni di uno stalker. Lei è una donna forte, ha superato tutte le prove che la vita le ha riservato, e non intende farsi mettere i piedi in testa da nessuno, tantomeno da quell'uomo arrogante e... irresistibile.
Nonostante l'ostilità iniziale, Maria intuisce in Nico uno spirito affine e la passione che suscita in lei minaccia di riportare a galla sogni e speranze che ha seppellito tanto tempo prima. Adesso l'unica domanda a cui deve rispondere è: riuscirà a fidarsi davvero di un uomo che potrebbe distruggerla?
LinguaItaliano
Data di uscita20 mag 2019
ISBN9788858998014
Un isola per due: Harmony Collezione

Leggi altro di Angela Bissell

Autori correlati

Correlato a Un isola per due

Titoli di questa serie (4)

Visualizza altri

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Un isola per due

Valutazione: 5 su 5 stelle
5/5

2 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Un isola per due - Angela Bissell

    successivo.

    1

    «Mamma mia! Eccoli.»

    Maria fermò le mani sui tasti del computer. L'avvertimento della sua assistente, Lina, sibilato a bassa voce, aveva distrutto il suo pensiero come un cristallo sotto i colpi di un martello. Alzò lo sguardo appena in tempo per vedere il corriere spingere le porte a vetri della galleria che lei dirigeva nel quartiere Parioli di Roma, con un fascio di rose tra le braccia.

    «Bellissime.» Lina si avvicinò alla scrivania di Maria. «Le più belle in assoluto.»

    Maria avrebbe voluto contraddirla, ma Lina aveva ragione. Le due dozzine di rose dal lungo stelo erano davvero bellissime. I petali vellutati di un rosso vivo, in contrasto con il candore delle pareti bianche della galleria, a Maria fecero pensare al sangue.

    I suoi pensieri corsero ai gigli bianchi ricevuti all'inizio della settimana, una vera sorpresa, perché fino a quel momento i fiori erano sempre arrivati di venerdì. I gigli, carnosi e delicati come le rose erano bellissimi da vedere, ma il loro profumo dolciastro le era rimasto nelle narici, lasciando una specie di nausea che l'aveva tormentata anche dopo averli buttati via.

    Anche il biglietto che le accompagnava era pesantemente profumato e lei avrebbe voluto stracciarlo in mille pezzi, ma le era stato imposto di conservare tutti quei biglietti, nel caso potessero costituire una prova, perciò infilò anche quello in un cassetto, ripromettendosi che, quando tutto fosse finito, quando lo stalker fosse stato catturato o si fosse stancato di infastidirla, li avrebbe bruciati, godendosi la vista.

    Il fattorino si avvicinò, ma Maria non voleva neppure toccare quelle rose.

    «Ciao.»

    Il sorriso del fattorino non servì a eliminare il suo timore. Gli occhi del ragazzo corsero a Lina, alta e ben fatta, ma il suo sguardo di apprezzamento lasciò il posto alla sorpresa, o forse la parola giusta sarebbe stata shock, quando l'uomo seduto dietro di lei si alzò in piedi di scatto.

    Girò attorno alla scrivania, e il fattorino impallidì di fronte a quell'uomo alto e imponente. Maria provò un moto di simpatia: Nicolas César, ex legionario, capo della famosa César Security e buon amico di suo fratello, era tipo da mettere paura anche nei giorni in cui non pareva voler strozzare qualcuno, come invece sembrava voler fare in quel momento.

    Nico fissò il fattorino dall'alto, la mano enorme tesa, potenzialmente distruttiva. «Dia a me.»

    La sua voce profonda rimbombò con il tono autorevole che solo uno sciocco con istinti suicidi avrebbe osato ignorare. Il fattorino, saggiamente, non esitò, consegnandogli le rose con una rapidità che avrebbe divertito Maria, se solo avesse trovato qualcosa di spassoso in quella situazione.

    Il ragazzo rivolse di nuovo lo sguardo a Lina, che però non staccava gli occhi da Nicolas. Con un'ultima occhiata a Maria, il fattorino si allontanò.

    Le mani posate sui cerchioni al titanio sopra le ruote, Maria fece scivolare la sua sedia a rotelle, staccandosi di pochi passi dalla scrivania.

    Aveva bisogno di mettere tra sé e Nico una distanza maggiore, prima di poterlo guardare in faccia.

