Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

STONEMAN. L’uomo di pietra. Lo strano caso di Epis Epstein
STONEMAN. L’uomo di pietra. Lo strano caso di Epis Epstein
STONEMAN. L’uomo di pietra. Lo strano caso di Epis Epstein
E-book143 pagine1 ora

STONEMAN. L’uomo di pietra. Lo strano caso di Epis Epstein

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Il racconto di una singolare avventura che vede il protagonista, Epis Epstein – disertore dell’esercito che lotta contro il Tempo – attraversare le fasi involutive che riportano il suo organismo e la sua psiche a una primordiale, ancestrale materialità, a una individuale “età della pietra”.

Una discesa agli inferi che tuttavia gli permette di esaltare una nuova sensibilità artistica e una sorprendente intuizione metafisica, fino a scoprire una nuova identità rivelata dall’imprevedibile esito finale della storia.

Un romanzo breve – magnificamente illustrato da Michele Mariani – che impegna in una lettura di circa un’ora, e dona al lettore la visione di scenari esistenziali inusuali, inesplorati e lontani dal senso comune.

Buona lettura e anche buona visione!
LinguaItaliano
EditoregoWare
Data di uscita11 set 2013
ISBN9788867971084
STONEMAN. L’uomo di pietra. Lo strano caso di Epis Epstein

Correlato a STONEMAN. L’uomo di pietra. Lo strano caso di Epis Epstein

Titoli di questa serie (11)

Visualizza altri

Ebook correlati

Fantascienza per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su STONEMAN. L’uomo di pietra. Lo strano caso di Epis Epstein

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    STONEMAN. L’uomo di pietra. Lo strano caso di Epis Epstein - Gordon Bloom

    © goWare

    settembre 2013, 1a edizione

    ISBN 978-88-6797-108-4

    Redazione: Alice Mazzoni

    Copertina: Lorenzo Puliti

    Sviluppo ePub: Elisa Baglioni

    Illustrazioni: Michele Mariani

    In copertina: Lea, di Michele Mariani

    goWare è una startup fiorentina specializzata in digital publishing

    Fateci avere i vostri commenti a: info@goware-apps.it

    Blogger e giornalisti possono richiedere una copia saggio a Maria Ranieri: mari@goware-apps.com

    Made in Florence on a Mac

    Quando è stato possibile le illustrazioni sono state tratte da Wikipedia Commons e da altre risorse Creative Commons. Negli altri casi l’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare.

    Seguici su

    newsletter

    Tessete, o Veggenti, l’opera inviolabile,

    inventate l’essere umano, create la razza divina,

    aguzzate le lance di luce per aprire il cammino

    verso ciò che è immortale…

    Rig-Veda; Canto X, 53

    Presentazione

    Mentre leggevo la storia di Stoneman, mi veniva da chiedermi: ma a che genere letterario si potrebbe assegnare questo strano scritto? A prima vista si potrebbe pensare al genere fantascientifico, e Stoneman è certamente, in un certo senso, un racconto di fantascienza.

    In realtà è anche altro.

    Via via che continuavo la lettura mi venivano in mente alcuni grandi nomi della letteratura cui l’autore, per alcuni versi, può certamente essere raffrontato: così ho riconosciuto il ritmo narrativo di Poe e ho ripensato allo Strano caso del dottor Jekyll e di mr. Hyde, finchè non è comparsa sulla scena della mia mente la figura del grande e visionario De Foe, flagellatore paradossale e immaginifico della società del suo tempo.

    E in effetti il racconto di Bloom è soprattutto una straordinaria favola-metafora in cui trova espressione una critica impietosa e persino violenta contro alcuni aspetti della società contemporanea: contro il sistema medico-scientifico, prima di tutto, che vorrebbe sconfiggere la morte, ma che è divenuto mortifero oppressore della vita; contro la mercificazione del vivere e dei corpi, contro la pervasività del potere mediatico e così via.

    In questo senso il racconto è simile a un pamphlet, veemente e spietato, espressione di un pessimismo radicale che sfiora la misantropia.

    In realtà mi sono poi reso conto che il tentativo di conferire un’attribuzione del genere a questo scritto era un’operazione un po’erudita, diretta a contenere e controllare una certa ansia e inquietudine che la lettura provocava.

    Uno scritto strano, dunque, e perturbante, così com’è anomalo e inquietante il suo autore che con l’eteronimo di Gordon Bloom ha collezionato fino a ora, nell’arco di tre decenni, per pochi intimi, opere anche più alte, ricche e complesse.

