I caldi ricordi del capo: Harmony Collezione
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Info su questo ebook
Quando Alessandro Marchese fa il suo ingresso nella sede della società che ha appena acquisito, una persona in particolare ne resta molto colpita. Il rossore del viso di Cassie Janus, infatti, ne tradisce l'imbarazzo: quell'uomo, il suo nuovo capo, è lo stesso che l'ha lasciata senza una spiegazione, sei anni prima, dopo un'incredibile notte di passione. E ora sembra non ricordarsi neppure di lei!
A differenza di quanto voglia lasciare intendere, Alessandro non è affatto insensibile alla presenza di Cassie. Il velo che avvolgeva i suoi ricordi si sta sollevando, e ora gli resta un solo tassello per completare il quadro.
Michelle Reid
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
I caldi ricordi del capo - Michelle Reid
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Marchese’s Forgotten Bride
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
© 2009 Michelle Reid
Traduzione di Maura Arduini
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5898-792-6
1
La sala era così affollata che Cassie ebbe persino difficoltà a portare il bicchiere alle labbra. Ma si sentiva comunque felice di trovarsi in mezzo a tutte quelle luci, alla confusione e ai colleghi in abito da sera, agghindati per la serata di presentazione del nuovo capo.
Non partecipava a niente del genere da un secolo, ed era un piacere per il quale si era persino concessa la spesa folle di un nuovo vestito, in seta nera, che le fasciava la figura snella e la faceva sentire raffinata ed elegante. Aveva trovato il tempo per il parrucchiere, e i capelli biondi appena tagliati le sfioravano le spalle non appena muoveva la testa.
«Hai gli occhi che brillano come due smeraldi» osservò Ella, al suo fianco. «Sei contenta di essere qui, vero?»
Le labbra di Cassie, lucide di lip-gloss, si curvarono in un sorriso. «Avevo dimenticato che cosa si prova in questo caleidoscopio!»
«Be’, potrai riprendere l’abitudine, adesso che i gemelli sono un po’ cresciuti.» Ella alzò il bicchiere per farlo tintinnare contro il suo.
«E magari anche mettermi a cercare marito?» rise Cassie.
«Santo cielo, no.» Vide un’ombra passare sul viso dell’amica.
Ella era reduce da una lunga relazione con un uomo che l’aveva lasciata a un mese dal matrimonio con la più classica delle scuse: non si sentiva pronto per un passo tanto impegnativo.
«È acqua passata, Ella» le ricordò Cassie. «Non pensarci più.» Lei poteva capirla bene. Quand’era rimasta sola, anni prima, aveva appena saputo di aspettare i gemelli.
Ella sbatté le ciglia e annuì. «Ormai l’ho superato. Davvero.»
Tutt’e due si erano lasciate il peggio alle spalle, pensò Cassie. «Sì, l’hai superato alla grande» ribadì. «Al posto di quel serpente a sonagli di agente di borsa adesso c’è un fantastico body builder con l’animo da orsacchiotto.»
Ella rise per il paragone tra il vecchio innamorato e quello nuovo. La sua risata catturò l’attenzione dei vicini, che si scostarono per includere anche loro nella conversazione. Le risate aumentarono, e l’atmosfera si riscaldò.
«Quando ci lasceranno passare nella sala del buffet?» sospirò Ella, una decina di minuti più tardi. «Muoio di fame.»
«Stiamo ancora aspettando l’arrivo dell’ospite d’onore» replicò Cassie, sorseggiando il vino.
«Be’, se aspetta ancora un po’ noi qui diventiamo sardine» si lamentò l’amica. «Però non mi dispiacerebbe affatto trovarmi appiccicata al tipo che è appena entrato con gli alti papaveri della direzione...»
Cassie seguì lo sguardo di Ella. Non era preparata a quel che accadde. Per un attimo, lo shock le azzerò la vista. Poi le sembrò di precipitare nel vuoto. Le gambe divennero molli e un’ondata di calore le salì dalla punta dei piedi. Non lo vedeva da sei anni, ma ogni centimetro di lui le era così familiare da fermarle il cuore.