    Non che non fosse assuefatta a guardare le persone dal basso in alto... tredici anni in sedia a rotelle l'avevano abituata a vedere il mondo da una posizione di inferiorità e da tempo aveva fatto pace con quell'aspetto della sua disabilità. Benché le persone normodotate potessero pensare a lei come a una confinata in sedia a rotelle, come se la sedia fosse la sua prigione e non le gambe, per Maria quel mezzo ultramoderno e leggerissimo era stata la scelta che le dava la possibilità di lavorare e di viaggiare, di vivere una vita indipendente, proprio come una qualunque donna di trent'anni dedita alla carriera.

    Nicolas César però era diverso dalle persone che incontrava tutti i giorni, non soltanto per la sua rara prestanza o per il fatto che fosse più alto di quasi tutti gli altri uomini.

    Come il fratello di Maria, anche lui superava il metro e novantacinque, aveva un fisico palestrato, tuttavia quello che attirava e metteva in fibrillazione gli ormoni di Maria, era l'aura di potere che lo circondava, l'impressione che dava di essere un uomo con il quale pochi avrebbero osato scherzare.

    Quella consapevolezza la irritava enormemente.

    L'attrazione sessuale era una complicazione di cui in quel momento, o forse in qualunque momento, non aveva bisogno, soprattutto per un uomo così lontano dalla sua portata fisica.

    «Non lo interroghi?» gli domandò, in collera con se stessa per il tono sarcastico della propria voce.

    Lui le puntò addosso gli occhi blu, facendole capire che la frecciatina non gli era sfuggita, e facendola sentire in colpa. Era venuto ad aiutarla su richiesta di suo fratello Leo, e il fatto che Leo lo avesse chiamato senza chiedere il suo parere non era colpa di Nico. Ingiusto prendersela con lui.

    Continuò a fissarla, e quel lungo contatto la fece arrossire, turbandole il cuore per qualcosa di più del semplice senso di colpa. Ricambiò lo sguardo perché non poteva farne a meno. Aveva occhi di un blu ipnotizzante e fissarli le dava la sensazione di essere trascinata sotto la superficie di un oceano, togliendole il respiro.

    Aprì le labbra per scusarsi e prendere fiato, ma Nico la precedette.

    «Bruno ha già verificato che il personale del negozio del fiorista è a posto. Non è necessario che io...» fece una pausa quasi impercettibile, «lo interroghi

    L'enfasi posta sull'ultima parola fece aumentare il disagio di Maria. Riusciva a immaginare con facilità che un uomo come lui fosse in grado di far confessare chiunque. E sospettava anche che chi possedeva un magnetismo così potente avesse raramente bisogno di inseguire una compagnia femminile... Era certa che le donne lo rincorressero ovunque andasse, attratte dal suo aspetto di duro e dal corpo forte e imponente.

    E questo ancora prima che lui aprisse bocca!

    Prima che la sua voce profonda, con un vago accento francese e una leggera inflessione americana, si riversasse su di loro come sciroppo caldo.

    Maria rabbrividì.

    Le sue amanti lo pregheranno di fare l'amore? Grideranno il suo nome?

    Il brivido si trasformò in un fiotto di calore.

    Che cosa non va in me? Non ha senso fantasticare di sesso bollente con l'amico di mio fratello...

    La vita le aveva insegnato delle lezioni difficili, che l'avevano resa realista, obbligandola a non sognare ciò che non avrebbe mai potuto avere.

    Aveva però delle aspirazioni: farsi un nome nel mondo dell'arte, avere successo come artista, rendersi indipendente dal fratello... quelli erano i propositi che al mattino la facevano alzare dal letto.

    E poi aveva una lista segreta di desideri, come chiunque. Perché tutti vorrebbero vedere e fare cose che mettano un po' di magia nella vita quotidiana.

    Maria non era diversa dagli altri. Non poteva più camminare, ma vivere con la spina dorsale danneggiata non significava non potersi dare dei traguardi, o fare qualcosa di avventuroso.

    In tutto il mondo le persone paraplegiche praticavano paracadutismo, pilotavano aerei e gareggiavano in sport impegnativi.

    I progetti inseriti nella sua lista dei desideri erano tutti realizzabili; alcuni più eccessivi di altri, ma tutti realistici. Non era una donna con la testa tra le nuvole, sapeva bene che cosa fosse possibile e che cosa non lo fosse. E non c'era motivo per non tentare il paracadutismo in tandem, salire su una mongolfiera o visitare le piramidi.