    Uno scritto stilisticamente lussureggiante di immagini barocche, di aggettivazioni originali e incalzanti, di emozioni forti e intense. Uno scritto estremo e un po’folle, che credo si possa leggere anche in chiave esoterica. In questo senso è come un racconto di Apuleio, la metafora di un’iniziazione e di una trasmutazione alchemica.

    L’iniziale, progressiva pietrificazione di Epis è immagine, sul piano individuale, della pietrificazione che sta schiacciando la società, e forse anche la specie.

    Che cosa può salvarci dal degrado?

    L’autore ci racconta cosa ha salvato Epis: la forza dell’Eros o, come direbbe Goethe, dell’Eterno Femminino, che rianima il bruto corpo materico del protagonista facendogli attraversare i vari stadi dei quattro elementi, dalla roccia (che ricorda, qui, la nigra terra degli alchimisti) al fuoco rigeneratore, all’acqua, all’aria; finchè Epis, liberato, diventa puro pensiero, panteisticamente immanente e partecipe del cosmo, emancipato dai gravami della individualità.

    Sarà attraverso una simile apocalittica catarsi che la specie dovrà transitare?

    Nel frattempo, per tornare a uno dei temi centrali del racconto, e cioè la dura critica all’istituzione medico-scientifica, ricordo le parole che un grande e visionario scrittore apocalittico contemporaneo, Guido Ceronetti, ha indirizzato ai medici e agli scienziati: non toglieteci la morte!.

    Credo che anche lo scritto di Gordon emetta un grido analogo.

    Un grido straziante, un anelito di libertà.

    Secondo Giacobbi

    Psicoanalista, docente presso la Scuola di Specializzazione

    in Psicologia Clinica dell’Università degli Studi di Milano

    CAPITOLO I

    Meredith Hospital

    Il mio nome era Epis Epstein, e la mia è una storia piuttosto strana da raccontare: cercherò tuttavia di essere fedele alla realtà dei fatti.

    Molti anni fa frequentavo la St. Peter Medical School di Camcaine, nel Maine.

    Stavo preparando la mia tesi presso l’Istituto di Anatomia Patologica dell’Università, sotto la guida del prof. Gilbert Morrison, autorità indiscussa nel campo dello studio dei meccanismi degenerativi delle cellule e dei tessuti necrotici.

    L’Istituto era il fiore all’occhiello del Meredith Hospital: un imponente complesso esagonale che ospitava migliaia di pazienti e dava lavoro a centinaia di medici appartenenti alle varie specialità.

    Come il Pentagono era la costruzione simbolo del potere militare della più grande superpotenza, così quell’esagono rappresentava il sigillo, l’incarnazione, il tempio della superpotenza globale chiamata Medicina.

    Tra quelle mura si svolgeva uno spettacolo grandioso e molteplice: sale chirurgiche in cui i corpi venivano smembrati e ricomposti, violati, marchiati e perduti o sanati e ricostruiti sotto la lama luccicante del bisturi e di laser di nuova generazione.

    Il Meredith era una grande città-stato dove la potenza crescente della Medicina faceva sentire impotenti e bisognosi di una via di salvezza, di fughe dalla morte sicuramente introvabili, scorciatoie ove la vita veniva prolungata alla sola condizione di segregarla in ambienti moribondi, asettici e devitalizzati.

    All’inizio del mio apprendistato avevo imparato a vedere quella forma esagonale come un alveare composto da laboratori, biblioteche, sale congressi, ascensori che trasportavano malati, moribondi e cadaveri da un piano all’altro, da un reparto all’altro, da un medico all’altro, da corsia a corsia, da infermiere a infermiere.

    Mense, obitori, uffici di prenotazione, sale di attesa, sportelli bancari, cappelle mortuarie, lavanderie, depositi di farmaci, scuole di medicina e di specializzazione, uffici tecnici per le riparazioni o sostituzioni di strumenti sempre più avanzati, sempre più complessi, sempre più prestigiosi per chi poteva servirsene allo scopo di identificare il nome della malattia, il marchio del parametro alterato, il codice del quadro clinico da censire, catalogare e intorno al quale mobilitare eserciti di specialisti, di microscopisti, di tecnici radiologi, di farmacologi, di cappellani, di esegeti della malattia, di officianti e novizi avvezzi a onorare il catechismo e i dogmi di quel culto immane.

    Man mano che mi inserivo nell’organizzazione di quella

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1