Del resto, a chi poteva sfuggire un uomo come quello? Superava di almeno dieci centimetri tutti coloro che gli stavano intorno. In quel momento aveva la bella testa bruna reclinata per ascoltare ciò che gli diceva un tipo più basso e tarchiato, della direzione. Lei riconobbe il gesto. Le sembrò di conoscerlo così bene come se fosse passata solo un’ora dall’ultima volta che gli aveva passato le dita fra i capelli. Le tremarono le mani e per poco non lasciò cadere il bicchiere di champagne sul marmo candido della sala.
«Santo cielo... è il nuovo capo!» bisbigliò Ella alle sue spalle. «Senti come fanno tutti silenzio...»
«Non può essere...» sussurrò Cassie con un brivido.
«Dici?» Ella lo riconsiderò con attenzione, mentre lei rimaneva immobile. «Eppure deve proprio essere lui. Quello splendido esemplare di maschio non può essere che Alessandro Marchese. Già il solo nome è sexy.»
Lei sussultò. Alessandro Marchese? Ella stava forse guardando qualcun altro?
«Ricordatelo bene, cara» la sentì continuare. «Quel tipo vale tanto oro quanto pesa, e la signora in rosso che gli sta appesa al braccio sembra avere tutte le intenzioni di contribuire di persona al mantenimento della specie...»
La signora in rosso...
Cassie distolse gli occhi dall’uomo e guardò al suo fianco. Sì, lei ed Ella parlavano della stessa persona. C’era una splendida donna con i capelli neri e l’abito rosso fuoco al braccio del nuovo venuto. I due sembravano intimi, come due amanti ancora all’inizio della loro storia.
Stavano bene insieme. Anche il nome Alessandro Marchese gli si addiceva di più di quel Sandro Rossi con cui l’aveva conosciuto lei.
Tornò con lo sguardo a lui, che nel frattempo aveva alzato il viso. Un viso bellissimo, che non aveva perso affatto il magnetismo che l’aveva colpita anni prima, quando lo aveva visto per la prima volta. Le ciglia lunghe, il naso diritto, la bocca ben disegnata... Cassie gli accarezzò con lo sguardo gli zigomi alti nel volto abbronzato, con la morte nel cuore lo guardò rivolgere un sorriso straordinariamente sexy alla donna in rosso.
Se avesse avuto un po’ di forza nelle gambe sarebbe andata là per togliergli a schiaffi quel sorriso dalle labbra! Alessandro Marchese... Ma chi voleva imbrogliare? Era forse un avventuriero, che cambiava il nome a seconda di come gli tornava più comodo? O magari aveva mentito solo a lei? L’aveva ammaliata con il suo bel viso e un’intensità che sembrava straordinariamente sincera, l’aveva sedotta e poi abbandonata come una colazione indigesta per tornare alla sua vita in Italia?
Il dolore del tradimento subìto le irrigidì la schiena. Lui intanto se ne stava là, con quell’aria di suprema e rilassata indifferenza che apparteneva solo ai mascalzoni, specie a quelli fisicamente dotati e dalla parlantina sciolta come lui. Cassie lo odiò. Ma non poté impedirsi di continuare a guardarlo, ammirando la pelle abbronzata, il collo forte e le spalle ampie, esaltati dall’abito scuro e dalla camicia candida.
Lei ricordava tutto di quel corpo, ogni più intimo dettaglio. La morbidezza della pelle, che sembrava seta sotto le dita, la sensibilità alle sue carezze...
Doveva andarsene via di lì...
La lama del desiderio la colse impreparata, facendola irrigidire. E proprio in quel momento lui alzò il capo e guardò dritto verso di lei. Cassie si trovò di colpo a incrociare quegli occhi, neri e profondi, che aveva pregato di non rivedere mai più.
Il tempo si fermò. Le voci, le risa... tutti i rumori della sala passarono in second’ordine, separando loro due da tutto il resto del mondo, e tutti i ricordi che per sei lunghi anni aveva tenuto sepolti in fondo alla mente ripresero improvvisamente vita.
Sandro che rideva... Sandro che le rivolgeva un piccolo sorriso divertito... Sandro che la teneva stretta e che la baciava... Sandro così gentile, e poi sempre più intenso e appassionato, mentre facevano l’amore.