    Erano tutte attività possibili.

    Ma che possibilità ci sono che l'uomo che può avere ai suoi piedi qualunque donna desideri proprio me? Quella era solo una pericolosa fantasia, per cui non doveva perdere tempo.

    Devo restare concentrata e ricordare ciò che conta davvero: il mio lavoro, la mia indipendenza, la mia arte. Specialmente la mia arte.

    Eppure al momento rischiava di perdere tutto a causa di un anonimo ammiratore mentalmente instabile, se non del tutto folle.

    Sei settimane. Ormai da sei settimane riceveva quei mazzi di fiori e i biglietti, che all'inizio considerava curiosi e divertenti, a volte persino lusinghieri. Poi però erano diventati personali, intimi. Possessivi.

    Era stato il biglietto che due settimane prima accompagnava tredici tulipani cremisi a lasciarla per la prima volta davvero spaventata.

    Che bel vestito indossavi ieri, amore mio, il rosso su di te è perfetto, ed è anche il mio colore preferito. Vedi? Siamo fatti uno per l'altro. S.

    Quelle parole l'avevano presa alla gola e all'improvviso si era resa conto di qualcosa che fino a quel momento non aveva considerato: quell'uomo, chiunque fosse, la seguiva, la osservava, la molestava.

    Le era venuta la pelle d'oca e a stento si era trattenuta dal grattarsi il braccio, come per rimuovere qualcosa di spiacevole che le correva sulla pelle.

    Era rimasta così scossa da sentire il bisogno di confidarsi con sua cognata, Helena. Con il senno di poi, era stato uno sbaglio. Helena, nonostante l'avesse pregata di non farlo, ne aveva parlato con il marito, il fratello di Maria, che era andato fuori di testa.

    L'aveva immediatamente chiamata, furioso perché non ne aveva parlato con lui e invitandola a chiamare subito la polizia.

    Naturalmente non lo aveva fatto.

    Voleva evitare di farne un caso e poi suo fratello era sempre stato iperprotettivo. Il fatto che avesse atteso quarantotto ore prima di chiamare in aiuto Nico, a ripensarci, era sorprendente.

    Nico, che Maria aveva incontrato due anni prima al matrimonio di Helena e Leo, all'inizio aveva mandato a Roma solo il suo collaboratore Bruno, e lei aveva cercato di convincersi di non esserne delusa.

    Dopotutto Nicolas César era un uomo molto occupato, era CEO di un famoso global network che forniva servizi di protezione a personaggi influenti; avere a che fare con un ammiratore troppo zelante non poteva essere in cima alle sue priorità, nonostante l'amicizia con Leo.

    E invece poi era arrivato anche lui. Il cuore di Maria non aveva ripreso il suo ritmo normale da quando aveva messo piede nella galleria, circa tre quarti d'ora prima.

    Dopo i saluti, le aveva chiesto di mostrargli i biglietti e aveva letto ogni parola. Poi, giacché era un venerdì pomeriggio e quindi si aspettava un altro mazzo di fiori, si era seduto su una delle poltrone riservate alla clientela della galleria, in attesa.

    «Dov'è Bruno?» gli domandò. Non perché ne sentisse la mancanza, ma perché voleva ritardare il momento di aprire il biglietto.

    «Sta seguendo una traccia.»

    Piuttosto vago. «Che traccia?»

    Non rispose, invece si rivolse a Lina, come se non avesse udito o preferisse ignorare la domanda.

    Maria represse l'irritazione, solo per sentirla prepotentemente riemergere quando guardò Lina. Santo cielo! Non ha un briciolo di orgoglio o di dignità? Avrebbe voluto far schioccare le dita per risvegliare la sua assistente da quella specie di trance, e smuoverla dall'atteggiamento ammiccante, che forse non si era neppure accorta di avere assunto.

    Nico prese il biglietto che accompagnava i fiori, che passò subito a Lina. «Falli sparire» ordinò.

    Lina sorrise raggiante, neanche le avesse rivolto un complimento. Maria si stizzì per quel comportamento, ma la ragazza, senza rendersi conto di nulla, prese il mazzo e sparì nel retro, diretta all'esterno dove si trovava il bidone della spazzatura.

    Maria non riuscì a trattenersi. «Sei stato sgarbato.»

    Nico le puntò di nuovo addosso i fari blu

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1