Di nuovo, la fiamma del desiderio riprese vita, fino a farle trattenere il respiro. Cassie deglutì, e lo vide sbattere le palpebre, mentre le fissava le labbra. Si sentì fremere. Oh, no. Non voleva questa cascata di sensazioni incontrollabili. Voleva rimanere fredda e impassibile anche davanti a lui... Dio, che rabbia non riuscirci!
Lui continuò a osservarla. Racchiuse nello sguardo la cascata di capelli biondi e le spalle candide, giù fino all’attaccatura delle spalline. Il messaggio nei suoi occhi era così rovente ed elementare che Cassie trasalì. Voleva protestare, ma non poteva. Non si era mai sentita così vulnerabile in tutta la sua vita.
Non le venne nemmeno in mente che lui avesse impiegato tutto quel tempo per riconoscerla, finché non incrociarono di nuovo lo sguardo. Negli occhi di lui l’espressione di pigra curiosità si tramutò in un lampo d’orrore. Per un attimo spalancò gli occhi e sembrò che volesse proiettarsi in avanti. Cassie smise di respirare. Smise di fare qualunque altra cosa: sentire, pensare...
Infine lui si irrigidì e le voltò la schiena, cancellandola proprio come se le avesse chiuso la porta in faccia.
Un’altra volta.
Sconvolta dalla brutalità di quel rifiuto, Cassie si sentì sul punto di svenire. Qualcuno le urtò il braccio, facendole quasi cadere il bicchiere, ma lei se ne accorse appena. Qualcun altro le parlò, ma lei non capì una sola parola. Sapeva di essere impallidita, il gelo si era impadronito di lei e la vecchia ferita si era riaperta, proprio lì di fronte a tutti i suoi colleghi.
In qualche modo, riuscì a distogliere lo sguardo e a voltarsi. Cercò di calmare il respiro. Ci volle tutta la forza del suo autocontrollo per non girarsi e scappare, via da quella folla che ora rischiava di soffocarla.
«Credi che ci lasceranno andare a mangiare, adesso?» sussurrò Ella, ignara.
Fu sconvolgente scoprire che il tutto doveva essere durato solo pochi secondi. «Sì» rispose, in automatico.
Chi era?
La domanda irruppe nella mente di Alessandro come un fulmine, e risvegliò il dolore ormai familiare sopra la tempia destra. Si portò una mano alla testa.
Si sentiva strano, come se qualcosa volesse irrompere fuori, dall’interno.
Possibile che l’attrazione fosse una forza così immediata e istintiva da tagliarti letteralmente le gambe? Erano anni che... Non ricordava l’ultima volta che la vista di una bella donna lo avesse letteralmente tramortito, com’era successo con la bionda poco prima. Ed era piuttosto irritato che fosse successo proprio lì, con una donna che da quel momento in poi avrebbe lavorato per lui. Non era professionale. Una circostanza fastidiosa, per lui...
«Hai mal di testa, Alessandro?» chiese con delicatezza Pandora, sempre molto attenta a ogni suo più piccolo sbalzo di umore.
«No.» Lui abbassò la mano e non poté fare a meno di girarsi per sbirciare un’altra volta la bionda.
Anche la vista della sua schiena gli incendiò i sensi, con un’immediatezza che lo sconcertò. E i capelli... c’era qualcosa nel colore dei suoi capelli e nel modo in cui le accarezzavano le spalle bianche...
«Eppure sei pallido, caro» insistette Pandora. «Sei sicuro che...»
«È solo colpa del fuso orario» tagliò corto lui un po’ irritato, con lo sguardo ancora fisso sulla bionda. «Siamo arrivati qui direttamente dall’aeroporto, dopo un volo di quindici ore. Non assillarmi, Pandora. Lo sai che mi innervosisce da morire.»
Chi era, santo cielo? E perché diavolo aveva l’inquietante sensazione di averla già vista da qualche parte...?
«Non hai fatto altro che lavorare, invece di riposarti.» La sua compagna ignorò l’avvertimento. «Un giorno, Alessandro, finirai per...»
Accanto a lui, Jason Farrow batté le mani, incurante di quel che stava dicendo Pandora. Il suono rimbombò nella testa di Alessandro facendogli stringere i denti.
«Signori e signore, posso avere la vostra attenzione, per favore?» esordì il direttore uscente della BarTec, ottenendo un silenzio immediato nella sala. Tutti guardavano con attenzione dalla loro parte.